E' possibile rendere più semplice la psicologia?

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pitagoras
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E' possibile rendere più semplice la psicologia?

Messaggio da pitagoras » lun feb 21, 2005 1:08 pm

E' possibile rendere più semplice la psicologia?



“CIASCUNO DI NOI E’ L’ARTEFICE DEL PROPRIO DESTINO”



(“Faber est quisque fortunae suae”)











Da sempre, l’uomo si interroga sul significato della propria esistenza, sulle ragioni della propria insoddisfazione, sui motivi di comportamenti ed errori passati e presenti, sulle paure e sulle ansie che compromettono la serenità, il rapporto con se stesso e con gli altri.







Partendo dalla convinzione che ogni individuo è davvero l’artefice del proprio destino, abbiamo soluzioni semplici, chiavi di lettura per comprendere meglio se stessi, gli altri, la propria vita. Lo scopo è quello di intraprendere un cammino positivo, che conduca al benessere fisico e psichico, all’armonizzazione degli aspetti pratici ed emotivi dell’esistenza.







Tra le più recenti teorie psicologiche sta prendendo sempre più piede quella dell’Analisi Transazionale. La cosiddetta “A.T.” spiega come è strutturata e come si sviluppa la personalità di ciascuno e consente di cambiare, migliorandolo, il proprio comportamento, trovando il modo giusto per rapportarsi con se stessi e con gli altri.







Lo sviluppo di questo metodo si deve a Eric Berne, psichiatra americano di formazione freudiana. Partendo dalla convinzione che gli esseri umani possono cambiare e possono essere responsabili del proprio benessere psichico e fisico, Berne ha elaborato negli anni ’60 una teoria accessibile a tutti, ideale per chi ha voglia di capire se stesso e agire subito per migliorare la sua qualità di vita.







L’Analisi Transazionale nasce, in pratica, “per strappare Sigmund Freud dal lettino e portarlo a contatto delle masse”. La concettualizzazione vasta e complessa di Sigmund Freud è, in questa teoria, mediata attraverso un’operazione di semplificazione, legata all’uso linguistico estremamente divulgativo.







I concetti tipici della psicoanalisi sono presenti nell’Analisi Transazionale sotto forma di trasformazione estrema della triade freudiana “Io”, “Es”, “SuperIo”, nella triade transazionale “Adulto”, “Bambino”, “Genitore”.







Il sentimento del valore e di considerazione che ogni individuo dovrebbe avere per se stesso, viene reso con la semplice locuzione “Io sono OK”, mentre quello di colpa e di svalutazione di sé con l’espressione “Io non sono OK”.







Lo scopo dell’Analisi Transazionale è quello di liberare l’individuo dal senso di colpa e di inadeguatezza. Di trasformare sentimenti di svalutazione e di inadeguatezza in stima e amore di sé.







“Piacersi” diventa, di conseguenza, un presupposto indispensabile per “piacere” agli altri.







C’è, alla base della teoria dell’Analisi Transazionale, una visione ottimistica dell’esistenza, secondo la quale ogni singola persona può decidere, in un dato momento della sua vita, di cambiare la propria situazione per stare meglio.















Un ottimo strumento per comprendere se stessi e gli altri











Il successo dell’Analisi Transazionale dipende dal fatto che si descrivono, con un linguaggio estremamente semplice, meccanismi che possono essere compresi da tutti e che, soprattutto, possono essere verificati operativamente nella vita quotidiana di ciascuno. La consapevolezza dell’origine e della motivazione di certi comportamenti e atteggiamenti fornisce a ciascuno lo strumento per modificare alcuni aspetti di se stesso e migliorare, di conseguenza, il rapporto con gli altri.







Il “potere” che si acquisisce su se stessi e sugli altri non è finalizzato alla sopraffazione o al dominio ma a rendere tutte le relazioni positive e quindi, in conclusione, alla rinuncia del dominio sugli altri.



In particolare, secondo l’Analisi Transazionale i cosiddetti “giochi” psicologici costituiscono la forma patologica e, per così dire, “anormale” della gestione del rapporto con gli altri. Tutti i “giochi” si basano, infatti, sull’assunto: “Io sono OK, tu non sei OK”, ovvero: “Io vado bene mentre tu sei inferiore o peggiore di me”.







Lo scopo ultimo dell’Analisi Transazionale è invece quello di portare ogni individuo ad affermare: “Io sono OK e tu sei OK” (titolo dell’opera di Thomas Harris, n.d.r), cioè: “Io vado bene e anche tu vai bene”. In questa relazione di stima e di parità, il dominio sugli altri viene sostituito con scambi reciprocamente positivi, cioè scambi d’amore.







