racconto di vita

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lafcadio
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racconto di vita

Messaggio da lafcadio » mar feb 24, 2009 12:01 pm

Ho 28 anni e un passato non troppo gioioso alle spalle. Sin da piccola ho sempre avuto un "mondo parallelo immaginario" nel quale immergermi. Il fatto che parlassi da sola a figure irreali non destava particolari sospetti nei miei genitori: quale bambino non ha un amico immaginario? Sono cresciuta in una famiglia di adulti, i miei fratelli sono molto più grandi di me. tutti artisti e particolarmente dotati. Anche io ho da subito mostrato segnali di genialità precoce. A 3 anni leggevo e scrivevo in italiano e francese, a 3 anni e mezzo leggevo la musica, a 4 ho iniziato a suonare il pianoforte e a 5 mia madre ha iniziato a insegnarmi il latino e il greco. Questo carico di lavoro era per me esaltante, ma alla lunga ha generato in me una sorta di ossessione per la perfezione. Severissima con me stessa, ogni volta che non riuscivo ad esprimere pienamente le mie potenzialità (conoscevo perfettamente i miei limiti e le mie possibilità) entravo in crisi. Soprattutto quando gli altri non riuscivano a percepire questa mia, reale o presunta, imperfezione. a scuola andavo benissimo. pochi amici, anzi pochissimi. molti animali su cui sfogavo il mio bisogno di affetto senza condizioni. a 14 anni ho iniziato, senza nemmeno rendermente conto, a "punirmi". Lafcadio non è un nome casuale. per chi non lo conoscesse, è il protagonista di un romanzo di andré gide, che ad ogni errore, registrava su un quadernetto il numero di "punte" che meritava. ho preso l'abitudine di piantarmi il punteruolo di mio padre (non spaventatevi, era quello per le rifiniture, la punta non superava i 3 cm) nella coscia. l'infliggermi questa "punizione" all'inizio mi faceva stare meglio, controllavo quella sensazione orrenda di essere sempre in fallo. poi sono passata alle braccia. in estate era il massimo. con 40 gradi all'ombra me ne andavo a maniche lunghe... per coprire le tracce. Anche in questo caso, nessuno si è accorto di nulla. il mio migliore amico, il giorno del mio sedicesimo compleanno, mi ha chiesto infine spiegazioni. Mi ha parlato per la prima volta "di me". ha cercato di leggermi dentro, di capire cosa mi avesse spinto a fare quello che facevo. senza giudicarmi. Mi ha accompagnata al centro di salute mentale e mi è rimasto accanto mentre parlavo con l'assistente sociale e poi con lo psichiatra. Mi è accanto ancora oggi. Festeggio a breve i miei 12 anni di terapia, senza poter affermare con certezza che qualcosa sia cambiato da quando, da bambina, parlavo con il mio amico immaginario. Soffro di allucinazioni visive e uditive, non riesco mai a dormire perché nella mia testa non c'è mai, e dico mai, silenzio. Una figura, il mio giudice, mi guarda da anni. Non apre bocca, mi osserva solo disgustato. Proiezione del mio giudizio su di me. Basta un poco di risperdal e l'immagine va via... per poi tornare, pochi istanti dopo. Sono stata anche ricoverata in ospedale, per le conseguenze a livello neurologico di 14 giorni in cui avevo totalizzato 5 ore di sonno. Si sono interessati al mio "caso anomalo", hanno fatto mappature del sonno, mi hanno imbottita di sedativi... tutto uguale. Non dormivo. l'anno scorso ho avuto un attacco ischemico, che mi ha causato una temporanea paresi del braccio e della gamba sinistra, oltre che la perdita della vista- recuperata in 48 ore- dell'occhio sinistro. Non potevo suonare. non potevo leggere. non potevo muovermi. Dovevo stare