scuola familiare

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pulcinafiamminga
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Re: scuola familiare

Messaggio da pulcinafiamminga » gio dic 11, 2008 2:58 am

ciao sole, grazie della risposta! (il nickname: sono fiamminga, e faccio pulcino di cognome :roll: ... :) )
Ok, allora il sistema in Italia alla fine non è tanto diverso da quello in Belgio: lì non viene richiesto alcun diploma specifico dai genitori, e un'ispezione è sempre possibile (vengono a casa tua o dove vuoi tu, previo appuntamento, ma si limitano a vedere se, in effetti, non è come nel caso che raccontavi, che il bimbo/a viene lasciato a se stesso - non vengono a giudicare l'insegnamento, solo a verificare che ci sia, per così dire).
Parli di una scuola di riferimento? come sarebbe a dire, bisogna comunque scegliere una scuola? perché? che ruolo avrà? sarebbe il luogo dove si fa l'esame?
Posso chiederti come mai sei così convinta e presa dalla voglia di fare unschooling con le tue figlie? da dove nasce il desiderio, la filosofia, perché? sono curiosa... :wink:
pulcinafiamminga

saralla
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Re: scuola familiare

Messaggio da saralla » gio dic 11, 2008 10:00 am

Sto seguendo questa discussione, davvero molto interessante. Volevo chiedere a sole e unamas una cosa che non mi è chiara, e mi incuriosisce molto: in questo percorso di scuola familiare è previsto, e che valore ha il confronto/scambio/rapporto con altri bambini?
Io credo che il rapporto con il gruppo dei pari sia fondamentale nella crescita dei bimbi dai tre anni in poi, intendo un rapporto non mediato dagli adulti, in cui il bimbo "apprenda" a relazionarsi in piena autonomia -e la presenza costante di un genitore forse in questo è un "ostacolo"?- con i coetanei, costruendo relazioni e collaborando nel gruppo. Questo non rischia di venire meno nel vostro progetto? ciao :D sara

sole75
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Re: scuola familiare

Messaggio da sole75 » gio dic 11, 2008 2:57 pm

pulcinafiamminga ha scritto:Parli di una scuola di riferimento? come sarebbe a dire, bisogna comunque scegliere una scuola?
Quando il bimbo entra in età scolare, va comunicato alla scuola elementare del proprio comune, a inizio dell'anno scolastico, che si intende provvedere personalmente alla sua "istruzione". Il dirigente è tenuto a prenderne atto ed eventualmente a verificare che i genitori si stiano realmente occupando dell'"istruzione" del figlio. Parlo qui di "istruzione" perché è questo il campo che principalmente interessa alla scuola. Nel nostro caso si pò parlare di percorso di crescita, di formazione, di educazione, ecc ecc.
pulcinafiamminga ha scritto:Posso chiederti come mai sei così convinta e presa dalla voglia di fare unschooling con le tue figlie? da dove nasce il desiderio, la filosofia, perché? sono curiosa...

Bella domanda! Mi dà occasione di mettermi di fronte a me stessa e a rivalutare i perché...
Sono partita con questa idea, quando, dopo lunghe riflessioni e discussioni col mio compagno, abbiamo raggiunto un accordo sul fatto che non avremmo mandato le bimbe alla scuola dell'infanzia (la scuola materna, per intenderci), almeno per il momento.
La scuola dell'infanzia non è obbligatoria, infatti, e nasce prima di tutto, non da un'esigenza del bambino, ma dall'esigenza dei genitori che in alcuni casi VOGLIONO, in altri SONO OBBLIGATI dalle circostanze a tornare al lavoro. Secondo alcuni pedagoghi , ma anche pediatri (vedi il mio adorato Carlos Gonzale di Besame Mucho), i bambini in età prescolare (anche fino a 6-7 anni), hanno bisogno di stare con la loro mamma, col papà, col loro nucleo familiare in genere, che - man mano che cresce - si allarga sempre più, andando a comprendere anche gli amici dei genitori coi rispettivi figli.

