Medicina Convenzionale

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Daniele
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Medicina Convenzionale

Messaggio da Daniele » lun dic 13, 2004 12:25 pm

Salve a tutti... avrei una questione da porvi.
Come forse avete capito dal Topic si tratta di questioni legate alla Medicina Convenzionale (e non, in effetti). Nel thread in cui si parla di contraccettivi, ho letto di alcune persone che non utilizzano la pillola in quanto questa è testata sugli animali. Cosa che peraltro è vera per ogni farmaco (e mi chiedo se lo sia pure per medicine più o meno naturali come quelle omeopatiche, a proposito delle quali ho letto pure che a volte contengono sostanze di origine animale). Io sono vegetariano, cerco di usare prodotti non testati sugli animali (almeno quelli per l'igiene personale) ma per quanto riguarda le medicine mi trovo in difficoltà. Se vado dal medico con un potente mal di gola e il medico mi prescrive un antinfiammatorio o un antibiotico... beh io me li prendo... so che quelli saranno stati sicuramente testati sugli animali... ma... qual'è l'alternativa in questi casi? Cioè voi "animalisti" come vi rapportate rispetto a queste problematiche? Nessun uso di medicine? E se state male che fate? Non so... io forse per quanto riguarda le medicine ho un altra idea, cioè il fatto che noi ci diciamo che in fondo la sperimentazione animale è inutile da un punto di vista scientifico (oltre che eticamente inaccettabile) però mi viene difficile rinunciare alla medicina quando ne ho veramente bisogno (cerco di limitare al massimo... anche per la mia stessa salute). Non so... è il sistema da cambiare... la mia idea è che se per quanto riguarda i "cosmetici" ci sono veramente delle alternative etiche... per quanto riguarda i medicinali l'unica alternativa etica è non assumerne alcuno, ma non so se è la cosa più giusta da fare... insomma sono pieno di dubbi al riguardo, vi ringrazio per i vostri contributi.

Ciao,
Daniele

c.m.
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Re :

Messaggio da c.m. » lun dic 13, 2004 4:38 pm

io non "digerisco" le medicine tipo antibiotici.Ora una brava erborista mi ha consigliato Propolactive C effervescente ,della ditta Selerbe.Me l'hanno procurato anche in farmacia.
Per dolori influenzali invernali va bene,ma credo di no per es. estrazioni dentarie.
Il difficile è trovare medici alternativi capaci.Anche un naturopata mi ha dato buoni farmaci naturali,ma mi è capitato di spendere anche per farmaci in erboristeria che non sono serviti a niente.
non compro neanche + i farmaci tradizionali,che non uso proprio.
Prova a chiedere consiglio ad Asja,di Sicilianimalista,aveva detto che si stava specializzando in erboristeria.E' a Catania.
chiara

http://it.geocities.com/sicilianimalista/

dora
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Messaggio da dora » mar dic 14, 2004 11:33 am

ti suggerisco di visitareil sito http://www.xmx.it
ciao
dora

Daniele
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Messaggio da Daniele » mar dic 14, 2004 12:05 pm

dora ha scritto:ti suggerisco di visitareil sito http://www.xmx.it
ciao
dora
Uhm... ma io più che suggerimenti di siti o che... vorrei avere il vostro parare... conoscere la vostra esperienza... vi curate o no? In che modo e perchè?

Zora
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Messaggio da Zora » mar dic 14, 2004 1:42 pm

io evito più che posso medicinali, cerco di prevenire con l'alimentazione (ad esempio contro l'influenza abbondo di cibi contenenti vitamina C ecc), anche se però l'influenza va fatta sfogare così si formano gli anticorpi.
Nel caso in cui dovessi ammalarmi seriamente o se proprio non ne posso fare a meno mi curo con i medicamenti convenzionali (ma proprio se sto morendo e per fortuna ho una salute di ferro) anche perché non c'è scelta. Anche l'omeopatia e qualsiasi altra cura naturale é o é stata oggetto di sperimentazione animale. A parte la mancanza di scelta sono convinta che se esistono medicamenti e cure che funzionano sugli umani non é perché sono testati su animali, ma perché lo sono stati sulle persone.. .non é colpa mia se gli scienziati idioti non si liberano del medioevo vivisezione. Se dovessi ammalarmi di un male grave (tié!) mi metterei di sicuro a disposizione come cavia per nuove cure e medicinali perché forse così potrò salvare qualche animale e accellerare l'arrivo di cure utili per le persone. Inoltre sto seriamente riflettendo di mettere a disposizione il mio corpo (una volta trapassata... tié... tié e tié!) per la ricerca... sperando sempre di riuscire a portare un progresso che con la vivisezione sarebbe impossibile.

