il concetto del continuum (autore Jean Liedloff)

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ClaSab
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Messaggio da ClaSab » sab dic 03, 2005 7:38 am

Su "AAM Terra Nuova" (http://www.aamterranuova.it) di questo mese (dicembre 2005, n°201) c'è un bell'articolo dal titolo "educare alla felicità" che parla proprio di questo argomento, non lo avrei mai conosciuto se non lo avessi letto lì, sulla rivista.
Aggiunge anche un indirizzo:
Per informazioni e l'avvio di gruppi di condivisione e forum in italiano, rivolgersi a Mauro Agostino [email protected].
Buon proseguimento. Io e mia moglie abbiamo deciso di comperare questo libro. Teniamoci in contatto. Ciao. Claudio

cosimamma
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Messaggio da cosimamma » sab dic 03, 2005 11:05 pm

ho cercato l'articolo al sito che indichi, ma non riesco a visualizzarlo. E' disponibile on-line?
Grazie per le info,
Cosimamma

andrea grasselli
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Messaggio da andrea grasselli » dom dic 04, 2005 12:21 am

aamterranuova è per me una bellissima rivista e sto pensando di abbonarmi.

da quello che so, gli articoli sono disponibili nel loro sito solo dopo un po' dall'apparizione cartacea. mi sembra comprensibile, perché hanno bisogno di entrate per poter sopravvivere.

baci. andrea

lauravivy
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Messaggio da lauravivy » lun dic 05, 2005 3:35 pm

Blixa ha scritto: <<la vita è fatta di frustrazioni ed è meglio che lo imparino da piccoli e dai genitori che da grandi nella vita>>
Ecco, a mio modesto avviso, questa massima citata da Blixa è uno dei luoghi comuni più infondati con cui un neogenitore debba confrontarsi... un altro è "se cedi ora è finita".

Baci,

Laura

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » lun dic 05, 2005 5:50 pm

lauravivy ha scritto:
Blixa ha scritto: <<la vita è fatta di frustrazioni ed è meglio che lo imparino da piccoli e dai genitori che da grandi nella vita>>
Ecco, a mio modesto avviso, questa massima citata da Blixa è uno dei luoghi comuni più infondati con cui un neogenitore debba confrontarsi... un altro è "se cedi ora è finita".
Dato che la citazione è proprio all'inizio della discussione, è bene chiarire che Blixia citava criticamente questo consiglio, dato da un pediatra a una mamma su un forum.

E vorrei anche aggiungere: il punto non è evitare al bambino ogni frustrazione (fa parte della vita incontrarle, e in questo senso è un bene che le sperimenti in un ambiente protetto dove i suoi sentimenti sono accettati e sostenuti): il punto è risparmiargli le frustrazioni INUTILI.

Negare qualcosa a un bambino a bella posta, a scopo "educativo" (altra frase stupida: "non può averla sempre vinta, se gli volete bene ditegli di no") non solo non è educativo, ma è disorientante. Perché il bambino impara dal contesto, e se il contesto non giustifica il diniego, come fa il bambino a formarsi un senso di cosa è giusto e cosa no?
L'unico messaggio che passa è: tu non sai quello che è bene fare, devi fartelo dire dagli adulti e obbedire a quello che ti chiedono senza farti domande.
Un messaggio molto pericoloso, sia per un bambino (che ne sappiamo domani cosa può chiedergli un adulto estraneo a noi?) che per l'adulto che diventerà un giorno!
Antonella

Blixa

Messaggio da Blixa » mar dic 06, 2005 1:58 pm

Antonella Sagone ha scritto: E vorrei anche aggiungere: il punto non è evitare al bambino ogni frustrazione (fa parte della vita incontrarle, e in questo senso è un bene che le sperimenti in un ambiente protetto dove i suoi sentimenti sono accettati e sostenuti): il punto è risparmiargli le frustrazioni INUTILI.

