Riflessioni sulla mia maternità

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mame
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Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da mame » mer apr 09, 2008 1:13 pm

Volevo inserire un post come questo già diverso tempo fa ma non ho mai avuto il tempo necessario x scriverlo.
La mia gravidanza è stata splendida, non ho avuto nessun problema particolare e sono sempre stata in buona salute; il parto poi è stato un’esperienza quasi mistica per me.
E’ stato perfetto.
Come altre, ho dovuto affrontare non pochi problemi nel post-parto che mi hanno lasciato delle cicatrici non ancora del tutto rimarginate…. E chissà se si chiuderanno mai!
Depressione post-partum e crisi di coppia mi hanno lasciata stremata, senza forze psicologiche e fisiche, con un peso enorme sulle spalle durato ben 10 mesi.
Dalla depressione ne sono uscita, dalla crisi non ancora perfettamente.
Stiamo cercando molto faticosamente di ritrovare una serenità e un equilibrio che stenta veramente a tornare. Il mio compagno non vuole essere messo da parte x sua figlia, non l’ha mai accettato e fatica a capire come mai è successo (no comment).
Io rimango profondamente delusa da questo suo comportamento e non mi capacito di avere accanto un uomo “imperfetto”.
Come del resto sono stata e mi sento anche oggi madre “imperfetta”: perché non ho allattato con successo, perché non avevo dentro di me sin dall’inizio questo innato istinto materno, perché non sapevo come gestirmi casa, bimba e uomo. Io, che mai ho chiesto agli altri, mi son trovata nella situazione di dover per forza chiedere. Peccato che, tra le tante risposte che mi arrivavano, non sapessi discernere cosa era giusto per me. E, purtroppo, non lo sapeva nemmeno mio marito.
Ora, alla luce di questi accadimenti mi ero riproposta di lasciare figlia unica la mia adorata bimba; marito ovviamente concorde con me.
Poi, complice il passaggio del tempo e l’oblio del dolore, l’orologio biologico che periodicamente mi ricorda quanto il mio corpo possa ancora dare in termini di fertilità, spesso mi trovo a pensare ad un secondo figlio.
Ovviamente mio marito non concorda e anche la mia ragione, la mia parte cosciente, dice che ora come ora non è proprio il caso. E al 90% non lo sarà nemmeno in futuro a meno che non capiti nella improbabile ipotesi di essere travolti dalla passione nel momento “giusto”.
Bhè, mi trovo sempre più a riflettere su questo mio sdoppiamento:
da una parte la voglia di ripetere un’esperienza bellissima e dall’altra la paura di ricadere nel tunnel, la voglia di riprovarci con la consapevolezza di sapere alcune cose che prima non sapevo (allattamento e puericultura in generale), di saper mandare a quel paese o di fregarmene dei consigli altrui (quando in famiglia nasce un bimbo diventano tutti ostetriche e pediatri grrrrrrrrrrrrrrrrr), dall’altra la paura vera e propria di non riuscire di nuovo ad allattare e di andare in isteria generale.
E mi domando: ma è giusto vivere un’eventuale nuova gravidanza in questo modo?
E’ giusto riporre le speranze di poter rimediare agli sbagli della prima esperienza con un nuovo bimbo?
E’ giusto avere questa paura alternata a questa voglia?
Mio marito in questo senso disse una grande verità (per me e in questo momento, la ritengo tale) e cioè che a volte i secondi figli si fanno anche per rimediare agli errori fatti coi primi.
E la mia ginecologa mi disse, molto onestamente, che il terzo figlio lo fece anche per vedere se pure lei riusciva ad allattare.
Ma non vi sembrano affermazioni un po’ egoistiche (anche se sincere) che snaturano il ruolo di madre? E se poi le cose vanno male anche col secondo figlio non si peggiora solo la situazione?

