Annata da dimenticare per gli allevatori italiani

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Federica
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Annata da dimenticare per gli allevatori italiani

Messaggio da Federica » mer ott 27, 2004 10:42 pm

Sos all'assemblea dell'Aia: costi alti e prezzi inadeguati
Annata da dimenticare per gli allevatori italiani

http://www.larena.it/ultima/oggi/economia/E.htm

Roma. Il 2003 per gli allevatori italiani è ancora un anno da dimenticare.
Gli alti costi di produzione non sono stati compensati da un analogo aumento
dei prezzi, a tutto discapito della redditività delle 150.000 aziende
zootecniche. Mentre per il settore delle carni bovine si sono verificati
fortissimi rincari in particolare per mais e soia, per il latte i prezzi si
sono ulteriormente ridotti mettendo a rischio il giro d'affari del 75% delle
aziende. È una fotografia decisamente in bianco e nero quella che emerge
dagli ultimi Rapporti sui mercati del latte e della carne bovina presentati
ieri Roma dall'Associazione italiana allevatori (Aia) e l'Ismea, alla
presenza del ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno e delle
organizzazione agricole. È il prezzo del latte a destare maggiori
preoccupazioni, un punto su quale il presidente dell'Aia Nino Andena,
denuncia la totale mancanza di punti di riferimento per i contratti tra
produttori e acquirenti, dove non essendoci un sistema di prezzi nazionali,
o accordi regionali, il più forte spunta le condizioni migliori. La
Coldiretti infatti ricorda come dall'allevamento al consumo i prezzi
aumentino di 4 volte per il latte fresco, di 5 per quello di pecora quando
diventa formaggio pecorino e fino a 16 per quello in polvere destinato
all'infanzia.
Per le carni bovine, il nodo è la valorizzazione della produzione nazionale
di qualità, che richiede una più efficiente organizzazione di filiera. A
questo proposito Alemanno ha raccolto l'invito del presidente della Cia, per
convocare una conferenza sull'agricoltura e lo sviluppo rurale all'interno
dello Stato-Regioni. Non sembra dunque fermarsi il trend negativo che da
diversi anni colpisce il settore della zootecnia che chiude il 2003 con un
giro di affari al consumo di quasi 40 miliardi di euro e alla produzione
agricola e industriale di 26 miliardi.
Dal 1995 al 2003 i capi bovini da latte sono diminuiti del 10% e quelli da
carne addirittura del 35%, mentre il numero degli adulti maschi si è
praticamente dimezzato.
Quanto al numero delle aziende nel 2003, quelle da latte sono 57 mila, meno
di un terzo delle attive 15 anni fa; una riduzione compensata dalla crescita
della dimensione media. Gli allevamenti da carne invece nel censimento del
2000 erano circa 90 mila, ma si stanno riducendo anche più rapidamente da
quelle da latte.
Sui problemi legati alla redditività il presidente dell'Ismea, Arturo
Semerari, ha ricordato nuovi recenti strumenti assicurativi agevolati che,
ad esempio, prevedono l'esenzione della copertura assicurativa al mancato
reddito, ai costi di smaltimento e ai rischi di perdite di capi. Un settore
ancora poco esplorato in Italia, visto che nel 2003 sono stati assicurati
280 mila capi di bestiame, per un valore complessivo di oltre 200 milioni di
euro. Cifre che corrispondono al 4% scarso dell'intero patrimonio nazionale.
Sabina Licci

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