Negare qualcosa a un bambino a bella posta, a scopo "educativo" (altra frase stupida: "non può averla sempre vinta, se gli volete bene ditegli di no") non solo non è educativo, ma è disorientante. Perché il bambino impara dal contesto, e se il contesto non giustifica il diniego, come fa il bambino a formarsi un senso di cosa è giusto e cosa no?
L'unico messaggio che passa è: tu non sai quello che è bene fare, devi fartelo dire dagli adulti e obbedire a quello che ti chiedono senza farti domande.
Un messaggio molto pericoloso, sia per un bambino (che ne sappiamo domani cosa può chiedergli un adulto estraneo a noi?) che per l'adulto che diventerà un giorno!
Antonella

Eh, Antonella, quanto vorrei avere la tua chiarezza d'espressione... Grazie sempre,
B

lauravivy
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Messaggio da lauravivy » mar dic 06, 2005 3:14 pm

Antonella Sagone ha scritto: Dato che la citazione è proprio all'inizio della discussione, è bene chiarire che Blixia citava criticamente questo consiglio, dato da un pediatra a una mamma su un forum.
Avevo capito che Blixa era critica al riguardo ... infatti condividevo il suo disappunto ..forse non mi sono espressa bene ...

E' che troppo spesso ci si sente dire di fare cose "per il loro bene", "perchè poi la vita è dura e devono pure iniziare a capirlo" come se l'educazione fosse una specie di addestramento fine a se stesso ..

Scusami ancora Blixa, mi dispiace se mi hai frainteso ma ti ho citato semplicemente per ribadire la tua stessa opinione..

Baci,

Laura

Blixa

Messaggio da Blixa » mar dic 06, 2005 5:55 pm

lauravivy ha scritto: Avevo capito che Blixa era critica al riguardo ... infatti condividevo il suo disappunto ..forse non mi sono espressa bene ...

E' che troppo spesso ci si sente dire di fare cose "per il loro bene", "perchè poi la vita è dura e devono pure iniziare a capirlo" come se l'educazione fosse una specie di addestramento fine a se stesso ..

Scusami ancora Blixa, mi dispiace se mi hai frainteso ma ti ho citato semplicemente per ribadire la tua stessa opinione.
Non c'è bisogno di scuse, nessun fraintendimento :)))
B.

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » mar dic 06, 2005 6:04 pm

lauravivy ha scritto:Avevo capito che Blixa era critica al riguardo ... infatti condividevo il suo disappunto ..forse non mi sono espressa bene...
tranquille...
più che altro volevo chiarire per chi dovesse aprire il topic all'ultima pagina senza aver letto tutta la discussione. Succede quando sono molto lunghe...
:-) Antonella

wanja
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Messaggio da wanja » mar dic 13, 2005 12:24 am