Curry
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da Curry » mer apr 09, 2008 2:26 pm

Non ho la pretesa di avere delle risposte. Però penso che quando si scrivono questi post fa piacere un segno.
Quindi metto un po' di riflessioni.
E la mia ginecologa mi disse, molto onestamente, che il terzo figlio lo fece anche per vedere se pure lei riusciva ad allattare.
Premessa: noi non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che avremmo avuto almeno due figli e vicini d'età.
Però tutta la gravidanza con Cristiano l'ho passata a pensare all'allattamento. Non ce l'avevo fatta la prima volta, ma questa... tutto diverso! Invece, niente, così doppia frustazione. Due mesi di depressione e inutili sacrifici. Poi ho accettato di allattare con la giunta di artificiale e siamo tornati a vivere. Ho allattato quattro mesi, ma ce ne sono voluti 15 perchè non pensassi più a quell'esperienza come a un fallimento. Fino ad allora, mi era capitato di pensare che con un terzo figlio ce l'avrei fatta.
Oggi sono felice di dire che questi pensieri non li ho più. Se mai vorrò un terzo figlio, non lo vorrò per gravidanza/parto/allattamento/svezzamento diversi, ma per la nostra famiglia.

Questo per dirti che è vero, si può pensare a un nuovo figlio anche per la voglia di "riprovarci". Bisogna cercare di essere razionali.

Per i problemi di coppia non mi permetto di pronunciare parola: a me non è successo, nessuno dei due si è sentito messo da parte per i figli, al massimo ci siamo messi da parte noi insieme, ma volentieri. Ovviamente cerchiamo di trovare tempo per noi, quando non ce la facciamo, ci diciamo "verrà il giorno in cui soffriremo di solitudine e rimpiangeremo questi momenti".
Mi permetto una sola cosa, che non ho dubbi sai già anche tu: finchè non risolvete i problemi fra voi, vi sembrerà che ce ne siano anche attorno (la difficoltà di un secondo figlio, la casa, il lavoro etc), ma in realtà sono sempre riconducibili a come ci sentiamo dentro di noi.

L'unica cosa che mi sento di dirti è di valutare il fatto di lasciare la tua bambina figlia unica. Io sono un po' fissata su questa cosa, lo ammetto, ma a me mette tristezza vedere i figli unici. Sarà che ho sempre desiderato un fratello, che fortunatamente ho, anche se ha 5 anni meno di me, per me un'enormità. Sarà che mio marito ha una sorella di 20 mesi maggiore, un fratello di 12 mesi minore, un fratellastro di 13 anni in meno e una sorellina di 16 anni più giovane, e la loro famiglia è il mio modello. Sarà che mia madre, come mia nonna, sono un po' possessive e un po' soffocanti, ed essere in due è veramente un aiuto, anche nel "sopportare" i genitori, che comunque sui figli riversano gioie, dolori, aspettative, speranze, richieste di aiuto: se non si è soli, è meglio.
Con questo non dico di fare un secondo figlio per lei, perchè non sarebbe giusto per questa nuova creatura.
Semplicemente, io valuterei anche questo fattore.

Però, ripeto, per me è sempre stata una cosa così evidente e scontata, quella di non avere un figlio solo, che fatico a capire la visione di chi la pensa diversamente.

Infine, mi spiace di sentire questo tuo disagio, non deve essere piacevole. Ma sento anche la voglia di voler mettere le cose a posto, che è sicuramente elemento fondamentale perchè, alla fine, davvero di risolva tutto per il meglio.

Ciao
Curry

s8vento
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da s8vento » gio apr 10, 2008 9:36 am

ciao anche io non ho risposte, ma semmai riflessioni.. perchè dici di rimediare.. a parte l'allattamento, perchè non senti di essere in una condizione di non dover rimediare un bel niente.. mi spiego, è vero l'allattamento è importante ma non è l'unico modo di dare amore, attenzioni al tuo cucciolo, perchè e in cosa ti senti in debito?

seconda cosa, come va ora con tuo marito, ho letto da qualche parte che l'essere genitori, un certo tipo di genitori, mi auspico attivi.. va anche un po' concordato, attraverso dialoghi, confronto di esperienze.. insomma nessuno è nato imparato.. e credo si può scegliere il tipo di genitori che vogliamo essere.. questo percorso fatto insieme credo che avvicini molto la coppia.

auguri.. e se sarà... figlie femmine! :)

Elle
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da Elle » gio apr 10, 2008 10:37 am

ciao a mamy e sottovento, ho letto entrambi i vostri ultimi post -per sottovento in altro topic- e vi scrivo solo due righe, forse O, per dirvi che vi ascolto con il cuore, non vi rispondo perchè in questo periodo sono stremata e non riesco a fare niente di più che sia tecnico. Solo un saluto per dirvi che ascolto, che non siete inascoltati. A volte non si hanno le forze e si sta accanto a tenere compagnia...

