Fiorenzo ha scritto:Mi sento improvvisamente più grasso..
Scherzi a parte, non mi sembra un punto di vista molto appropriato.
Anche perchè mi è venuto un pensiero...
A questo punto, facciamo fuori l'animale; risparmieremo quintali di vegetali
Beh, basterebbe semplicemente non farli nascere. Ricordati che il numero di animali "da reddito", è deciso dall'uomo, non sono animali selvatici che si autoregolano in natura. Tempi di gestazione, fecondazione artificiale, modificazioni genetiche, numeri dei "capi", tutto deciso a priori.
So che era una battuta la tua, ma ci hai azzeccato, comunque!
bè, non mi sembra che nel corso della storia, l'impatto ambientale abbia risentito del fatto che esistano onnivori , carnivori, erbivori..
Le risorse...non è meglio organizzarle intelligentemente, che limitarle?
Il che non significa per forza diventare vegan.
Certo, tuttavia oggi siamo in troppi... per assicurare carne a tutti e in queste quantità, in maniera biologica e rispettosa, non c'è sufficiente spazio sulla terra. Necessario quindi ricorrere all'allevamento di tipo industriale, con tutto quello che ne consegue in termini di benessere animale e distruzione dell'ambiente sottoforma di: inquinamento, spreco di acqua e di energia, diboscamento e via dicendo.
Siccome siamo in un sistema del genere, l'unico modo è incominciare a limitare al minimo il consumo di alimenti animali. E' risparmio, orientarsi verso il cosnumo di prodotti che richiedono meno spreco energetico, cioè gli alimenti vegetali. Tra l'altro questi ultimi sono realmente necessari per la nostra sopravvivenza, la carne non lo è affatto. Quindi perchè allevare animali utilizzando ingenti risorse energetiche e moltissime proteine e calorie vegetali, quando quelle che ci danno loro, a macellazione avvenuta, è molto ma molto inferiore? Le calorie di combustibile fossile spese per produrre 1 caloria di proteine dalla soia sono pari a 2; per grano, servono 3 calorie, per il latte 36, per il mazo 78. (Fonte: "Eenergu and land constraints in food protein production", Science, Nov 21, 1975).
Affascinante questa cosa del dolore e delle terminazioni nervose :)
Anche se non capisco perchè si dovrebbe mettere alla prova il sistema nervoso del bovino mangiandolo vivo.
Io credo che ci siano strade percorribili che possano risparmiare la sofferenza agli animali.
Innanzitutto non si può parlare di risparmio di sofferenza, ma solo di "diminuzione". Non si può risparmiare la sofferenza perchè il ciclo produttivo di tipo industriale, prevede separazioni precoci tra madri e figli, impossibilità di movimento, impossibilità di intrattenere relazioni sociali coi propri simili e altre cose che fanno parte dei bisogni etologici degli animali.
Tu potresti dirmi: beh, l'alternativa potrebbe essere quella di ritornare a un allevamento di tipo biologico che, quantomeno, offre più svago agli animali.
Ma è una ilusione.
Siamo talmente tanti, a volerli, e in queste quantità, che per assicurare i prodotti animali a tutti quelli che lo chiedono, è necessario ridurre gli spazi (non c'è abastanza terra), ottimizzare i tempi (tempo che viene tolto agli animali per vivere semplicemente in modo gratificante). Questa è semplice teoria economica.
Per un consumo di carne rispettoso, oggi, è necessario ridurre questo consumo a livelli molto molto bassi.
Solo riducendo un consumo al minimo, sarebbe possibile allevare biologicamente gli animali a livello globale. Ma non mi sbilancerei, comunque.
Ti dirò, non sono così d'accordo che 'dovremmo' (grazie per il consiglio) comportarci in questo modo per essere discreti nei confronti della natura.
E mi rimane la sgradevole sensazione addosso che alla fine si riduca il tutto a 'se non si lamenta, può essere mangiato'.
No, non ci siamo.
Non ho detto che chi non si lamenta, può essere mangiato.
I pesci, ad esempio, hanno un sistema nervoso molto, molto complesso.
