Non che la cosa mi stupisca ma... studio su crudisti

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MissVanilla
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Non che la cosa mi stupisca ma... studio su crudisti

Messaggio da MissVanilla » gio ott 19, 2006 5:41 pm

Il seguente testo è estratto da uno studio scientifico su vegan crudisti, in particolare sull'assunzione di antiossidanti comparata con gli onnivori.
In super-sintesi i crudisti assumono:

305% vitamina C,
247% vitamina A,
313%vitamina E,
92% zinco,
120% rame
49% selenio
nonchè un più elevato livello di betacarotene nel sangue.


Antioxidant status in long-term adherents to a strict uncooked vegan diet.

Rauma AL, Torronen R, Hanninen O, Verhagen H, Mykkanen H.

Department of Clinical Nutrition, University of Kuopio, Finland.

Antioxidant status was investigated in 20 Finnish middle-aged female vegans and in one male vegan who were following a strict, uncooked vegan diet ("living food diet"), by means of a dietary survey and biochemical measurements (blood concentrations of vitamins C and E and beta-carotene, and the activities of the zinc/copper-dependent superoxide dismutase and selenium-dependent glutathione peroxidase). Values were compared with those of omnivores matched for sex, age, social status, and residence. Antioxidant supplementation was used by 4 of 20 female vegans and by 11 of 20 control subjects. Based on dietary records, the vegans had significantly higher intakes of beta-carotene, vitamin E, vitamin C, and copper, and a significantly lower intake of selenium than the omnivorous control subjects. The calculated dietary antioxidant intakes by the vegans, expressed as percentages of the US recommended dietary allowances, were as follows: 305% of vitamin C, 247% of vitamin A, 313% of vitamin E, 92% of zinc, 120% of copper, and 49% of selenium. Compared with the omnivores, the vegans had significantly higher blood concentrations of beta-carotene, vitamin C, and vitamin E, as well as higher erythrocyte superoxide dismutase activity. These differences were also seen in pairs who were using no antioxidant supplements. The present data indicate that the "living food diet" provides significantly more dietary antioxidants than does the cooked, omnivorous diet, and that the long-term adherents to this diet have a better antioxidant status than do omnivorous control subjects.

PMID: 7491884 [PubMed - indexed for MEDLINE]

piperita
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Messaggio da piperita » gio ott 19, 2006 6:18 pm

dimmi se ho capito bene. le percentuali sono rispetto a quello che assumono gli onnivori, giusto?
interessante

Penelope
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Messaggio da Penelope » gio ott 19, 2006 7:23 pm

Alla faccia!!!;-)

Soprattutto di chi dice che è meglio non mangiare da me perchè faccio mangiare "solo verdurine"!!!

MissVanilla
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Messaggio da MissVanilla » gio ott 19, 2006 10:03 pm

piperita ha scritto:dimmi se ho capito bene. le percentuali sono rispetto a quello che assumono gli onnivori, giusto?
interessante
esattamente!!
:)

7xpensie
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Messaggio da 7xpensie » gio ott 19, 2006 10:14 pm

Sara ma questo è uno studio di più di dieci anni fa, perchè dopo aver osservato questi super-valori, il mondo scientifico non ha in dieci anni approfondito con altri studi? Mi sembra strano, per fare un esempio: ad un certo punto, si scopre come produrre energia a costo zero e con emissioni zero, e nessuno decide di approfondire e di metterlo in pratica


Insieme a questo studio che hai riportato, ci sono altri studi degli stessi autori, sempre nello stesso periodo, che hanno mostrato come in alcune persone crudiste vegan, il livello di b12 ha iniziato a deteriorarsi dopo pochi anni; altre persone crudiste vegan che assumevano alcune specie di alghe hanno in parte contrastato questo processo di deterioramento

Silvia

MissVanilla
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Messaggio da MissVanilla » ven ott 20, 2006 9:54 am