s8vento
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da s8vento » gio apr 10, 2008 10:57 am

mi scuso per l'OT con Mame, grazie Elle.. e visto che ascolti, ti dico che da quando ho aperto il cuore le cose vanno meglio con la mia compagna e ancor più con il suo cucciolo, che rimargina più in fretta le "ferite".
stare qui mi fa bene, mi consente di accettare posizioni anche diverse dalle mie, e un po' finisco per accettare anche me stesso.
sto leggendo anche un altro sito http://www.mammafacile.it ..davvero illuminante, ripeto molte pratiche verso i figli mi erano venute spontanee, altre che non mi quadravano stanno andando a posto o almeno m'impegno.
buona genitorialità a tutti
peppe

mame
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da mame » gio apr 10, 2008 1:23 pm

Anzitutto grazie per i commenti.
So che nessuno tranne me stessa piò trovare le risposte ai dubbi che mi accompagnano.

Alcuni chiarimenti:
- l'allattamento mancato è stato vissuto come una profonda sconfitta da me che battaglie non ne avevo mai perse (fortunella!) ed ha innescato un circolo vizioso di depressione e nervosismo
- essere genitori vuol dire necessariamente confrontarsi e trovare un accordo su come educare i figli; quello che io non riesco ad accettare è che il confronto con il mio compagno debba essere sempre una giustificazione del mio modo di vedere le cose e non un confronto costruttivo da entrambe le parti.... mi rendo conto di non essere molto chiara.... poichè lui delega a me, in quanto si fida, molte decisione di carattere pedagogico e medico, io mi trovo sempre a dover spiegare a posteriori le cose e non riuscire a confrontarmi serenamente con lui circa le metodiche da adottare.
e per me questo è molto stressante perchè mi sento sempre messa in discussione e su un banco di prova.
Sto cercando di mettere a posto questa cosa facendolo interessare PREVENTIVAMENTE e non lasciandolo solo spettatore di ciò che sono le necessità di sua figlia e di come sia necessario intervenire.

Per quanto riguarda la questione figlio unico o no: ritengo che la base necessaria per una famiglia sia la serenità dei genitori che ovviamente viene poi trasmessa ai figli; mancando questa base non mi sento di allargare il nucleo famigliare. Io ho una sorella alla quale sono legatissima e sono felicissima di ciò. Mio marito non può dire altrettanto. Sono sicura che per mia figlia cercherò di fare la cosa migliore, compatibilmente con le variabili esterne alla voglia di darle un fratello/sorella.

Grazie, grazie ancora.

robertina
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da robertina » gio apr 10, 2008 6:54 pm

ciao a tutte,
dico la mia un po' velocemente e me ne scuso, ma oltre alle bimbe a casa (di cui una con varicella) mio marito sta per tornare a casa con la febbre !
Anche io sono in vostro ascolto, capisco anche io la frustrazione dell'allattamento mancato, figuratevi io sono già al secondo, per fortuna con mio marito va bene, siamo in accordo anche se la coppia comuque si è - e deve essere così, è la natura!- modificata dopo la nascita della seconda bimba.
Poi ci sono casi e casi, per esempio la depressione di mame mi ha molto colpito perchè era una delle mie più grandi paure, ed è importante, per fronteggiarla e prevenirla, avere accanto la persona giusta che sia in grado di farlo con discrezione e comprensione sia durante la gravidanza che dopo il parto. Quindi forse rivedere un po' il vostro essere "coppia", magari con l'aiuto ed il supporto di qualcuno, potrebbe essere il primo passo per poter pensare ad una NUOVA famiglia, intesa come nuova gravidanza.
Sono al secondo cesareo e anche se è dura, fisicamente, pensare al terzo - quantomeno per me - io ci penso, un po' meno mio marito, ma siamo cmq in ascolto uno dell'altro e poichè i figli si fanno in due :oops: è l'accordo emotivo tra noi che ci farà decidere ad avere un altro figlio, semmai.
Vi auguro di trovarlo.
Roberta

robertina
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da robertina » gio apr 10, 2008 6:56 pm