Nonostante nella Scuola dell'Infanzia di Finale Ligure (dove, eventualmente, avremmo potuto portare le nostre bimbe), si svolgono un sacco di progetti interessanti, come una sperimentazione steineriana, biodanza, lavorazione del pane, varie attività manuali interessanti, musica in culla, ecc, abbiamo ritenuto che tutto questo, per quanto interessante e affascinante, non avrebbe comunque uguagliato il naturale desiderio di mamma che ancora ha molto forte un bambino di 2-3 anni (le mi bimbe devono appunto compiere una 3 anni, l'altra 2). Dal momento che io ho fatto una scelta che è stata quella di fare la mamma, rinunciando a lavorare, mi sembrava più coerente continuare a far la mamma. Ed è evidente che non l'ho fatto solo per coerenza, ma perché, come ho già detto, penso che in quella fascia di età per i bimbi la mamma sia davvero ancora molto importante. Ed è importante pure il papà, ovviamente! E così, le mie bimbe, tutte quelle attività che farebbero a scuola, le fanno con me e col papà: facciamo il pane, non tanto per farlo, ma perché noi non lo acquistiamo fuori, ma ci piace autoprodurlo, utilizzando la pasta madre. Facciamo torte e biscotti, le bimbe aiutano a cucinare, come pure a stendere i panni.....e fanno anche tanti pasticci. Cantiamo in continuazione semplicemente perché io adoro cantare (in particolare tammurriate e tarantelle) e loro mi vengono dietro con strumenti veri, non giocattoli, messi a loro disposizione (tammorra, tamburello, bongo e nacchere). Poi giocano anche per i fatti loro. Si divertono coi colori (ci hanno decorato buona parte dei muri di casa), ecc. Ma la cosa che per me ha più valore in assoluto è che VIVIAMO la stessa vita: io sono partecipe della loro e loro della mia. Non è che io ho la mia vita, fatta del mio lavoro, delle mie relazioni, dei miei svaghi, dei miei amici e dei miei impegni, e loro la loro fatta di nonni e asilo. Quando vado al cinema, ci vado con loro. Loro poi si addormentano alla tetta, ma per me è bellissimo il fatto di essere usciti tutti insieme (un'unica tribù, cani compresi). E così quando andiamo al mercato, o a cena da qualche amico, o a una sagra, o a un concerto....

E dunque, mi sono chiesta: perché tutto questo deve finire quando loro compiranno 6 anni? Perché non possiamo andare semplicemente avanti in questo modo?
C'è da dire, poi, che sono abbastanza delusa dal sistema scolastico. Principalmente non mi piace il modo in cui si insegna ai bambini a "fare" le cose per averne un giudizio. Come ho già scritto in uno dei miei post, in questo modo si mortifica il naturale entusiasmo del bambino verso l'apprendimento di cose nuove e si pensa che questo impari solo sotto minaccia di un voto negativo. Inoltre si instaura la competizione e il desiderio di un bambino di esser giudicato migliore di un altro.
Poi si aggiunge lo stress dello studiare: apprendere, conoscere viene snaturalizzato, non è più una cosa divertente, ma diventa un lavoro, una rottura di scatole, un peso, un obbligo, fatto di compiti a casa, compiti per le vacanze e verifiche e interrogazioni. Insomma, diventa una fatica e perde tutto il suo fascino.
E allora qual è l'alternativa? Le mando a scuola e poi parlo tutto il tempo male del sistema, della scuola, delle "maestre che non capiscono niente" (questa è una frase che mi è capitato di sentire molte volte)? Oppure, più onestamente, lo rifiuto questo sistema che non mi piace e, visto che la legge me lo consente, faccio diversamente?
saralla ha scritto:Volevo chiedere a sole e unamas una cosa che non mi è chiara, e mi incuriosisce molto: in questo percorso di scuola familiare è previsto, e che valore ha il confronto/scambio/rapporto con altri bambini?
...e qui siamo, secondo me, a un punto molto importante. Personalmente, è quello che più di tutte mi mette in crisi. Infatti per me il confronto coi coetanei è molto importante. Ed è certo che a scuola si ha la possibilità di trovarsi a confronto con realtà diverse, con bimbi di estrazione sociale diversa, di etnia e cultura e tradizioni diverse. Insomma, a scuola puoi conoscere il figlio dell'avvocato come il figlio dell'operaio e scoprire che non esistono solo mamma che isegna inglese e papà che lavora in teatro, che c'è chi la macchima non ce l'ha e chi ce l'ha grossa dieci volte la tua, che c'è chi a merenda ha quelle cose che mamma chiama "le schifezze confezionate" e che però tu hai tanta voglia di provare e quello che ha la mela come te... Tutto questo è importante e, ovviamente, è difficile da ottenere in casa...
L'ideale sarebbe riuscire a creare tanti momenti di incontro tra bimbi anche al di fuori della scuola. Occasioni in cui i bimbi giocano e si relazionano, fanno esperienze, anche coi genitori, anche se non necessariamente questi devono fare da mediatori. il difficile è riuscire a crearle e promuoverle queste occasioni. Io ho varie amiche (tutte con idee diverse dalle mie) i cui figli frequentano la scuola dell'infanzia e con le quali a volte ci si vede, magari anche semplicemente per fare una passeggiata o per mangiare insieme, così i bimbi stanno in compagnia. Però, credo che questo non sia sufficiente e che dovremmo lavorare di più in tal senso. Un incontro solo saltuario con altri bambini è troppo poco. Su questo siamo anche svantaggiati per la posizione in cui viviamo. Stare in mezzo ai boschi, non dico “fuori dal mondo”, ma quasi, ci pone in difficoltà, in quanto bambini nelle immediate vicinanze non se ne trovano e, se vogliamo che le nostre figlie stiano con altri bimbi, dobbiamo sempre fare dei Km… a meno che non li invitiamo noi.