7xpensie ha scritto:Sara ma questo è uno studio di più di dieci anni fa, perchè dopo aver osservato questi super-valori, il mondo scientifico non ha in dieci anni approfondito con altri studi? Mi sembra strano, per fare un esempio: ad un certo punto, si scopre come produrre energia a costo zero e con emissioni zero, e nessuno decide di approfondire e di metterlo in pratica


Insieme a questo studio che hai riportato, ci sono altri studi degli stessi autori, sempre nello stesso periodo, che hanno mostrato come in alcune persone crudiste vegan, il livello di b12 ha iniziato a deteriorarsi dopo pochi anni; altre persone crudiste vegan che assumevano alcune specie di alghe hanno in parte contrastato questo processo di deterioramento

Silvia
santo cielo, io ho trovato questo studio e ho pensato fosse interessante postarvelo, non lo so perchè non ci sono stati approfondimenti, possiamo fare mille ipotesi compresa quella che la dieta crudista più di tanto al mondo scientifico non interessa promuoverla.

Si nel mondo ci sono tanti studi, vi ho postato questo perchè questo mi è capitato di leggere ieri.

Invece di criticare il fatto che non ho scritto di altri studi, perchè non riporti tu invece articoli che ritieni interessanti e pertinenti col tema del forum? Sarebbe un atteggiamento molto più proattivo non credi? ;)

toler
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Messaggio da toler » sab ott 21, 2006 11:28 am

7xpensie ha scritto: Mi sembra strano, per fare un esempio: ad un certo punto, si scopre come produrre energia a costo zero e con emissioni zero, e nessuno decide di approfondire e di metterlo in pratica
Silvia
Ciao Silvia,
per fare un esempio, la macchina ad aria compressa esiste o meglio esisteva. E' ad emissione zero e funziona ottimamente solo che non fa comodo a industrie automobilistiche, ne petrolifere, che pagano per mantenere lo status quo e impedire o rendere difficili certi tipi di ricerche, provate a cercare "eolo macchina ad aria compressa" su un motore di ricerca.
Sembra che sia sparito tutto nel nulla, anche il sito non esiste piu.

Nell'alimentazione quanti interessi, nel mondo medico scientifico alimentare e economico verrebbero toccati e compromessi da una dieta che elimina o allontana le malattie?

Come dice Sara la dieta crudista al mondo scientifico non interessa promuoverla per nulla.Va contro i loro interessi promuovere qualcosa che rende sano l'uomo.
Il potere attuale purtroppo si basa per sopravvivere su ignoranza , malattie, e guerre.

Cerchiamo di essere positivi anche solo con il pensiero per cambiare questo ordine di cose, e credere solo a cio che proviamo sulla nostra pelle.
io per esempio la B12 non la prendo da anni.Frutta e verdura mi danno tutto cio di cui ho bisogno.
ciao
Luca

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april
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Messaggio da april » sab ott 21, 2006 3:07 pm

toler ha scritto:per fare un esempio, la macchina ad aria compressa esiste o meglio esisteva. E' ad emissione zero e funziona ottimamente solo che non fa comodo a industrie automobilistiche, ne petrolifere, che pagano per mantenere lo status quo e impedire o rendere difficili certi tipi di ricerche, provate a cercare "eolo macchina ad aria compressa" su un motore di ricerca.
Sembra che sia sparito tutto nel nulla, anche il sito non esiste piu.
Era una bufala: viewtopic.php?p=150571&sid=9a7f3f0021ec ... 84476eff8a

viewtopic.php?p=146402&sid=8568df223817 ... ea5c5784e7
toler ha scritto:Come dice Sara la dieta crudista al mondo scientifico non interessa promuoverla per nulla.Va contro i loro interessi promuovere qualcosa che rende sano l'uomo.
Il potere attuale purtroppo si basa per sopravvivere su ignoranza , malattie, e guerre.
Ho appena letto l'articolo di un medico che ha passato 15 anni lavorando vicino ad una comunità crudista. Non dice che erano persone così sane. Oltretutto è un medico che non disconosce l'importanza dei cibi crudi, anzi ne consiglia una buona quantità, e che con l'alimentazione riesce a curare diverse malattie eliminando i farmaci.

