Anch'io credo che abbiamo un problema di comprensione reciproca, su questo argomento ( sulla cassia obovata ci intendiamo molto meglio
).
Allora, io non ho mai detto che in quello che fai tu ci sia una "forzatura". Dico solo che stiamo parlando di due cose diverse. Non dico che UNA sia giusta e l'ALTRA no, ma sono due metodi distinti.
Roxx ha scritto:insegnare, educare, condurre, sedurre, mettici i termini che vuoi, per quanto mi concerne il risultato non cambia.
Per me e' chiaro che se insegno a mia figlia non sara' forzatura ma "conduzione", "seduzione", nel senso di portare con se, verso se, con dolcezza, se poi ci vogliamo attaccare alle parole boh, passo la mano...
Secondo me, non è una questione di termini, ma proprio di impostazioni completamente diverse.
Non è una forzatura proporre dolcemente ai propri figli, ma secondo me rimane diverso dal NON proporre e restare in ascolto della proposta dei propri figli.
Non ti sto dicendo che tu SBAGLI, nel contare (TU prima e tua figlia appresso), non mi permetterei mai di giudicare i metodi educativi degli altri. Vorrei solo che risultasse chiaro che esiste un modo (che è quello tuo) e ne esiste un'altro (che è quello mio) e ne esistono altri centomila.
E' vero che anche il TUO metodo non è coercitivo ed è rispettoso dei tempi e degli interessi di tua figlia, ma NON è quello che intendo io per APPRENDIMENTO SPONTANEO. Questo NON significa che il tuo sia una forzatura, chi l'ha mai detto? Solo che NON PARTE DA TUA FIGLIA. nON STIAMO A GIRARE ATTORNO ALLA QUESTIONE: non parte da tua figlia, lo stimolo parte da te! Ed è un bellissimo stimolo, e tua figlia lo accoglie positivamente e ne è felice. Ma sei tu la parte attiva, non lei! Lei risponde positivamente a un tuo stimolo.
D'altra parte è difficile che un bambino NON si mostri felice se la mamma o il papà gli insegna qualcosa: è già solo bello il fatto di poter stare insieme a mamma e papà, al centro delle loro attenzioni.
Roxx ha scritto:Ma se io debbo attendere i bisogni di mia figlia allora la forzo quando, mentre mi aiuta volontariamente a stendere il bucato e mi passa le mollette le si conta insieme o quando saliamo le scale si contano i gradini. Lei lo fa volentieri, ora lo chiede ma l'input e' partito da me.
Esatto, l'imput è partito da te! Credevi che forse un giorno non sarebbe venuto naturale a lei "contare" le mollette o i gradini, pur senza conoscere le parole "uno, due, tre..."?!
Quando ho raccontato di mia figlia che si conta i fagioli nel piatto, volevo proprio dire questo: la cosa non è partita da me, io mi sono limitata a metterle il cibo davanti e lei lo ha trasformato in un esercizio di matematica.
Non ho mai contato con lei, finché non l'ho sentita dire per la prima volta "UNO...DUE" Lei sentiva noi parlare, ha appreso il significato della parola uno e della parola due (tant'è che per un certo periodo x lei due era il plurale in generale, poteva voler dire anche 10, o tanti). Poi aveva sotto mano qualsiasi tipo di oggetto, fossero palline, mollette o forchette e le raggruppava ed è stata lei a chiedermi come chiamare il gruppo di 3 e poi di 4...ecc. A un certo punto, evidentemente, ha avuto l'esigenza di sapere se ci sono 4 cose come si dice. L'IMPULSO è nato da LEI!!! E probabilmente è nato anche DOPO, rispetto a quando tua figlia a imparato a contare. Del resto è noto che, almeno per alcuni aspetti, i bambini che imparano secondo l'apprendimento spontaneo sono "indietro" rispetto a quelli che vanno a scuola. Il gap si colma verso la fine del ciclo. Questo vale anche per chi segue la scuola steineriana.
Roxx ha scritto:Scrivi di bisogno del bimbo "introiettato" dal modello o dai modelli che sperimenta, oh, ecco, allora prova a leggere di madri che felicemente fanno scuola familiare coi figli di ogni eta' e che sempre travalicano i programmi ministeriali perche' i bambini desiderano apprendere di piu' di quanto dettino le "linee guida", se cosi vogliamo chiamarle, dei suddetti programmi...
Bambini che chiedono di affrontare tematiche che non sono nemmeno in programma e che un genitore spieghera' ben volentieri mentre un banale insegnante non affrontera' nemmeno perche' non previste dai programmi...