[quote="mame"]
Grazie, grazie ancora.[/quote]
Grazie a te x aver condiviso con noi questi pensieri dolorosi ed intimi, che ci fanno riflettere e ci possono aiutare a non fare involontariamente gli stessi errori

mame
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da mame » lun mar 01, 2010 3:39 pm

Ciao a tutte!
Riprendo il mio post di molto tempo fa per confrontarmi nuovamente con voi circa il desiderio di maternità dopo un’esperienza tragica come quella che ho vissuto io.
Vi aggiorno dicendo che ora sto meglio, soffro sempre al pensiero di quanto accaduto ma me ne son fatta una ragione: il passato non lo possiamo cambiare! Possiamo solo tramutarlo in esperienza e cercare di affrontare al meglio il presente.
La mia piccola sta bene, cresce serena e mi accorgo che mi piace moltissimo coccolarmela, cosa della quale non potevo rendermi conto quando ero in piena crisi coniugale/depressione post-partum/mancato allattamento al seno.
Direi che leggendo…. Non mi sono fatta mancare quasi nulla!
Comunque, in questo periodo mi trovo a dover affrontare nuovamente il desiderio (accantonato in fondo al cassetto) di maternità; complice l’età, la consapevolezza di certe cose, l’aver conosciuto realtà che affiancano la donna a gestire il primo periodo di puerperio, una ritrovata serenità familiare e, cosa non meno importante, il vedermi circondata da DONNE INCINTE!
Non sto scherzando…. Mi sembra di esser tornata a quando cercavo la mia prima figlia e vedevo attorno solo donne panciute :-D
Le mie amiche cercano il secondo, le sorelle delle amiche il primo, chi ha appena avuto un bebè è guardato da me con occhi sognanti…..
Insomma, sono consapevole del caos che vuol dire un neonato, ma ho la consapevolezza di poter affrontare le cose in maniera diversa, più seguita da strutture e operatori adeguati (ho conosciuto il Melograno, per intenderci – per chi ancora non lo conoscesse può fare una brave ricerca e vedrà che è un’associazione che risponde un po’ a tutte le esigenze delle mamme naturali come noi e quindi allattamento, parto non medicalizzato, ascolto post-partum, medicina non tradizionale, e soprattutto x me l’assistenza domiciliare x tutto quanto)
Volevo quindi chiedervi: perché, dopo quanto successo, dovrei volere degli altri figli?
E perché ci sono donne che sono sicure già da quando sono piccole di voler almeno 2/3 figli?
Ma come si fa ad avere la certezza che questo mio desiderio non sia una sorta di prova perché la prima volta non è andata come mi aspettavo?
Ho colleghe che fanno i secondi figli e mi dicono: almeno con questo sarò + fortunata (bhò?!?) oppure questo sarà solo mio perché è un maschio e la mia prima è attaccata solo a suo padre (Ribhò!!!)
Lasciando ovviamente come sottoiteso che i figli si devono volere in due e quindi deve ovviamente esserci la volontà di coppia di rimettersi di nuovo in gioco, io peròmi domando: ma qual è la risposta giusta alla voglia di un altro figlio?

so che l'argomento non è semplice, ma ci tengo ad avere un confronto con voi!

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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da BlaBla » lun mar 01, 2010 6:22 pm

Avere figli è un imperativo biologico, è una cosa che madre natura ci ha scritto dentro per evitare che la nostra specie (e tutte le speci) si estinguesse! C'è chi lo sente prima e chi dopo; personalmente non sapevo se avrei mai avuto bimbi, non ho mai giocato coi bambolotti, ma con le macchinine...eppure sono alla seconda pancia/figlia ormai imminente. Ho sempre pensato che avrei desiderato dei figli quando avessi trovato la persona giusta, e così è stato, anche se ciò ha voluto dire "tardi".
Pensavo che non sarebbe stato un figlio unico, perchè lo sono stata e non mi è piaciuto (a mio marito, invece, è andata molto bene di essere il centro del mondo): ho avuto la certezza che mia figlia non sarebbe stata unica, il giorno in cui è morto mio nonno e io ero in cinta di neanche tre mesi: un grande dolore, la perdita di quell'uomo meraviglioso, di ben quasi 93 anni, un vuoto immenso, l'avremmo voluto per sempre con noi, avrei voluto tenesse la mia Anna (il nome di sua mamma) in braccio, ma ho capito che il vuoto che lasciava in me, in suo genero e in tutti quelli che lo hanno amato non eranulla in confronto a quello di mia madre, che restava orfana; vederla abbracciata a mio zio, suo fratello, che provava lo stesso dolore, mi ha fatto capire cosa non doveva mancare a mia figlia: un fratello/sorella che non l'avrebbe mai fatta sentire sola.