http://www.drfuhrman.com/faq/question.a ... 6&qindex=4

Ciao

malina
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Messaggio da malina » sab ott 21, 2006 8:58 pm

toler:"Il potere attuale purtroppo si basa per sopravvivere su ignoranza , malattie, e guerre"

purtroppo è proprio cosi!


April cosa intendi che "non erano proprio persone sane"?

toler
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Messaggio da toler » sab ott 21, 2006 9:32 pm

april ha scritto:
toler ha scritto:per fare un esempio, la macchina ad aria compressa esiste o meglio esisteva. E' ad emissione zero e funziona ottimamente solo che non fa comodo a industrie automobilistiche, ne petrolifere, che pagano per mantenere lo status quo e impedire o rendere difficili certi tipi di ricerche, provate a cercare "eolo macchina ad aria compressa" su un motore di ricerca.
Sembra che sia sparito tutto nel nulla, anche il sito non esiste piu.
Non è questo il luogo per discuterne ma almeno ti chiarisco un po di punti doverosi a riguardo
Su eolo ti posso dire che non è affatto una bufala, ma, ognuno è libero di credere in cio che vuole.
Se credi sia una bufala ok, altrimenti sei dalla mia parte,e da parte di quelli che non si arrendono anche quando gli dipingono la verita come una bugia.
Fortunatamente su questo argomento ho anche altre prove pratiche
per sfatare questo dubbio.
Io ho gia avuto prove della macchina ad aria compressa in brasile progettata da un italio/brasiliano nel nord est del paese, gia 10 anni fa.
E poi ancora meglio ne esisteva un altra creata da un paio di simpatici amici a Rieti un 90 km vicino la capitale, che un mio parente prossimo conosceva anche bene.
Era una macchina prodotta artigianalmente compresa la carrozzeria e costava circa 8000 € e funzionava cara amica.Sai cosa è successo?
Morale ...come per la eolo sono spariti, ma qui è piu sicura la cosa, si dice che probabilmente,qualcuno ha proposto un mucchio di soldi a questi amici e sono spariti in sud america o a Cuba, a fare la bella vita, oppure come nei film sono stati fatti sparire in modo piu violento e drastico, facendo a sparire prove, progetti e autovetture gia costruite.
Tu credi in cio che ti fa sentire meglio.

Ciao Luca

acerra99
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Messaggio da acerra99 » dom ott 22, 2006 11:45 am

Ragazzi, avete fatto un po’ tutti delle ricerche, complimenti, ma io sono particolarmente familiare con ricerche e vi posso dare una lettura informata dei fatti.

Di solito la scienza fa delle ricerche sulla base di parametri, e la scelta dei parametri da controllare di solito e’ fatta in modo da ottenere i risultati che l’establishment e i controllori dei budget della ricerca vogliono. “Risultati ragionevoli”, in cui e’ sempre la mano che crea dipendenza, ignoranza e malattia a beneficiare.

Esempio: Se io controllo il livello di magnesio nel sangue, posso dire che so quanto magnesio c’e’ nel corpo di quella perona? Vi assicuro di no. E invece i ricercatori, applicando parametri sensa senza per i controlli, potranno fare discorsi assurdi e a loro pro, su cosa sta succedendo nell’organismo. Ma il contenuto nel sangue e’ ferreamente controllato da algoritmi molto prepotenti, quindi voi potete star perdendo un determinato elemento dalle ossa e i tessuti, ma i valori del sangue sono normali.

