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da Antonella Sagone » gio apr 20, 2006 4:18 pm
carissim*,
con titubanza entro nella discussione. Perché entro in cerca di empatia ma non vorrei invece scatenare giudizi su di me, di cui sento proprio di non avere bisogno in questo momento.
Voi giustamente mettete il dito sulla piaga parlando di parenti che mangiano carne e che pure vi vogliono bene e a cui volete bene.
E che dire quando i suddetti parenti sono i vostri stessi figli????
Io sono in una famiglia che mangia carne, e sono l'unica ad avere fatto la scelta vegan. Il fatto di non aver avuto condivisione di questi temi, in casa, ha causato il grosso ritardo con cui mi sono decisa a fare questo passo; è venuto un momento in cui, semplicemente, l'ho fatto e poi tornare indietro è stato impensabile (mi trovo troppo bene, fisicamente e moralmente, così). Però non è seguito un analogo cambiamento nei miei familiari.
Mio marito non è minimamente sensibile a questi argomenti, anzi è già tanto se non mi attacca, giusto perché evito di discuterne apertamente. Come per tante altre cose, penso si sia semplicemente rassegnato a sopportare le mie "stranezze" perché pensa sia una causa persa riportarmi alla ragione.
Questo come potete immaginare non mi aiuta a portare i figli sulle mie posizioni. L'altra cosa che rende difficile questo passo in loro, è il fatto che fino a 5 anni fa anche io mangiavo carne come tutti loro (anche se più di rado di quanto lo facessero loro).
Loro sanno benissimo come la penso e perché. Sono due ragazzi sensibili e intelligenti. Eppure... non ci arrivano. Mia figlia (15 anni) ci ha provato per un po' ma si è subito persa d'animo, la prima volta che ha avuto voglia di un ragù l'ha mangiato senza tanti dubbi. Mio figlio (22 anni), che è ancora più "evoluto" di lei per tanti aspetti, non ci prova nemmeno. è come se fossero a compartimenti stagni. Eppure io faccio commenti eloquenti sulle loro scelte, anche se li doso molto perché non voglio farli sentire forzati, temo di suscitare resistenza piuttosto che consenso se calco troppo la mano.
Per il momento a casa mia c'è questa situazione ibrida, ognuno mangia ciò che ha scelto di mangiare. Io sono ancora lì che cucino per tutti, ma mi riesce ogni giorno più difficile. Cosa mi trattiene dal prendere posizione in modo più duro e coerente, ad esempio rifiutandomi di comprare e cucinare carne per loro?
Un motivo è che li percepisco come adulti e spero sempre che ci arrivino da soli, temo che forzare la loro scelta renderebbe questa scelta più debole e fragile, se non, peggio, sortirebbe l'effetto opposto, di rifiuto.
Il secondo motivo è che questo creerebbe una vera e propria guerra familiare con mio marito (e qui apriamo un capitolo troppo doloroso e difficile da spiegare), che non mi sento di intraprendere in questo momento.
Sono uscita da una mailing-list vegan anni fa sostanzialmente per essere stata aspramente attaccata e criticata per questo. Mi rendo conto che il mio approccio non è la prefezione, forse è sbagliato, ma è quello che per il momento so fare. Spero di ricevere forza ed empatia per trovare alla fine la strada giusta per me e per la mia famiglia per superare queste tragiche contraddizioni.
Antonella