Leggendo il documento che mi ha mandato “unamas”, mi ha incuriosito molto la storia di una bambina, per la quale hanno risolto il problema, mandandola a scuola una settimana al mese. Credo che possa essere un buona alternativa. La bimba stessa si diceva felice di questa soluzione, che le permetteva di vedere altri bambini, fare nuove amicizie, stare comunque al passo coi programmi svolti.
Credo anche che queste soluzioni di “unschooling” o “scuola familiare” funzionino meglio in situazioni di vita comunitaria, ad esempio come negli eco-villaggi, dove c’è un grande scambio e confronto continuo, dove ci sono in genere già tanti bimbi, dove per lo più si vive in maniera collettiva e non individualistica. Noi siamo troppo isolati….d’altra parte io ho ancora paura a fare la scelta di andare a vivere in un eco-villaggio. Credo che dovrei fare tanto lavoro su me stessa prima di riuscire a vivere in una comunità, anche se molte cose mi affascinano e anche se mi rendo conto che quello che desidero realizzare io molte volte sono le stesse cose che vengono realizzate in eco-villaggi, come quello degli Elfi.
Dunque saralla, grazie per aver tirato fuori l’argomento. La questione è ancora aperta….
Quindi, spero di ricevere suggerimenti in proposito.


Baci a tutte
Sole

semisinasce
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Re: scuola familiare

Messaggio da semisinasce » gio dic 11, 2008 9:37 pm

Ciao a tutte e prima di tutto grazie tantissimo per tutto quello che sta saltando fuori su questo argomento!
Ho sempre avuto le idee un pò confuse sulla scuola familiare e credo proprio perchè per fare questa scelta ci sono delle cose che devono entrare a fare parte della famiglia in modo più o meno "programmato".

Una di queste cose è appunto l'incontro con altri bambini e per questo pensavo appunto ad una scuola familiare in condivisione(non so bene come ma, almeno in certi momenti della settimana, "fare in modo" che frequentino altri coetanei).

Un' altra cosa inoltre sono i programmi ministeriali.
Non so in che modo li si debba seguire, però se si dovrà fare un esame per entrare in una scuola (ad esempio per andare alle medie o più tardi alle superiori), penso che all'interno della famiglia bisognerà affrontare anche argomenti che magari spontaneamente non saranno ancora stati scoperti!
Bisognerà proporglieli nel migliore dei modi che noi pensiamo...ma si dovranno comunque affrontare,no?

E poi un'altra cosa mi viene in mente: io non so fino a che punto riuscirò a soddisfare le loro esigenze di apprendimento quando si attraverserà l'adolescenza...
Io mi ricordo che dopo i 17 anni ero assetata di conoscenza e sebbene prima me ne fossi fregata poco e niente della scuola(e dei risultati!), da quel momento è avvenuta una sorta di maturazione e mi sono letteralmente tuffata tra le braccia di chi mi dava opportunità di conoscenza che in quel caso erano anche i miei professori (fortunatamente anche appassionati al loro lavoro!) dai quali riuscivo a reperire spunti ed occasioni di confronto e approfondimento (e successivamente anche la voglia di iscrivermi all'università -cosa che, col mio passato scolastico, non ci avrebbe creduto nessuno!).

Voglio dire: fino a che punto bastiamo noi per un percorso scolastico che deve poi dare le basi e gli stimoli per le superiori e poi (forse) le università?
Non credo che per sapere studiare all'università o anche alle superiori sia necessario avere fatto le elementari, ma credo invece che un bambino se ha più strumenti per fare varie esperienze, riceva anche le autonomie e le capacità per pianificare gli studi e a organizzarsi un metodo di studio, però non sono molto sicura che io riuscirò a dargli tutto questo!

Non so se mi sono fatta capire, faccio fatica a pensare e a scrivere mentre dietro di me si scatena la vita famigliare di un babbo e due bimbi! (voi come fate??)
Ciao ciao

sole75
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Re: scuola familiare

Messaggio da sole75 » ven dic 12, 2008 11:28 am

A proposito di scuola familiare collettiva, sulla rivista Aam Terra Nuova di novembre c'era questo annuncio:

A Modena e Bologna partirà a breve un progetto di Scuola Familiare Collettiva che prevederà l'apprendimento spontaneo a contatto con la natura e nel calore di un focolare domestico, all'insegna della libertà espressiva, per la tutela della meravigliosa creatura che è il bambino!
www.educaresano.it (sito in allestimento). Per informazioni: tel 347 7180990 (previo sms) - 335 6966509 (pom)
educaresano.modena@tele2it

Anche se non si è della zona, potremmo provare a contattare loro per sapere come hanno impostato il progetto.

Anche a me piacerebbe realizzare qualcosa del genere, ma la vedo dura qui....

A presto
Sole

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Roxx
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Re: scuola familiare

Messaggio da Roxx » dom dic 14, 2008 12:03 am

sole75 ha scritto:
Roxx ha scritto:mi pare di arguire che tu sei steineriana.
Na, na... io NON SONO NIENTE. Conosco le varie pedagogie.... può essere che un po' mi ispiri un po' qua e un po' là...ma x lo più seguo la mia "testa balzana" :mrgreen: :wink:
Roxx ha scritto:Semplicemente desidero che la sua intelligenza possa spaziare in ogni dove e NON venire mortificata come accadde a me a suo tempo, come e' accaduto a molti bambini che ho conosciuto...
Su questo punto, sono in perfetta sintonia con te!
Roxx ha scritto:E se l'input partiva da me nel contare i gradini e/o le mollette, e' stato semplicemente perche' mia, figlia, troppo piccina per farsi intendere a parole, me lo richiedeva in altro modo.
E allora l'input partiva da LEI!!! Alla fin fine forse dicevamo la stessa cosa. Era questo che intendevo quando parlavo di "saper ascoltare le richieste dei nostri bimbi".

