insegnanti e burnout
Inviato: dom feb 28, 2010 3:34 pm
ciao, mi sono appena iscritta anche se leggo i forum di promiseland già da un po'...mi piacerebbe conoscere esperienze simili alla mia, forse ho solo sfogarmi, non so, ho una gran confusione in testa.
ho 28 anni e insegno lettere alle medie. sono al mio primo anno di incarico a tempo pieno. vengo da due anni di scuola di specializzazione, passati a chiedermi se tutto ciò che stavo facendo avesse un senso per me, oppure no. mi vergogno un po' a lamentarmi, sapendo che c'è molta gente che sarebbe felice di lavorare al mio posto e invece si trova disoccupata.
il problema è che non mi riconosco più in me stessa. questo lavoro mi sta rendendo una persona apatica e violenta. ho iniziato con entusiasmo, credendo di fare qualcosa per diffondere la cultura. credevo che le ore spese a preparare quello che avrei detto il giorno dopo avrebbero dato dei frutti. invece ho avuto solo delusioni. ormai, per riuscire a sopportare la situazione, ho deciso di cercare minimizzare il tempo che dedico al lavoro (che, per un insegnante, è sempre tanto, tra preparazione delle lezioni, correzioni di compiti e verifiche, ricerca di materiale...) sperando di ridurre, in modo proporzionale, anche le delusioni, che in questi ultimi mesi sono state tante.
avevo preparato, con entusiasmo e impegno, un bel ciclo di lezioni corredate di presentazioni powerpoint e filmati...risultato: l'unico commento è stato: "pallose".
cerco di coinvolgere i ragazzi anche usando un blog in cui fornisco materiali di supporto e approfondimento: mi sono sentita dire da un ragazzo che è un "sito schifoso".
cerco di assumere, quando faccio lezione, un atteggiamento non "cattedratico", di stare vicina ai ragazzi: mi sono sentita dire da un ragazzino "Lei è maleducata perchè si siede sui tavoli" (quando i ragazzi, in primis quello che ha parlato, non rispettano quasi mai le regole)...
per le vacanze di Natale ho dato un numero di compiti abbastanza esiguo, e mi sono sentita dire da una madre (con scenata isterica in consiglio di classe) che erano troppi perchè la giusta misura è zero, visto che anche i genitori hanno diritto di riposare, sennò che vacanze sono?
e questi sono solo i primi episodi che mi sono venuti in mente, forse nemmeno i più gravi.
ogni giorno mi alzo con la prospettiva di sgolarsi davanti a venticinque ragazzini chiassosi, tra cui non ce n'è nemmeno uno che ascolta... a che cosa serve tutto ciò? le mie mattine trascorrono nell'attesa che arrivi il momento del suono della campanella che annuncia la fine delle lezioni...
ieri mi sono quasi sentita male, mi sentivo qualcosa dentro, probabilmente mi si è abbassata la pressione e ho dovuto sedermi perchè mi girava la testa.
si stanno manifestando tutte le mie qualità peggiori, sto diventando -da un lato- sempre più aggressiva e -dall'altro- sempre più distaccata da quello che faccio, io che ci ho sempre messo l'anima nello studio o nel lavoro. mi ritrovo a provare odio e sentimenti distruttivi verso tutti gli umani che mi stanno intorno (i ragazzi, i loro genitori, i colleghi...). La settimana trascorre nell'attesa che arrivino la domenica e il giorno libero. io vorrei essere l'esatto contrario di questo, so che dovrebbe importarmi dei ragazzi come persone (al di là del loro rendimento scolastico scarso), dovrei avere compassione di loro e dei loro problemi (presi singolarmente forse mi farebbero anche tenerezza)...ma quando me li ritrovo davanti non riesco proprio a sopportarli.
