test su animali: email di obiezioni

Forum di supporto al nuovo Biodizionario.it
per approfondimenti sui giudizi espressi del BioDizionario sugli ingredienti Cosmetici e Alimentari

Moderatore: Erica Congiu

clorofiller

Messaggio da clorofiller » lun feb 13, 2006 7:18 pm

Lola, penso che la volontà di fare chiarezza e la denuncia di mancanza di trasparenza siano state la base delle tue ricerche;
però una volta a conoscenza della mancanza di trasparenza, non possiamo limitarci ad aspettare il 2013; è importante sapere cosa non funziona per poter definire alternative capaci di dare maggiori garanzie ai consumatori.

Se Icea e Lav non hanno diffuso informazioni essenziali come:
-le procedure che le imprese che si certificano devono seguire
-come funzionano i meccanismi di audit
-quali ingredienti non sono ritenuti idonei dallo standard e con quali criteri si definiscono le liste di ingredienti ritenuti non idonei
-come funzionano le auto-dichiarazioni dei fornitori di materie prime
-....

è segno di poca attenzione e reponsabilità verso i consumatori, in particolare verso consumatori consapevoli e responsabili.

A questo punto, metterei da parte i risentimenti, e chiederei a Icea e Lav tutte le informazioni di cui non siamo a conoscenza e che non hanno messo a disposizione dei consumatori e, solo dopo, saremo in grado di valutare le effettive garanzie che la certificazione Icea-Lav può assicurare a chi acquista prodotti certificati

Adesso ho pensato di rilegge il pdf dello standard che si trova nel sito di Icea e di sottolineare tutte le parti non chiare e le informazioni che non sono state rese esplicite; invito anche voi a fare lo stesso, allo scopo di definire un elenco di richieste precise per Icea e Lav

Ciao

http://www.icea.info/cosmesi.cfm?cat=13&lang=#accordo "Standard Internazionale Non testato su animali"

konekina
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Messaggio da konekina » lun feb 13, 2006 7:32 pm

sto lontana un pò dal forum ma vedo che le cose non cambiano :)

onestamente,non capisco davvero perchè a certe persone prema così tanto avere una certificazione di cruelty free quando alla realtà dei fatti il cruelty free per ora purtroppo non esiste.
non capisco nemmeno perchè ci si ostini a voler rimanere ciechi a tutti i costi e a gettarsi contro chi solleva un angolo del velo della "menzogna".

anzichè aggrapparsi a questi palliativi,perchè non far pressione come consumatori innanzitutto,per avere _materie prime_ testate con metodi alternativi?questa si che sarebbe una svolta...non rivolgersi a ditte che si fanno i soldi con gli ingenui (o i sordi) che credono a un bel simbolo col coniglietto e comprano prodotti che sono schifezze per l'ambiente (cos'è,vi importa solo degli animali su cui vengono eseguiti i test ma non di quelli che vivono in natura?).

e comunque sia,continua a sfuggirmi dove sta la logica in queste certificazioni icea/lav:in un qualsiasi momento tizio dice che non usa più materie prime testate prima di una certa data e via,tutti belli e felici!forza con lo shopping!
dove sta scritto che quelle materie non vengo più testate?
dove,dove,dove?
testate da chi poi?

per una volta tanto,mi piacerebbe che la discussione sul cruelty free si svolgesse usando un pò di logica e informazione e meno propaganda e informazioni pressapochiste....

cara *sara*,bastava fare una piccola ricerca sul forum e trovavi la risposta,così ti accorgevi che qui quando si parla non ci si aggrappa a cose campate in aria,nè si fanno "gravissime affermazioni" come sostieni tu =)
clara ha scritto:The Body Shop Honey moistuiring shampoo:

INCI:

Water, Sodium Cocoyl Isethionate, Sodium Methyl Cocoyl Taurate, Stearic Acid, Honey, Coconut Acid, Glycerin, Acrylates/Palmeth-25 Acrylate Copoymer, Bertholletia Excelsa (Brazil) Nut Oil, Sodium Chloride, Sodium Isothionate, Olea Europea (Olive) Fruit Oil, Phenethyl Dimethicone, Phenoxyethanol, Disodium Lauryl Sulfosuccinate, Zea Mays (Corn) Starch, Cetearyl Alcohol, Benzyl Alcohol, Fragrance, Lanolin, Polyquaternium-10, Methylparaben, Aminomethyl Propanol, Cocamidopropyl Betaine, Hydrogenated Castor Oil, Hydrolysed Wheat Protein, PG-Propyl Silanetriol, Polyquaternium-7, Propylparaben, Bertothelia Excelsa (Brazil) Nut Amino Acids, Wheat Amino Acids, Disodium EDTA, Tocopherol, Potassium Sorbate, Butylparaben, Ethylparaben, Isobutylparaben, Titanium Dioxide

