No architetto ! Non sbaglia . Anzi credo che conosca benissimo la situazione . La casa di legno per nostra esperienza presuppone grandissima collaborazione quantomeno con l'azienda . La questione dell'importanza dell'empatia non è stata citata a casaccio …. non saremmo mai riusciti a collaborare bene se non avessimo avuto un rapporto sereno, di grande intesa e di grande fiducia con i nostri interlocutori .arch.uterzi ha scritto:Sembra dunque, ma forse mi sbaglio, che la casa in legno presupponga una partecipazione attiva da parte dei futuri abitanti.
Come sono stati pensati gli spazi? E' stata data maggiore attenzione agli ambienti diurni o a quelli notturni?
A distanza di tempo (da quanti anni è realizzata?) cambiereste qualcosa nella disposizione architettonica?
Che tipo di impianti avreste voluto, col senno di poi?
Per gli spazi ci siamo attenuti a quanto offriva la casa a catalogo che abbiamo scelto (fatta eccezione una piccola modifica) . Tale disposizione interna ci sembrava ben distribuita per le nostre esigenze anche future (e per ora la scelta sembra azzeccata) .
In particolare tre aspetti ci hanno convinto :
1. la bowindow ! Assaporare una grande tazza di caffè caldo accanto a mia moglie mentre guardiamo dalla bowindow la neve scendere è una delle sensazioni più belle e più forti che ho di questa casa !
2. Il nostro studio e camera da letto mansardato al piano primo . Uno spazio tutto nostro con bagno dedicato da poter utilizzare anche per la lettura e appunto per lo studio/lavoro
3. la possibilità di disporre per i nostri figli di una camera ciascuno quando diverranno grandi .
Quindi, almeno per ora, non cambierei nulla .
Idem per l'impiantistica . Non abbiamo avuto grandi pretese . Vista poi la spesa ridottissima che si deve sostenere per riscaldarci in inverno i caloriferi vanno benissimo … bastano e avanzano .
La VMC non mi ha mai convinto : non reputo questo un impianto economicamente vantaggioso, né così rivoluzionario e, come avevo già avuto modo dire, non è certamente essenziale …. e poi a me piace aprire qualche volta la finestra e arieggiare …. l'arch Boni credo lo abbia definito “piacere psicologico di aprire una finestra” . Ha centrato in pieno la sensazione !
Per quanto riguarda poi l'impianto elettrico vale lo stesso approccio : se schiaccio il pulsante si deve accendere la luce (lampada rigorosamente a basso consumo e da sempre !!) . Se lo schiaccio nuovamente si deve spegnere . Stop .
Roby
p.s. giangiman : si ! hai ragione !