cinzia73
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Messaggio da cinzia73 » mar dic 14, 2004 5:42 pm

dalla mailing list di bairo:

Questo articolo è stato scritto usan­do i dati contenuti nell'opuscolo “Morte da Medicina” in lingua ingle­se. Quarantasei pagine di dati scioc­canti.

La MEDICINA è la PRIMA CAUSA DI MORTE in USA

(ma anche negli altri paesi occidentali la situazione non è molto diversa)

Da osservazioni compiute negli ultimi 10 anni da medici, ricercatori, esperti, pubblicate in molte de­cine di lavori scientifici, risulta che ogni anno in USA avvengono in media i seguenti decessi per le se­guenti cause. I dati sono riferiti ampiamente per difetto.

Reazioni da farmaci in ospedale
106.000

Reazioni da farmaci non in ospedale
199.000

Errori medici
98.000

Piaghe da decubito
115.000

Infezioni ospedaliere
88.000

Malnutrizione
108.800

Procedure mediche non necessarie
37.136

Conseguenze da interventi chirurgici
32.000

Totale morti per medicina
783.936

Facciamo un confronto con altri due dati.

Morti per malattie cardiache
699.697

Morti per cancro
553.251

Alcune osservazioni:

1) I farmaci usati in medicina devono essere testati “scientificamente” (sic) e legalmente autorizzati. At­tualmente la legalizzazione di un farmaco costa almeno € 5.000.000 (L. 10 miliardi) in test su animali, esseri umani, ecc... e dura una decina d'anni. Le morti da reazioni da farmaci qui citate sono da ascri­versi ad un uso “corretto” (non ad errori medici) di farmaci “correttamente” prodotti e venduti.

2) Le piaghe da decubito si formano in pazienti che non riescono a muoversi (qualsiasi ne sia la ragione) e sono facilmente evitabili: basta girare il paziente nel letto ogni tre ore. Se si formano queste piaghe è solamente a causa della criminale pigrizia del personale infermieristico, del criminale menefreghismo dei medici che accettano come normale questa situazione; oppure è dovuto ad una criminale carenza di personale assolutamente indispensabile.

Si tende a far credere a pazienti e ai loro famigliari che queste lesioni siano inevitabili; in verità sono dei reati di lesioni gravi volontarie, omicidi volontari od omicidi colposi che restano sempre impuni­ti.

Colgo qui l'occasione per invitare le vittime di queste lesioni o i loro famigliari a fare denuncia penale contro i malfattori responsabili.

3) Qui la malnutrizione riguarda soprattutto gli istituti di cura per anziani e malati cronici.

4) Queste morti hanno un costo. Per ammazzare un paziente c'è “bisogno” di medicamenti, strumenti, sti­pendi, ecc... Per ammazzare 783.936 all'anno persone all'anno, medici, infermieri, multinazionali far­maceutiche, ospedali, ecc... si fanno pagare (considerando solo ed esclusivamente le azioni che causano queste mor­ti) 282 miliardi di dollari (siamo nell'ordine dei 550.000 miliardi di lire) ogni anno.

5) Questi dati sono, come risulta da ben precise ricerche che trovate nell'opuscolo citato, ampiamen­te sottostimati; probabilmente non sono che la “punta dell'iceberg”. L'ambiente medico ha un clima omertoso degno di una cosca mafiosa. Ogni medico è consapevole che questi dati potrebbero scuotere la fiducia della gente nella medicina e che, se si sapessero ampiamente “in giro”, i suoi guadagni sarebbe­ro a rischio.

6) Viste le statistiche di morte per cancro e malattie cardiache, risulta chiaro che la me­dicina, oltre ad essere causa di vere e proprie stragi per conto suo, è anche totalmente inefficace sulle maggiori cause di morte da malattia. Ma allora a cosa e a chi serve?