Eppure non si lamenta affatto.
Ma quel sistema nervoso che ha, gli fa provare un dolore simile a quello che proveresti tu se cogliendo una mela da un albero, un gancio ti trafigesse la mano e ti trascinasse in un ambiente dove non sei in grado di respirare e dove saresti destinato a una morte per soffocamento.
In natura esistono dei livelli di coscienza, di percezione del dolore, di sensibilità, molto differenti.
Posto questo, e posto che comunque noi dobbiamo pur mangiare, è etico prendere in considerazione questa sofferenza, e cercare il più possibile di evitarla, fin dove è possibile.
Orientarsi verso una alimentazione che diminuisce il dolore, significa mangiare i vegetali, che hanno uno sviluppo biologico molto meno complesso di quello animale, sistema nervoso inesistente, desiderio di evitare il dolore inesistente (proprio perchè non lo percepisce), inesistente capacità di stabilire relazioni sociali di affetto coi propri simili.
C'è però una parte di me che dice che gestire bene le risorse naturali non consiste nel non mangiare ciò che ha terminazioni nervose, ma non depredare l'ambiente senza rispetto e coscienza.
La morte, se viene data, deve essere veloce.
Se di una specie qualunque (ho detto specie, non animale) c'è stato un depredamento, o vi è troppa abbondanza, occorre fare in modo di aiutarla a ristabilire un equilibrio.
Diciamo che la dieta vegan può essere un modo molto efficace per non depredare l'ambiente. Perchè non usarlo?
Per quanto riguarda la sofferenza degli animali, dunque.
Togliere la vita a un animale, anche usando massicce dosi di sedativi per impedire il dolore, non è comunque etico.
Perchè fare nascere un animale che comunque è destinato a non potere vivere in serenità, è destinato a sottostare a dei ritmi di sfruttamento, e comunque, anche permettendoglielo, in un allevamento ideale, stroncare precocemente questa serenità?
Non c'è una giustificazione legata alla necessità di sopravvivenza, per cui togliere la vita a quell'animale significherebbe la perdita della vita tua.
E' solo motivata da un bisogno voluttuario di carne, pichè, come si sa (e di fonti ce ne sono parecchie), non è un alimento necessario all'alimentazione umana, anzi, molto poco salutare. E sommato al fatto che la sua produzione, oggi come oggi e in relazione al numero della popolazione mondiale, depreda l'ambiente, mentre la dieta vegan risparmia molte più risorse (acqua, energia) perchè consumarla?
Insomma, anche l'uomo potrebbe usare un pò l'intelligenza non solo per cambiare ciò che vede per sua comodità, ma anche per aiutare gli equilibri di natura che servono alla nostra vita da sempre, no?
Non credo che cambiare la nostra tendenza alimentare sia veramente la scelta migliore che possiamo fare per rispettare l'ambiente, e aiutarlo.
Diciamo che la scelta vegan non è l'unico modo per salvare l'ambiente, no.
E' uno dei tanti modi, è uno stile di vita molto ecologico.
Se proprio comunque non si vuole mangiare vegan, è comunque un imperativo morale, per i motivi già detti, che gli ambientalisti limitino al minimo il consumo di prodotti di origine animale.
Per un vegan in genere subentrano poi delle motivazioni di tipo etico, come abbiamo detto, che ne inducono l'abbandono totale.
Altrimenti abbiamo mangiato carne per tanti anni per far che?
Per sviluppare i neuroni e decidere che potevamo farne a meno?
A parte gli scherzi, credo sia proprio così.
Credo che continuare a fare una cosa, solo perchè si è sempre fatto così, non è molto logico. Tanti cambiamenti ci sono stati nella storia dell' uomo, alcuni in meglio, altri in peggio. Il cambiamento di dieta, oggi che sappiamo di non avere bisogno di carne, oggi che sappiamo molto di più sugli animali e sulla loro sensiblità, oggi che stiamo tra l'altro distruggendo la foresta amazzonica proprio a causa degli allevamenti, potrebbe essere realmente preso in considerazione. Un tempo non era possibile.
Ciao : )