Comunque non è che io abbia la verità in tasca. Anch'io faccio un sacco di errori e, in fondo, è tutto una sperimentazione continua.
Ma il bello sta proprio nel mettersi in gioco, cercando da noi la nostra strada per essere "mamme", senza basarci esclusivamente su modelli precostituiti :wink:

Baci
Ah, a proposito: quando nasce il prossimo/prossima piccolo/a?

Sole
Sole, il prossimo arrivo pare sia per luglio, mi movimenterà le vacanze :P
Sai che non so fino a che punto gli input partano dai bambini e non da noi?!?
Cerco di spiegarmi: noi genitori forniamo ai nostri figli delle opportunita', tu canti spesso alle tue bimbe perche' ti piace, pensa, anche a me ( :wink: ) e anche la mia piccola cucciola ne e' entusiasta, anche lei utilizza veri strumenti musicali (mi mancano le nacchere, però, provvedero'!) e io le propongo mille cose, e' naturale, faccio la mamma, vivo in simbiosi con lei e lei accetta di solito con gioia quel che arriva da me (tranne quando esagero nel baciarla, allora esclama esasperata: "Bata, mammaaaaa!!!" :oops: ).
Ecco perche' non credo che un bambino sia perfettamente conscio dei propri bisogni, non uno di due anni, almeno, nemmeno uno di qualche anno piu' grande.
Se mia figlia fosse consapevole di tutto cio' che le necessita, potrei lasciarle il cibo sul tavolo e andare a spasso col consorte fidando nelle sue capacita' di "autogestirsi"; invece, anche solo per far pipi', a volte, mentre gioca o e' assorta nella "lettura" di un libretto, le domando se non sia il caso di fare una capatina in bagno e non perche' mi dia fastidio che si bagni, ma perche' se si bagna poi si mortifica e a nulla valgono le mie rassicurazioni sul fatto che nulla di grave e' accaduto...
Ed ecco che il genitore e' guida, propone ed educa e anche per quanto riguarda la mera istruzione son convinta abbia "una marcia in piu'" o come afferma il proverbio: "L'occhio del padrone ingrassa il cavallo" :wink:
Pero' concordo con te: penso noi due si stia parlando delle medesime anche se a volte su piani differenti.
Son convinta le tue bimbe abbiano una madre in gamba :)

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Roxx
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Re: scuola familiare

Messaggio da Roxx » dom dic 14, 2008 12:13 am

saralla ha scritto:Sto seguendo questa discussione, davvero molto interessante. Volevo chiedere a sole e unamas una cosa che non mi è chiara, e mi incuriosisce molto: in questo percorso di scuola familiare è previsto, e che valore ha il confronto/scambio/rapporto con altri bambini?
Io credo che il rapporto con il gruppo dei pari sia fondamentale nella crescita dei bimbi dai tre anni in poi, intendo un rapporto non mediato dagli adulti, in cui il bimbo "apprenda" a relazionarsi in piena autonomia -e la presenza costante di un genitore forse in questo è un "ostacolo"?- con i coetanei, costruendo relazioni e collaborando nel gruppo. Questo non rischia di venire meno nel vostro progetto? ciao :D sara
scusa se mi intrometto, saralla, in un quesito che non e' rivolto a me.
Ma come facevano a non divenire asociali, un tempo, i fanciulli e le fanciulle istruiti/e da un precettore in casa? Semplicemente avevano altri modi di socializzare col gruppo dei pari.
In una citta' come Milano le occasioni sono molteplici, basta cercarle e non e' detto che il genitore debba sempre mediare, perche' mai?
Anch'io, comunque, come Sole75 cerco la possibilita' di creare una scuola familiare condivisa da altre famiglie ma non necessariamente per una questione di socializzazione di mia figlia, almeno non solo. Principalmente per me si tratta di trovare altri genitori con cui supportarsi vicendevolmente, aiutarsi, sostenersi.
Da sola mi sento incerta, lo confesso, ma l'unione fa la forza e mi sto attivando alla bisogna :wink:

melidi7
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Re: scuola familiare

Messaggio da melidi7 » dom dic 14, 2008 6:49 am

ciao a tutti...
mi chiamo melissa, ho 7 figli sono dagli statiuniti, ma abito qui dal 1990 col marito (italiano)...faccio "scuola famigliare" con la 5ta, shanti, adesso da 2 anni...la prima la fatta "sulla carta" ma in verita, era piu a casa che la (storia molto complicata...posso entrare nei dettagli ma non ora!)

volevo solo dire che sono assai interessata a questa discussione, mi trovo molto in sintonia con sole unamas e roxx per non parlare di altri (che alla fine non ho potuto ancora leggere completamente *tutto* Ho fatto copia in colla, adesso stampo e rileggo tutto per benino.
apena posso mi aggiungo alla conversazione...ma per ora, solo un salutino caloroso (opps, mi chiama il piu piccolo, corro!)
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saralla
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Re: scuola familiare