Non ho assolutamente voglia di cercare tutto ma
ACRYLATES/PALMETH-25 ACRYLATE COPOLYMER è uscito nel 2000 ed è stato testato su animali.
Ultima modifica di konekina il lun feb 13, 2006 7:55 pm, modificato 1 volta in totale.

valeria
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Messaggio da valeria » lun feb 13, 2006 7:37 pm

Anche a me l'atteggiamento degli enti certificatori stupisce un po'. E' come se io dicessi, di un paese del terzo mondo "Quel paese avrebbe bisogno di uscire dalla dittatura e di avere regole democratiche" e i volontari delle o.n.g. saltassero su come cobra a dire "Ma con tutto quello che facciamo per quel paese!!"

Sì, l'unico nocciolo della questione è: cambiamo le modalità di test. Il resto sono palliativi, si possono perseguire con tutta la buona volontà del mondo ma sono solo palliativi.

barbara3
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Messaggio da barbara3 » lun feb 13, 2006 8:18 pm

Sono di fretta, al volo:
1) ma dove sta scritto che bisogna rimanere inattivi senza fare niente?
2) intanto una cosa la stiamo facendo, io e Lola, ed è informare e sollevare il problema.
3) dove sta scritto che dobbiamo fare tutto noi due? :-D Qualcuno ci aiuti, scriva una bozza di richiesta, lettera, qualsiasi cosa, e noi le daremo massima rilevanza e appoggio.

Fabrizio Zago
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Messaggio da Fabrizio Zago » lun feb 13, 2006 9:16 pm

Cara clorofiller,
questa discussine dimostra benissimo che c'è una grandissima disinformazione e che la confusione ha raggiunto limiti altissimi. Permettimi di affermare alcune cose:
- ma certo che siamo tutti dalla stessa parte (quella degli animali intendo)
- che mi faccio delle serate (anche lontano da casa) per parlare di questi argomenti
- che certe certificazioni mi lasciano basito
- che non mi ritengo affatto "attendista"
detto tutto ciò è chiaro che abbiamo un approcio diverso al problema: io cerco di diffondere il verbo ma anche di sollevare una giusta dose di inca....tura in modo che le cose vengano fuori, che ci si dia una mossa.
Ma è anche il mio ruolo o se preferisci è quello che posso fare e che mi piace fare.
Una sera a Merano, dopo una lunga discussione sui test sugli animali, ho dichiarato chiuso l'incontro. Si è alzata una signora che ha detto: non se ne parla neppure di chiudere qui, adesso mi dite cosa posso fare io per cambiare le cose. Non c'è stato verso: fino a quando non abbiamo fornito numeri di telefono, indirizzi mail e via dicendo non si è potuto chiudere.
Questo è l'atteggiamento che mi piace! Ma ti voglio dire un'altra cosa che mi rode e cioè che non è mica la multinazionale che mi da il magone, di quella so benissimo cosa fa, come lo fa e perchè lo fa. Mi incaz....o moltissimo quando la presa per i fondelli viene dagli ecofurbi o peggio ancora da chi si professa animalista, questo, scusami, non riesco a sopportarlo.
Grazie di aver letto il mio sfogo.
Ciao
Fabrizio

*Sara*
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Messaggio da *Sara* » lun feb 13, 2006 9:41 pm

Konekina, quello che hai postato è appunto quello che avevo letto e su cui avevo chiesto conferme.Ora non ricordo a chi ho scritto, ma questa persona mi aveva detto CHIARAMENTE che non era sicura che fosse uscito proprio nel 2000, quello scritto non è una prova di nulla, se non accompagnato da una documentazione.

E vi assicuro che non sono qui per provocare o altro, avendo sollevato la questione in vari forum animalisti/vegan.

Per quanto riguarda le certificazioni, quelle usate da consumo consapevole(in teoria i più veritieri), sono le stesse che si possono trovare e leggere sul sito americano della peta.Su quella lav invece non so nulla.

konekina
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Iscritto il: ven mar 11, 2005 6:40 pm