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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da Francesca B. » lun mar 01, 2010 10:35 pm

BlaBla ha scritto:non eranulla in confronto a quello di mia madre, che restava orfana; vederla abbracciata a mio zio, suo fratello, che provava lo stesso dolore, mi ha fatto capire cosa non doveva mancare a mia figlia: un fratello/sorella che non l'avrebbe mai fatta sentire sola.
Blabla tocchi un tema per me importantissimo: la solitudine.
Io sono una quasi figlia unica. Nel senso che ho una sorella che ha 11 anni meno di me, solo oggi che io ne ho 31 e lei 20 iniziamo ad avere un rapporto sano, prima era impossibile, la distanza d'età è grandissima. Io mi sono sempre sentita sola e avrei voluto qualcuno con cui condividere prima di tutto le mie sensazioni in relazione ai miei genitori.
Non possiamo far finta di nulla: i nostri bimbi, quando diventano più grandicelli, iniziano ad avere dei giudizi nei nostro confronti, non sono più nostri e noi non siamo onnipotenti nei loro confronti, ci ascolta e hanno delle idee in merito al nostro operato che si porteranno avanti e che evolveranno nel tempo. Avere dei fratelli significa - come diceva qualcuno nei messaggi precedenti - condividere il peso dei genitori. Non essere soli ad affrontare la famiglia che emotivamente, nel bene e nel male, ha un peso emotivo enorme.

Forse è la natura che vuole questo, che sa e ha una visione globale di ciò che ha creato. Ed è per questo che quando c'è biosgno rimette in moto quell'orologio biologico che ti fa impazzire dalla voglia di avere un altro cucciolo. Lo fai per te, forse sì, ma quando è istinto vero lo fai perchè la natura lo chiede e lo pretende. È vero anche che noi abbiamo una responsabilità nei confronti dei nostri figli, non sono loro a chiederci di venire al mondo e noi abbiamo l'obbligo di offrirgli l'ambiente migliore che un bimbo possa desiderare. È per questo che se da un lato credo sia importante lasciar fare alla natura che è creatrice e risanatrice dall'altro dobbiamo usare la ragione che contraddistingue l'uomo per fare un lavoro su di noi e sulle nostre difficoltà, esperienze, sensazioni. Un lavoro di onestà prima di tutto: a volte è sufficiente ragionare sulel reali cause dei nostri atteggiamenti e ammettere che questi esistono per iniziare a cambiare, a liberarci dalle nostre negatività.
Se accompagniamo il desiderio di maternità con questo ragionamento, credo che possiamo affrontare serenamente il futuro e accogliere una natura che sarà certamente riparatrice.

I bimbi ci fanno crescere, se abbiamo l'umiltà di ascoltarli.
baci e, tieni duro e lasciati andare
francesca

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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da mame » mar mar 02, 2010 12:32 pm