Messaggio da saralla » dom dic 14, 2008 11:50 am

ciao a tutte, finalmente trovo un minuto per scrivervi. Spero di riuscire a farlo in modo chairo, vorrei dire moltissimo ma faccio una fatica a concentrarmi e a esprimere i mieie pensieri...ma voi come fate?? :shock:
Premetto che io non sono assolutamente una fautrice della "socializzazione coatta", infatti non ho mandato mia figlia al nido -vi assicuro scelta molto controcorrente qui a milano, mi sono sentita dire di tutto, che sono una madre degenere perchè privo mia figlia di chissà cosa, che sono oprressiva e opprimente e via così...- ed essendo lei nata a febbraio ha iniziato la materna a 3 anni e otto mesi (e anche qui: ma non potevi fare l'anticipo??? ma sei la solita esagerata!! :evil: vabbè)
Io penso che dopo i tre anni, però, cambia tutto. Lo penso non solo per averlo letto, ma per averlo sperimentato con la mia bimba. Stare con i coetanei per lei prima era un piacere (abbiamo sempre frequentato moltissimi amichetti) ma poteva tranquillamente farne a meno, il centro della sua vita relazionale ero io (bei tempi... :D ) e naturalmente il papà, i nonni, la baby sitter (io lavoravo solo al mattino e lei per quelle tre ora aveva una giovane e bravissima baby sitter che tuttora adora. Dall'una in poi facevamo tutte quelle cose di cui si parla in tanti post, dal pane alle pulizie, disegni, storie, letture, lunghi giri in bici nei parchi della città, amici, musica, minestroni, biscotti, dipinti ecc. ecc.). In zona tre anni le cose sono cambiate, lei, che comunque a dispetto dei tanti luoghi comuni sui bimbi "mammoni" che non vanno al nido è sempre stata una bimba molto autonoma, ha iniziato a "staccarsi" da me, a reclamare letteralmente degli spazi più suoi, (mia figlia ha un bel caratterino...ha iniziato a parlare prestissimo e benissimo, quindi con aria seria mi diceva: mamma mi lasci in pace? io devo fare le mie cose vai di là! e quando andavamo a casa degli amici: beh mamma adesso puoi anche andare, ciao ciao!) e a desiderare sempre più la compagnia degli amichetti. E a chiedere sempre più spesso: ma quando posso andare a scuola? (lei vedeva tanti amichetti e il cugino andare all'asilo da anni) Io voglio andare a scuola! sai che domani vado a scuola? e raccontava a tutti della scuola, immaginaria, dei compagni, immaginari, delle maestre con cui faceva questo e quello. ..
Quando finalmente ha inziato l'asilo era felicissima, emozionatissima, entusiasta. Io con un magone così...
Adesso l'asilo per lei è importantissimo, ha già stretto dei rapporti di amicizia molti stretti con alcune bimbe in particolare (guarda caso...anche io ho fatto amicizia con le loro mamme, molto vicine a me per idee , diciamo, filosofia di vita!) e ora che è a casa con la varicella è tristissima...ogni giorno mi chiede quando può tornare a scuola, perchè lei ha le sue amiche che la aspettano, e la maestra, e le sue cose da fare! poi mi racconta entusiasta le cose bellissime che ha fatto, dei giochi che inventa con i compagni, dei momenti in cui dipingono tutti insieme e creano delle meravigliose opere d'arte che poi mi mostra orgogliosa, dei canti e della musica..
insegnante di sostegno io e educatore lui, per me e mio marito la sfera relazionale è centrale, importantissima, io ritengo che nella scuola, almeno fino alle medie, sia l'aspetto più importante, più importante delle nozioni, delle materie. Imparare a stare con gli altri, a rapportarti con le differenze, metterti in gioco nel gruppo, gestire la complessità delle dinamiche di gruppo sono passaggi fondamentai per crescere, e non credo che si possano fare allo stesso modo in presenza dei genitori (penso ai bimbi più grandi) perchè comunque la presenza di un genitore, anche se non si "intromette", crea sempre un condizionamento. Non a caso i ragazzi (ma anche i bimbi) a scuola sono spesso molto diversi che a casa, esprimono lati di sè e competenze spesso inaspettati, nel bene e a volte nel male, certo, ma credo sia necessario fare i conti anche con questo, col fatto che i nostri figli sono persone diverse da noi, e non sempre aspetti di loro ci piacciono, non sempre riusciamo a capirli...
Come insegnante credo moltissimo nelle stretegie dell'apprendimento cooperativo, nel lavoro di gruppo, nella peer education, negli anni ho sperimentato come i ragazzi riescano a esprimere al meglio le loro potenzialità, i loro talenti nel gruppo e col gruppo. Mi chiedo, davvero senza spirito polemico, anzi con sincero interesse, anche professionale! se questo sia possibile a casa, soli con i genitori.
Anche perchè a scuola non ci sono solo le maestre di cui lamentarsi, (ci sono, ci sono quelle tremende, eh :evil: ) ci sono anche insegnanti appassionati che rappresentano incontri importanti per i bimbi e i ragazzi, incontri che possono arricchirli e lasciare loro moltissimo, figure di riferimento insostituibili...
Per non parlare dell'aspetto, di cui avevo scritto nel mio precedente post, legato alla diversità, al valore della diversità, intendo...che secondo me, anche qui lo dico ma in realtà lo chiedo!, rischia di venire meno in una scuola falmiliare, in cui i bambini sono tutti figli di famiglie simili per stili di vita, idee e educazione. ma forse no?