Quello che scrivi qui non va in alcun modo contro quello che dico io, anzi!!!!
Posso dire, però, che sinceramente a me dei "programmi ministeriali" non me ne frega proprio niente. Ed è ovvio, che un bambino che "vive" che "fa esperienza" che è "attivo" nella suo PERCORSO DI FORMAZIONE, che non è costretto a star rinchiuso seduto dietro un banco per diverse ore, apprenderà molte più cose di quelle che ci sono sui libri.
Comunque io non sono in gara coi programmi ministeriali: il mio obbiettivo non è quello di far andar mia figlia OLTRE, di crogiolarmi nel fatto che lei sa di PIU' degli altri bambini, ma mi interessa il COME certi obbiettivi vengano raggiunti e soprattutto come sa usare le sue conoscenze. A che le servirebbe fare il pappagallo?????? Certo che mi farà piacere spiegare a mia figlia tematiche che non sono in programma, ma aspetterò che sia lei a chiedermelo. Io parlo perfettamente inglese, tedesco e norvegese. Le mie bimbe mi hanno sentito parlare alternativamente queste lingue in varie occasioni coi miei amici stranieri. Ma non mi vedranno mai impegnata a far loro una lezione dell'una o dell'altra lingua. Saranno loro a mostrarmi se e quando saranno interessate. Nel frattempo - grazie a mia cognata che è di Taiwan e che parla cinese e giapponese - cantano canzoncine in queste due lingue (forse!!!! non so che parole tirino fuori
). Mia cognata si è solo limitata a cantare e evidentemente a loro è piaciuto.
Altro esempio: di certo nel "programma ministeriale" di un bambino di due anni e mezzo non c'è l'"educazione sessuale" e neanche la "riproduzione", tuttavia le mie bimbe , visto che la zia è incinta, si sono mostrate interessate alla cosa e hanno cominciato a giocare per la prima volta coi bambolotti, mettendoseli sotto la maglia e facendoli uscire fuori dai pantaloni. Io mi sono limitata a chiedere: cos'avete nella pancia? Risposta: BIMBO! E cosa fa nella pancia il bimbo? Diventa grosso grosso. E poi? Poi esce. E come esce? Dalla patata!
Non mi sono messa in cattedra a insegnar loro come nascono i bambini. O lo sanno per istinto, o hanno assorbito tutti i nostri discorsi. Del resto Carmen ha assistito alla nascita di sua sorella. Per questo dico che se un bimbo fa esperienza, già impara tanto.
Altra serie di domande e risposte: "Chi è anche che ha il bimbo nella pancia?" "Ping"(è mia cognata) "E chi ce l'ha messo il bimbo nella pancia a Ping?" "Raul". Anche questo è qualcosa che o sanno atavicamente o hanno assorbito nell'aria, semplicemente vivendo sempre insieme a noi.
Insomma, mi sembra che sappiano parecchie cosucce, per NON ESSERMI MAI MESSA A INSEGNARE NIENTE!!!!
E' ovvio che, se uno vuole andare avanti in questo modo, è necessario che le faccia "vivere", cioè dia loro la possibilità di esperimentare il mondo in quante più sfaccettature possibili. Certo non può funzionare se uno si chiude in casa.
Per il resto che ti posso dire, Roxx, anch'io non metto il pannolino e anch'io non ho la TV, non penserai certo che pensavo a un apprendimento spontaneo davanti alla televisione.
Roxx ha scritto:Chiaramente pero' dovevano affrontare SOLO l'esame a fine percorso scolastico, cosa che alla scuola familiare, attualmente non e' consentita.
QUESTO - l'ho già scritto nel post precedente - NON E' AFFATTO VERO. E, ripeto, conosco molto bene la normativa a riguardo. L'esame annuale è solo VIVAMENTE CONSIGLIATO, ma NON OBBLIGATORIO. E' obbligatorio SOLO a fine ciclo, quindi o alla fine della quinta elementare o alla fine delle medie. Stiamo attenti a non dare informazioni FALSE!
Comunque è giusto che ognuno sperimenti i suoi metodi e trovi la maniera per sé più valida per "crescere" i propri figli, fintanto che questi - come dici tu, Roxx- siano felici e sereni ....e - aggiungo - fintanto che lo siano anche i genitori
Un bacione e tanti auguri anche a te. In un modo o nell'altro, il "mestiere" di genitore è sempre mooooolto impegnativo!!!
Sole