Messaggio da konekina » mar feb 14, 2006 1:08 am

argh! :)
ciao *sara*,qua sembra sempre di partecipare a una partira di ping pong da cui non si ricava nulla :)
onestamente,tu credi che io basi le mie opinioni solo su questa discrepanza trovata da clara? suvvia :) ho cercato in rete informazioni sull'ingrediente in questione,ma tranne un articolo del 2000 che ne parlava come di un nuovo prodotto non ho trovato niente (a parte qui http://www.nicnas.gov.au/PUBLICATIONS/C ... ?infReq=28 ).è difficile trovare certe informazioni...proverò a vedere in università,lì probabilmente potrò accedere a qualche database scientifico (visto che sono a pagamento) e se trovo il CAS number immagino sia riportata anche la data di registrazione e quindi avremo l'età di questo prodotto e ci toglieremo il dubbio!evviva!

in tutti sti anni,lav e animalisti si sono bevuti la positiv list senza che nessuno si sia mai degnato neanche di verificare cosa diavolo fosse. l'ha fatto invece lola. questa per me la dice lunga sull'attitudine mentale di certe persone a _voler disperatamente credere_ di poter comprare qualcosa mantenedosi la coscienza candida.
ovvio che poi gli ecofurbi si buttino a pescare in questo mare e ci si facciano un bel pò di quattrini....la prova è il fatto che gente che dice di aver a cuore gli animali,spenda un mucchio di soldini in prodotti che a volte son peggio di quelli da supermercato e che aiutano solo a rendere questa nostra povera,sofferente madre Terra,più inquinata.
tutto questo non ha senso:se uno a davvero a cuore gli animali,va a fondo della questione e non si accontenta di 4 cazzate che mascherano solo un problema che invece rimane:la sperimentazione animale.

a parte che mi fa girare le scatole che la lav sul suo sito ancora parli di prodotti finiti non testati su animali quando in europa la cosa è vietata per legge...mi chiedo:cosa mi cambia che il fabbricante tizio non faccia più test (sempre che poi sia vero)? tanto altri continueranno a farli perchè vuoi per sicurezza,vuoi per scoprire nuove proprietà,i prodotti saranno sempre testati ed è quì che bisognerebbe intervenire,spingendo al massimo perchè vengano usati test alternativi a quelli su animali,che tra l'altro sono ben poco attendibili e quindi ne beneficeremmo tutti.

invece no!!!c'è gente a cui piace sfoggiare il prodotto "cruelty free" e sentirsi la coscienza più bianca che non si può,poco importa quello che ci sta davvero dietro,anzi no,non indaghiamo nemmeno,che altrimenti poi come faccio a fare sfoggio della mia eticità?!

col biologico ci sono stati vari problemucci riguardo alle certificazioni e ai controlli effettuati proprio da chi alla fine il prodotto lo produceva e vendeva =) anche adesso che hanno messo la certificazione europea le scappatoie rimangono molte se uno il furbo lo vuole fare,prima fra tutte quella di acquistare biologico all'estero dove è molto più semplice falsare i "controlli".

quindi è inutile illudersi....finchè si tratta di garanzie,in ogni campo c'è ben poco da fidarsi a occhi chiusi.

e poi,ritirando il ballo il reach:cosa farà chi crede nel simbolo del coniglietto?credo non avrete problemi,vero,vorrà dire che ricominerà la giostra delle date: "si usano materie prime non testate più da dopo il reach!!comprino,siore e siori!!"

uff..........basta,io ormai ho detto quanto avevo da dire :) e ho allungato fin troppo.....

baci e buonanotte a tutte

*Sara*
Messaggi: 628
Iscritto il: mer ott 06, 2004 1:10 pm

Messaggio da *Sara* » mar feb 14, 2006 4:12 am

konekina ha scritto:argh! :)
ciao *sara*,qua sembra sempre di partecipare a una partira di ping pong da cui non si ricava nulla :)
onestamente,tu credi che io basi le mie opinioni solo su questa discrepanza trovata da clara? suvvia :) ho cercato in rete informazioni sull'ingrediente in questione,ma tranne un articolo del 2000 che ne parlava come di un nuovo prodotto non ho trovato niente (a parte qui http://www.nicnas.gov.au/PUBLICATIONS/C ... ?infReq=28 ).è difficile trovare certe informazioni...proverò a vedere in università,lì probabilmente potrò accedere a qualche database scientifico (visto che sono a pagamento) e se trovo il CAS number immagino sia riportata anche la data di registrazione e quindi avremo l'età di questo prodotto e ci toglieremo il dubbio!evviva!
Beh è già qualcosa, grazie.Per il resto condivido completamente, sinceramente ho smesso di affidarmi alle varie liste, visto che oltre a non significare nulla(mi è stato confermato che controlli seri non sono mai stati fatti, ci si fida solo di un'autocertificazione aziendale...), il più delle volte contengono un sacco di schifezze che certamente non fanno bene nè all'uomo, nè all'animale, nè all'intero pianeta.
Ciao, Sara

rossi
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Messaggio da rossi » mar feb 14, 2006 9:49 am

Sono convinta che finché non sentiremo la controparte non arriveremo a nulla, e periodicamente la questione 'testato su animali' salterà fuori, con grave e giusta irritazione del nostro moderatore.
Ho provato a buttare giù una mail: è ovviamente da correggere e da integrare con domande che al momento non mi venivano. Chi se la sente può riprenderla, sistemarla e magari spedirla a nome di tutti; sarebbe interessante allegare materiale informativo, tipo la dispensina di Barbara e l'indagine di Lola, tanto per fargli vedere che non cadiamo dal pero e che un minimo (e che minimo!!) di ricerca è stato fatto.





