STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

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Daria
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Daria » sab lug 17, 2010 5:36 pm

Linee guida USA a favore della dieta vegetariana
17/07/2010

Le linee guida alimentari ufficiali degli USA sottolineano i benefici della dieta vegetariana.

Il PCRM (Comitato di Medici per una Medicina Responsabile) ha accolto con favore i dati forniti nel giugno 2010 dal Comitato consultivo americano sulle linee guida dietetiche (Dietary Guidelines Advisory Committee), che ha sottolineato l'importanza dell'alimentazione vegetariana per gli americani. Nonostante le diete vegetariane siano conderate da qualcuno solo come una "moda", si sono ora affermate pienamente come un metodo efficace per prevenire l'obesità, il diabete e i problemi legati al colesterolo.

Altri gruppi di esperti avevano già rimarcato il valore e l'utilità delle diete vegetariane senza però che queste venissero mai consigliate all'interno di linee guida, le quali sono influenzate spesso della politica. I recenti studi parlano sicuramente molto chiaro: la dieta vegetariana è correlata ad un basso indice di massa corporea, a pressione arteriosa più bassa e a migliori condizioni di salute.

Chi fa a meno della carne corre meno rischi di avere problemi di salute, mentre coloro che eliminano anche i latticini e le uova (seguendo una dieta vegana) sono i più sani di tutti. Ad esempio, le diete vegetariane e vegane riducono il rischio di diabete e le diete basate sui vegetali possono addirittura aiutare chi già è affetto da diabete di tipo 2 a controllarne i disturbi e a ridurre la dipendenza dei farmaci.

"Le diete vegetariane possono ridurre sensibilmente il rischio di obesità, di diabete e di altri problemi" afferma Susan Levin, specialista in nutrizione, dietista riconosciuta e direttrice del dipartimento di educazione alimentare del PCRM. "L'America spende 100 miliardi di dollari l'anno in assistenza sanitaria per problemi legati all'obesità ed è palese che dei pasti senza carne ci aiuterebbero a rimanere in forma e in buona salute e a ridurre le nostre spese sanitarie."

I consigli alimentari del PCRM, rappresentati graficamente nel "The Power Plate" (http://www.thepowerplate.org), si focalizzano nel presentare cereali integrali, frutta, verdura e legumi come le basi della dieta. Il "Power Plate" si rifà a decine di studi scientifici che dimostrano come le abitudini alimentari vegetariane siano associate ad un più basso tasso di obesità, un minor rischio di malattie cardiache, ipertensione e diabete di tipo 2.

Fonte:
PCRM, Proposed Dietary Guidelines Highlight Benefits of Vegetarian Diets:
http://pcrm.org/news/dietary_guidelines ... 00615.html - 15 giugno 2010

Fondato nel 1985, il PCRM è un'organizzazione non-profit che promuove la medicina preventiva, conduce studi clinici e incoraggia ad adottare standard più etici e scientificamente efficaci nella ricerca medica.

Traduzione a cura di Benedetta Tagliabue

http://www.scienzavegetariana.it/

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lisavegan
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da lisavegan » dom lug 18, 2010 1:46 am

Gli americani son sempre stati il popolo degli estremi:o tutto bene o tutto male...Da un lato cibo-spazzatura,dall'altro vegetariani...Mah!? :!: :?:

Daria
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Daria » dom set 12, 2010 7:44 pm

Vegani "significativamente meno inquinati"
12/09/2010

Uno studio dimostra come l'alimentazione vegan porti a una minore assunzione di inquinanti.

Ogni 5 anni il governo americano misura l'ammontare di rifiuti tossici nei nostri cibi. Le diossine sono una classe di inquinanti industriali emessi nell'atmosfera che "si accumulano nei tessuti adiposi degli esseri umani e nei cibi di origine animale consumati dagli umani. Generalmente si ritiene che per l'uomo la fonte più significativa di diossine (e composti diossina-like come il bifenile - PCB) sia l'assunzione di prodotti animali ed ittici." Ma quali sono i prodotti animali che espongono a maggior rischio?

