Carissima Rosso… premetto che la mia è solo una semplice opinione… altro non potrebbe essere, perché penso che riguardo al tuo quesito non esistano al momento certezze. Mi spiego meglio: da tutto il materiale da me spulciato finora, non esistono civiltà, né tribù che siano vissute seguendo un regime esclusivamente vegano, men che meno vegano-crudista, ancor meno vegano-crudista-a basso contenuto di grassi, non parliamo di fruttariano.
Questo vuol dire che … siamo tutti dei pionieri… saremo noi a dimostrare o meno la validità delle nostre teorie. Ognuno di noi segue quello che ritiene più giusto per sé, molti hanno già riscontrato vantaggi notevoli, altri eccezionali, altri sono testimoni di guarigioni considerate impossibili dalla medicina/scienza ufficiale. Certo, abbiamo tanti illustri predecessori, e non starò a nominarli, che oltre a guarire se stessi hanno guarito migliaia di altre persone.
Siamo su una buona strada. Su questa buona strada esistono comunque differenze di vedute e io penso che in realtà non ci sia purtroppo ancora una sperimentazione affidabile a lungo termine, per cui… tutto è possibile. Per quanto riguarda i limiti 80/10/10, piuttosto che quelli che seguono i fruttariani, cioè 90/5/5, esistono, come sempre, opinioni discordanti.
Ho letto molto a riguardo e, in soldoni, se è pur vero quanto afferma Arbor, e cioè che 10/10 rappresentano il limite massimo da non oltrepassare, è anche vero che vi sono altri pareri che consigliano di non allontanarsi troppo (al di sotto) del 10/10, per evitare di cadere in deficienze nutrizionali, sia di minerali che proteiche, asserendo che è possibile incorrere in problemi dell’apparato dentale, calo della libido, insufficiente energia (ma questo dovuta al fatto che senza l’apporto del 10% di grassi risulta difficile soddisfare il proprio bisogno calorico). Detto questo, io preferisco sempre dare prevalenza ai fatti, sulla teoria, e cioè se tu ti senti bene e sei ok con le analisi… beh, quale migliore indicatore?
Per quanto riguarda la mia esperienza di questi 3 anni di DEA (80/10/10), posso dire che in realtà sono stato più sull’80/13/7, grosso modo, e che circa l’8% del mio introito calorico (calcolato su base annua) è derivato da verdure cotte, cioè ho passato circa 6 mesi all’anno mangiando crudo, e gli altri 6 mesi in cui ho spesso mangiato verdure cotte alla sera.
Non mi sono mai ammalato, ho avuto 2 episodi di raffreddore forte che è durato 12 ore, quindi direi più un sintomo da detox, ho avuto 2 settimane in cui mi si è abbassata un po’ la voce (niente di ché, se non fosse che lavoro sia come insegnante che come cantante), probabilmente dovuto al fatto che ho stressato esageratamente le corde vocali, e un altro periodo di circa una settimana in cui mi sono soffiato qualche volta il naso (pochissimo muco molto fluido) e ho tossito un po’ di volte (senza muco).
Da notare che questi episodi sono avvenuti esclusivamente nel periodo in cui mangiavo cotto la sera.
Ho sempre goduto di ottima energia, tranne in un mese in cui non ho più calcolato le calorie e mi sono affidato all’istinto, salvo poi appurare che ero andato troppo al di sotto del mio fabbisogno calorico, inconveniente che ho risolto tornando a “regime” (il mio fabbisogno calorico è di circa 3000 calorie, secondo le tabelle ufficiali, ma io mi trovo bene ingerendone 3500 e più, come media).
Posso dire di godere davvero di ottima salute, come mai prima nella mia vita.
Ultimamente ho diminuito la quantità di verdure cotte, anche perché non sono più costretto a mangiarle per evitare eccessivo dimagrimento, nel senso che dopo 2 anni ho finalmente riacquistato parte del peso perso inizialmente (da 84kg per 188 cm di altezza, ero sceso a 71, per poi riportarmi a 76, che considero il mio peso forma). Adesso, mangio le verdure cotte più per “golosità”, e ne mangio circa 400/500 grammi di media, cercando di evitare le patate, che mi provocavano muco e acidità, sostituendole con la zucca, che ha una minima quantità di amido ed è comunque catalogata tra i fruttortaggi.
Seguo per lo più le cominazione alimentari, abbino anche più frutti in un pasto ma sempre quelli dolci con quelli dolci e quelli acidi con quelli acidi. A volte, alla sera, dopo aver mangiato frutta e poi insalata, mi capita di mangiare altra frutta, ma ho imparato a capire quale frutta, in che quantità e quando sì e quando no, e digerisco "quasi" sempre bene. Quando questo non avviene cerco di capire perchè e trarre lezione per il futuro. Non faccio uso di semi oleosi, se non eccezionalmente, forse 4 o 5 volte negli utlimi 3 anni (e li ho trovati di difficile digestione, quindi li ho abiliti), qualche volta ho condito l'insalata con il tahini (senza riscontrare nessun problema, a prescindere che il tahini è fatto con semi di girasole riscaldati, il che non è il massimo). Non uso frutta essiccata, a meno di un paio di datteri medjoul nei frullati di banana. Quelle poche volte che ho provato a mangiare frutta essiccata senza diluirla nel frullato mi ha sempre provocato fermentazione, leggera o meno, a seconda della quantità. So per certo che se nel frullato può andare, da sola no.
Continuo a mangiare tanta insalata a foglia verde (dal mezzo chilo al chilo al giorno), più che per i minerali (l’indicazione viene riportata da tanti nutrizionisti 80/10/10, anche in virtù del fatto che la frutta non è bio, e comunque i terreni sono depauperati e il contenuto di minerali non è più quello di una volta), perché dopo tanta frutta sento il bisogno di mangiare qualcosa di diverso, di “salato”, anche se salato naturalmente. Stessa cosa dicasi per i grassi, li mangio (avocado o olive) perché fanno parte del condimento che rende gradevole l’insalata.
Chissà che in un futuro più o meno prossimo non inizi anche io a sperimentare una dieta di sola frutta… seguirò, come sempre, quello che mi sentirò di fare al momento…
Carissima Rosso, non so se con tutte queste chiacchiere alla fine ho risposto alla tua domanda, eventualmente fammi sapere.
Un grandissimo abbraccio
Marco Urbisci