eccomi qua. Antonella mi ha definito una mamma continuum... E magari! in realta´ non lo sono poi tanto. Mi piacerebbe, questo si´. Diciamo che ultimamente va meglio: mio figlio ha 14 mesi e mezzo, sa scendere dal letto e dal divano, ha capito che alcune cose scottano, usa il piattto, il bicchiere e le posate come noi (ha rotto un paio di bicchieri ma per me non e´ un problema, nemmeno per lui! Dovrei trovare un modo per fargli capire che in realta´ non va benissimo...), non gli do i coltelli e i forbici tropppo affilati. Sa che deve sputare i piccoli oggetti e intuisce se una cosa e´ mangiabile oppure no. (ho dovuto chiamare il centro antiveleni due volte : una volta ha mangiato quella cosa che si mette nelle bustine per assorbire l´umidita´ un po´ dappertutto – e non era pericoloso, un´altra voltq invece si e´messo in bocca una saponetta ed era piuttosto pericoloso ma per fortuna non e´ stato male). Si mette in piedi su alcuni mobiletti che abbiamo in caso e sul suo dondolo a forma di elefante. Lo copro troppo, consapevole di aver ereditato questo vizio da mia madre e rischio di esagerare con i medicinali, anche questo ereditato dai miei. Ma cerco di controllarmi visto che sono „consapevole“... In questo periodo cerco di portarlo nei luoghi dove non cé´ troppo movimento per abituarlo al fatto che non lo vengo a prendere se va in direzione opposta. (a voltre funziona, a volte no). Per le strade „normali“ o nei luoghi pubblici come il supermercato ci provo un po´ ma sono preoccupata non tanto per quel che fa lui, quanto per quel che potrebbero fargli gli altri... consapevole anche in questo caso di confrontarmi un po´ con la realta´ oggettiva, un po´ con le mie fobie. Il difficile sta proprio nel trovare una mediazione fra due cose. Sono assolutamente d´accordo con quel che dici rispetto ai limiti: se cé´ qualcun´altro che li impone sempre dall´esterno quando questo qualcuno non cé´ - il bambino riscia davvero. E´ molto piu´ saggio cercare di fargli capire quali sono le cose pericolose in modo che li evita sia in presenza di un´adulto che da solo– a casa mia ho messo sotto luchetto le sostanze tossiche. Ora sono a casa die miei genitori che non hanno la casa attrezzata a misura die bimbi, e ho visto che a furia di ripergli che alcune cose non li deve toccare sembra non volerli toccare piu´. Almeno finche´ ci sono io. Ora pian pianino lo lascio girare la casa anche da solo. (La paura (mia) e´ sempre tanta ma alla fine un po´ ci provo.) comincio a credere che idealmente non bisognerebbe adottare tantissimo la casa a misura del bimbo. Ma stargli dietro finche impara e aver coraggio di fargli provare.
Per quanto riguarda il libro di „concetto di continuum“ , lo trovo bellissimo. Solo che temo che se ne possa fare quasi una religione oppure usarlo in una chiave „magica“... non so se mi spiego. Io do volentieri fiducia a mio figlio quando mi rendo conto che ha capito che una cosa e´ pericolosa. Infatti, per me e´piu´ facile ora che ha 14 mesi rispetto a quando ne aveva 7, 8. All´epoca ha fatto diverse cadute veramente brutte. Non so se gli sono servite oppure no. Ma ora che posso contare sulle sue capacita´e conoscenze sono piu´ tranquilla. Ma mi e´ capitato di lasciarlo solo sul lettone mentre dormiva ed e´ caduto giu´... mi e´ dispiaciuto tantissimo e non lo rifarei piu´. Forse non e´ nemmeno tanto nello spirito del libro - in una tribu´forse ci sarebbe stato qualcuno che lo teneva in braccio mentre dormiva... non so. mi e´ capitato di chiedermi se dipende dalle condizioni di vita: mio filgio ha capito (forse a furia di cadere) la pericolosita´ dell´altezza, e del fuoco (e di cio´ che possa scottare). Ma non gli posso spiegare (in realta´ non ne sono sicurissima, ma cmq come?) la pericolosita´ delle prese. Oppure il perche´non si debba mettere il sapone in bocca (non ho esperienza diretta – ma con la candeggina per esempio si fermerebbe da solo?) in dubbio, faccio avanti e dietro, un po´ lo lascio, un po´ lo controllo... mi piacerebbe tanto confrontarmi con le altre mamme. Anche perche´ i limiti si spostano. Per tanto tempo l´lo lasciato svuotare il suo piatto. Ora mi da fastidio. E ho cominciato ad impormi e dire di no. Cosi´come mi da fastidio se da da mangiare al cane e il cane vuole mangiare dal suo piatto... sara´senz´altro una questione molto personale ma prima o poi bisogna anche dare uno stop? Ho scritto tantissimo, scusatemi per lo sfogo.