Secondo i recenti dati dell'Agenzia di Protezione Ambientale statunitense (Environmental Protection Agency - EPA), seconde solo al pesce in termini di livelli di PCB, sono le uova. Questo può aiutare a spiegare i risultati di un recente studio che ha evidenziato che il consumo di uova "era associato ad un'aumentata probabilità di sviluppare tumori della cavità orale e della faringe, dell'esofago e del tratto aereo-digestivo superiore (inclusa la cavità orale, la faringe, l'esofago, la laringe), del colon e del colon-retto, del polmone, della mammella, della prostata, della vescica e di tutti i tumori combinati."

Tra tutti questi tumori, il consumo di uova era più strettamente correlato con il rischio di tumore alla mammella. Coloro che mangiano più di mezzo uovo al giorno hanno un rischio di tre volte maggiore di ammalarsi di tumore alla mammella rispetto a coloro che non consumano affatto uova.

Le tossine industriali trovate nei prodotti animali non contribuiscono solo ad aumentare il rischio di sviluppare un tumore. Secondo un recente articolo pubblicato sulla rivista scientifica Reproductive Toxicology, "sono sempre più numerose le evidenze che suggeriscono che l'esposizione della madre a composti chimici tossici possa essere associata a numerosi difetti congeniti, a problemi pediatrici, a una distribuzione anormale del numero di maschi e femmine, a tumori letali in bambini e adolescenti, a turbe psicosessuali, così come a disfunzioni endocrine e riproduttive nella vita adulta". L'autore conclude: "Prevedo che le future generazioni di scienziati guarderanno con incredulità alla cultura medica del passato che permetteva l'avvelenamento delle donne in età fertile e ignorava le correlazioni con la salute del nascituro."

Cosa succede tuttavia se si decide di non mangiare carne, pesce, derivati del latte e uova? Uno studio intitolato "L'impatto dell'adozione di una dieta vegana sulla concentrazione plasmatica di organoclorine" è stato recentemente pubblicato da un gruppo internazionale di scienziati. Le organoclorine sono prodotti chimici ampiamente usati dopo la Seconda Guerra Mondiale come insetticidi e nell'industria. Negli anni '60 si cominciarono a conoscere i loro effetti avversi sull'ambiente e sull'uomo e negli anni '70 il loro utilizzo venne proibito nella maggior parte di Paesi industrializzati (compresi gli Stati Uniti). Ciononostante, essendo fortemente resistenti alla degradazione [...] continuano ad essere presenti nella catena alimentare in tutto il mondo. [...] Essendo alla cima della catena alimentare, l'uomo ne è contaminato attraverso il cibo, nell'infanzia dal latte materno e in seguito dai prodotti animali quali pesce carne e latticini."

Gli studi hanno mostrato che la concentrazione di organoclorine nel latte materno e nei tessuti adiposi dei vegetariani è inferiore a quella degli onnivori, ma nessun studio sui "vegani puri" era stato intrapreso fino ad oggi. Testando un'ampia serie di tossine industriali carcinogene e di pesticidi, i ricercatori "hanno scoperto che i vegani sono significativamente meno inquinati degli onnivori."

Quello che ha sorpreso il gruppo di ricercatori è che i vegani avessero pari esposizione alle sostanze tossiche rispetto agli altri. Gli scienziati hanno offerto una serie di spiegazioni. Per esempio i vegani "potrebbero essere stati allattati al seno da neonati, e potrebbero essere stati esposti alle organoclorine accumulate dalla madre, trasferite poi al bambino durante l'allattamento. Inoltre, la scelta vegetariana o vegana viene spesso fatta in età adulta." Questo è un altro problema che è stato notato: la maggior parte dei vegani non lo è dalla nascita. "Perciò la dieta onnivora seguita nell'infanzia e adolescenza porta ad una contaminazione da organoclorine che è ancora misurabile nell'adulto."

Per diminuire la nostra esposizione alle tossine industriali nel nostro mondo sempre più inquinato, dobbiamo nutrirci il più in basso possibile nella catena alimentare e il più presto possibile: seguire cioè una dieta a base vegetale (plant based diet).

