Apicoltura: Vegan o no?
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Apicoltura: Vegan o no?
Vorrei esporre a tutti voi una riflessione propostami da un amico fortemente vegano, che però, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, svolge di lavoro l' apicoltore, sostenendo di non essere in contraddizione (e mi ha anche convinto).
In breve il punto è questo: l' apicoltura, a suo dire, è l' unico rapporto con un animale che non è di sfruttamento ma di collaborazione. Questo si può dire fondamentalmente per tre motivi:
1) Tra apicoltore e ape avviene a tutti gli effetti uno scambio, nel senso che non solo l' ape "cede" il suo lavoro che è il suo miele, ma anche l apicoltore fornisce all ape un riparo sicuro e confortevole.
2) Nel caso malaugurato in cui l' apicoltore si comporti male nei confronti del proprio animale, l' ape è l' unico animale da allevamento che può scappare, "sciamando", ergo la presenza dell ape è la prova che sta bene e si trova a suo agio nell ambiente fornitogli.
3) Il buon apicoltore è quello che sa sottrarre all ape soltanto la parte di miele in eccedenza rispetto a quella necessaria per la sopravvivenza dell alveare, considerando anche i rifornimenti per l inverno. E questo all apicoltore conviene anche in termini economici, per non perdere l alveare.
Che ne pensate? Secondo voi l' api-COLTURA può effettivamente considerarsi diversa dagli allevamenti animali e dunque coerente con le abitudini vegane?
In breve il punto è questo: l' apicoltura, a suo dire, è l' unico rapporto con un animale che non è di sfruttamento ma di collaborazione. Questo si può dire fondamentalmente per tre motivi:
1) Tra apicoltore e ape avviene a tutti gli effetti uno scambio, nel senso che non solo l' ape "cede" il suo lavoro che è il suo miele, ma anche l apicoltore fornisce all ape un riparo sicuro e confortevole.
2) Nel caso malaugurato in cui l' apicoltore si comporti male nei confronti del proprio animale, l' ape è l' unico animale da allevamento che può scappare, "sciamando", ergo la presenza dell ape è la prova che sta bene e si trova a suo agio nell ambiente fornitogli.
3) Il buon apicoltore è quello che sa sottrarre all ape soltanto la parte di miele in eccedenza rispetto a quella necessaria per la sopravvivenza dell alveare, considerando anche i rifornimenti per l inverno. E questo all apicoltore conviene anche in termini economici, per non perdere l alveare.
Che ne pensate? Secondo voi l' api-COLTURA può effettivamente considerarsi diversa dagli allevamenti animali e dunque coerente con le abitudini vegane?
Re: Apicoltura: Vegan o no?
Ciao Daniele, benvenuto!!
Io sono vegetariana, più tendente al vegan direi (mangio pochissimi derivati) e lo sono sia perchè detesto l'idea che degli animali soffrano in quel modo per sfamarmi, sia perchè gli allevamenti intensivi sono una porcheria ecologicamente.
Mi chiedo se il ragionamento che ci proponi riguardo al miele non possa essere esteso a uova di galline che vivono in grandi spazi aperti. Non mangerei mai più un animale, neanche se allevato in condizioni dignitose, ma per i derivati non si può fare un ragionamento diverso?
Io sono vegetariana, più tendente al vegan direi (mangio pochissimi derivati) e lo sono sia perchè detesto l'idea che degli animali soffrano in quel modo per sfamarmi, sia perchè gli allevamenti intensivi sono una porcheria ecologicamente.
Mi chiedo se il ragionamento che ci proponi riguardo al miele non possa essere esteso a uova di galline che vivono in grandi spazi aperti. Non mangerei mai più un animale, neanche se allevato in condizioni dignitose, ma per i derivati non si può fare un ragionamento diverso?
Re: Apicoltura: Vegan o no?
Io sono d'accordo con il ragionamento del tuo amico, anche se credo che lui sia "una mosca" bianca, nel senso che la maggior parte dei mieli disponibili a livello commerciale non vengono prodotti con questa attenzione al benessere delle api.
Quindi il mio dubbio è: come faccio a distinguere un apicoltore che come il tuo amico citandoti "sa sottrarre all ape soltanto la parte di miele in eccedenza rispetto a quella necessaria per la sopravvivenza dell alveare, considerando anche i rifornimenti per l inverno"?