Spettabile Lav, spettabile Icea,
siamo diverse persone facenti parte di un gruppo di discussione interno al sito Promiseland, relativo ai cosmetici e ai prodotti biodegradabili.
Da diversi mesi nel nostro forum ci sono opinioni discordanti in merito al vostro Standard di certificazione 'non testato sugli animali'. Questi i principali punti della divergenza di opinioni, che vi saremmo grati poteste chiarirci:
- come si svolgono i controlli Lav-Icea presso le aziende che hanno scelto l'autocertificazione?
- un'azienda può scegliere di certificarsi, poniamo, da oggi, e comprendere nella formulazione dei propri prodotti ingredienti ammessi (dopo gli obbligatori test animali) in recentissima data? A nostro parere il vostro Standard di autocertificazione non spiega in base a quale criterio vengono definite le materie prime ammesse, creando un po' di confusione nell'utente finale;
- nelle vostre liste di prodotti consigliati compare anche The Body Shop, che però a nostro avviso (ma potremmo sbagliare, e vi invitiamo a prendere questa affermazione come cosa da verificare) non è molto etica: un dei suoi tanti prodotti, lo Shampoo idratante al miele, contiene tra l'altro anche ACRYLATES/PALMETH-25 ACRYLATE COPOLYMER, che a noi risulta essere uscito sul mercato nel 2000, mentre Body Shop dichiara (sempre in base alle nostre conoscenze) di non usare prodotti testati dopo il 1990: com'è possibile?
- non riusciamo a capire come non si possa unire la validità (aspetto che emergerà dalle risposte ai dubbi che vi abbiamo esposto) del vostro Standard ad una ricerca e proposta di prodotti biodegradabili: abbiamo infatti avuto modo di acquistare prodotti certificati Icea-Lav, che però contenevano sostanze dannose per l'ambiente e gli animali (vedi i prodotti del Saponificio Gianasso, linea 'I Provenzali': in uno shampoo sono contenuti contemporaneamente Cocamide DEA e 2-bromo 2-nitro-1,3-propandiol, miscela che - oltre ad essere poco biocompatibile - è sicuramente fuori legge, secondo le informazioni in nostro possesso; anche di questo aspetto gradiremmo ricevere un vostro gentile commento);
- non sarebbe più costruttivo insistere sulla corretta informazione delle persone in merito a composizione dei cosmetici e test alternativi a quelli animali, in attesa del 2013 (data in cui tutti auspichiamo un cambiamento del sistema di validazione degli ingredienti), invece di recepire e proporre Standard che, a nostro avviso e allo stato attuale delle nostre conoscenze, danno poche garanzie di eticità?

Noi, per scelta, abbiamo deciso di rivolgere i nostri acquisti a prodotti che ci diano garanzie di biodegradabilità e quindi di salvaguardia di flora e fauna; pensiamo che ora sia la cosa più sensata da fare. Anche perché se i test alternativi non sono ancora entrati a regime e vige ancora la regola che i test debbano essere eseguiti su animali, preferiamo scegliere il meno peggio e farlo con cognizione di causa. Così com'è presentato, il vostro standard è - a nostro parere - poco comprensibile e fuorviante.

Grati per le risposte che vorrete darci, vi salutiamo cordialmente.
Gruppo di discussione - Forum Biodizionario Cosmetici e Prodotti Biodegradabili
viewforum.php?f=2

clara
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Messaggio da clara » mar feb 14, 2006 10:09 am

Sull'acrilato mi è venuti in mente questo e cioè che sia possibile includere una nuova sostanza se questa nuova sostanza è un composto di sostanze testate prima della data cui io aderisco.