Fonte:

VegSource, Vegans "Significantly Less Polluted", 5 agosto 2010
(http://www.vegsource.com/michael-greger ... luted.html)

Traduzione a cura di Federica Piana

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Akentos
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Akentos » lun set 13, 2010 8:56 pm

Daria scusa, non so se questo è il luogo giusto dove inserire questa domanda, se così non fosse si può spostare o eliminare.
Vorrei sapere dopo quanto tempo dal passaggio da una dieta onnivora ad una vegana, il corpo si " disintossica", non parlo di possibili danni o influenze negative, ma comunque di un ricambio. Temo di non riuscire a spiegarmi :( Spero nella tua perspicacia

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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Daria » mar set 14, 2010 12:16 pm

Akentos ha scritto: Vorrei sapere dopo quanto tempo dal passaggio da una dieta onnivora ad una vegana, il corpo si " disintossica", non parlo di possibili danni o influenze negative, ma comunque di un ricambio. Temo di non riuscire a spiegarmi :( Spero nella tua perspicacia
Non so rispondere a questa domanda Akentos,
credo che nessuno lo sappia con precisione, forse nemmeno gli studiosi e i ricercatori.
Dipende poi da diversi fattori, l'ambiente in cui si vive, il tipo di vita che facciamo, quanti alimenti tossici si mangiava da onnivori e quanti se ne mangiano da vegani...ecc
domanda di riserva? :D

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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Akentos » mar set 14, 2010 6:29 pm

:D
Vediamo se riesco a spiegarmi meglio, mi chiedo quanto tempo ci voglia perchè il corpo elimini tutte le sostanze, se mangiassi carne oggi, quanto tempo ci metterebbe il mio corpo ad espellerla totalmente? :roll:

Daria
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Daria » mer set 15, 2010 8:33 pm

Eh ma avevo capito benissimo la domanda...
è la risposta che non può essere precisa, come ti dicevo può dipendere da diversi fattori e anche da persona a persona, non può esistere una regola uguale per tutti perchè, ad esempio ci sono persone che mangiavano quantità moderate di carne, mentre altre la consumavano in abbondanza... poi dipende anche da quanto tempo eri onnivoro, è chiaro che per uno che ha mangiato carne per 40 anni non può essere lo stesso di uno che diventa vegetariano giovanissimo. Poi ci sono vegetariani che si alimentano bene da subito ma ci sono anche quelli che fumano, o che comunque pur non mangiando carne, si nutrono di altre schifezze: cibi fritti, confezionati, raffinati, uova, latticini...
Per tornare alla tua domanda, c'è chi riesce a disintossicarsi in breve e c'è chi impiega molto di più... e c'è pure chi non riesce a disintossicarsi proprio per tutta questa serie di motivi... :)

Akentos
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Akentos » mer set 15, 2010 9:38 pm

Grazie Daria, tu hai capito benissimo la risposta, non la domanda :shock: :lol: ( non farci caso, sono stata onnivora per così tanto tempo, che mentalamente i danni si sentono) ...non mi riferisco agli effetti, ma ...lascio perdere, non voglio tirarti nel vortice della mia idiozia.
Grazie comunque forse ho capito. :D

Akentos
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Akentos » dom nov 14, 2010 7:28 pm

Voglio condividere una conseguenza positiva del mio veganesimo: Negli ultimi anni perdevo tantissimi capelli, la mattina trovavo il cuscino strapieno, i miei vestiti sempre capellosi, quando cucinavo spesso dovevo usare un cappello, nonostante fossero sempre raccolti, per non parlare di quando li lavavo, li perdevo a mazzi...ora la mattina il mio cuscino e lindo, e quando cucino posso tenerli liberi, non ne perdo più. Sono felice :)

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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Daria » dom nov 14, 2010 11:04 pm

Akentos ha scritto:Voglio condividere una conseguenza positiva del mio veganesimo: Negli ultimi anni perdevo tantissimi capelli, la mattina trovavo il cuscino strapieno, i miei vestiti sempre capellosi, quando cucinavo spesso dovevo usare un cappello, nonostante fossero sempre raccolti, per non parlare di quando li lavavo, li perdevo a mazzi...ora la mattina il mio cuscino e lindo, e quando cucino posso tenerli liberi, non ne perdo più. Sono felice :)
Spesso, la perdita di capelli, è da attribuire alla mancanza di ferro... o comunque a carenze nutritive, specialmente di minerali.
Probabilmente con l'alimentazione vegana, come spesso succede, hai risolto il problema delle carenze minerali... grazie per averlo condiviso con noi...:-) ;-)

Davide'80
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Davide'80 » mar nov 16, 2010 10:42 am

Physicians Committee for Responsible Medicine
Breaking Medical News

Women on Vegan Diets Have More Long-Chain Omega-3s, Compared with Fish-Eaters

Women following vegan diets have significantly more omega-3 “good fats” in their blood, compared with fish-eaters, meat-eaters, and ovo-lacto vegetarians, according to a new report from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) Study. Levels in vegan men were not quite as high as in vegan women. Despite zero intake of long-chain omega-3s eicosapentaenoic acid (EPA) and docosahexaenoic acid (DHA) and substantially lower intake of their plant-derived precursor alpha-linolenic acid (ALA), vegan participants converted robust amounts of shorter-chain fatty acids into these long-chain fatty acids. The study included 14,422 men and women aged 39 to 78.