Posso fidarmi di quello biologico?
Nel dubbio, non potendo vedere in che modo vengono cresciute e sfruttate le api, preferisco evitare il miele e lo sostituisco con il malto di riso o d'orzo, che considero più sano avendo tra l'altro un basso indice glicemico.
Quindi il mio dubbio è: come faccio a distinguere un apicoltore che come il tuo amico citandoti "sa sottrarre all ape soltanto la parte di miele in eccedenza rispetto a quella necessaria per la sopravvivenza dell alveare, considerando anche i rifornimenti per l inverno"?
Posso fidarmi di quello biologico?
Nel dubbio, non potendo vedere in che modo vengono cresciute e sfruttate le api, preferisco evitare il miele e lo sostituisco con il malto di riso o d'orzo, che considero più sano avendo tra l'altro un basso indice glicemico.
Re: Apicoltura: Vegan o no?
L'ideale sarebbe conoscere personalmente l'apicoltore o il contadino e comprare il miele o le uova direttamente da lui, solo quando si è certi al 100% che gli animali vivono serenamente. Purtroppo però questo non è facile o non è possibile per tutti...
- Vivere Scalzo
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Re: Apicoltura: Vegan o no?
Il miele ricavato rispettando le api, a parere mio, è eticamente raccolto, così come lo sono le uova non gallate, e quindi non covate, raccolte da galline che vivono in ambienti enormi cibandosi di vermi e altre prelibatezze, e che, come natura vuole, producono un uovo ogni parecchi giorni.
Detto questo credo che pochissimi allevatori lavorino in questo modo, se non qualche vegano che si autoproduce questi cibi. Chissà quando vivrò in mezzo alla natura che farò...
Per ora non sento l'esigenza di mangiare miele o uova, se nel mio vagare troverò un favo abbandonato, probabilmente assaporerò nuovamente del miele.
Per quanto riguarda le uova, mi intrigano meno, soprattutto se penso da dove son uscite...
Giorgio
Detto questo credo che pochissimi allevatori lavorino in questo modo, se non qualche vegano che si autoproduce questi cibi. Chissà quando vivrò in mezzo alla natura che farò...
Per ora non sento l'esigenza di mangiare miele o uova, se nel mio vagare troverò un favo abbandonato, probabilmente assaporerò nuovamente del miele.
Per quanto riguarda le uova, mi intrigano meno, soprattutto se penso da dove son uscite...
Giorgio
Re: Apicoltura: Vegan o no?
Vivere Scalzo ha scritto:Per quanto riguarda le uova, mi intrigano meno, soprattutto se penso da dove son uscite...
Condivido quanto scritto da Giorgio.
Se non posso vedere come vivono le galline o le api preferisco evitare e anche il mio corpo ringrazia.
Non sento affatto l'esigenza di mangiare uova o miele.
L'unica difficoltà che incontro, purtroppo, sono i pasti "obbligati" fuori casa, perchè spesso non ci sono alternative molto gustose...
- Sauro Martella
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Re: Apicoltura: Vegan o no?
Beh, le seclte personali sono una cosa e capisco il punto di vista di mangiare una cosa che non ha causato diretto sfruttamento o sofferenza (anche se in casi isolatissimi come presumibilmente quello indicato), ma ripeto, un conto è una scelta personale e un'altra è affermare che il miele è un "alimento" compatibile con la scelta vegan. Ovviamente non lo è, ma è MOLTO apprezzabile che ci siano persone che abbiano attenzione verso un approccio che cerca di evitare lo sfruttamento aldi fuori delle etichette e delle convenzioni...
Re: Apicoltura: Vegan o no?
se ci pensate l'ape è uno dei pochi animali che poi è un insetto che da all'uomo e agli altri animali piu di quanto prende, infatti nella sua vita impollina i fiori che diventeranno frutti ...aumentando di molto la produzione vegetale.
insetti selvatici che impollinano ce ne sono altri , ma a furia di inquinare li stiamo seccando tutti.
spero che questo apicoltore faccia davvero mcome dice...
degli alveari ce li vedrei bene in tutte le cascine
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spero che questo apicoltore faccia davvero mcome dice...