Quando i ricercatori provarono ad andare a fare lo studio citato da Sara, era un tentativo sbagliato di monitorare le cose come vanno, ma i ricercatori ci provarono con la speranza di mettere i crudisti all’angolo, poteva andare bene perche’ quel parametro e’ sconclusionato, ma non essendoci riusciti, non lo hanno ripetuto piu’.

Per quanto riguarda i vegani degli studi successivi, questi andavano in crisi (se non prendevano alghe) perche’ mangiavano 90% cereali e legumi cotti, seitan (glutine concentrato) in prima fila, oppure perche’ avevano amalgame, o facevano vaccinazioni, o osteiti sotto i denti?


^ ^ ^ ^ ^ ^ ^
I RISULTATI RAGIONEVOLI
( estratto dal mio “il mal di latte”, vedi sezione download in http://www.identiavvelenati.com)

Nel 1492 Cristoforo Colombo scopriva l'America abitata da milioni di uomini "rossi" che non possedevano animali da latte. L’estinzione dei pellerossa ha fatto spazio alla nazione che dal 1860 ad oggi è rimasta leader relativamente ai volumi di latte prodotto. Questa nazione, ovviamente, non dice di eliminare il latte pastorizzato in caso di infezioni ricorrenti dei vostri bimbi (vedi sopra), ma dice di prendere antibiotici!
La nostra cultura è impregnata di bianco latte come lo sono le dispense delle nostre cucine: solo un “eretico” o un sedicente guaritore naturale penserebbe al latte. I caseinati derivanti dal latte si trovano in molti prodotti impensati, per esempio salami e altri insaccati (i wurstel contengono latte scremato in polvere), nei dolciumi (vedi in particolare negli impasti per dolci), nel cioccolato (vedi nel cacao), nelle minestre liofilizzate, nella margarina, in puree di patate, nei sughi, nei condimenti, in cremine per l'infanzia, in panini bianchi, nel tonno in scatola, caramelle, ecc. ecc. cibi congelati, prodotti elaborati.

Immaginatevi ora la letteratura esistente intorno al latte e gli interessi e le idee che si è fatta una società dove è il tecnologo del latte a valutare, produrre, vendere…
Nsouli [1994] mostra che, anche quando i test allergologici erano negativi, i ricercatori ottenevano un miglioramento delle otiti nell’86% dei bambini smettevano di consumare il latte di mucca. Eppure quanti autori ho dovuto leggere che si sentivano autorizzati a togliere il latte in caso di asma o otiti (per vedere se miglioravano) solo nei pazienti con un qualche test positivo all’allergia al latte!
Mettetevi nei miei poveri panni quando ho avuto la disavventura orwelliana di dover leggere milioni di pagine di dati scientifici raccolti a riguardo del latte e salute umana.

Per fortuna trovo anche il buon Castiglione [1996] che chiarisce bene, premesso che nessun test o nessuna combinazione di test ci assicurano accuratezza nello scoprire l’intollerante al latte, che la diagnosi di allergia al latte di mucca è da farsi, previa anamnesi personale e familiare, sempre e solo sulla base del miglioramento a seguito dell'eliminazione dalla dieta e ricaduta nel successivo challenge test. Eppure quello che invece ho visto accadere è che un ricercatore prendeva un solo tipo di test (e magari su una sola proteina) e faceva dimostrazioni a destra e a manca (ma di quello che voleva lui e di quello che erano i suoi convincimenti).