Cioè se io brevetto oggi il carbomer-sprulin-vattelapesca e le tre sostanze singolarmente sono già state testate il prodotto può essere utilizzato anche da chi si è certificato prima.
Se poi qualcuno testa ancora il composto nn è affar mio.

clorofiller

Messaggio da clorofiller » mar feb 14, 2006 10:42 am

Sono felice di aver smosso le acque, anche se avrei preteso che i miei interventi venissero letti e compresi;

Sono venti gg circa che ho scoperto questo forum, ed è leggendo gli articoli di Lola e Barbara sui test che mi si sono drizzate le orecchie da coniglio e non ho potuto non storcere il nasino umido con la paura che qualcuno con un camice bianco arrivasse con un po di crema sul dito in attesa di spalmarmela sul musetto..
Forse sono stati tutti questi anni di scuola dove insegnano il metodo scientifico, "prima di formulare una tesi osserva in modo empirico lo "stato delle cose" e raccogli tutti i dati".
Negli articoli Lola e di Barbara mancano tanti dati sulla certificazione Icea-Lav, mancano le procedure e le norme che fondano e costituiscono lo standard; senza queste informazioni non so rispondere a:
-come funzionano i meccanismi di audit,
-come funzionano le auto-dichiarazioni dei fornitori di materie prime,
-come fanno le imprese a monitorare i propri fornitori di materie prime,
-quali sono le effettive garanzie che la certificazione può assicurare ai consumatori finali.

Ma le informazioni non mancano per negligenza delle autrici degli articoli, sono Icea e Lav che nei rispettivi siti non hanno messo a disposizione dei consumatori norme e procedure in apparenza solo tecniche, ma in verità indispensabili per definire struttura, dinamismi, obiettivi: i "tratti costitutivi" di questo standard
Vorrei sapere perchè il prossimo passo non dovrebbe essere "chiedere a Icea e Lav tutte le informazioni di cui non siamo a conoscenza e che non sono a disposizione dei consumatori";... sono informazioni così superflue??
E se, solo dopo aver esaminato queste informazioni, posso affermare (e non "solo presumere") che le garanzie date da Icea-Lav sono insufficienti e inefficaci, ..perchè il passo successivo non dovrebbe essere "richiedere trasparenza e chiarezza ad Icea e Lav affinchè tutti i consumatori finali (soprattutto coloro che non sono ancora a conoscenza dell'inefficacia delle garanzie) siano nelle condizioni opportune per fare scelte di consumo consapevoli e responsabili"
Il metodo corretto per garantire il diritto di trasparenza e di informazione a tutti i consumatori, deve essere lo stesso che segue l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato; se il marchio della certificazione Icea-Lav risultasse "ingannevole" perchè genera nel consumatore una percezione errata delle reali garanzie che lo standard può assicurare, il marchio deve essere modificato, il messaggio del marchio deve essere ridimensionato;
Inoltre stiamo considerando uno standard internazionale? ... "Forse" l'unico metodo per garantire il diritto di trasparenza e di informazione a tutti questi consumatori è impegnarsi perchè il marchio sia modificato; sono ancora piu esplicito, in Italia esiste un sistema legislativo che tutela trasparenza e concorrenza.. ; (ma fino a quando non avremo tutte le informazioni che mancano potremo solo "presumere")

Lola
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Messaggio da Lola » mar feb 14, 2006 10:48 am

rossi ha scritto:Sono convinta che finché non sentiremo la controparte non arriveremo a nulla, e periodicamente la questione 'testato su animali' salterà fuori, con grave e giusta irritazione del nostro moderatore.

Spettabile Lav, spettabile Icea,
siamo diverse persone facenti parte di un gruppo di discussione interno al sito Promiseland, relativo ai cosmetici e ai prodotti biodegradabili.
Da diversi mesi nel nostro forum ci sono opinioni discordanti in merito al vostro Standard di certificazione 'non testato sugli animali'. Questi i principali punti della divergenza di opinioni, che vi saremmo grati poteste chiarirci:
- come si svolgono i controlli Lav-Icea presso le aziende che hanno scelto l'autocertificazione?
- un'azienda può scegliere di certificarsi, poniamo, da oggi, e comprendere nella formulazione dei propri prodotti ingredienti ammessi (dopo gli obbligatori test animali) in recentissima data? A nostro parere il vostro Standard di autocertificazione non spiega in base a quale criterio vengono definite le materie prime ammesse, creando un po' di confusione nell'utente finale;
- nelle vostre liste di prodotti consigliati compare anche The Body Shop, che però a nostro avviso (ma potremmo sbagliare, e vi invitiamo a prendere questa affermazione come cosa da verificare) non è molto etica: un dei suoi tanti prodotti, lo Shampoo idratante al miele, contiene tra l'altro anche ACRYLATES/PALMETH-25 ACRYLATE COPOLYMER, che a noi risulta essere uscito sul mercato nel 2000, mentre Body Shop dichiara (sempre in base alle nostre conoscenze) di non usare prodotti testati dopo il 1990: com'è possibile?
- non riusciamo a capire come non si possa unire la validità (aspetto che emergerà dalle risposte ai dubbi che vi abbiamo esposto) del vostro Standard ad una ricerca e proposta di prodotti biodegradabili: abbiamo infatti avuto modo di acquistare prodotti certificati Icea-Lav, che però contenevano sostanze dannose per l'ambiente e gli animali (vedi i prodotti del Saponificio Gianasso, linea 'I Provenzali': in uno shampoo sono contenuti contemporaneamente Cocamide DEA e 2-bromo 2-nitro-1,3-propandiol, miscela che - oltre ad essere poco biocompatibile - è sicuramente fuori legge, secondo le informazioni in nostro possesso; anche di questo aspetto gradiremmo ricevere un vostro gentile commento);
- non sarebbe più costruttivo insistere sulla corretta informazione delle persone in merito a composizione dei cosmetici e test alternativi a quelli animali, in attesa del 2013 (data in cui tutti auspichiamo un cambiamento del sistema di validazione degli ingredienti), invece di recepire e proporre Standard che, a nostro avviso e allo stato attuale delle nostre conoscenze, danno poche garanzie di eticità?