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Re: Apicoltura: Vegan o no?
Non posso che riportare anche qui quello che ho scritto nell'altro thread di questo forum:
il mio principio base è quello di non interferire, monopolizzare la vita di un altro individuo. Non sono io che devo cambiare il suo destino, decidere dove deve stare, come deve vivere, buttargli il vapore per farle andare lì piuttosto che qui, assolutamente escluso. Gli animali vivono di poco ma forse di tanto: del loro lavoro, delle sensazioni: il caldo del sole, la freschezza della rugiada, i grandi spazi, al libertà d'azione. Inutile ci vengano a dire la solita solfa: -Stanno meglio che in Natura! Tutto servito e pronto, non rischiano di ferirsi o morire di fame!- Ma gli affari tuoi quali sono? Quando vorrò una campana di vetro te la verrò a chiedere amico umano!- E vediamo il leone protetto dai morsi della fame morire però di noia su una collinetta di qualche magnanimo zoo. O il criceto correre come un co**glione su di una ruota, perchè così sublima i grandi spazi, "è lo stesso, solo che è protetto in una gabbia"- Il mio criceto non ne voleva sapere di questa storia, nonostante la ruota, ogni volta ne inventava una nuova per riuscire ad evadere e lo trovavo di notte correre indisturbato tutte le direzioni sul pavimento di casa (a proposito, non comprate animali).
Per il resto, ho letto diverse informazioni negative sui tipi di allevamento che poi, lo ricordo, non sono uniformi e negli allevamenti intensivi sono, per di più, sempre peggiori. Magari la verità non la conosciamo, ma quelle api come sono arrivate da lui e se provengono da altri posti devo credere che ogni azione di questa enorme catena commerciale che è quella dell'allevamento, smistamento, trasporto di centinaia o migliaia di piccolissimi esserini, possa sorreggersi, senza, pur per sbaglio, l'uccisione di qualcuno di loro?
Peraltro ho trovato il malto d'orzo molto simile al miele e anche più buono, quindi potresti sostituirlo con quello. Certo, dipenderà anche lì dalle marche. A fronte di una vita, le tentazioni di gusto mi passano in secondo e terzo piano, anzi mi passa la fame.
Il fatto di dare all'animale più conforto e protezione e comodità che naturalmente è un'alibi tra i più subdoli e irritanti, per quel che credo, usato dagli allevatori ai mangiatori di carne ai padroni degli zoo etc.
Non sono molto informata, ma io scommetterei che ci sono delle altre motivazioni al fatto che le api rimangano a farsi manipolare per scelta, perchèche non abbandonano mai il loro alveare o perchè, costrette lì, hanno già deposto le larve...
Poi invece c'è il fenomeno della sciamatura, cioè ciclicamente una parte del gruppo vuole andare via a costruire altrove, e questo è molto importante, data quella che è la funzione (che probabilmente conoscete) fondamentale delle api nell'ecosistema, in particolare in questi tempi in cui la popolazione si è ridotta pericolosamente, in questo modo la Natura può continuare la sua proficua azione di "contrasto" alla cementificazione, rinverdendosi, rigogliendo e diversificandosi.
Azione che invece è contrastata per quel che possibile dagli apicoltori, che vantano di essere i protettori dell'ecosistema tenendo in vita le api (allo stesso modo, ancora una volta, di padroni di zoo, giardini zoologici etc.).
Spero di non aver fatto ripetizioni copincollando il vecchio messaggio e integrando con altre riflessioni.
il mio principio base è quello di non interferire, monopolizzare la vita di un altro individuo. Non sono io che devo cambiare il suo destino, decidere dove deve stare, come deve vivere, buttargli il vapore per farle andare lì piuttosto che qui, assolutamente escluso. Gli animali vivono di poco ma forse di tanto: del loro lavoro, delle sensazioni: il caldo del sole, la freschezza della rugiada, i grandi spazi, al libertà d'azione. Inutile ci vengano a dire la solita solfa: -Stanno meglio che in Natura! Tutto servito e pronto, non rischiano di ferirsi o morire di fame!- Ma gli affari tuoi quali sono? Quando vorrò una campana di vetro te la verrò a chiedere amico umano!- E vediamo il leone protetto dai morsi della fame morire però di noia su una collinetta di qualche magnanimo zoo. O il criceto correre come un co**glione su di una ruota, perchè così sublima i grandi spazi, "è lo stesso, solo che è protetto in una gabbia"- Il mio criceto non ne voleva sapere di questa storia, nonostante la ruota, ogni volta ne inventava una nuova per riuscire ad evadere e lo trovavo di notte correre indisturbato tutte le direzioni sul pavimento di casa (a proposito, non comprate animali).