In conclusione, la “normalità” secondo l’Analisi Transazionale consisterebbe in una corrispondenza ideale tra la mente e il cuore, tra la ragione e i sentimenti.















Gli stati dell’Io freudiano











Secondo l’Analisi Transazionale, in ogni individuo coesistono tre Stati dell’essere o dell’Io: il Genitore, l’Adulto e il Bambino. E’ come se ogni persona portasse “registrate” dentro di sé tre diverse memorie: in una c’è il bambino che è stato; nell’altra ci sono i comportamenti dei suoi genitori; nella terza tutto ciò che la persona ha imparato coscienziosamente nella sua vita. Questi tre Stati dell’Io non sono ruoli che noi decidiamo di interpretare in modo consapevole, ma realtà psicologiche che si alternano di continuo, spesso indipendentemente dalla nostra volontà.
















La nostra mente memorizza tutti gli eventi











Quando osserviamo le persone che ci circondano, possiamo notare che esse cambiano espressione, modo di fare e di parlare a seconda delle circostanze. Quale meccanismo spiega questo fenomeno?







Ci sono più persone, o più “Stati dell’Io”, in ogni individuo. Sono tutti reali, coesistono in ogni persona e possono manifestarsi consciamente o inconsciamente.







E’ come se ognuno di noi portasse dentro di sè la registrazione di tutti gli eventi che ci riportano all’infanzia, che rispecchiano i comportamenti dei nostri genitori, o che si rifanno a esperienze della nostra vita adulta e attuale.







Poiché i tre termini Genitore, Adulto, Bambino hanno in A.T. un significato specifico, diverso da quello consueto, essi saranno sempre scritti con l’iniziale maiuscola. Infatti, il termine Genitore non si identifica con il padre e la madre, il Bambino non è una persona di pochi anni, l’Adulto non è anagraficamente collocabile. I tre termini corrispondono, se scritti con l’iniziale maiuscola, a particolari stati della mente o dell’Io.







Il Genitore












Quando nella nostra vita quotidiana ci comportiamo o pensiamo o sentiamo come facevano i nostri genitori si dice che siamo nello “Stato dell’Io Genitore” o, più semplicemente, “nel Genitore”.







Lo Stato dell’Io Genitore, o il Genitore, contiene le registrazioni di tutto quello che abbiamo visto fare o dire dai nostri genitori o da chi li ha sostituiti nei primi cinque anni circa della nostra vita.







Nel Genitore sono registrate tutte le ammonizioni, le regole e i consigli che abbiamo raccolto dai nostri genitori e abbiamo visti mettere in pratica.







Di solito, quando entriamo nello Stato dell’Io Genitore, reagiamo a qualcosa oppure ci esprimiamo con comportamenti o atteggiamenti critici, di pregiudizio o protettivi, tipici dei genitori.







Lo Stato dell’Io Genitore si differenzia in due tipi di atteggiamento. Possiamo comportarci da “Genitore normativo” o da “Genitore affettivo”.












Genitore normativo







Quando ci comportiamo esattamente come si comportavano i nostri genitori nell’atto di trasmetterci regole o insegnamenti in modo critico e autoritario si dice che siamo nello Stato del Genitore normativo.







Un esempio: se diciamo al/la nostro/a fidanzato/a “non voglio che tu esca con i tuoi amici perché poi finite con l’ubriacarvi/perché poi fai troppo tardi”, ci stiamo comportando da Genitore normativo.















Genitore affettivo







Quando, invece, riproponiamo alcuni comportamenti che i nostri genitori avevano nel prendersi cura di noi e nell’assecondare le nostre esigenze, in A.T. si dice che siamo nello Stato del Genitore affettivo.







Un esempio: se diciamo a un nostro amico “fa molto freddo, ti consiglio di mettere la sciarpa” ci stiamo comportando da Genitore affettivo.















Il Bambino













Quando nella vita quotidiana assumiamo gli stessi modi di comportamento o gli stessi atteggiamenti che avevamo quando eravamo bambini si dice che siamo nello “Stato dell’Io Bambino” o “nel Bambino”.









Mentre gli avvenimenti esterni nella nostra infanzia vengono “registrati” in quell’insieme di dati definiti il Genitore, ha luogo simultaneamente un altro tipo di registrazione, che fissa nella nostra memoria (o inconscio) gli avvenimenti interni, le nostre reazioni a ciò che vediamo e udiamo. A questo insieme di dati visivi, uditivi, emotivi che registriamo quando siamo piccoli viene dato il nome di “Bambino”.









