La religione un pò aiuta

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Morwen
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La religione un pò aiuta

Messaggio da Morwen » ven ago 22, 2008 2:06 pm

Non so se è così per tutti ma nel mio percorso di depressione,ansia e panico ho trovato molto d'aiuto la mia religione. Non ero in vena di nulla,ne di vivere ne di fare e lasciavo ogni cosa al di fuori delle mie coperte.Poi mi son detta "credi in qualcosa,hai una fede,perchè non concentrarsi su quello?".
Premetto che non sono cattolica ma nella mia religione la positività è la base di ogni cosa.Concentrandomi sulle letture,le preghiere e le meditazioni ho fatto dei bei passi avanti,anche quello di sforzarmi a ricominciare.
Non guarirà completamente ma aiuta.

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Re: La religione un pò aiuta

Messaggio da Morwen » dom ago 24, 2008 10:50 am

josef330 ha scritto:E quindi di che religione fai parte?
Seguo da molti anni la Wicca. Mi trovo benissimo,è tutto ciò in cui ho creduto e per quanto riguarda la vita aiuta credere in qualcosa.

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Re: La religione un pò aiuta

Messaggio da alFaris » dom ago 24, 2008 6:02 pm

Essalamu Elikah!
Morwen ha scritto:Non so se è così per tutti ma nel mio percorso di depressione,ansia e panico ho trovato molto d'aiuto la mia religione.
al contrario per me ateo materialista da sempre la religione anzi mi è stata di grande peso... perché ogni volta che cercavo un sostegno o un motivo per andare avanti mi ritrovavo vicino niente il vuoto il nulla più totale... in ogni caso - se per te al contrario essa è stata motivazione di sostegno ben venga la tua testimonianza...! ;-)



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Mercuzio
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Re: La religione un pò aiuta

Messaggio da Mercuzio » sab set 06, 2008 8:39 pm

Un vuoto che coglievi da parte di chi , di un Dio che non avvertivi o dalle persone , come preti o altro ?

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Re: La religione un pò aiuta

Messaggio da alFaris » gio set 11, 2008 10:43 pm

Essalamu Elikah!
Mercuzio ha scritto:Un vuoto che coglievi da parte di chi , di un Dio che non avvertivi o dalle persone , come preti o altro ?
la prima che hai detto... che le persone fossero lontane da me era cosa ovvia - giustamente qui molti hanno concluso che solo chi vive certe esperienze può capire che cosa significhi... al contrario che fosse assente dio per me fu un duro colpo dal quale mi sono dovuto risollevare... cosa difficile visto il momento :-) ma sono riuscito nell'impresa...



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Re: La religione un pò aiuta

Messaggio da CarmenP » lun dic 29, 2008 8:20 pm

Morwen ha scritto:
josef330 ha scritto:E quindi di che religione fai parte?
Seguo da molti anni la Wicca. Mi trovo benissimo,è tutto ciò in cui ho creduto e per quanto riguarda la vita aiuta credere in qualcosa.

Cos'è la Wicca? Non ne ho mai sentito parlare.
Mi delucidi? grazie
ciao

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Re: La religione un pò aiuta

Messaggio da alFaris » mar gen 06, 2009 10:06 pm

Essalamu Elikah!
josef330 ha scritto:Suppongo sia un po' così la vita di ognuno.
difatti la differenza sta nel riferimento... io per me molto semplicemente non _sento_ alcunché che sia in un ipotetica dimensione spirituale... a un certo punto mi sono reso conto che 1 la "voce" dentro me era soltanto la mia coscienza e non già una divinità esterna e 2 l'universo continua regolarmente a funzionare indipendentemente dalla parola di tizio o caio - sul quale peraltro anche i dottori della chiesa _non_ sono affatto d'accordo...

in questo blog ho scritto alcuni pensieri a riguardo http://it.netlog.com/great_leonardo2006 ... id=5281844
Bah, che cosa scrivere. Che la fede sia stato motore e sostegno per tante persone rinchiuse in quelle strutture dell'orrore [i campi di sterminio, N.d.A.], ci posso stare. Che qualcuno, ancora oggi, possa ringraziare per essere scampato: no, sinceramente io non ringrazierei niente e nessuno. Troppi morti, troppe sofferenze gratuite per poter ancora credere in qualcuno o qualcosa.