Un ricercatore è un lavoratore che ha un futuro tutt’altro che assicurato. Ogni 4-5 anni scadono le borse di ricerca che costituiscono anche il suo stipendio. Il futuro è assicurato solo se la qualità delle sue proposte di ricerca e il suo curriculum trovano il favore chi eroga i finanziamenti.
Nella scienza attinge ai fondi per la ricerca chi ha un curriculum pulito, senza “colpi di testa”. I risultati delle ricerche che fai parlano di te, della tua ragionevolezza. I risultati “non ragionevoli” possono farti rimanere a secco. Ci vuole un po’ di adattamento. È come aver preso dei pesci dal mare e averli messi in piscina. Ogni tanto dalla piscina salta fuori e finisce sulla terraferma qualche pesciolino. Di solito sono solo questi ultimi pesciolini obbligati a capire in modo conscio il galateo di autocensura che li farà rimanere nella piscina. Per gli altri rimane una censura inconscia (le direzioni e gli argomenti forniti da chi ha costruito la piscina sono interessanti, i protocolli sono ragionevoli). Chi sta ai bordi della piscina non si allarma (ogni tanto capita), aspetta che il pesciolino si scotti, veda dove è la piscina e pensi un po’ se gli piace, e dopo un po’ rientri in acqua. Se il pesciolino è un ostinato allora chi gestisce la piscina dovrà prenderlo e allontanarlo, ma è il pesciolino che ha preso la decisione (povero “donchisciotte” contro i mulini a vento), perché se non era ostinato e se la piscina gli andava bene poteva rimanere.

La realtà supera la fantasia orwelliana. Non c’è più bisogno di chi inserisce “balle” nel database. Basta dare credibilità al sistema della piscina.
Per di più, la censura inconscia dei pesciolini nella piscina beneficia del fatto che la storia cambia nome alle malattie e beneficia della mancanza di un filo continuo di incameratori di esperienza, così come accadeva ai guaritori dei pellerossa, degli orientali o i nostri pre-Inquisizione (il bagaglio di informazioni dei perdenti che viene continuamente cancellato). Oggi ogni nuovo studente di medicina studia dai testi di farmacologia.
Un esempio è quando il macrobiotico George Osawa, scoraggiando l’uso di latte di mucca anche per i piccoli dell’uomo, scrive: «Nei paesi dell’estremo oriente i periodi embrionale e dell’allattamento sono considerati i più importanti per la formazione psicologica» e sottolinea che la mucca deve far crescere un essere diverso dall’uomo (in: “Jack e Mitie”, 1959).
Sono concetti che sfuggono completamente da interessi e osservazioni di questa scienza. E come li dimostri, anche se qualcuno ti stipendiasse per farlo?
Le osservazioni cliniche dicono a Rudolf Steiner che un bambino nutrito con il latte vaccino da anziano presenterà sclerosi e invecchiamento precoce. E cita osservazioni comparative in questo senso che risalgono a popolazioni del Caucaso, dell’Armenia e della Mongolia: il fatto o meno che il latte di mucca fosse entrato nella loro alimentazione da piccoli determinava lo stato di salute mentale dei membri della comunità anziana.

La censura inconscia infine beneficia di idee pre-concette che fanno parte della cultura, così come della sua presunzione di superiorità.
Credendo in modo molto forte nel progresso della medicina, e non accorgendosi in modo conscio del galateo di autocensura, i ricercatori fanno del proprio meglio senza uscire dal recinto della ragionevolezza (la piscina).
Per evitare le brutte sorprese e un curriculum di allarmismi nel campo del latte, per prima cosa si usano strumenti inadatti, per esempio il bagaglio di Prick, Rast e Prist che scoprono molto molto poco sulle questioni deleterie del latte in età adulta.
La stessa definizione “intolleranza alimentare”, che pretende reazioni nel giro di una settimana, è complice della miopia verso gli effetti del consumo di latte di una vita.
È negli anni che il latte apporta buona parte delle variazioni e degenerazioni progressive, anche e soprattutto in un organismo che lo sopporta in silenzio per decenni.

Armando D’Elia, in “Miti e realtà nell’alimentazione umana” (1997): «I medici pediatri, che a partire dagli anni 60 hanno usato una variazione anche solo di 300 grammi sulla bilancia come misura di salute del neonato, ne dedussero che il latte di mucca era auspicabile. Infatti i neonati umani, quando sono allattati con latte vaccino, aumentano di peso molto più velocemente, rispetto all’allattamento con latte umano. Ma cosa è patologico, lo sviluppo lento che il latte umano ha sempre garantito al neonato o l’aumento di peso dovuto a depositi di sostanze in eccesso e la formazione di organi immaturi?».