sole75
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Re: scuola familiare

Messaggio da sole75 » lun dic 15, 2008 6:29 pm

Roxx ha scritto:Sai che non so fino a che punto gli input partano dai bambini e non da noi?!?
Sì, hai ragione, non è facile distinguere quando gli imput arrivano dal genitore e quando dal figlio. E' ovvio che in una famiglia in cui i bimbi vivono partecipi della vita dei genitori, prenderanno qualcosa da loro, come pure viceversa :wink:
saralla ha scritto:Per non parlare dell'aspetto, di cui avevo scritto nel mio precedente post, legato alla diversità, al valore della diversità, intendo...che secondo me, anche qui lo dico ma in realtà lo chiedo!, rischia di venire meno in una scuola falmiliare, in cui i bambini sono tutti figli di famiglie simili per stili di vita, idee e educazione. ma forse no?
Cara saralla, il tuo post mi ha fatto riflettere tanto. Ci sono sicuramente tanti aspetti da valutare. Tanto per cominciare anche mia figlia ha cominciato a parlare di "andare a scuola", spiazzandomi...
Poi, come ti dicevo, l'aspetto dell'incontro/confronto con la diversità, e in genere con l'altro, anche per me è fondamentale e anch'io mi chiedo come conciliarlo con una scuola familiare. Insomma, anch'io la vedo dura: da un lato avviare un progetto di scuola familiare e dall'altro fare in modo che le mie bime abbiano modo di confrontarsi con realtà diverse dalle loro.
Come dicevo, un'idea potrebbe essere quella di pensare a una scuola familiare collettiva, che magari offra anche attività allargabili a bambini che normalmente vanno a scuola, in modo che comunque lo scambio con altri bambini vi sia.
Mi viene in mente di creare una sorta di progetto didattico allargato al territorio, con laboratori che possano essere interessanti anche per i bambini che normalmente vanno a scuola.
Es: un pomeriggio si fa il pane, un altro la passeggiata nei boschi con gli asinelli, un altro il laboratorio di musica, un altro biodanza, un altro giorno, altro laboratorio creativo...
Ma non so se possa funzionare...
Insomma, anch'io sto rileggendo l'idea di scuola familiare sotto un'altra luce e mi stanno venendo un sacco di dubbi...Forse anche perché in questo momento sono un po' stanca...chissà.
Bisognerebbe davvero parlare con chi ha già sperimentato questa cosa e può valutarne tanto gli aspetti positivi che quelli negativi.

Ed ecco Melissa, che capita giusto a proposito :P
melidi7 ha scritto:ciao a tutti...
mi chiamo melissa, ho 7 figli sono dagli statiuniti, ma abito qui dal 1990 col marito (italiano)...faccio "scuola famigliare" con la 5ta, shanti, adesso da 2 anni...la prima la fatta "sulla carta" ma in verita, era piu a casa che la (storia molto complicata...posso entrare nei dettagli ma non ora!)

volevo solo dire che sono assai interessata a questa discussione, mi trovo molto in sintonia con sole unamas e roxx per non parlare di altri (che alla fine non ho potuto ancora leggere completamente *tutto* Ho fatto copia in colla, adesso stampo e rileggo tutto per benino.
apena posso mi aggiungo alla conversazione...ma per ora, solo un salutino caloroso (opps, mi chiama il piu piccolo, corro!)
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Melissa, sei il mio MITO!!!!! 7 figli! E' la meta che mi sono posta anch'io! Adoro il numero 7 e desidero ardentemente una famiglia numerosa!!!! Per ora ho appena cominciato e sono solo a 2, ma ho già cominciato a stressare il mio compagno, per darsi da fare...ehm ehm...x il prossimo :wink: :mrgreen:

Dai, Melissa, raccontaci la tua esperienza e dacci qualche dritta.
Baci a tutte
Sole

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Roxx
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Re: scuola familiare