è frustrante pensare che io, per trovarmi in questa situazione, ho anche buttato via due anni di studio (più cinque di università)...
sull'argomento ho trovato questo studio che mi sembra interessante: http://www.edscuola.it/archivio/psicologia/burnout.htm.
mi piacerebbe conoscere le esperienze di persone che hanno vissuto qualcosa di simile...
grazie, scusate per lo sfogo.
ciao
ho 28 anni e insegno lettere alle medie. sono al mio primo anno di incarico a tempo pieno. vengo da due anni di scuola di specializzazione, passati a chiedermi se tutto ciò che stavo facendo avesse un senso per me, oppure no. mi vergogno un po' a lamentarmi, sapendo che c'è molta gente che sarebbe felice di lavorare al mio posto e invece si trova disoccupata.
il problema è che non mi riconosco più in me stessa. questo lavoro mi sta rendendo una persona apatica e violenta. ho iniziato con entusiasmo, credendo di fare qualcosa per diffondere la cultura. credevo che le ore spese a preparare quello che avrei detto il giorno dopo avrebbero dato dei frutti. invece ho avuto solo delusioni. ormai, per riuscire a sopportare la situazione, ho deciso di cercare minimizzare il tempo che dedico al lavoro (che, per un insegnante, è sempre tanto, tra preparazione delle lezioni, correzioni di compiti e verifiche, ricerca di materiale...) sperando di ridurre, in modo proporzionale, anche le delusioni, che in questi ultimi mesi sono state tante.
avevo preparato, con entusiasmo e impegno, un bel ciclo di lezioni corredate di presentazioni powerpoint e filmati...risultato: l'unico commento è stato: "pallose".
cerco di coinvolgere i ragazzi anche usando un blog in cui fornisco materiali di supporto e approfondimento: mi sono sentita dire da un ragazzo che è un "sito schifoso".
cerco di assumere, quando faccio lezione, un atteggiamento non "cattedratico", di stare vicina ai ragazzi: mi sono sentita dire da un ragazzino "Lei è maleducata perchè si siede sui tavoli" (quando i ragazzi, in primis quello che ha parlato, non rispettano quasi mai le regole)...
per le vacanze di Natale ho dato un numero di compiti abbastanza esiguo, e mi sono sentita dire da una madre (con scenata isterica in consiglio di classe) che erano troppi perchè la giusta misura è zero, visto che anche i genitori hanno diritto di riposare, sennò che vacanze sono?
e questi sono solo i primi episodi che mi sono venuti in mente, forse nemmeno i più gravi.
ogni giorno mi alzo con la prospettiva di sgolarsi davanti a venticinque ragazzini chiassosi, tra cui non ce n'è nemmeno uno che ascolta... a che cosa serve tutto ciò? le mie mattine trascorrono nell'attesa che arrivi il momento del suono della campanella che annuncia la fine delle lezioni...
ieri mi sono quasi sentita male, mi sentivo qualcosa dentro, probabilmente mi si è abbassata la pressione e ho dovuto sedermi perchè mi girava la testa.
si stanno manifestando tutte le mie qualità peggiori, sto diventando -da un lato- sempre più aggressiva e -dall'altro- sempre più distaccata da quello che faccio, io che ci ho sempre messo l'anima nello studio o nel lavoro. mi ritrovo a provare odio e sentimenti distruttivi verso tutti gli umani che mi stanno intorno (i ragazzi, i loro genitori, i colleghi...). La settimana trascorre nell'attesa che arrivino la domenica e il giorno libero. io vorrei essere l'esatto contrario di questo, so che dovrebbe importarmi dei ragazzi come persone (al di là del loro rendimento scolastico scarso), dovrei avere compassione di loro e dei loro problemi (presi singolarmente forse mi farebbero anche tenerezza)...ma quando me li ritrovo davanti non riesco proprio a sopportarli.
è frustrante pensare che io, per trovarmi in questa situazione, ho anche buttato via due anni di studio (più cinque di università)...
sull'argomento ho trovato questo studio che mi sembra interessante: http://www.edscuola.it/archivio/psicologia/burnout.htm.
mi piacerebbe conoscere le esperienze di persone che hanno vissuto qualcosa di simile...
grazie, scusate per lo sfogo.
ciao