Noi, per scelta, abbiamo deciso di rivolgere i nostri acquisti a prodotti che ci diano garanzie di biodegradabilità e quindi di salvaguardia di flora e fauna; pensiamo che ora sia la cosa più sensata da fare. Anche perché se i test alternativi non sono ancora entrati a regime e vige ancora la regola che i test debbano essere eseguiti su animali, preferiamo scegliere il meno peggio e farlo con cognizione di causa. Così com'è presentato, il vostro standard è - a nostro parere - poco comprensibile e fuorviante.

Grati per le risposte che vorrete darci, vi salutiamo cordialmente.
Gruppo di discussione - Forum Biodizionario Cosmetici e Prodotti Biodegradabili
viewforum.php?f=2
Sai una cosa? Così, impressione mia... quando ho cominciato a chiedere sul forum insistentemente se esistesse davvero la positive list sono stata contattata privatamente dai ragazzi di Progettogaia, i quali erano veramente in buona fede convinti di avere un documento serio in mano e che me l'hanno mandata. Come erano riusciti a saperlo? Ho la vaga idea che anche la LAV ci legga...
Nel frattempo, mentre facevamo le nostre indagini, più di qualche persona ha scritto alle varie organizzazioni animaliste chiedendo ragione delle incongruenze che avevamo riscontrato (se non ricordo male era Jasmine) e ottenendo risposte un po' nebulose sulle effettive ragioni del contendere, in cui però si ripetevano come un disco rotto le solite parole che si possono trovare in tutti i siti.

Non mi piace, di questo sistema di certificazione, che alcuni dati restino segreti, o per lo meno io non li ho mai trovati su internet, forse Sara li ha avuti in altro modo: la data da cui una certa azienda decide di utilizzare materie prime non testate, per quale motivo è diversa da quella delle altre? Non si potrebbe mettere una data unica per tutti, così il controllo è più semplice, anche per il consumatore? O si vuole mantenere la fumosità apposta per poter essere l'unico ente che fornisce la certificazione, e quindi ritagliarsi un po' di potere all'interno della faccenda? (tipo l'unica vera lista è la mia, non seguite le altre).
E stilare finalmente una positive list a cui tutit si dovranno adeguare?

Per il resto sono d'accordo con quello che hai scritto.

Se vuoi aggiungici anche quella di Paul Mitchell: usano "bisamino PEG/PPG-41/3 aminoethyl PG-propyl dimethicone" le cui formule più vecchie che ho trovato risalgono al 2003 (anche in questo caso non ho la data certa, se avessi acecsso a quei dati!!!)


Lola

rossi
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Iscritto il: mar ago 30, 2005 10:22 am

Messaggio da rossi » mar feb 14, 2006 11:11 am

Allora cosa faccio? Inserisco chiarimenti su:
-come funzionano i meccanismi di audit,
-come funzionano le auto-dichiarazioni dei fornitori di materie prime,
-come fanno le imprese a monitorare i propri fornitori di materie prime,
-quali sono le effettive garanzie che la certificazione può assicurare ai consumatori finali
- prodotti Paul Mitchell
... altro che ho dimenticato e che vorreste chiedere? Dai che prima la spediamo prima vediamo cosa rispondono (e sono proprio curiosa!!)

