Una delle cose che facevano più spesso corto circuito nella mia mente, era proprio la necessità di rispondere a questa domanda :"Ma cos'ha il bimbo?"...ecco, credo che a parole, al terzo figlio io non abbia ancora ancora una risposta a questa domanda con certezza piena...e all'inizio questa cosa mi faceva andare in tilt, anche perchè altre mamme affermavano con sicurezza cosa aveva il loro bimbo...mentre io rispondevo al suo bisogno, in qualche modo, ma senza capire in definitiva cosa avevo fatto di basilare, per risolvere il bisogno.Inoltre, vede, il punto è che, tralasciando il fatto che mi sento profondamente mortificata dal fatto che mia madre abbia ritenuto necessario acquistare un traduttore per capire i miei bisogni, non ho bisogno che i miei pianti vengano interpretati: fondamentalmente io non ho bisogno di essere capita al 100%. Ho solo bisogno, e dovrebbe essere ovvio, di stare con la mia mamma. Poi se lei è lì con me, e mi tiene fra le braccia quando piango o anche quando rido, e ha una tetta a portata di bocca per quando mi viene in mente di fare una ciucciatina, non c'è proprio bisogno di capire nient'altro.
Ecco credo che il sapere che non è veramente fondamentale "capire" esattamente cosa il bimbo abbia, sia un grande sollievo per le mamme, che così possono semplicemente rispondere al loro bimbo , come gli viene da fare senza pressioni esterne, del dover riferire agli altri qualcosa.
Ecco forse voi non l'avete provate queste cose, però sono altamente deleterie, soprattutto perchè non te ne accorgi, e alterano il tuo comportamento.
La sentivo un po' come una colpa, all'inizio, perchè le altre sanno con certezza e io no?...ma forse è solo una questione di percezione della certezza, la mia deve essere di tipo scientifico...a questo punto, nessun bambino potrà mai darmi delle certezze scientifiche sul significato del suo comportamento (e per fortuna) :).
Alla fine non so cosa volevo concludere con questo, ma volevo solo condividere questo pensiero..e forse cercare di capirlo meglio con voi.