Lo Stato dell’Io Bambino contiene in sè tutti gli stinti che sono normali in un piccolo, come la ricerca della sicurezza e del piacere, il desiderio di scoprire cose nuove, la paura dell’ignoto, la gioia di vivere, l’entusiasmo. Questo Stato dell’Io comprende anche la “registrazione” della vita prenatale, ovvero di quel periodo in cui una creatura riesce a percepire se è attesa con amore o se è indesiderata.









Questo stato dell’Io, che è presente in tutti noi ed è la parte più spontanea e meno controllabile, perché confina con l’Es, la parte primordiale, basilare e fondamentale del nostro inconscio, può manifestarsi nella nostra vita quotidiana attraverso due modalità: “Bambino adattato” e “Bambino libero”.









Bambino adattato



Karen Horney, nel suo “Nati per vincere. Analisi transazionale con esercizi di Gestalt”, afferma che, sostanzialmente, “siamo tutti Bambini Adattati”.




Il Bambino adattato è frutto di un’infanzia in cui si è avvertita una situazione di non amore. La fase della vita in cui c’è voglia di esplorare, di conoscere, esprimere sentimenti e divertirsi, è stata repressa da genitori che per dare la propria approvazione hanno preteso molto. In questo processo di “civilizzazione” da parte dei genitori, il bambino vive nella continua ansia di compiacere il padre e la madre. Se questi non esprimono amore, il piccolo conclude: “E’ colpa mia, io non sono OK, non vado bene”. E finisce con il registrare nella parte inconscia del cervello questa sensazione.







Quando nella vita di tutti i giorni ci sentiamo preda di sentimenti negativi, quando ci sentiamo inadeguati, quando facciamo qualcosa solo per compiacere gli altri, per sentirci “OK”, si dice che siamo nello Stato dell’Io del Bambino adattato o “nel Bambino adattato”.








Un esempio:




se accettiamo un lavoro che non ci piace o per il quale non ci sentiamo portati solo perché è ciò che desidera nostro padre o nostra madre ci stiamo comportando da Bambino adattato.














Bambino libero



Dentro di noi c’è sempre anche un Bambino spensierato, naturale e autentico, che riesce ad esprimere liberamente e spontaneamente le proprie emozioni. Questa componente è quella che molti adulti trascurano o ignorano e che dovrebbe aprirsi la strada per uscire allo scoperto.









Quando riusciamo ad esprimere liberamente la nostra gioia o a liberare il pianto, quando chiediamo agli altri di coccolarci o di proteggerci, quando scoppiamo in una fragorosa risata, quando una piccola cosa ci rende felici, quando ci abbandoniamo senza riserve a un sentimento si dice che siamo nel Bambino naturale o Bambino libero.









Un esempio: quando abbracciamo nostro padre e nostra madre e gli diciamo che gli vogliamo bene ci stiamo comportando da Bambino libero.




Quando riusciamo ad esprimere a una persona dell’altro sesso che ci piace tutto il nostro amore o la nostra ammirazione siamo nel Bambino libero.



















L’Adulto








Quando si assume un comportamento, si fanno delle considerazioni, si usano energie per trovare soluzioni, quando si fanno calcoli per trarre conclusioni, quando si chiedono spiegazioni razionali o si forniscono agli altri, si dice che siamo nello “Stato dell’Io Adulto” o “nell’Adulto”.









Intorno al dodicesimo mese di vita cominciamo a sviluppare la capacità motoria e verbale. Fino a quel momento la nostra esistenza è consistita solo in reazioni inconsce o inermi agli stimoli esterni.




A quell’epoca possedevamo solo la parte Genitore e la parte Bambino. Ciò che ci è mancato, non potendo muoverci da soli, è stata la capacità di scegliere tra le nostre reazioni, e di manipolare il mondo che ci circondava.









Una volta imparato a camminare, abbiamo invece cominciato ad essere in grado di compiere qualcosa frutto della nostra personale coscienza. Questo inizio di autorealizzazione di sè è l’inizio dello sviluppo dello stato dell’Io Adulto.









Mentre il Genitore consiste in una serie di memorizzazioni inconsapevoli “inculcate” e il Bambino in una serie di registrazioni inconsce emozionali e perciò “sentite” della vita, l’Adulto consiste in una serie di dati “pensati” dell’esistenza, informazioni basate sulla raccolta e l’elaborazione di altri dati.