clorofiller

Messaggio da clorofiller » mar feb 14, 2006 11:26 am

se aspetti 10 min inserisco tutte le parti, per me, poco chiare della descrizione di questo standard

clorofiller

Messaggio da clorofiller » mar feb 14, 2006 11:53 am

Standard Internazionale Non testato su animali
http://www.icea.info/cosmesi.cfm?cat=13&lang=#accordo

NB di seguito riporto solo le parti del pdf che non sono comprensibili per forma e per contenuto; le frasi evidenziate sono mie


Questo Standard comprende tutti i test per uso cosmetico con alcune ulteriori restrizioni (1)

(1) La restrizione è derogata soltanto se l’ingrediente in questione è esplicitamente testato in base a requisiti di legge come
la Direttiva Europea sulle sostanze pericolose, i test non sono condotti per valutare l’idoneità per prodotti cosmetici, e
seguendo questi test l’ingrediente deve essere usato per altri scopi prima di essere usato in cosmetica.
Comunque se l’ingrediente è testato per altri fini di legge oltre che cosmetici, ma è principalmente usato (50 % o più)
dall’industria cosmetica non potrà essere riconosciuto da questo Standard. La regola del 50% è una specifica industriale
considerata come una linea-guida. L’informazione sull’utilizzazione principale è ottenibile dal fornitore e da quanti
direttamente coinvolti nella formulazione del prodotto. L’obiettivo è poter conoscere responsabilità di una Società
quando ha il controllo o quando è coinvolta in test o ri – test su animali.
(Perchè questi ingredienti, testati per altri scopi, non sono esclusi del tutto dallo standard? Sono sempre ingredienti testati.
Come fate a stabilire con certezza che un ingrediente è usato in cosmetica in misura pari o superiore al 50 per cento? )




Se un prodotto od un ingrediente sono stati ritenuti non idonei alle linee guida dello Standard,
devono essere tolti dalla lista dei prodotti usati A MENO CHE NON si trovi una fornitura alternativa
(non testata su animali). (In questo caso possono essere ammessi anche ingredienti testati??)
Se le materie prime o i prodotti sono venduti tramite terzi od agenti, questa
politica va estesa ai produttori originari degli ingredienti utilizzati.
Nel caso dei profumi lo Standard è applicato solo sui fornitori diretti.
(PERCHE' per i profumi le imprese sono responsabili solo per iloro fornitori diretti??)

1. Ottenere un’assicurazione scritta che i loro fornitori non abbiano condotto o commissionato test
su animali per nessuno degli ingredienti e dei prodotti da loro venduti dalla data specificata nel
questionario della azienda.
2. Vedi 1
3. Vedi 1

*Alle Società è richiesto di ottenere assicurazioni scritte in relazione al fatto che per tutti gli
ingredienti acquistati non siano stati condotti o commissionati test su animali dai loro fornitori. Ciò
include qualsiasi test effettuato allo scopo di soddisfare obblighi legali per scopi cosmetici.

* Quando una Società acquista prodotti o materie prime tramite agenti o terzi l’assicurazione scritta
va estesa ai fornitori diretti per includere tutta la catena di fornitura.

Poiché virtualmente TUTTI gli ingredienti cosmetici nel passato sono stati sottoposti in qualche modo
a sperimentazioni su animali, e NON è possibile obbligare le aziende ad usare ingredienti che non
siano mai stati testati su animali, le Società non saranno considerate responsabili per
sperimentazioni condotte fuori dalla loro catena di fornitura su cui quindi non hanno controllo e da
dove non traggono alcun beneficio. Lo scopo dello Standard è quello di eliminare i test futuri

Tutte le Società che vogliono adottare lo Standard Internazionale DEVONO
essere compagnie che hanno INCREMENTATO la domanda di materie prime che non vengono testate su
animali dai fornitori.(è obbligatorio incrementare la richiesta di materie prime non testate per certificarsi?? in che misura devono incrmentare le loro richieste??) E’ importante ricordare che l’EFFICACIA di ogni politica dipende dal
monitoraggio che ogni Società svolge sui suoi fornitori. Le Società che usano vecchi ed affermati
ingredienti devono essere avvertite del fatto che i fornitori potrebbero RI-testare queste sostanze su
animali ed è quindi VITALE il loro MONITORAGGIO.

Nonostante molte Società abbiano avuto un accordo verbale con i loro fornitori, l’introduzione di
un’assicurazione ANNUALE SCRITTA, eserciterà una maggiore pressione sui fornitori per ASSICURARE che
lo Standard inizi ad essere rispettato.

Tuttavia noi crediamo che le aziende dovrebbero essere responsabili per sperimentazioni sulle quali
possono esercitare QUALCHE forma di controllo o dalle quali traggono chiari e diretti benefici.(benefici economico-finanziari??)

