vi scrivo per avere un consiglio sull'impianto di riscaldamento/raffrescamento da istallare in una nuova abitazione.
la casa è composta da box seminterrato, un appartamento al primo piano (2 camere, un bagno, cucina e sala unite), un appartamento in mansarda (2 camere, un bagno, cucina e sala unite) con sopplaco in cui è ricavata un'altra camera (quindi 3 camere in totale).
superficie lorda circa 100 mq a piano, zona climatica e, 2998 gradi giorno, 259 irradianza, 700 mt sul livello del mare.
con il tecnico si pensava ad una casa con isolamento piuttosto spinto (classe a), l'isolamente definitivo sarà comunque calcolato in funzione degli impianti istallati.
gli appartamenti saranno entrambi abitati tutta la giornata.
il problema è che il tecnico e il termotecnico mi consigliano una tipologia di impianto, mentre io ne preferirei un'altra.
premetto che è ancora tutto sulla carta, quindi ci sono margini per variare questo o quello.
impianto che pensavo io:
vmc con pdc integrata che riscalda, raffresca, recupera il caolore e deumidifica (una per ogni appartamento), boiler acs con pompa di calore (uno solo per entrambi con eventuale contalitri per dividere le spese).
stufa a legna (apparecchio amato da me ma odiato dal termotecnico) in aiuto alla pdc nelle giornate particolarmente fredde o quando voglio creare un po' di atmosfera o quando dovesse venire a mancare l'energia elettrica.
la mia idea è quella di utilizzare la vmc per scaldare leggermente l'aria immessa in casa (alla fine penso che se la casa è ben isolata non ci sarà bisogno di chissà cosa).
se dovesse fare freddo accenderei la stufa e la vmc aiuterebbe a spandere il calore in casa (almeno nella mia testa è così).
qui nasce la discussione col progettista della casa e il termotecnico che dicono che così surriscalderei subito l'ambiente dove è la stufa (cucina-sala) mentre le camere e bagno resterebbero freddi.
quello su cui non riusciamo a intenderci è che per me la stufa non deve per forza andare al massimo, basta anche una fiammata; che tra l'altro è quello che faccio attualmente nelle mezze stagioni.
inoltre penso che alla fine con queste case super isolate il caldo vada un po' dappertutto in casa (aiutato anche dalla vmc) e che sia impossibile che in cucina ci siano 24 gradi e in camera 17...
ci sarà pure una formula o un metodo di calcolo che in funzione del delta temperatura che tollero tra cucina e camere mi indichi le caratteristiche che deve avere l'involucro, no?
quello che invece viene proposto dal termotecnico e dal progettista è un impianto con:
vmc con solo recupero del calore (una per ogni appartamento)
fancolis abbinati a pdc che fa anche acs con relativo accumulo (una sola pdc e un solo accumulo per entrambi gli appartamenti).
i fancoils farebbero anche da deumidificatore.
il termotecnico spinge su questa, sostiene che è indubbiamente quella che garantisce miglior confort perchè ogni stanza ha il suo generatore di caldo/freddo che con motore sotto inverter garantisce la costanza della temperatura.
quello che invece io non riesco a levarmi dalla testa è che con la vmc e con un adeguato isolamento mi sembra impossibile che tra una stanza e l'altra ci possa essere questa grandissima differenza di temperatura.
altra cosa da non sottovalutare è la manutenzione: preferisco avere da pulire i filtri e svuotare la condensa di un solo apparecchio piuttosto che di tutti i fancoils, avere meno motori in giro che si possono rompere e anche a livello di consumi credo che assorba meno un motore unico piuttosto che tanti (seppur sotto inverter).
oltre al fatto che i fancoil proprio non mi piacciono da vedere, si lo so, abitiamo o abbiamo abitato tutti in una casa coi caloriferi e non si è mai lamentato nessuno...
mi potete dare una mano a scegliere l'impianto più adatto? anche (e soprattutto) dal punto di vista economico non conosco i costi delle due soluzioni.
per il momento ho scritto alla mydatech inviando le piante degli appartamenti, vediamo cosa rispondono.
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