Fascia porta bambini

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alea
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Messaggio da alea » gio ago 11, 2005 10:34 am

>Per Alea ti dico che anche io sono(purtroppo!!!)una psicologa e penso >che nessuna corrente di pensiero in psicologia abbia la verità in >tasca...Però molti non si astengono dal pontificare...Come quella >dell'asilo di Cosimo che da i suoi preziosi consigli senza avere neanche >un figlio!
>Penso che sulla carta molta sia valido ma anche che molte cose siano>(usando un francesismo)p---e mentali di uomini barbuti e a volte >barbosi!!!
>Sta a noi decidere cosa possiamo prendere e cosa buttare di tutto quello >che ci viene detto!

Perché dici "purtroppo"? Immagino che tu abbia scelto questa professione per passione, e in tutti i casi avrai conoscenze, anche riguardo i bambini, che altri devono faticosamente costruirsi (io, ad esempio, che fino a due anni fa non sapevo nemmeno cosa fossero i bambini e non mi sono mai interessata né all'aspetto pratico, né a quello teorico, avendo impostato tutta la mia vita sul lavoro intellettuale ed escluso che avrei mai avuto figli...). Con tutto ciò, e qui parlo da mamma inizialmente (in gravidanza e nel primo mese di vita di chicco) molto insicura, timorosa di sbagliare e avida di pareri (solo quando acquisisci più sicurezza riesci a capire che ti frastornano, ti deviano dall'istinto e servono solo a insinuarti altri dubbi inutili, quando la tua "pancia" sente con precisione cosa devi fare), con tutto ciò, ripeto, credo che dovrebbe far parte della professionalità di uno psicologo avere ben presente la fragilità tipica di questa condizione ed evitare di "pontificare", soprattutto prospettando scenari quasi apocalittici come conseguenze terrificanti di scelte a volte obbligate (ad es. il famigerato lettone per alcuni è l'unica chance per poter dormire). Ti risparmio invece la tirata da filosofa di formazione neofenomelogica sulla "verità"...
Grazie per tutte le informazioni che ci stai dando e per l'entusiasmo che comunichi!
Ciao
Ale

Gio
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La nascita di Federica

Messaggio da Gio » gio ago 11, 2005 10:40 am

Ciao COSIMAMMA e ciao a tutte.

Nel ringraziarti, ti parlo della nascita in casa di Federica, ma apro un topic a parte.
Sarà lungo, scusatemi.

Gio

MiriamA
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ringraziamenti + fascia porta bambini

Messaggio da MiriamA » gio ago 11, 2005 11:23 am

Vi ringrazio per la calda accoglienza! Ora il dispiacere per non potere allattare si è attenuato, in parte anche perché sono riuscita finalmente a rimettermi in forze e a riposare (ho subito un cesareo + emorragia +dormivo al massimo 2 ore per notte)!
Per cosìmamma: apprezzo tantissimo i tuoi contributi, grazie! Mi sai dire se le date/località dei corsi riportate nel sito sono aggiornate? A me farebbe comodo se ci fosse un corso nella zona di Milano o Cremona o Brescia.
Un caro saluto a tutte!
Miriam

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » gio ago 11, 2005 3:37 pm

ciao e grazie per la tua illustrazione del concetto del "portare" il bambino. Io parlavo di animali da tana e non, ma il concetto è quello. Mi è piaciuto molto il dettaglio di come hai descritto i riflessi dei neonati, tutto ha acquistato un senso preciso.
cosimamma ha scritto:Non ultimo conserva un importante tipo di risposta funzionale alla sua sopravvivenza:piange disperatamente se perde il contatto fisico con la madre o con la figura di accudimento.
Mi hai fatto tornare in mente quello che ho da poco tradotto (sto traducendo la seconda parte del libro Breastfeeding Answer Book) relativo ai prematuri. parla del lavoro di Nils Bergman, un medico che si occupa di prematuri e che parla di marsupioterapia, o meglio la variante da lui definita "Kangaroo Mother care". Parlando del prematuro, ma per estensione di tutti i neonati, parla di *habitat*: prima è il grembo materno, poi il corpo materno (addosso al quale la natura prevede che sia portato) e poi la famiglia, il mondo. E parlando della reazione alla separazione, definisce la risposta di cui tu parli come "risposta di protesta-disperazione", che ha anche delle precise ripercussioni fisiologiche (cito):
per garantirgli la sopravvivenza rallentando la crescita e diminuendo il consumo energetico tramite il rallentamento del battito cardiaco, un abbassamento della temperatura e la produzione di ormoni dello stress (Alberts, 1994). Come parte integrante di questa risposta, il neonato emette un “richiamo da stress di separazione”, per avvisare la madre che il suo bambino ha bisogno di lei. Quando madre e bambino si riuniscono, il battito cardiaco e la temperatura del piccolo aumentano e gli ormoni da stress diminuiscono
.