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » mar dic 13, 2005 11:39 am

wanja ha scritto:Antonella mi ha definito una mamma continuum... E magari! in realta´ non lo sono poi tanto.
lo sei più di quanto credi... penso che il nostro modo di avvicinarci, o recuperare, il continuum, proprio perché viviamo in una società che è lontanissima da questo continuum biologico, debba per forza di cose essere un po' diverso da quello che possono attuare gli Yequana, che vivono in un ambiente naturale e sociale invece molto vicino alle aspettative biologiche della specie umana. Non possiamo lasciare che i bambini sperimentino direttamente tutto ciò che li mette in pericolo, perché alcuni pericoli - veleni fulminanti, prese elettriche - sono troppo micidiali per lasciargli fare esperienza... potrebbe essere l'ultima che fanno!
Nonostante si dica "la giungla" per indicare un luogo ostile e pericoloso, penso che sia più pericoloso il mondo moderno, proprio perché come specie il nostro istinto non è attrezzato per evitarne i rischi. Il bambino yequana, prima di trovarsi per la prima volta a tu per tu con il serpente, ha avuto modo di vedere, da "addosso" a un'altra persona, adulto o bambino più grande, con quanta prudenza ci si muove nel folto, e specialmente quando c'è qualcosa che striscia a terra... ma il bambino di oggi vede adulti che ficcano oggetti in una quantità di fori, e non sa che nella presa elettrica va ficcata solo la spina e in un certo modo per giunta.
per quanto riguarda il letto, gli Yequana (e altre popolazioni "primitive") dormono nelle amache, con i loro bambini fino a una certa età, poi quando sono grandetti vanno a dormire in un'amaca tutta loro (dalla quale non si può cadere nemmeno per sbaglio). Quindi è come dici tu, non bisogna farne una religione di questo libro, ma estrarne appunto lo "spirito". Si va avanti per prove ed errori, regolandoci sul bambino e sul contesto: proprio com stai facendo tu, "avanti e dietro, un po´ lo lascio, un po´ lo controllo..."
wanja ha scritto:mi piacerebbe tanto confrontarmi con le altre mamme. Anche perche´ i limiti si spostano. Per tanto tempo l´lo lasciato svuotare il suo piatto. Ora mi da fastidio. E ho cominciato ad impormi e dire di no.
Giustissimo anche questo. E anche questo per me è molto continuum concept. Infatti vietare una cosa, dare un limite per questioni di principio è lontano dal continuum, ma dare uno stop perché il bambino ha oltrepassato il limite di un'altra persona gli è molto vicino. Essere Continuum-concept con il proprio bambino non significa lasciarlo fare ogni cosa, ma dirgli anche: questo mi dà fastidio. Molto concreto e molto sano direi, più del "questo non si fa perché è sbagliato" che per un bambino difficilmente riuscirà ad avere senso.

Antonella
Ultima modifica di Antonella Sagone il ven dic 16, 2005 11:15 am, modificato 1 volta in totale.

Emy
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Messaggio da Emy » mar dic 13, 2005 2:40 pm

Infatti non si tratta di far sperimentare tutto, si tratta di essere capaci di comprendere quando la situazione (e l'umore ) è buono per far sperimentare, creando il compromesso tra ciò che riusciamo ad accettare, ciò che non porti a conseguenze drastiche e la loro voglia di acquisire informazioni.

Tutti i detersivi per ora sono in alto, quando li uso io...gli faccio toccare il contenitore, magari mi faccio aiutare a versarlo, ma per il resto del tempo sono fuori dalla sua portata.

Anche il mio bimbo è caduto dal letto, anzi prima o poi tutti e tre sono caduti...la colpa è mia che ce li ho messi :-) in ogni caso se non sperimentano, non allenano l'istinto.
Generalmente comunque non si fanno praticamente niente, spesso cadono bene.

Il continuum è il fermarsi quando è necessario fermarsi e andare avanti quando si deve proseguire, non soffermarsi sulle cose che deviano troppo dall'armonia che si riesce a creare e che ci si sente dentro..
Il continuum lo trovi dentro di te , proprio come stai facendo

Ah i miei bimbi fino ad una certa età non avevano il piatto, direttamente spizzicavano sul seggiolone, a meno che non fosse una minestra, allora il piatto lo tenevo io. Adesso mangia sulla tavola con noi,(quasi 13 mesi) e sembra accettare abbastanza il piatto, oppure gli metto le cose su un piccolo tagliere di legno.
Quando comprerò il servizio di piatti nuovo, tutti i piatti vecchi glieli darò a lui . :-)

wanja
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Messaggio da wanja » gio dic 15, 2005 1:16 pm