Forse è la natura che vuole questo, che sa e ha una visione globale di ciò che ha creato. Ed è per questo che quando c'è biosgno rimette in moto quell'orologio biologico che ti fa impazzire dalla voglia di avere un altro cucciolo. Lo fai per te, forse sì, ma quando è istinto vero lo fai perchè la natura lo chiede e lo pretende.
Ecco, infatti, io sono ancora allo stadio del comprendere se è la natura che sta operando in me in maniera primitiva e quindi solo biologica, oppure se io mentalmente sto evolvendo e lasciandomi alle spalle (finalmente :roll: ) quello schifo di periodo che comunque ha già modificato anche il mio essere madre nel futuro - non so se mi spiego.....
Un lavoro di onestà prima di tutto: a volte è sufficiente ragionare sulel reali cause dei nostri atteggiamenti e ammettere che questi esistono per iniziare a cambiare, a liberarci dalle nostre negatività.
Se accompagniamo il desiderio di maternità con questo ragionamento, credo che possiamo affrontare serenamente il futuro e accogliere una natura che sarà certamente riparatrice.
Cioè, secondo te, la natura interviene buovamente con la voglia di maternità quando non solo il fisico è pronto ma anche la mente? Se noi diveniamo consapevoli della ns. esperienza precedente, il ns. io ci avvisa che siamo pronte anche per affrontare una nuova maternità; sta poi a noi fare i conti con la dura realtà intesa come situazione economica, nonni, scelte di coppia ecc.
Mi piace soprattutto la parte finale del tuo ragionamento e cioè che la natura è riparatrice, perchè condivido appieno questa cosa ma mi turbo sempre nel lasciarmi andare all'istinto - è questione di carattere, sono molto quadrata e l'incognita, l'imprevisto, l'istinto mi mettono ansia.
Già ora mi domando:
- e la depressione? se mi torna?
- e l'allattamento? se fallisce?
- e la coppia? se scoppia di nuovo?
Poi mi autotranquillizzo dicendo che, siccome ho già avuto queste brutte esperienze, saprò certamente come evitarle o, se proprio dovessero ricapitare, come combatterle.
Intanto, mio marito ogni tanto lancia il sasso della sorellina..... :lol:
Vedremo, quando sarò pronta x affrontare l'argomento tra noi e se sarò pronta a portare avanti una scelta che a me richiede veramente moltissimo coraggio e fiducia nelle mie e nelle sue capacità.
Grazie ancora.

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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da BlaBla » mar mar 02, 2010 4:01 pm

Leggi qui: http://www.lacasanellaprateria.com/2010 ... .html#more
A me è piaciuto molto...chi più chi meno, tutte/tutti veniamo sconvolti dai figli. Pensa che in psicologia si dice che, quando la coppia fa un figlio, deve "elaborare il lutto" e ciò vale SEMPRE, anche quando il figlio è voluto, quando non ci sono depressioni, quando il bimbo dorme e non ha coliche...

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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da Francesca B. » mer mar 03, 2010 11:30 am

mame ha scritto: Cioè, secondo te, la natura interviene nuovamente con la voglia di maternità quando non solo il fisico è pronto ma anche la mente? Se noi diveniamo consapevoli della ns. esperienza precedente, il ns. io ci avvisa che siamo pronte anche per affrontare una nuova maternità; sta poi a noi fare i conti con la dura realtà intesa come situazione economica, nonni, scelte di coppia ecc.
Mah, io penso che se siamo in grado di agire con umiltà e ci consideriamo parte della natura e non qualcosa di altro e superiore, siamo perfettamente in grado di elaborare i traumi passati, accoglierli come percorsi dovuti capaci di farci crescere, capire ciò che hanno da dirci e ascoltare le richieste del nostro corpo senza aspettative. Con il cuore aperto a ricevere ciò che la natura ci riserva.
Se sarà una nuova caduta vuol dire che dovevamo capire ancora qualcosa.