Davanti al bagaglio di test Prist, Rast e prick (che risultano negativi persino in quelli con reazioni gravi che scompaiono con la sospensione del latte) il mitico dottor Raphael Nogier scriveva: “Vi pare troppo la mia richiesta, nel secolo della tecnologia trionfante, di avere una nozione biologica sull’intolleranza al latte che mi permetta di andare a tracciare delle correlazioni oggettive tra presenza di intolleranza al latte e patologie mammarie, visto che io fortemente sospetto un ruolo causale a seguito delle mie osservazioni cliniche?”.

Ogni tanto spunta qualcuno che sostiene che i ricercatori più motivati si inventerebbero i dati di sana pianta (“I diari di Michelle Rokke”, la telecamera nascosta riprende i ricercatori mentre ammettono le diffuse falsificazioni e mentre deliberatamente alterano le dosi o scrivono che animali moribondi sono sani).
C’è una distinzione tra questi ultimi e gli altri che riescono, con garbo, galateo, precisione e impegno, ad ottenere risultati che non scottano in quanto i ricercatori sono immersi con tutta la testa nella piscina.
Nessuno di questi ricercatori riesce ad instillare agli altri o a sé stesso dubbi rivoluzionari rispetto all’insieme di concetti stabiliti e accettati da tutti, che vanno bene anche con gli interessi degli sponsor più grossi attuali.
Questo sistema non ti vieta di fare delle scoperte. Anzi più concetti ci sono, più si complica la discussione e meglio è. Il nuovo concetto scoperto se non scotta sarà lentamente assorbito, a patto che non cambi la direzione in cui vanno le cose.
Ma se parliamo di fare una ricerca sul latte vicina alla realtà, allora io credo che il ricercatore debba essere rivoluzionario rispetto agli standard attuali, per cui anche solo l’indifferenza, la pigrizia, la deferenza, il cincischiare, sono considerati accettabili da parte dell’industria del settore.

Una tecnica dell’autore pro-latte che è quella di fare errori quasi impercettibili nel porsi una questione, il chè gli permette di impostare lo studio in modo da dare la dimostrazione che lui già aveva in testa di voler ottenere.
Un esempio. Chi è malato ha più facilità alle intolleranza alimentari e infatti molti studi parlano dell’intolleranza al latte nel morbo di Crohn; ad un certo punto però alcuni ricercatori dicono: "Poiché solo l'8% dei pazienti aveva sintomi di intolleranza a seguito dell'ingestione di 250 millilitri di latte, questa quantità può essere consentita nella dieta giornaliera di un adulto con il morbo di Crohn".
Vittoria!! Il latte rimane l’alimento perfetto. Anche per queste persone malate un consumo continuo non solo va bene, ma causa pochi sintomi, meno di quello che potrebbero provocare i consumi di qualsiasi altra cosa, una noce, un pomodoro, una patata, etc. etc.