Per il resto, ho letto diverse informazioni negative sui tipi di allevamento che poi, lo ricordo, non sono uniformi e negli allevamenti intensivi sono, per di più, sempre peggiori. Magari la verità non la conosciamo, ma quelle api come sono arrivate da lui e se provengono da altri posti devo credere che ogni azione di questa enorme catena commerciale che è quella dell'allevamento, smistamento, trasporto di centinaia o migliaia di piccolissimi esserini, possa sorreggersi, senza, pur per sbaglio, l'uccisione di qualcuno di loro?
Peraltro ho trovato il malto d'orzo molto simile al miele e anche più buono, quindi potresti sostituirlo con quello. Certo, dipenderà anche lì dalle marche. A fronte di una vita, le tentazioni di gusto mi passano in secondo e terzo piano, anzi mi passa la fame.
Il fatto di dare all'animale più conforto e protezione e comodità che naturalmente è un'alibi tra i più subdoli e irritanti, per quel che credo, usato dagli allevatori ai mangiatori di carne ai padroni degli zoo etc.
Non sono molto informata, ma io scommetterei che ci sono delle altre motivazioni al fatto che le api rimangano a farsi manipolare per scelta, perchèche non abbandonano mai il loro alveare o perchè, costrette lì, hanno già deposto le larve...
Poi invece c'è il fenomeno della sciamatura, cioè ciclicamente una parte del gruppo vuole andare via a costruire altrove, e questo è molto importante, data quella che è la funzione (che probabilmente conoscete) fondamentale delle api nell'ecosistema, in particolare in questi tempi in cui la popolazione si è ridotta pericolosamente, in questo modo la Natura può continuare la sua proficua azione di "contrasto" alla cementificazione, rinverdendosi, rigogliendo e diversificandosi.
Azione che invece è contrastata per quel che possibile dagli apicoltori, che vantano di essere i protettori dell'ecosistema tenendo in vita le api (allo stesso modo, ancora una volta, di padroni di zoo, giardini zoologici etc.).
Spero di non aver fatto ripetizioni copincollando il vecchio messaggio e integrando con altre riflessioni.
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Re: Apicoltura: Vegan o no?
Ho letto solo ora.anaiviv ha scritto:Ciao Daniele, benvenuto!!
Io sono vegetariana, più tendente al vegan direi (mangio pochissimi derivati) e lo sono sia perchè detesto l'idea che degli animali soffrano in quel modo per sfamarmi, sia perchè gli allevamenti intensivi sono una porcheria ecologicamente.
Mi chiedo se il ragionamento che ci proponi riguardo al miele non possa essere esteso a uova di galline che vivono in grandi spazi aperti. Non mangerei mai più un animale, neanche se allevato in condizioni dignitose, ma per i derivati non si può fare un ragionamento diverso?
La storia è questa: in qualsiasi allevamento biologico e nella maggior parte dei casi anche per quanto riguarda i contadini, quando gli animali calano la produzione o comunque diventano improduttivi vengono sostituiti.
Naturalmente non vi è alcuna pensione per gli animali che hanno dato i loro -e per loro intendo proprio loro e sottolineo loro- prodotti all'uomo. Neanche un vitto e alloggio ristoratore.
Vengono mandati al macello così ci si guadagna pure sulla loro morte.
E che diamine! Devono sobbarcarsi pure le spese di smaltimento?
Inoltre, sarebbe davvero economicamente autolesionista mantener pure magnanimanete i figli delle sfornalatte, e darne un po' a noi un po' a loro. Non è l'anima del commercio.