Questo tanto per rispondere a chi dice che si tratta di vizi...!!!!
Considerate che per un prematuro soddisfare la profonda esigenza del bambino di essere portato significa stabilizzarlo, indurre un respiro, battico cardiaco, ossigenazione più regolare, ridurre le patologie legate alla prematurità, aumentare le difese immunitarie, anticipare in modo significativo il momento in cui sarà in grado di abbandonare il sondino e nutrirsi al seno o al biberon, favorire l'allattamento al seno (e la produzione di latte materna), anticipare la dimissione dall'ospedale e ridurre gli episodi di ricoveri successivi alla dimissione.

Tornando a noi dopo questa lunga digressione, volevo aggiungere una cosa riguardo all'esperienza mia personale del portare i bambini: ho portato entrambi i miei figli, ma in modi molto diversi, perché erano molto diversi l'uno dall'altra (per entrambi ho usato marsupi perché non conoscevo la fascia).
Michele amava essere contenuto, e si rannicchiava nel marsupio felicissimo facendosi sonni saporiti.
Elena non sono praticamente riuscita mai a tenerla nel marsupio i primi mesi: lei voleva stare addosso a me (mia madre la chiamava "la patella sullo scoglio") però guai a "chiuderla" in un qualsiasi abbraccio, o a contenergli braccia o gambe, o a metterla col viso verso il mio petto: si divincolava come un'anguilla, puntava piedi e pugni e si spingeva via, ecc.
Ho buttato il marsupio in un angolo, e la portavo in braccio a faccia avanti reggendola con la schiena contro il mio petto o il mio fianco, a cavalcioni dell'anca, solo con un mio braccio di traverso sul suo corpo e le sue braccia e gambe libere di agitarsi nel vuoto.
verso i 4 mesi ha accettato di farsi portare nel marsupio ma sempre al "contrario", cioè a faccia avanti.
per fortuna era leggerina e non mi pesava molto...
Quello che volevo dire con la mia esperienza è che al di là delle teorie e dei manuali occorre sempre regolarsi sul proprio bambino. Comunque sono sicura che ci sarebbe stato un modo di usare la fascia che sarebbe andato meglio incontro alle esigenze di questa esigente bambina.
Antonella
Ultima modifica di Antonella Sagone il dom feb 12, 2006 12:00 pm, modificato 2 volte in totale.

Antonella Sagone
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"PURTROPPO!"

Messaggio da Antonella Sagone » gio ago 11, 2005 3:47 pm

alea ha scritto:Perché dici "purtroppo"? Immagino che tu abbia scelto questa professione per passione, e in tutti i casi avrai conoscenze, anche riguardo i bambini, che altri devono faticosamente costruirsi (...) con tutto ciò, ripeto, credo che dovrebbe far parte della professionalità di uno psicologo avere ben presente la fragilità tipica di questa condizione ed evitare di "pontificare"
Sottoscrivo in pieno! Soltanto che (e qui parlo anche io da psicologa) la maggior parte dei miei colleghi e colleghe a quanto pare non solo è totalmente ignorante (o ha scelto di non credere) sulla normale e naturale relazione di attaccamento fra mamma e bambino, sulla fisiologia dell'allattamento al seno e del sonno del lattante e tante altre cose, ma a mio parere manca spesso prorpio di quella professionalità che dovrebbe fargli esprimere le sue opinioni, quando sono contrarie a quelle delle sue clienti, in un modo che non sia terroristico, che non ferisca, che non giudichi, che non pontifichi, che non manipoli, che non colpevolizzi, che non delegittimi e squalifichi la competenza della mamma, che non crei insicurezza e dipendenza...
In questo senso, pur avendo scelto anche io per passione questi studi, devo dire che quel "purtroppo" l'immagine pubblica dello psicologo spesso me lo strappa anche a me di bocca!
Antonella

alea
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Messaggio da alea » gio ago 11, 2005 9:23 pm