Il 20 luglio 1944 un gruppo di ufficiali tedeschi attentò alla vita del Führer: lui ne uscì a mala pena assordato, quattro persone morirono, altre furono ferite. Se fosse morto, molto probabilmente tante sofferenze, tante morti si sarebbero potute evitare: nell'ultimo periodo della guerra i nazisti si diedero gran daffare sia a uccidere più persone possibili sia a far scomparire le tracce del loro nefasto lavoro; così invece, tutto continuò di buon passo - più di prima, se possibile.

Il 1 novembre 1755 un terremoto devastò il Portogallo, colpendo in modo particolare Lisbona, ove furono contate circa 40000 vittime (un'onda anomala risalì il Tago fino alla città, raggiungendo così chi si era salvato dal crollo delle abitazioni e tentava di fuggire dalla città) e l'Algarve a sud, con circa 30000 vittime. Morti inutili, innocenti, per così dire stupide.

Vasco Rossi canta che "C'è qualcosa che non va in questo cielo". Se ancora qualcuno si dimostrasse fiducioso, faccia pure: io ho smesso da un pezzo, anche a causa di quel che fanno gli uomini.

Stefano
invero la mia depressione è cominciata quando i miei genitori si separarono... per me ragazzino di appena dieci anni e mezzo per giunta studente presso i gesuiti sembrava assurdo che i _miei_ genitori facessero qualcosa di contrario alle regole... ma come! io cerco di essere preciso e puntuale e i miei primi maestri si comportano in questa maniera? da allora in poi è stata una disfatta totale... scoprìi che mio padre era un tesserato comunista ma ripeto mi mandava dai gesuiti che mia madre aveva derive neonaziste che i miei precettori (i gesuiti) erano l'ipocrisia per antonomasia...

ricordo che una delle tante cose che mi delusero fu scoprire che la "gente" va in chiesa per farsi vedere - mi spiego la vecchia regola ebraica statuisce che il giorno termini alle 18:00 e i cristiani ancora adottano la vecchia regola quindi considerano la messa officiata oltre quell'orario valida per il giorno dopo... orbene un'estate al mare ho suggerito ai miei amici di andare alla messa oltre l'ora fatidica in maniera di essere liberi di fare quello che volevamo per tutto il sabato sera e di dormire il giorno dopo... inutile che vi dica quale fu il risultato!

alla fine giunsi alla stessa conclusione a cui arrivarono anche gli uomini rossi...
Tratto da: Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianze degli indiani d'America
a cura di Charles Hamilton
Feltrinelli Economica, Milano, 1977

Il carattere dell'uomo bianco
di Capo Molti Punti, Crow


Tutt'attorno a noi, nelle praterie, v'erano uomini bianchi coi loro bufali pezzati [mandrie di buoi]. Le loro case erano costruite accanto alle pozze d'acqua, e i loro villaggi lungo i fiumi. Decidemmo di vivere in amicizia con loro, nonostante tutti i cambiamenti da loro portati. Ma la cosa risultò difficile, perché gli uomini bianchi troppo spesso promettevano di fare una cosa e poi, quando agivano, era per farne un'altra.

Parlavano a gran voce, quando affermavano che le loro leggi erano fatte per tutti; ma imparammo ben presto che, se da un lato pretendevano che noi le rispettassimo, dall'altro loro erano pronti a violare senza darsene affatto pensiero. Ci raccomandavano di non bere whisky, ma poi erano loro stessi che lo preparavano e ce lo fornivano in cambio di pellicce e abiti, finché ne avevano. I loro saggi dicevano che avremmo dovuto convertirci alla loro religione, ma quando tentammo di farcene un'idea ci accorgemmo che di religioni, fra gli uomini bianchi, ce n'erano troppe perché non si riuscisse a capirci qualcosa e che praticamente non c'erano due bianchi che fossero d'accordo su quello che fosse bene imparare.
Questo costituì per noi un grosso problema, finché non ci accorgemmo che l'uomo bianco la sua religione non la prendeva punto più sul serio delle sue leggi, e che semplicemente se le portava dietro, come degli aiutanti da tirar fuori al momento buono, quando gli tornavano utili nei suoi rapporti con gli stranieri. Non era così che noi la intendevamo. Noi eravamo abituati a rispettare le leggi che noi stessi facevamo e a vivere secondo la nostra religione, e non eravamo mai riusciti a capire l'uomo bianco, il quale, dopotutto, prende in giro sé stesso.
e così mandai in soffitta sia il dio degli uomini bianchi sia l'ipotesi che lassù qualcuno o qualcosa esista... anche perché quand'anche esistesse e non agisse il risultato sarebbe sempre lo stesso ovverosia tirar su le maniche e rimettere in piedi le macerie lasciate dall' "uomo bianco" e dalle sue parole...



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