Ciao a tutte, devo dire che se da una parte i vostri messaggi mi hanno fatto enormemente piacerre e sostenuta, dall´altra parte mi sono sentita tanto triste, un po´ come se le mie preoccupazioni fossero giustificate e quindi un certo allontanamento dal nostro continuum biologico fosse quasi inevitabile. (non a vaso in tedesco il libro si intitola „alla ricerca della felicita´ perduta“!)
E´ vero che ci sono alcune situazioni semplicemente troppo pericolose, come i prodotti chimici, le prese, gli spostamenti in macchina. Mio figlio odia stare legato sul seggiolino e probabilmente non capisce nemmeno come mai la mamma cé´ ma non lo vuole prendere in braccio e allattare. Io faccio di tutto per evitare che si crei questa situazione, quindi allatto prima di partire, cerco di stare io al volante cosi´ vede che sono impegnata, se piange proprio tanto mi fermo. Ma alcune volte e´ veramente dura, sopratutto per quanto riguarda gli spostamenti lunghi.
A parte la questione die pericoli, mi preoccupa l´aspetto della socializzazione. Mio figlio e´ spesso solo (si intende con la mamma ma gli bastera´ ?). ha sicuramente bisogno di giocare con altri bimbi ma ha anche bisogno di altri adulti attorno. Il problema e´ che dal momento in cui ho dovuto quasi „imporre“ il mio modo di crescere mio filgio anche gli incontri con i parenti non sono proprio rilassati. Almeno io non sono tanto rilassata. Nel libro cé´ un´immagine molto bella della tribu´ che si prende cura, porta in giro ecc. Ma se da parte della mia „tribu´“ cé´ la convinzione che sia giusto lasciar piangere e non tenere troppo in braccio? Da una parte. (scusate, oramai sono situazioni superate ma non ho ancora finito di „sfogarmi“). Dall´altra parte chissa´ perche´ la gente crede di poter interferire nei ritmi della copia mamma-bimbo come e quando vuole. Avrei dovuto svegliarlo per farlo vedere ai parenti, farlo mangiare come dicevano loro e vestirlo su indicazioni altrui... e´ inutile dire che si e´ creato subito un clima poco armonioso e seondo me fino ad ora un po´ ne risentiamo tutti quanti. Ora i problemi sono diversi. Io soffro (ma cerco di non farlo pesare tantissimo agli altri) quando vedo alcuni atteggiamenti nei confronti di mio figlio. Tipo considerarlo poco intelligente (qualssiasi tipo di pericolo viene definito „cacca“, non deve toccare niente e sim). Certo, sono contenta che abbiamo die parenti che vogliono bene al piccolo, che non sono indifferenti, anzi. Nella societa´di oggi cé´ cosi´ tanta solitudine che avere ancora alle spalle una famiglia unita e´ comunque un vantaggio. Solo che io non lo lascio volentieri da solo con altri (eccezione fatta solo per mia madre che ha grande stima di come ho impostato il rapporto con mio figlio e che mi sta tanto vicina), e temo che anche il piccolo se ne rende conto. E cmq il suo destino sara´ quello di doversi confrontare con le persone che farebbero precisamente l´incontrario di quel che farei io in una situazione. Forse tanto vale che cominci a confrontarsi con questo „dato di fatto“?
Perche´ si parla di ricongiungersi al continuum biologico „perso“ nella prima infanzia? I disguidi che si possono verificare dopo sono meno gravi? E poi quando si dice che la maternita´ e´ un´occasione per ricongiungersi al continuum? Da quando sono mamma sento la mia vita piena di significato e di dolcezza, e´ questo che si intende?
Mi piacerebbe sentire la vostra opinione anche riguardo alla questione del dolore (fisico). Nel libro si parla die bimbi capaci di sopportarlo con semplicita´, come una cosa naturale. Ora mio figlio sta mettendo i denti e spesso la notte non si dorme (forse ha anche mal dórecchio). Personalmente esagero con i medicinali, so che fa male ma mi arrendo ai primi sintomi. Non voerrei passare questo vizio al mio bimbo ne vorrei lasciarlo soffrire inutilmente (il che e´ straziante anche per me), voi come vi regolate?
Sono troppo contenta di aver scoperto questo forum!!!! A presto Anna