Welch AA, Shakya-Shrestha S, Lentjes MAH, Wareham NJ, Khaw KT. Dietary intake and status of n-3 polyunsaturated fatty acids in a population of fish-eating and non-fish-eating meat-eaters, vegetarians, and vegans and the precursor-product ratio of a-linolenic acid to long-chain n-3 polyunsaturated fatty acids: results from the EPIC-Norfolk cohort. Am J Clin Nutr. 2010;92:1040-1051.

For information about nutrition and health, please visit www.pcrm.org/.

Breaking Medical News is a service of the Physicians Committee for Responsible Medicine,
5100 Wisconsin Avenue, N.W., Suite 400, Washington, DC 20016.

http://www.pcrm.org/news/archive101115.html


Traduzione in italiano:

Le donne con diete vegane hanno più Omega-3 a catena lunga, confrontate con le consumatrici di pesce

Le donne che seguono diete vegane hanno significativamente più omega-3 "grassi buoni" nel loro sangue, confrontate con le consumatrici di pesce, consumatrici di carne, e ovo-latto-vegetariane, in accordo con un nuovo report dall'European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) Study. I livelli negli uomini vegani non erano così tanto alti come nelle donne vegane. Nonostante la nulla assunzione di omega-3 a catena lunga acido eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA) e sostanzialmente più bassa assunzione del loro precursore di derivazione vegetale acido alfa-linolenico (ALA), i partecipanti vegani convertono grosse quantità di acidi grassi omega-3 a catena corta in quegli acidi grassi a catena lunga. Lo studio ha incluso 14 422 uomini e donne di età compresa tra 39 e 78 anni.

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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Daria » lun dic 27, 2010 1:38 pm

DIETA VEGETARIANA OK PER PAZIENTI CON PROBLEMI RENALI

La dieta vegetariana riduce nei pazienti affetti da malattie renali i livelli di fosforo potenzialmente tossici nel sangue e nelle urine. Lo ha scoperto uno studio dell'Indiana University partendo da una nessita' che questo tipo di persone hanno nel limitare l'assunzione di fosforo - che si trova nelle proteine alimentari ed e' un additivo alimentare comune - perche' i loro corpi hanno difficolta' a sbarazzarsi del minerale.

Elevati livelli di fosforo possono portare a malattie cardiache e un incremento del rischio di mortalita'. Lo studio, pubblicato su Clinical Journal of the American Society of Nephrology, ha confrontato due stili alimentari: alla fine, le analisi di sangue e urine hanno confermato che una dieta a base di cereali ha un rapporto inferiore di fosfati e la maggior parte di essi e' sotto forma di fitati, che impegnano meno il metabolismo.
noe/mcc/bra

(ASCA) - Roma, 24 dic 2010

http://www.asca.it/news-SALUTE__DIETA_V ... -ORA-.html

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Re: Dieta vegetariana OK per pazienti con problemi renali

Messaggio da Davide'80 » gio dic 30, 2010 9:45 am

Di questo studio è stato pubblicato anche un articolo dal PCRM (ho aggiunto il link alla pubblicazione del Clinical Journal of the American Society of Nephrology):

Physicians Committee for Responsible Medicine
Breaking Medical News

Vegetarian Diets Better for Kidney Patients
posted 12/29/10

Vegetarian diets are healthier for kidney patients, compared with animal-based diets, according to a new study in the Clinical Journal of the American Society of Nephrology. Patients who followed vegetarian diets had lower serum phosphorous levels, compared with those who consumed meat. Maintaining normal phosphorous levels is critical for patients with chronic kidney disease and is typically controlled by restricting intake.