Messaggio da Roxx » mar dic 16, 2008 11:37 pm

Ti leggo, saralla, e mi prendo tempo per riflettere.
Anche ad Angelica mia piacciono tanto "i bimbi", gia' ora che ha due anni e li cerca sempre e allora io la porto a teatro, in piscina, all'acquario, in ogni dove affinche' possa trovare nuovi stimole a anche i suoi adorati "bimbi".
Ora ha due anni ma e' gia' tanto indipendente, per questo vorrei poter avviarla a una scuola collettiva dove ci saranno altri bambini con cui confrontarsi, anche di eta' differenti (come le scuole di paese di un tempo), perche' nella vita non incontrera' e non relazionera' solo con persone della sua eta' e la scuola collettiva, in questo senso, mi sembra piu' "reale", non so se riesco a spiegarmi. Cosi come mi sembra piu' reale e giusto che i genitori si riapproprino del loro ruolo di educatori tout court senza demandarlo ad altri perche' in fondo questi fanciulli crescono con le loro famiglie.
Poi chiaro, se Angelica mia pestera' i piedi per andare a scuola per forza dovro' rivedere le mie posizioni, non so come mi comportero', certo non faro' la "generalessa" come era mia madre per me, non le imporro' le mie scelte ritenendole forzosamente giuste, cerchero' sempre il dialogo con mia figlia, assolutamente!
Nonostante cio' ritengo, ma oggi lo dico e domani potrei smentirlo (ma giuro, non son berlusconiana! :P ), che la scuola collettiva possa essere l'optimum se ben studiata e poi ci saranno altre occasioni (il corso di sport o di musica, il campo estivo, altre attivita' LONTANO dai genitori) per calarsi in realta' altre fatte di bambini che frequentano la scuola con genitori che non hanno le mie medesime idee e allora ognuna di noi due fara' valere le proprie ragioni e ascoltera' quelle altrui.
Ecco, non esisterebbe SOLO scuola familiare, in fondo, con cui confrontarsi ma la stessa potrebbe essere un buon punto di partenza per dischiudersi al mondo vario e variopinto senza tema per voti e giudizi, senza competizione ma con maggior serenita' e apertura mentale.

SOLE, mi spieghi meglio quella della bimba che andava a scuola una sola settimana al mese? Per quanto mi pare di aver compreso mi sembra un non sense.
Se io rifiuto la scuola tout court non addivengo a compromessi che comunque mi tengono legata a un sistema fatto di voti e giudizi e di impartizione di nozionismi in base ai programmi e non all'eta' e alle richieste del discente, per quanto possibile.
pero' vorrei capir meglio, ti ringrazio.

MELIDI7: racconta racconta anche a me, anche se io mi fermo a 2 :D

sole75
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Re: scuola familiare

Messaggio da sole75 » mer dic 17, 2008 8:53 pm

Roxx ha scritto:SOLE, mi spieghi meglio quella della bimba che andava a scuola una sola settimana al mese? Per quanto mi pare di aver compreso mi sembra un non sense.
Se io rifiuto la scuola tout court non addivengo a compromessi che comunque mi tengono legata a un sistema fatto di voti e giudizi e di impartizione di nozionismi in base ai programmi e non all'eta' e alle richieste del discente, per quanto possibile.
pero' vorrei capir meglio, ti ringrazio.
Ciao!
Bisognerebbe chiedere a "unamas": io l'ho letto sul verbale dell'incontro di cui ci ha parlato fatto con genitori di varie parti d'Italia, sul tema della scuola familiare.

Non so se sia del tutto un controsenso. In fondo è come se uno, anzicché mandare i figli a fare pallavolo in una palestra con altri bambini, li mandasse a scuola, esattamente con lo stesso spirito con cui li manderebbe in palestra: per fare un'esperienza, per stare con gli altri, per fare cose che a casa non si fanno o in un modo diverso da come si fanno a casa. Insomma, la scuola in questo caso verrebbe vista come uno di quei tanti luoghi come quelli da te citati (corso di sport o di musica, campo estivo, ecc) in cui i bambini possono fare esperienza separatamente dalla propria famiglia.

Io questa esperienza la leggo in questa chiave....

Ciao a tutte
Sole

melidi7
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Re: scuola familiare

Messaggio da melidi7 » dom dic 21, 2008 10:12 am

ciao a tutti, grazie per l'entusiasta accoglienza...non ho fatto nulla per meritarla!
purtroppo sono sempre pronta a leggere con troppa poca tempo per scrivere...appena ho un attimino (con 9 in casa, e un computer solo-potete imaginare) con tempo per pensare e scrivere assieme ...ci saro.

ci sono tantissimi punti che vorrei parlare...ma per prima e unica cosa: io e una mia amica abbiamo partito una lista dedicata all'apprendimento naturale col titolo
[email protected] (credo...scusate è la prima volta che invito qualcuno, dovro confermarlo !! aime che casino)

con l'intento di poter parlare del apprendimento naturale, spontaneo ed autonomo, fai da te...insomma unschooling in italia...
come, e com'è.

non ha nemmeno un vero descrizione ancora perche non ho tempo questa settimana...ma sono piu di un anno che volevo farlo, e vostra discussione mi ha spinto al azione (un po incompleto ma fatto!).

torno appena posso, e se vi sento la, ancor meglio!
melissa
nelle langhe
mamma di 7
facendo apprendimento naturale con shanti 8 anni, giacomo leo 5 anni e gio 3 anni.

sole75
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Re: scuola familiare

Messaggio da sole75 » lun dic 22, 2008 11:01 am

certo che Melissa ha già una "piccola scuola" tutta sua....con questa bella tribù di figli :wink:
Devo sbrigarmi a metterne in cantiere altri, così di certo non soffrono di solitudine se non vanno a scuola....he he :lol: :lol: :lol: :mrgreen:

Se non ci si sente prima. Buone Feste a tutti!!! E soprattutto x noi mamme: un'inizio 2009 pieno di energie (che ne abbiamo sempre bisogno.....io per prima che in qs periodo comincio a sentirmi un po' scarica)

baci
sole

Elisa B.
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Re: scuola familiare

Messaggio da Elisa B. » dom dic 28, 2008 3:25 pm

Ho letto quest'argomento dall'inizio con grande interesse e mentre leggevo pensavo: "Appena finisco devo scrivere a Melissa che ci dia un'occhiata". Non ho fatto in tempo a finire che lei era già qui (ciao cara, che bello trovarti anche in queste pagine!); non so come faccia con i suoi sette e marito e fattoria, ma lei riesce ad essere sempre dove serve.
Fino a poco tempo fa io non sapevo nulla di scuola famigliare: è stata proprio Melissa la prima da cui ne ho sentito parlare. E devo dire che la mia prima reazione è stata molto scettica. Avevo visto un documentario molto ben fatto sugli estremisti cattolici americani che hanno contribuito alla rielezione di Bush e mi si erano rizzati i capelli. In particolare veniva mostrata una madre che faceva scuola familiare ai suoi figli indottrinandoli all'antievoluzionismo e al disprezzo verso i non appartenenti alla loro confessione. L'idea di applicare il sistema alle famiglie italiane mi aveva fatto immaginare madri leghiste che istigavano all'odio razziale e al rifiuto della diversità, o cose del genere (qui a Padova mi è capitato al parco di sentire bambini di nemmeno 5 anni insultarsi dandosi dello "sporco cinese"). E mi chiedevo quali garanzie potessero fornire i genitori di poter essere dei bravi insegnanti o anche solo degli insegnanti decenti.
Ora so molte più cose sull'argomento (e ringrazio molto Sole delle informazioni sugli aspetti amministativi della faccenda, ne ero davvero curiosa) e il mio giudizio può essere più articolato. Non posso più dire di essere contraria in linea di principio: mentre prima, in linea di principio appunto, pensavo che almeno la scuola pubblica offriva un sapere condiviso, il contatto con la diversità e la pluralità di opinioni, lo scambio..., mentre la scuola a casa era condizionata in questi aspetti dalla sensibilità e dalle abilità del genitore, ora sono certa che in certi casi la scuola famigliare sia la scelta giusta, anzi necessaria per alcuni bambini e che il progetto di metterla in pratica vada valutato con attenzione e scrupolo.
L'ideale sarebbe riuscire innanzitutto a migliorare la scuola pubblica, che dovrebbe essere uno dei beni più preziosi di uno Stato moderno e democratico, ma sappiamo bene quali sono i tempi che corrono.
E ho anche capito che il cammino che ciascuno di noi può fare per imparare a rispettare il proprio figlio è un cammino continuo e senza una meta fissa e definitiva: si può sempre fare meglio, almeno questo vale per me. E certo la scuola che abbiamo, per come è impostata in genere non mette il rispetto tra i suoi obiettivi più importanti.
Più leggo e più osservo il mio bambino e più mi sento vicina al modello descritto da Sole, che credo sia anche quello di Melissa. La invito allora, se trova il tempo, a raccontarcene anche qui qualcosa di più.
Il problema dei contatti con i coetanei purtroppo rimane, soprattutto per chi non può almeno in parte risolverlo con i fratelli appena più grandi o più piccoli, che comunque non sono la stessa cosa. Ho notato un radicale cambiamento in Carlo man mano che si avvicinava ai 2 anni. Gli altri bambini hanno cominciato a interessarlo sempre più e adesso, che la mattina frequenta il nido, ma l'ho tenuto a casa da metà novembre perché IO mi ammalavo troppo, mi chiede tutti i giorni di tornare dai bimbi.
E con questo arrivo all'altro grande problema: la possibilità della mamma di occuparsi dei propri figli nei loro primi anni, l'inconciliabilità di questo meraviglioso impegno con il lavoro. Io ho resistito fino quasi ai due anni di Carlo, facendo qualche tentativo anche prima per ritagliarmi poche ore, ma senza risultati soddisfacenti (purtroppo non ho i nonni vicini). Ora non ho più scelta: devo lavorare di più. Così ho cercato un nido che mi piacesse (quello che ho trovato è di ispirazione montessoriana) e devo dire che sono stata fortunata, perchè, a parte la prima settimana di sofferenza al momento del distacco, Carlo poi ha sempre dimostrato di andarci volentieri e poi a casa lo vedo felice e non disturbato. Quindi si può dire che alla scuola famigliare io abbia già rinunciato visto che per motivi di forza maggiore comunque lo porto in un posto in cui gli vengono proposte attività già stabilite dalle insegnanti, che seguono un programma educativo predisposto, con tappe fissate bene o male come uguali per tutti.
Quello che mi chiedo e chiedo anche a voi è se nel tempo che comunque siamo insieme io debba fare qualcosa per bilanciare tutto questo, se c'è un atteggiamento migliore di altri. Esiste qualcosa a riguardo, Melissa, nella bibliografia che conosci?
Grazie intanto per i vostri racconti e le vostre riflessioni, ciao,
Elisa

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