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » gio dic 15, 2005 10:23 pm

wanja ha scritto:A parte la questione die pericoli, mi preoccupa l´aspetto della socializzazione. Mio figlio è spesso solo (si intende con la mamma ma gli basterà?). ha sicuramente bisogno di giocare con altri bimbi ma ha anche bisogno di altri adulti attorno. Il problema è che dal momento in cui ho dovuto quasi „imporre“ il mio modo di crescere mio filgio anche gli incontri con i parenti non sono proprio rilassati. Almeno io non sono tanto rilassata. Nel libro cé´ un´immagine molto bella della tribu´ che si prende cura, porta in giro ecc. Ma se da parte della mia „tribu´“ cé´ la convinzione che sia giusto lasciar piangere e non tenere troppo in braccio?
Un tempo la famiglia estesa era una risorsa e un sostegno. Non si stava tutti intorno alla mamma e al bambino solo per giudicare, criticare e soffocare: c'erano tante interazioni fra membri di diversi "livelli", genitori, anziani, bambini. Ora anche nelle occasioni sociali familiari spesso non si crea quel cemento e quell'armonia che è stata modellata, in popolazioni più vicine al continuum appunto, da millenni di selezione naturale e di abitudine a vivere in pace. Non è detto che per noi, "naufraghe" del mondo moderno che stiamo riscoprendo questo continuum, la tribù coincida con la famiglia. Sono dell'idea che dobbiamo ricrearcela la nostra tribù.
Questo forum è una forma, seppure virtuale, di comunità di sostegno e in un certo senso è diventato un vero "ambiente sociale", una tribù, anche se le possibilità di interagire sono così limitate. Poi ci sono veri gruppi di genitori, se ne formano in tutta italia: i grupi che orbitano intorno a scuole steineriane o waldorf, i gruppi de La Leche League. Tempo fa qualcuno su questo forum venne a proporre di formare gruppi "continuum", mi sembra una bellissima idea. Situazioni in cui la mamma, i genitori, i bambini possano rapportarsi fra loro in tutta serenità, senza timore di venire giudicati o forzati in direzioni innaturali, che portano lontano dal cuore, che "non sono collegate alla vita" come dice Rosemberg.
Io spero che prima o poi ci si riesca ad incontrare, sempre di più, dal vivo...
wanja ha scritto:cmq il suo destino sara´ quello di doversi confrontare con le persone che farebbero precisamente l´incontrario di quel che farei io in una situazione. Forse tanto vale che cominci a confrontarsi con questo „dato di fatto“?
pnso che il confronto con questo modo, purtroppo rozzo e anti-naturale di rapportarsi, per tuo figlio sarà inevitabile prima o poi. Non è né un bene né un male che succeda: dipende da come tuo figlio, prima di questo impatto con il mondo, e durante, venga sostenuto. Con la tua sensibilità tu senti che per il momento non è pronto a confrontarsi con tutto questo; verrà un momento però in cui dovrai lasciarlo andare. E vedrai che, se come penso grazie al tuo rispetto sarà maturato restando una persona "intera", la sua forza e il suo equilibrio, la sua "saggezza" di bambino ti stupirà.

Antonella

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Messaggio da Antonella Sagone » gio dic 15, 2005 11:08 pm

wanja ha scritto:Perche´ si parla di ricongiungersi al continuum biologico „perso“ nella prima infanzia? I disguidi che si possono verificare dopo sono meno gravi? E poi quando si dice che la maternita´ e´ un´occasione per ricongiungersi al continuum? Da quando sono mamma sento la mia vita piena di significato e di dolcezza, e´ questo che si intende?
Sì, credo di sì, anche se tu lo dici in un modo così dolce e poetico!
Credo che nell'infanzia si è più forti perché più intatti, vicini al continuum; ma anche più fragili: per questo c'è la mamma a fare da "filtro" con gli altri, cosa che agli adulti ormai insensibili dà molto fastidio, ma che è una funzione molto sana e naturale delle madri. E la madre, stando vicina al bambino, può trovare una chiave per ritrovare quella dimensione naturale, autentica, intatta di sé.
wanja ha scritto:Mi piacerebbe sentire la vostra opinione anche riguardo alla questione del dolore (fisico). Nel libro si parla die bimbi capaci di sopportarlo con semplicita´, come una cosa naturale.
ricordo che nel libro si parlava di un adulto ferito che piangeva come un bambino, con una donna che lo consolava con molta naturalezza. Insomma non è che gli yequana non sentano il dolore! è solo la reazione che è diversa. Penso che noi abbiamo vari strumenti per gestire il dolore, ma che forse sottovalutiamo risorse naturali che possono prevenirlo o attenuarlo molto. Poi ci sono, ovvio, le volte che si ricorre al farmaco, ma a casa mia per es riusciamo a non usarlo praticamente mai. Anche io ho difficoltà a capire il limite. Però penso sia importante, al di là dal dare o non dare il farmaco, la tisana o quant'altro, che il bambino non cxresca con l'idea che per ogni problema si "prende" qualcosa di adatto... in fondo le dipendenze nascono da un'idea del genere, e penso che non creare questa cultura del "rimedio" sia un modo anche per proteggerli in futuro dalle droghe facili...

è un discorso grosso, magari lo spostiamo su un nuovo topic!
Antonella

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