Se bisogna allevare i vitelli affinchè diventano manzi da carne lo si fa, la maggior parte delle volte con del latte artificiale di basso costo, altrimenti li si ammazza subito.
Ti mostro delle storie interessanti ed esplicative: http://www.viverevegan.org/lettere_fram ... rtale.html
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 4831.shtml
Quanto alle galline, quando si avvicinano ad esser sostituite bisogna prima farne crescere altre, allora alcune uova vengono fatte schiudere, però tra queste come fai a dire chi sarà femmina e chi maschio? Le fai schiudere tutte, poi chi è maschio andrà ad esser tritato per far da mangime per cani o da concime.
Perchè sprecare soldi nello smaltimento quando da quelle morti puoi al contrario guadagnarci?
E' come vedi qui: http://www.youtube.com/watch?v=-uA1mKGgAkM
Ok, è un video straniero ma se trovi lo stralcio di Report in cui hanno mostrato la stessa pratica (legale) in un allevamento italiano capisci che se c'è qualcosa che non ha confini è il modo di far profitto.
Quindi che importa se un animale ha vissuto bene o meno quando vivrà pochi anni per avviarsi a una tragica morte?
Per non parlare degli inganni delle etichette laddove per "allevati all'aperto" può voler dire in allevamenti al chiuso da cui possono uscire anche solo poco tempo in tutta la giornata. Allevamento biologico invece dovrebbe garantire la vita all'aperto ma non garantisce sulla vita.
Re: Apicoltura: Vegan o no?
ho la fortuna di avere un amico che produce miele per sè e non lo vende. è vegetariano e ama tantissimo gli animali, verso le api ha un rispetto reverenziale e capita che mi passi uno o due barattoloni del suo miele fantastico.
Credo che finchè c'è rispetto, si possa in qualche modo accettare un do ut des uomo animale.
la stessa cosa (per quel che mi riguarda) vale per le galline e le uova. Conosco diversi contadini che hanno qualche gallina libera nel cortile, galline che non vengono uccise per mangiare ma vengono tenute solo per le uova.
e se le uova non sono fecondate direi che invece che farle buttare sono ben disposta a pagare questi contadini per avere prodotti naturali e freschi.
non c'è sfruttamento, non c'è uccisione, le uova non sono fecondate quindi non si ammazzano pulcini..
Credo che finchè c'è rispetto, si possa in qualche modo accettare un do ut des uomo animale.
la stessa cosa (per quel che mi riguarda) vale per le galline e le uova. Conosco diversi contadini che hanno qualche gallina libera nel cortile, galline che non vengono uccise per mangiare ma vengono tenute solo per le uova.
e se le uova non sono fecondate direi che invece che farle buttare sono ben disposta a pagare questi contadini per avere prodotti naturali e freschi.
non c'è sfruttamento, non c'è uccisione, le uova non sono fecondate quindi non si ammazzano pulcini..
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Re: Apicoltura: Vegan o no?
E quando non fanno più uova vengon tenute sino alla morte così per riconoscenza?
Re: Apicoltura: Vegan o no?
le galline non vivono in eterno...
si tratta di mettere un po' di mangime in più fin quando non muoiono per vecchiaia.
loro poi si nutrono di galline da macello, quelle che hanno in cortile sono più come loro animali domestici.
si tratta di mettere un po' di mangime in più fin quando non muoiono per vecchiaia.
loro poi si nutrono di galline da macello, quelle che hanno in cortile sono più come loro animali domestici.
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Re: Apicoltura: Vegan o no?
Diversi animali vivono diverso tempo dopo che diventano improduttivi. Non so nel caso delle galline.
Comunque tradizionalmente alla gallina che non fa più uova si tira il collo ed "è buona per il brodo".
Comunque tradizionalmente alla gallina che non fa più uova si tira il collo ed "è buona per il brodo".
Re: Apicoltura: Vegan o no?
Io compro formaggio di capra da un contadino che chiama tutte le sue caprette per nome e le adora. Non credo le macellerà mai o roba simile. Non bevo latte, ma lo acquisto per la famiglia presso un distributore alla spina. Non sarò perfetta, ma questo è quello che posso e mi sento di fare. Anche perchè non uso la macchina, sono maniacale nella raccolta differenziata, non accetto sacchetti di plastica...etc...