Diventiamo da un certo momento della vita in poi come un computer: emettiamo decisioni dopo aver elaborato le informazioni provenienti da tre fonti: la nostra parte Genitore, la nostra parte Bambino e la nostra parte Adulto (che ha già raccolto ma anche che sta ancora raccogliendo dati).









Se l’Io è la parte centrale dell’essere tra l’Es e il Super-Io, quella più a contatto con la coscienza e la realtà, l’Adulto è la parte centrale dell’Io, quella più a contatto con il ragionamento.









L’adulto equilibrato, che in A.T. viene definito “Adulto integrato”, dovrebbe in pratica prendere decisioni dopo aver elaborato le esperienze della sua parte Genitore, le sensazioni della sua parte Bambino, le informazioni della sua parte Adulto.









Un esempio:




ecco un dialogo che illustra in modo schematico il procedimento che un Adulto integrato segue di fronte a una circostanza qualunque della vita. Il/la nostro/a partner, nonostante i suoi attuali problemi economici, ci propone di andare a cena fuori. La parte Bambino che è dentro di noi vorrebbe reagire esultando: “sì, hanno aperto un nuovo ristorante in centro!”; la nostra parte Genitore vorrebbe reagire consigliando: “in questo periodo bisogna risparmiare, è meglio evitare.”; l’Adulto integrato che è in noi, dopo aver ragionato, risponde: “andiamo in pizzeria, così ci divertiamo e non spendiamo molto.”



















Quando nasce il malessere













Se l’equilibrio è apparentemente così semplice, quando e perché nasce il malessere? I problemi psicologici di molti di noi sono spesso dovuti a uno stato dell’Io che riesce a prendere il sopravvento e a turbare l’equilibrio globale. Questo squilibrio, più o meno evidente, a volte inconscio, non permette al nostro Adulto di elaborare i dati della nostra parte Bambino e della nostra parte Genitore per arrivare a risposte e reazioni equilibrate.









Facendo un esempio molto schematico si può dire che una persona in cui prevale lo Stato dell’Io Genitore può essere ipercritica, troppo severa verso se stessa e gli altri, paurosa, dogmatica, normativa, triste.









Una persona in cui prevale lo Stato dell’Io Bambino può essere un irresponsabile, un ribelle (infatti esiste un terzo tipo di Bambino, il “Bambino ribelle”), un debole, un individuo poco realistico, un individuo dipendente.









Una persona in cui prevale lo Stato dell’Io Adulto “non integrato” può essere un freddo calcolatore privo di emozioni, un individuo molto logico e poco sentimentale, una persona senza scrupoli, una manipolatore degli altri, un profittatore, un cinico.









In realtà, la situazione di normalità è quella che prevede una differenza di comportamenti, tipici del Genitore, dell’Adulto e del Bambino, da usare e sentire a seconda delle situazioni della vita.









Un esempio:




una persona equilibrata è prevalentemente “Bambino libero” in amore e nelle situazioni che richiedono gioia e spontaneità, “Genitore affettivo” con gli amici, i parenti e con coloro che hanno bisogno di lui, “Adulto” quando il lavoro o altre situazioni particolari richiedono capacità di analisi, di logica e di sintesi.









Eleonora Molisani – “Silhouette” n. 1 – gennaio 1997









Mi scuso con l'autrice se mi sono permesso qua e là di apportare modifiche arbitrarie al suo testo originale.

Juli
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Messaggio da Juli » lun feb 21, 2005 2:57 pm

ciao fabio

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musica
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Messaggio da musica » lun feb 21, 2005 3:06 pm

ancora tu....Immaginema non dovevamo vederci più....

Gae
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Messaggio da Gae » lun feb 21, 2005 4:12 pm

Ma che fiuto ragazze!!!!!!!!
Baci a voi e anche a Fabio
Gae

Juli
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Messaggio da Juli » lun feb 21, 2005 6:47 pm

Beh, dai... direi... stile inconfondibile!!! Stile "Taglia e incolla"!!! :-)

Scherzo, dai!!!

Un bacio

Juli

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alFaris
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Messaggio da alFaris » mer feb 23, 2005 10:09 am

Essalamu Elikah!

> Mi scuso con l'autrice se mi sono permesso qua e là di
> apportare modifiche arbitrarie al suo testo originale.

pure! ;-D alla faccia del diritto d'autore... va be' - fra qualche giorno tolgo il messaggio e pace...



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