Moe SM, Zidehsarai MP, Chambers MA, et al. Vegetarian compared with meat dietary protein source and phosphorus homeostasis in chronic kidney disease. Clin J Am Soc Nephrol. Published ahead of print December 23, 2010. doi:10.2215/CJN.05040610.

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Re: Dieta vegetariana OK per pazienti con problemi renali

Messaggio da Daria » dom gen 16, 2011 10:46 am

Davide'80 ha scritto:Di questo studio è stato pubblicato anche un articolo dal PCRM (ho aggiunto il link alla pubblicazione del Clinical Journal of the American Society of Nephrology):
SSNV ne ha fatto la versione in italiano:

Nuovo studio su dieta vegetariana e malattie renali

Una dieta vegetariana può avere un ruolo cruciale nella prevenzione e nella cura delle malattie renali.

Un nuovo, recente studio (dicembre 2010) pubblicato dall'American Society of Nephrology conferma che l'alimentazione a base vegetale è efficace per contrastare il decorso delle malattie renali. [1]

L'IRC è una malattia per la quale i reni non sono più in grado di svolgere il loro ruolo di "filtratori" e di eliminare in tal modo le scorie del metabolismo, specialmente scorie azotate che inducono uremia (alto tasso di urea, fortemente tossica per l'organismo). Le indicazioni terapeutiche concordano tutte nel consigliare una dieta a basso contenuto di fosforo, fosfati, proteine e sodio per evitare ulteriori danni ai reni.

Lo studio appena pubblicato spiega come i pazienti in fase avanzata di insufficienza renale cronica (IRC) abbiano un bilancio del fosforo positivo, vale a dire un livello troppo alto di escrezione renale di fosforo. Per questo l'alimentazione raccomandata per i malati di IRC è a basso contenuto di fosfati, non più di 800 milligrammi al giorno.

Questa ricerca ha però scoperto che non ha importanza solo la quantità di fosfati introdotta nella dieta, ma anche le fonti proteiche da cui derivano i fosfati stessi. Sono stati esaminati 9 pazienti che per una settimana hanno seguito una dieta onnivora, per un'altra settimana una vegetariana, equivalenti in nutrienti (le diete sono state preparate dai ricercatori stessi). Durante le ultime 24 ore di ciascuna settimana, i pazienti sono stati ricoverati in clinica per un controllo frequente del sangue e delle urine.

I risultati hanno mostrato che la settimana di dieta vegetariana aveva fatto abbassare i livelli di fosforso e di FGF23 (fattore 23 di crescita dei fibroblasti).

Come conclusione tale studio sottolinea dunque l'importanza non solo di ridurre l'apporto di fosforo/fosfati attraverso la dieta, ma di prestare attenzione anche alle fonti proteiche da cui derivano i fosfati stessi, preferendo fonti proteiche vegetali dato che queste portano a una significativa diminuzione dei livelli di fosforo.

A tale riguardo, molte ricerche sono state effettuate per evidenziare il benefico effetto che la dieta vegetariana possiede nei confronti delle patologie renali.

Le diete ipoproteiche "classiche" si basano sull'introduzione di prodotti speciali come cereali privi di glutine, mentre con la dieta vegetariana si va a ridurre l'apporto proteico di derivazione animale, in quanto i cibi animali hanno un contenuto troppo alto di proteine e scorie azotate, mentre viene aumentato l'apporto di frutta, verdura e cereali, che hanno un contenuto inferiore di fosfati.

Con questa dieta si ottiene un buon controllo dell'acidosi metabolica (grazie al potere alcalinizzante delle verdure) e un buon monitoraggio delle alterazioni lipidiche specialmente dei livelli troppo elevati di colesterolo, dato che carne, pesce, uova e latticini contengono alte dosi di grassi saturi, nocivi per l'apparato cardio-vascolare.

Fonte:

[1] Clinical Journal of the American Society of Nephrology, Sharon M. Moe, Miriam P. Zidehsarai, Mary A. Chambers, Lisa A. Jackman, J. Scott Radcliffe, Laurie L. Trevino, Susan E. Donahue, John R. Asplin, Vegetarian Compared with Meat Dietary Protein Source and Phosphorus Homeostasis in Chronic Kidney Disease, dicembre 2010
http://cjasn.asnjournals.org/content/ea ... 67e50b54cc

http://www.scienzavegetariana.it/news_dett.php?id=1077

Pubblicato anche nella home di Promiseland:
http://www.promiseland.it/2011/01/15/di ... ie-renali/
;-)

Daria
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Re: STUDI Scientifici sull'Alimentazione VEG

Messaggio da Daria » lun gen 24, 2011 8:43 pm

Omega3, non solo pesce
24/01/2011

L'assunzione di omega 3 e' piu' efficiente se questi provengono dai vegetali, lo dimostra un nuovo studio.