a riposo. vivere una parentesi da ameba. frustrante per me, laureata a tempi da record, la dottoranda più giovane d'italia del 2003, 12 concerti da fare in francia... la tesi di dottorato da scrivere... un disastro. Che mi ha salvata. Ho poco a poco ripreso il contatto con me stessa, ho iniziato a respirare, rendendomi conto che non l'avevo mai fatto prima. l'ansia, la fretta di fare tutto, l'impossibilità di stare ferma (mai stata capace di fare una cosa per volta, sempre tutto insieme). Ero obbligata a fermarmi. a riflettere su dove mi stesse portando una terapia farmacologica ormai decennale, stabilizzatasi su un mix di antipsicotici, antidepressivi e ansiolitici a seconda delle mie fasi. Sì, perché nel frattempo, dopo anni e anni, hanno scoperto che soffro di un disturbo bipolare. Alterno fasi di esaltazione, che possono durare settimane, in cui sono al massimo, posso stare sveglia per giorni senza sentirmi mai stanca, senza perdere la lucidità. E momenti depressivi profondi, in cui non riesco a trovare la forza nemmeno di alzarmi dal letto. Ho preso la decisione di accettare questa imperfezione. Dall'anno scorso ho progressivamente ridotto le dosi dei farmaci e dalla prossima settimana sono a zero. Il mio psichiatra non è molto convinto che io possa farcela. Nel periodo di riduzione, durato un anno ormai, ho avuto delle fasi meno antitetiche: esaltazione moderata e depressione moderata. Riuscivo ad uscire, a fare una vita più o meno normale. A lavorare quel tanto che bastava per potermi sostenere. Ho preso in mano la mia vita, o quello che resta. Mi sono sposata con una persona meravigliosa. Che non ignora nessuno dei miei segreti. Che non giudica nessuno dei miei errori. Vivo con lui e con i miei adorati cani, gatti, conigli, galline; curo i miei randagi e sono meno infelice. Le allucinazioni sono sempre là, ma ora riesco a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Ci conosciamo io e il mio giudice. Abbiamo stipulato una tregua. A volte passo giornate orrende, in cui tornano a galla tutte le mie fobie, le mie ossessioni. Ma ho qualcuno accanto, adesso. Qualcuno a cui non devo nascondere che sto male. I miei genitori continuano a ignorare, volutamente forse, i miei ultimi problematici 12 anni. Ho provato sulla mia pelle che parlare tranquillamente dei propri problemi aiuta. a non sentirsi un marziano, ad accettare meglio la situazione. A capire che non siamo "malati" o "strani". Siamo solo persone ipersensibili, da trattare come oggetti preziosi. Con cautela. Perché la stupidità e l'ignoranza ci feriscono pesantemente. Da tre mesi faccio volontariato nel centro di salute mentale che mi ha sostenuta in questi anni. Vedo persone smarrite, all'inizio, che poco a poco, tra alti alti e bassi bassi, cercano di andare avanti. Sono fiera di poter essere accanto a loro, per una semplice chiacchierata, per un abbraccio. Con me c'erano solo i farmaci. Il calore umano, non dico che possa risolvere questioni particolarmente delicate, ma aiuta. Vi chiedo scusa per questo sfogo. Non so nemmeno io perché ho voluto rendervi partecipi della mia esperienza. Forse solo per dare coraggio alle tante persone che come me hanno affrontato il proprio lato oscuro, e che ogni giorno sono costrette a guardarlo in faccia. senza mai soccombere. Forza. le parole hanno un potere benefico, raccontandovi di me, mi sono per qualche minuto "distaccata" da me stessa, dai miei problemi, dal mio mondo contorto. Si osserva da una migliore prospettiva la situazione. lasciando tutto chiuso in noi, non ne verremo mai fuori.
un abbraccio a tutti.
s.