Non è quello che ci succede il male, ma il come lo affrontiamo: se andiamo incontro a ciò che ci capita con umiltà e senza pensare di dover essere migliori, più brave, più capaci o come ci dicono gli altri, noi potremo solo dare un buon esempio ai nostri figli. Se loro vedono un genitore che sa affrontare la vita in modo semplice, senza farsi colpe, ma con l'animo di chi sa di poter migliorare e accetta le proprie debolezze, beh... possiamo dire che stiamo dando vita a una generazione migliore, non trovi?
Dopotutto le sfighe nella vita capitano, non esiste la vita perfetta. O impariamo a viverla così com'è o passeremo i nostri giorni a piangere su come ci è andata male. e i nostro figli impareranno a recriminare la loro brutta sorte.
mame ha scritto: Mi piace soprattutto la parte finale del tuo ragionamento e cioè che la natura è riparatrice, perchè condivido appieno questa cosa ma mi turbo sempre nel lasciarmi andare all'istinto - è questione di carattere, sono molto quadrata e l'incognita, l'imprevisto, l'istinto mi mettono ansia.
Già ora mi domando:
...
Poi mi autotranquillizzo dicendo che, siccome ho già avuto queste brutte esperienze, saprò certamente come evitarle o, se proprio dovessero ricapitare, come combatterle.
Si, esatto qualcosa hai imparato e sono convinta che il semplice fatto di porti delle domande e fare delle riflessioni ti aiuti a stare meglio. Probabilmente, quando impareremo ad accettare le nostre debolezze e ciò che ci è capitato a causa di essere, quando impareremo a prenderle come dei passaggi dovuti della nostra vita, forse la paura sparirà perchè sapremo che ci tutto è servito a capirci meglio, a crescere. Ad accettarci per ciò che siamo: io sono passata da essere giornalista e redattrice di testi (avrei dovuto pensare alla carriera) a fare la mamma che sta a casa... ora inizio a capire che io sto bene qui, con mio marito e la mia bimba, ma a volte l'adrenalina di quando lavoravo a tempo pieno, il piacere di andare in giro, tornare tardi, parlare con a gente, è un ricordo indelebile. Ma poi come stavo? Male, perchè nel mio intimo io volevo stare a casa con mio marito e oggi capisco che se dovessi laascaire a casa Clara per andare a lavorare sarebbe straziante e il tormento sarebbe ancora peggiore.
Difficile accettarsi e ancora più difficile accettare la vita che ci si para davanti.
La vita però ti riserva di quelle sorprese... io non credevo che potevo divertirmi tanto a far finta di mangiare delle formine di legno sul tappeto di casa!!!! :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
mame ha scritto: Intanto, mio marito ogni tanto lancia il sasso della sorellina..... :lol:
Vedremo, quando sarò pronta x affrontare l'argomento tra noi e se sarò pronta a portare avanti una scelta che a me richiede veramente moltissimo coraggio e fiducia nelle mie e nelle sue capacità.
Beh, allora che dire??? LASCIATI ANDARE!!!!!
Un abbraccio grandissimo
francesca

Elle
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Re: Riflessioni sulla mia maternità

Messaggio da Elle » mer mar 03, 2010 12:10 pm

a tutto quanto scritto da voi che quoto, aggiungo delle rifelssioni che mi girano per la testa di questi tempi:

ho letto e scritto e studiato di tutto e di più su gravidanza e maternità, e ne sono felice, mi ha certo aiutato. Anche devo dire non ho saputo correggere per tempo l'effetto ombra di tanta ricerca della condizione perfetta, e questo non mi ha aiutato. Mi spiego meglio: d'accordissimo sull'importanza del parto naturale, di tanti particolari che rendono il momento più armonioso e speciale, benefico per mamma e bimbo, e idem per l'allattamento e tutto il resto. Come tante mamme in attesa mi ero fatta il mio castello inespugnabile di quello che era "giusto" fosse, secondo me, e di conseguenza quello su cui mi orientavo e che mi aspettavo.
La difficoltà mia è stata poi nella pratica, perchè va bene avere un'idea chiara di quello che vorrei e che sarebbe più armonioso e bello e per tutti, ma se questo va a discapito dell'elasticità di sapere accettare tutte le variabili... ne viene un grosso problema emotivo. Un senso di fallimento rispetto a quello che doveva essere l'accadimento perfetto. Un bel, grosso, inutile, problema.
Io col senno di poi mi sono resa conto - mooooooltoooooooo tempo dopo- che ho vissuto molto molto male tanti accadimenti di parto e allattamento che onestamente non erano poi così gravi e pesanti come li vedevo al momento. Ho avuto, tutto sommato, un parto naturale e non con grosse complicazioni. Ciononostante sono stata male per mesi perchè il cordone ombelicale è stato staccato al volo, il bimbo non è potuto stare subito con me perchè dovevo essere ricucita in sala operatoria, l'allattamento è stato una fatica inimmaginabile ecc ecc, e onestamente il mio malessere quotidiano e ripetuto, le mille difficoltà che mi sono fatta, il senso di inadeguatezza e mille altre cose provate, sono uno strascico che ha fatto male a tutti e che dipendeva da come io vedevo le cose.

Grazie a Dio non ho subito un cesareo, inflessibile com'ero sono certa che non avrei saputo elaborarlo. Eppure ho visto mamme che hanno avuto cesareo e ben d'altro, non sono riuscite ad allattare e bene d'altro, che hanno vissuto questi accadimenti con una serenità e semplicità tale da tradursi poi in un ottimo maternage, un'ottima intesa madre figlio, una luminosità e gioia di quel che c'era- e non di quel che non c'era stato- che ha nutrito di gioia e di amore la loro relazione, quando mamme come me che hanno avuto più di loro in termini pratici hanno fatto una fatica immane a ritrovare la serenità rispetto ad accadimenti che non sapevamo accettare.