Una buona notizia per vegetariani e vegani - e per i nostri mari - giunge da una recente ricerca medico-scientifica condotta alla fine dell'anno scorso in Gran Bretagna e i cui risultati sono stati resi noti in un articolo apparso di recente sull'American Journal of Clinical Nutrition.

Vegetariani e vegani provvederebbero autonomamente alle proprie necessità di acidi grassi essenziali omega-3 a lunga catena (presenti nel pesce) ricavandoli dagli acidi grassi omega-3 vegetali, quindi senza dover introdurre nella propria dieta la carne di pesce. Tali grassi sono importanti per il buon funzionamento dei meccanismi metabolici.

E' già noto da tempo come gli omega-3 si possano ricavare molto più facilmente da fonti vegetali, come noci, semi di lino e olio di semi di lino, piuttosto che dal pesce (che ne contiene decisamente meno di quanto si crede), ma questo nuovo studio rende ancora più evidente come la fonte privilegiata di questi acidi grassi essenziali sia proprio quella vegetale.

Il Dr Welch e la sua equipe hanno analizzato dapprima 14.422 uomini e donne dai 39 ai 78 anni all'interno dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) e successivamente hanno selezionato 4.902 soggetti nei quali erano stati misurati i livelli plasmatici dei PUFAs (polyunsantured fatty acids: acidi polinsaturi, cioè omega-3 e omega-6).

L'acido alfa-linolenico ALA (precursore degli acidi grassi omega-3 a lunga catena) una volta introdotto nel nostro organismo con l'alimentazione, viene metabolizzato e trasformato in EPA e DHA, entrambi votati a alle fondamentali funzioni organiche quali la formazione delle membrane cellulari, lo sviluppo e il funzionamento del cervello e del sistema nervoso periferico, la produzione di eicosanoidi che regolano la pressione arteriosa, la risposta immunitaria ed infiammatoria.

Lo studio ha mostrato come, a fronte di una minore introduzione di omega-3 attraverso la dieta tipica dei vegetariani/vegani, se paragonata a chi consuma pesce in quantità (con una percentuale che va dal 57% all'80 % di differenza), i livelli di EPA e DHA sono risultati essere pressoché uguali nei due gruppi di campioni studiati.

Ci sarebbe dunque - spiegano i ricercatori - una "efficienza di conversione" in acidi grassi omega-3 a lunga catena significativamente maggiore nei vegetariani/vegani rispetto a coloro che consumano pesce.

E' un dato importante che, oltre al significato etico, getta una luce positiva anche sul futuro delle specie marine selvatiche che, pericolosamente depauperate, sono destinate ad estinguersi.

L'EPIC rappresenta il più vasto studio di popolazione condotto sui livelli di ALA e sulla conversione in EPA e DHA e, se questi risultati saranno supportati da ulteriori studi, cambieranno le raccomandazioni per la Salute pubblica, il che avrà un effetto positivo anche sulla preservazione delle specie marine.

Fonte:
Ailsa A Welch, Subodha Shakya-Shrestha, Marleen AH Lentjes, Nicholas J Wareham, Kay-Tee Khaw, "Dietary intake and status of n-3 polyunsaturated fatty acids in a population of fish-eating and non-fish-eating meat-eaters, vegetarians, and vegans and the precursor-product ratio of alpha-linolenic acid to long-chain n-3 polyunsaturated fatty acids: results from the EPIC-Norfolk cohort", American Journal of Clinical Nutrition November 2010, Volume 92, Number 5, Pages 1040-1051, doi:10.3945/ajcn.2010.29457
http://www.ajcn.org/content/92/5/1040.abstract?etoc

Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana
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Societa' Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV si prefigge di fornire ai professionisti della salute e alla popolazione generale informazioni corrette sulla nutrizione a base di cibi vegetali (c.d. plant-based nutrition) e sui suoi rapporti con la salute.

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