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lafcadio
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Re: racconto di vita

Messaggio da lafcadio » mer feb 25, 2009 12:01 pm

Rispondo a me stessa, cercando ancora una volta nelle parole, il silenzio che la mia testa mi nega da anni. Oggi è una di quelle giornate. Una giornata piena di una rabbia cieca e immotivata, che tuttavia sento fuoriuscire dalle mie viscere. Connaturata al mio corpo. Odio il sole che si fa beffa di me, odio questo insulso girarmi attorno e chiedermi "cosa c'è che non va". Sono io che non vado. Io. Tutto va bene. tutto scorre sempre uguale e sempre senza senso. Ho ridotto al minimo i farmaci e sono orrendamente lucida. Era piacevole, a volte, l'ottundimento mentale ed emotivo. Quella sensazione di essere sempre impermeabili alla gioia, al dolore, al fastidio, alla rabbia, all'odio. Mi sento nuda, a nervi scoperti, piena di ferite che al minimo movimento mi squarciano la carne. A volte mi chiedo se ne vale davvero la pena. Se il gioco vale la candela. E mi trovo a fare la volontaria, tra persone come me, che forse stanno pure peggio di me, a recitare la solfa dell'amore per la vita, della bellezza del mondo, delle cose straordinarie che non ci possiamo precludere solo perché il nostro cervello funziona diversamente. Pensieri suicidari, si chiamano tecnicamente. Ma i foglietti illustrativi non rendono l'idea. Non sono pensieri. E' un'ombra che ti accompagna sempre, che ti segue in ogni movimento che fai, è un'idea fissa che sa bene come nascondersi dietro la banalità di gesti compiuti ripetutamente perché "abituali". Sto davvero male oggi. E penso che non basterà chiamare lo psichiatra, uscire con il mio cane, zappare nell'orto, sorridere a mio marito e fingere che tutto questo non ci sia. Mi sento piena zeppa di schifo dentro. Schifo esistenziale, morale, totale. recito bene la mia farsa. Sembro una persona brillante, estroversa, simpatica, divertente. Cercano la mia compagnia, che io ultimamente rifuggo con orrore. Dentro mi sento morta. Continua a vivere un simulacro di me, un vago ricordo di quello che ero "prima". Prima di che? non lo ricordo nemmeno più. Prima della prima volta che mi sono infilzata la gamba? prima della prima volta che ho ingerito un'intera bottiglia di risperdal insieme ai sonniferi che non funzionavano con me, e che hanno confermato anche in quella occasione di non funzionare. prima della prima volta che sono finita in ospedale a psichiatria perché parlavo con qualcuno che non c'era per gli altri ma solo per me. non ricordo più chi ero prima.
prima.
boh.
e non mi interessa più chi sono ora. Almeno non oggi. Domani forse. ma oggi no. alti e bassi, altalena schizoide. non riesco più nemmeno a scrivere un rigo del saggio a cui lavoro da mesi. non riesco più a suonare. tutto tace, tranne la mia maledetta testa.
scusate se vi affliggo, potrei decisamente evitarlo. anzi, da ora in poi questo monologo con me stessa lo continuo nella mente. non serve a niente parlare. a niente. è solo parlarmi addosso, senza interlocutori, senza pubblico. non ha senso. nemmeno per il mio ego. nemmeno uno specchio davanti a cui pavoneggiarsi. o contro il quale picchiare la fronte. sono stanca. sono 36 ore che non dormo. ho mal di testa. scusatemi, scusatemi, scusatemi tutti. non volevo riversarvi addosso il mio veleno. distrugge tutto quello che tocca, il mio veleno. comprese le poche cose belle che ci sono e che al momento non ricordo quali siano. ma prima o poi torneranno in mente.

Frabitta
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Re: racconto di vita

Messaggio da Frabitta » ven feb 27, 2009 9:33 pm

Ciao Laf !
Questo è un forum frequentato poco e le risposte di qualche utente le trovi sul lungo periodo.

Ti ho letta parola per parola.
E ti ringrazio per la generosità con la quale ti sei espressa.

Grazie.
Spero che la tua mente si stia calmando. Piano piano.

Ciao
Francesca

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alFaris
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Re: racconto di vita

Messaggio da alFaris » sab feb 28, 2009 6:24 pm

lafcadio ha scritto:scusatemi, scusatemi, scusatemi tutti. non volevo riversarvi addosso il mio veleno.
Nessuna scusa. Questo è lo scopo della conferenza: buttare fuori il veleno che abbiamo dentro. Anche io sono uscito (sopravvissuto, sarebbe meglio scrivere) da un periodo nero, il quale differisce per la descrizione dei sintomi ma collima quanto a sensazioni. Quindi torna qui, sfogati, urla se ti senti. Ripeto, io come tanti altri abbiamo "usata" la conferenza per sfogarci: oggi è soltanto il tuo turno. Ben venuta, quindi - si fa per dire.

P.S.: tante volte scherzo, e dico che in questa conferenza i ringraziamenti sono vietati perché mi fanno venire l'orticaria. Funziona, così come funziona l'immagine del diavoletto che ti riempie di bugie e ti dice che sei inutile, incapace, sbagliata; devi imparare a riconoscere la sua parola, e a far spallucce delle cattiverie che ti sussurra alle orecchie. Sembra infantile, lo so - forse lo è proprio; ma funziona, e tanto basta.

Un abbraccio.