Una fondamentale distinzione poi esiste fra quelle Società che continuano a commissionare o
prendere parte a sperimentazioni su animali e quelle che hanno adottato una chiara politica etica e
non lo fanno. (è una distinzione solo che possiamo presumere, non possiamo esserne certi, che prove abbiamo??)

Le aziende devono monitorare tutti i fornitori che forniscono gli ingredienti elencati
sull’etichetta del prodotto finito. Quando le materie prime sono vendute tramite terzi, anche loro
vanno controllate. Per maggiori informazioni si prega di far riferimento ad un documento intitolato
“The International Standard & Ingredient Suppliers”.(dov'è non c'è in nessun sito?? Si riferiscono alla prima parte di questo pdf??)
E’ importante ricordare alle aziende che non è richiesto loro di garantire che nessuna delle loro materie prime non sia stata testata su animali, mai,
da nessuno in nessun luogo;questa sarebbe una richiesta a cui nessuna azienda potrebbe far fronte.
Le Società sono responsabili per sperimentazioni condotte dai loro fornitori, sui quali hanno
qualche controllo. (COME fanno le imprese a monitorare i fornitori?? E' sufficiente una loro dichiarazione scritta annuale??
Devono fare dei controlli nei laboratori dei fornitori??? Come fanno ad essere sicure della veridicità delle dichiarazioni dei loro fornitori?)


Filtri di protezione solare
Sono inclusi nello Standard in quanto sono classificati come prodotti cosmetici in base alla Direttiva
europea.
In secondo luogo i fornitori di UVB
hanno condotto recentemente test su animali per andare incontro alle richieste della FDA
americana. Ad oggi non ci sono altri fornitori di filtri UVB in Europa e ciò significa che le
compagnie non possono acquistare questi ingredienti da fornitori definibili come “Cruelty free”.
Apparentemente esiste un fornitore alternativo fuori Europa usato attualmente da The Body Shop.
Chiaramente noi incoraggeremo le aziende a rivolgersi a questo fornitore quando i dettagli saranno
definiti; ma non vorremmo dare alle maggiori Società un ingiusto vantaggio in quanto questa
operazione potrebbe avere forti implicazioni di costo.
Una nota potrebbe essere aggiunta alla lista, indicando una data termine per i filtri solari diversa. I
consumatori saranno così informati delle eccezioni. (NON è chiara questa seconda parte)

Molte aziende vorrebbero adottare nuovi ingredienti ecologici che sono stati creati grazie a
sperimentazioni su animali. Nonostante sia vero che i nuovi ingredienti avranno un minor impatto
negativo sull’ambiente, noi crediamo che molti consumatori dedurranno che i prodotti etichettati
come “Verdi” o “Amici dell’ambiente” non siano stati sperimentati su animali. Le aziende non
dovrebbero (PERCHE' NON DOVREBBERO AL POSTO DI NON DEVONO?) essere autorizzate ad usare nessun nuovo ingrediente prime che i test alternativi non
siano stati convalidati, indifferentemente dalle loro credenziali ambientaliste.

L’intento è prevenire un uso errato di qualsiasi richiesta di
legge come scappatoia per testare ingredienti che verranno poi infine usati con
intento cosmetico. (come fate ad essere SICURI di perseguire questo intento?)

Noi crediamo che eserciti una forte pressione (se nessuno controlla i fornitori, questi possono dichiarare che non testano e alla fine testare ingredienti vecchi per studiarne altre proprietà??)
sui fornitori per far sì che vendano prodotti non testati su animali , procurando una pratica linea
guida di aziende (Che aziende? i fornitori di materie prime?)da evitare. Molte altre necessiteranno di molto tempo per applicare i sistemi di
monitoraggio ma nessuno sarà esonerato dal farlo.

E’ importante ricordare che i consumatori sensibili a questo argomento vogliono essere CERTI che i prodotti da loro comprati non siano realizzati grazie alla sperimentazione su animali.(come fanno i consumatori ad essere certi, se in diversi punti di questo pdf si autorizza l'uso di ingredienti testati?)

Le aziende possono divulgare nuovi ed innovativi prodotti usando gli 8.000 ingredienti riconosciuti sicuri nell’arco
degli anni.(DOV'E' la lista di questi 8000 ingredienti?? Che criteri di inclusione/esclusione avete usato??)

Mi chiedo dove sono tutte le informazioni sull'attività di controllo e monitoraggio degli ispettori di Icea sulle imprese che si certificano? Non esiste neanche un miniparagrafo che le descriva...
Ultima modifica di clorofiller il mar feb 14, 2006 12:11 pm, modificato 1 volta in totale.

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