Tutto è esperienza, va bene anche così, non mi soffermo su ulteriori rimpianti che non servono e mi tengo il risultato.

Quello però che mi sento di dire a me stessa e a mamme che chiedono, è che oltre alla immagine idilliaca del mulino bianco dei parti perfetti e dell'allattamento col sorriso sulle labbra- peraltro nella realtà assai rare realizzazioni- ci sono tantissime sfumature di accadimenti e realtà che si discostano dal modello ideale, sono la maggior parte e vanno INTEGRATI nella consapevolezza a priori. Benissimo vivere la gravidanza con i migliori propositi e speranze accese affinchè tutto vada nel miglior modo possibile. Anzi, dobbiamo farlo perchè è veramente importante e fruttifero. MA, guai a identificarsi solo con la perfezione, guai a non integrare gli aspetti ombra di gravidanza parto e allattamento e genitorialità in toto, perchè esistono ed è giusto che siano, e perchè se non li abbiamo integrati come NORMALI E POSSIBILI a priori, quando ci capitano distruggono un'immagine di perfezione che era l'unica su cui avevamo puntato, e da li DISASTRO!!!

Quindi, oggettivi sono i fatti, ma soggettivo è il modo di accoglierli ed elaborarli. e' certo che se non siamo disposte ad accogliere "il non perfetto a priori" quando ci capita non sappiamo proprio cosa farci con quella roba li, e quindi.. CRISI!!!!
Non sto con questo ipotizzando un modo sempliciotto di evitare una crisi post partum: quello è tutto un'altro paio di maniche e al massimo possiamo pensare preventivamente che può capitare a tutti e non è cosa così aliena a nessuno.

Di fatto, la capacità del singolo di volgere ogni situazione in positivo, è FONDAMENTALE, e può donare un ottimo post partum o allattamento o altro che sia anche quando gli accadimenti non hanno rispecchiato per nulla i dettati dei manuli del parto perfetto.
Ho visto mamme con parti veramente compromessi riuscire ad elaborarli in maniera molto più serena di mamme che hanno avuto dei bei parti ma si aspettavano la perfezione (IO!), con relativi risvolti di serenità e gioia o al contrario rimorsi e depressioni ribaltarsi per mesi e mesi su tutta la famiglia.

Altra cosa che voglio segnalare e che sinceramente mi fa anche arrabbiare, è che nel mio percorso all'interno di contesti rivolti al parto e all'allattamento naturale, ho sentito rivolgere sia a me che altri frasi che a parere mio andrebbero proprio evitate, esempio: una bravissima consulente della lll che mi ha aiutato tantissimo, un giorno mi dice che siccome alessandro è stato tolto con la ventosa ha subito un trauma bla bla bla bla bla che gli rimarrà impresso tutta la vita. Ora, benissimo per tutto l'aiuto che mi ha dato, però grazie a dio io ho scelto di rifiutare questo suo imperativo perchè ne ho abbastanza di editti di rovina che si generano dalla conoscenza di quello che dovrebbe essere e invece non è stato.
La vita, è quello che è giorno a giorno nella sua imperfezione, e non quello che dovrebbe essere nel libretto del parto perfetto, dell'allattamento perfetto, del vestito perfetto, del marsupio perfetto, del passaggenino perfetto, del genitore perfetto, della scuola perfetta, ecc eccc. E siccome dei segni già ce li dobbiamo portare addosso, vediamo di non buttarcene addosso altri dati dai nostri giudizi inopportuni e pretestuosi di sovente! ohhhhhh!

E da ultimo, chi ha partorito in qualsivoglia modo lo sa: niente al mondo è più intenso, traumatico, travolgente e stravolgente, abbracciato agli imprevisti e alla vita spudorata e maestosa come il parto. E dunque, contempliamo questo spettacolo immenso di immense luci e immensissime ombre, e forse ci riuscirà più facile sentirci parte di un Tutto che
Tutto comprende, dal momento più mistico al momento più terrifico. Senza sentirci inadatte, incapaci e inette per ogni cosa, piccola o grande che sia, che prende un verso che non avremmo scelto e voluto.


scusate, una maternale o paternale, ma me la sentivo proprio dentro,
elena

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