Stefano

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robby
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Re: racconto di vita

Messaggio da robby » dom mar 08, 2009 6:31 pm

lafcadio ha scritto:scusate se vi affliggo, potrei decisamente evitarlo. anzi, da ora in poi questo monologo con me stessa lo continuo nella mente. non serve a niente parlare. a niente. è solo parlarmi addosso, senza interlocutori, senza pubblico.
Ciao Lafcadio, qui un pubblico c'è,è nascosto,discretamente ascolta,anzi legge...senza farti troppe domande ma accettando ogni tipo di risposta o proposta...ognuno scrive,ognuno legge...

Ti ho 'ascoltata' attentamente in entrambi i mess,simili e diversi...mi sono commossa,per entrambi...
lafcadio ha scritto:Sto davvero male oggi. E penso che non basterà chiamare lo psichiatra, uscire con il mio cane, zappare nell'orto, sorridere a mio marito e fingere che tutto questo non ci sia. Mi sento piena zeppa di schifo dentro.
Ecco appunto,oggi,o nei giorni cosi non devi per forza 'far finta', tanto piu che hai accanto qualcuno che ti conosce...quando succede cosi fermati, siediti un attimo...fai un respiro...e calmati...non c'è fretta,niente di urgente,ti senti uno schifo e non val la pena niente e niente soddisfa..bene ok..questo sentimento non ti rende una persona peggiore o strana o assurda...no. Puoi cercare di accettarlo,vai in terapia,quindi qualcuno ti aiuta,nn devi far tutto da sola,qualcuno ti ama,a 2 o 4 zampe :-)
lafcadio ha scritto:Sono io che non vado. Io. Tutto va bene. tutto scorre sempre uguale e sempre senza senso.
Per fare di una giornata una buona giornata non c'è bisogno che tu faccia mille cose,tutte insieme,tutto di fretta...basta molto meno,non temere...socchiudi gli occhi e procedi pure con calma...se proprio ti viene quella specie di frenesia...puoi camminare,muoverti...ora sta tornando il sole..pian piano...

Torna quando vuoi,troverai qualcuno che ti ascolterà...magari ti risponderemo ovvietà magari invece qualche parola buona...
A presto

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lafcadio
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Re: racconto di vita

Messaggio da lafcadio » mar mar 17, 2009 2:55 pm

oggi è tornato il sole. dopo diversi giorni sono riuscita a dormire e mi sento meno pronta ad assassinare brutalmente chi si azzarda a rivolgermi la parola. si sta calmando tutto, poco a poco. come mi avete detto giustamente voi. non sono mai parole banali, consigli futili, superficiali. Ho respirato, ho chiuso gli occhi e ho ricominciato tutto di nuovo. volevo dirvi qualcosa che genera orticaria, quindi mi astengo e "intelligenti pauca...". mi sento anche prodiga di consigli e di parole... c'è proprio il sole oggi. un abbraccio a tutti quanti, pubblico silente e generoso.
s.

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alFaris
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Re: racconto di vita

Messaggio da alFaris » dom mar 22, 2009 11:44 pm

Ho risposto così sul sito pubblicizzato qui sopra:

You horde of monsters: you get into forums without any care of country, subject and users. You wrote this message viewtopic.php?p=248081#p248081 in a Italian ethical site ( http://www.promiseland.it ), where we prompt vegetarian and vegan culture; you wrote it in a forum where we speak about panic and depression. You slaughter sheep and lambs, going light over their pain; you process leather in China, just to walk all over human rights too.

Well, I want to worn you: we will keep your message - and this answer, underneath it. We wish to let our user know what a kind of mean, unkind, low people you are. Serves you right.

Stefano Stronati, moderator, [email protected]
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Branco di mostri che siete: entrate nei forum senza curarvi né del paese, né degli argomenti, né dei frequentatori. Avete scritto questo messaggio in un sito etico italiano, dove promoviamo la cultura vegetariana e vegan; l'avete scritto in un forum dove parliamo di panico e depressione. Voi massacrate pecore e agnelli, disinteressandovi della loro sofferenza; lavorate la pelle in Cina, tanto per calpestare anche i diritti umani.

Ebbene, vi voglio informare: manterremo il vostro messaggio - e questa risposta, sotto. Vogliamo che i nostri utenti sappiano che razza di misere, meschine, basse persone siate. Così imparate.

Stefano Stronati, moderatore, [email protected]

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