Vediamo a cosa dobbiamo attribuire questo conseguimento. I ricercatori innanzitutto hanno ristretto l’attenzione esclusivamente al sub-gruppo di individui con intolleranza al lattosio. I ricercatori inoltre hanno ristretto l’attenzione solo a quelli che risultavano positivi ad un certo test dell’intolleranza al lattosio. Ogni volta che i pazienti rimanevano fuori dal gruppo di studio, i ricercatori facevano l’assunzione che per loro il latte non causava problemi.
Che cosa ne era dei pazienti senza intolleranza al lattosio ma che erano allergici alle proteine del latte? Tutti sanno che ne esistono tra i pazienti con Crohn. Eppure questi rimanevano fuori e dunque (sigh..) rientravano tra coloro per i quali il latte non era un problema. Che cosa ne era dei pazienti che risultavano negativi al test del fiato (per l’intolleranza al lattosio) essendo “non escretori di idrogeno col fiato”? Tutti sanno che il 20% della popolazione è di questo tipo e che essi falsamente rimarranno fuori dal test sul lattosio. Eppure questi rimanevano fuori e dunque il latte non era un problema per loro. Che cosa ne è dei pazienti che risultano negativi al test del fiato quando si facevano ingerire solo 12.5 grammi di lattosio, ma che risulterebbero invece positivi (intolleranti al lattosio) dopo l'ingestione di 25 grammi o 50 grammi di lattosio? (vedere la questione del valore-soglia individuale per l'escrezione di idrogeno [Hammer 1996, Zuccato 1983]). ERRONEAMENTE gli autori assumevano che quei pazienti che sarebbero risultati intolleranti al lattosio solo a seguito di più elevati dosaggi non avrebbero avuto problemi dall'ingestione di latte. Inoltre venivano esclusi dall’indagine tutti i pazienti che non avevano avuto precedenti evidenti sintomi clinici in correlazione con l’ingestione di lattosio. Non veniva valutata l’escrezione a 240 minuti, che pure esiste, e quindi un altro po’ di intolleranti al lattosio sfuggivano dalla rete che i ricercatori avevano organizzato per valutare gli intolleranti.

Uno studio preciso preciso come l’ho appena ipotizzato non esiste (..qualcuno ci è andato molto vicino per la verità!), io ho solo fatto una summa degli errori che ho visto fare in centinaia di occasioni.
Il succo della questione è che già era davvero impegnativo e ai limiti dell’impossibile dover ricostruire quello che era stato cancellato o che non era stato scritto. Ora con questa scienza vi devo commentare rigo per rigo tutte le cose che rendono non valido quello che uno dentro la piscina può stabilire. Io sono anche pronto a farlo, ma voi dovete essere pronti a leggere molti ma molti tediosi manuali che allora accetterei di scrivervi.

^ ^ ^ ^ ^ ^ ^

malina
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Messaggio da malina » dom ott 22, 2006 2:00 pm

un monumento a Lorenzo please!!:D

interessantissimo, l'avevo letto dal forum di cristina proprio due giorni fa, un dato che ho trovato eclatante è quello del divieto assoluto di assunzione di latticini per la dieta degli astronauti della NASA!!!

una domanda che penso sarà utile anche ad altri:

dal cambio di dieta quanto tempo all'incirca impiega il corpo per disintossicarsi dai latticini e bloccare-invertire il processo di demineralizzazione?

gioman
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Messaggio da gioman » dom ott 22, 2006 2:17 pm

Davvero un gran bel pezzo...l'ho letto tutto d'un fiato e credo lo stamperò...
E un po sconfortante però sapere che dovremmo tutti laurearci in chimica, biologia e medicina per capirci qualcosa sul serio!

Lorenzo...continua così, sei grande!

Penelope
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Messaggio da Penelope » dom ott 22, 2006 5:18 pm

Se leggete tutto "il mal di latte" rimarrete ancora più stupiti. Ogni tanto ne rileggo qualche pezzo, giusto per non dimenticarmi le cose lette, che credo comunque non dimenticherò finchè campo (dati i benefici che ne ho avuto)...

toler
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Messaggio da toler » lun ott 23, 2006 8:23 am

Grazie Lorenzo!
Informazioni ottime, veramente comprensibili e utili.

Non sono riuscito a fare il download di MAL DI LATTE.doc e neanche
QUESTIONI ODONTOIATRICHE.pdf .
Non so se dipende dal sito oppure dal computer dove lavoro.provero ancora da casa.Eventualmente me le manderesti via mail?

ciao
Luca

p.s.Hai poi contattato telefonicamente il brasiliano Gunther?

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