Approfitto anche qui (oltre che sull'altro topic) della disponibilità di Antonella (ma anche di tutte le altre, se hanno voglia di rispondermi) per chiedere se è fisiologico, se faccia parte dei normali processi di crescita - o se invece sia indice di sofferenza - il fatto che il mio bimbo di un anno stia attraversando una fase di spaventoso attaccamento a me. Premessa: ho sempre assecondato in tutto e per tutto le sue esigenze di starmi vicino, come ho già detto (fascia di giorno, lettone di notte), ho cominciato a lavorare quando aveva cinque mesi (ma la particolarità della mia professione e le ore di allattamento mi hanno permesso di assentarmi un solo giorno alla settimana, facendo il resto a casa) e da qualche mese sta mezza giornata con una tata che gradisce (mentre io sono a casa: mi vede quando vuole). Ora succede che per passare da me alla tata o a suo padre siano scenate, mentre invece non ha nessuna difficoltà con altri, anche in luoghi sconosciuti e con persone estranee, con cui socializza presto, come ha sempre fatto (preciso anche che ho sempre colto ogni occasione per favorire questa sua apertura, a cominciare dai componenti della mia numerosa famiglia d'origine). Conclusione: in generale non mi sembra avere un attaccamento ansioso (se ho afferrato bene il concetto in Bowlby), però non capisco questa reazione alla minima separazione (superato il momento, fra l'altro, si calma subito, per ricominciare a protestare e a volermi venire in braccio appena mi vede). Scusate se approfitto vergognosamente della vostra disponibilità! Siete praticamente le uniche persone a cui posso chiedere...
Grazie
Ciao
Alessandra

mamypuri
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Messaggio da mamypuri » sab ago 13, 2005 3:01 pm

alea ha scritto:Non ho capito se ti riferisci a noi, Mamypuri
Alea, scusa, non avevo capito che non allattassi più. Il mio commento scherzoso era riferito all'attaccamento del tuo bambino. Presente che tutti sono soliti criminalizzare la tetta? Ecco, era per questo.
Ma, evidentemente, tu sei la dimostrazione che se i bimbi devono essere un po' più "appiccicosi", lo saranno indipendentemente dalla tetta o no.
Cosimamma, hai ragione quando dici di non discriminare chi allatta col bibe. Si può essere mamme bastarde e allattare al seno, e anche super-mamme e usare il biberon! I casi della vita sono infiniti, e anche le persone!!

cosimamma
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Messaggio da cosimamma » dom ago 14, 2005 8:59 am

scusate la mia presenza discontinua,ma un pò le ferie,un pò il pc"catrme"che mi da qualche problema non ci sono sempre.
Per Antonella,l'articolo che hai citato è interessantissimo,ora vado di fretta,poi ti chiederò delle delucidazioni in più.
Per quel "purtroppo" è perchè ho sempre creduto nel mio mestiere ma andando avanti nella vita,passando dal mondo della teoria a quello della pratica vedo molte cose che non vanno.Le diverse scuole di pensiero sono benvenute,anzi sono dell'idea che ogni contributo per quanto diverso sia può essere utile.Molti però,non so se per insicurezza o per presunzione di infallibilità,danno i loro pareri come verità rivelate e rabbrividiscono a qualsiasi comportamento o risposta che non rientri nei loro schemi stigmatizzando "gli eretici".
E' una cosa che mi fa impazzire!!!Sarà che credo fermamente che il nostro mestiere(e uso questo termine apposta)sia di un tipo "artigianale";devi avere la teoria in tasca ma anche quel tanto di apertura e creatività da fare in modo di adattare la soluzione al problema e non il problema alla soluzione che hai già!
E soprattutto penso sia necessario non giudicare,non pontificare,non essere prevenuti.Quello che è patologico per alcuni per altri può essere la soluzione più funzionale.
Gli studi sui bambini dimostrano l'esistenza di certi stadi evolutivi,di certe forme di attaccamento,etc..etc..Ma sono sempre studi svolti su determinati campioni,determinate culture,svolti in determinati periodi storici.Quello che era vero ieri può essere archeologia domani e comunque quello che è vero e giusto per me può essere falso e sbagliato per te.Ad esempio guardate i bambini di Antonella,figli della stessa madre con lo stessa "voglia"di essere portati hanno scelto ognuno la loro via.A molti bambini non piace essere portati rivolti all'esterno,li spaventano i troppi stimoli di oggetti o persone in avvicinamento alla loro parte più fragile ed esposta,cioè la pancia;per la bambina di Antonella era il modo migliore di stare.
Ora devo proprio scappare perchè la montagna ci aspetta,stasera finisco di rispondervi....Grazie per la storia della nascita di Federica(bellissimo nome!).Un abbraccio a tutte!!!

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