Vediamo ora gli atti medici non necessari.

Forse i medici che li hanno eseguiti li consideravano necessari per loro...

Ricoveri ospedalieri non necessari ogni anno
8.900.000

Terapie non necessarie ogni anno
7.500.000

Totale
16.400.000

Questi interventi medici portano ogni anno danni alla salute più o meno gravi (morte compresa) a 3.080.000 pazienti, o meglio, a persone che (prima del trattamento) erano sane.

Le truffe alle compagnie di assicurazione sono innumerevoli. Stime ufficiali per il 1998 le fanno ammontare a 12.000 milioni di dollari.

È impressionante anche osservare quanto aumenta di anno in anno il numero di queste pratiche assassine.

1974: 2.400.000 di interventi chirurgici non necessari conseguiti poi in 11.900 morti ad un costo (ovviamente si fanno pagare!) di 3.900 milioni di dollari.

2001: 7.500.000 di interventi chirurgici non necessari conseguiti poi in 37.136 morti al costo di 122.000 milioni di dollari (rapportati al valore del dollaro del 1974, in modo da poter fare un raffronto reale).

En passant, osserviamo anche che il costo medio del singolo intervento chirurgico inutile è enorme­mente aumentato: di 10 volte. Da 1.625 a 16.267 dollari (aumento reale, ottenuto scorporando l'aumento dovuto all'inflazione). Nello stesso tempo anche la percentuale di morte per intervento è aumentata, nonostante tutti i progressi tecnici.




Costi sanitari complessivi.

La spesa sanitaria in USA copre il 14% del prodotto nazionale lordo, che nel 2003 si è tradotta in 1.600 miliardi di dollari ( circa 3.000.000 miliardi di lire).

Questo opuscolo è talmente denso di dati, bisognerebbe tradurlo tutto. Questo sarà possibile solo se qualcuno ci aiuterà in questo lavoro. Per il momento mi limito a citare ancora un solo dato ivi contenuto, che è sicuramente valido anche per l'Italia, come pubblicamente comunicato dall'On. Altissimo al tempo in cui era ministro della sanità e già citato in un'altra pagina di questo sito:

Quando i medici scioperano le statistiche di morte diminuiscono. SEMPRE.

Alcune considerazioni.

Questi dati impressionanti riguardano solo gli USA, ma potrebbero essere tranquillamente moltipli­cati per 10, o anche di più, per avere i dati complessivi di tutto il pianeta, considerando che è logico pensare che la stes­sa situazione sia più o meno uguale in paesi di simile livello tecnologico ed economico.

Ma anche solo limitandoci ai dati che riguardano gli USA, non possiamo non considerare cifre del genere a livello di GENOCIDIO. Un attacco così vasto, così generalizzato, così malvagio contro il gene­re umano io credo che non si sia mai visto in tutta la storia di questo pianeta.

Vi siete impressionati per l'attentato alle torri gemelle: 2.500 vittime? Ma non fatemi ridere! In 10 giorni gli “specialisti della salute” già solo in USA sanno fare di meglio. E per di più sono pagati e sti­mati. Sinceramente, Bin Laden è molto più onesto. Prima di tutto dichiara apertamente di essere nemico, non si avvicina promettendo di aiutarci. E poi non si fa pagare da noi per finanziare gli attentati; paga di tasca sua, e sa bene di patire rischi e odio. Caspita! Mi è diventato improvvisamente molto simpatico...

Hai paura della criminalità? Hai paura di essere derubato, rapinato, truffato, scippato, ucciso? E al­lora perché vai dal medico?

Pensi con raccapriccio ai campi di sterminio nazisti: 6.000.000 di morti in pochi anni? Già solo in USA, in 8 anni la medicina saprà fare di meglio.

Non crediate che tutte queste morti da medicina siano dovute a casi fortuiti, o ad una serie di abbagli scientifici, o ad incompetenze o abusi personali, o a cose del genere. Dietro a ciò c'è un ben preciso e cosciente progetto criminale. Ma questo sarà tema per una documentazione su una prossima newsletter.

La medicina è un sistema così marcio, così immorale, così antiscientifico, che non credo sarà mai possibile riformarla. Rimane solo la possibilità di eliminarla completamente e di costruire qualcosa su basi nuove.

Nel frattempo, per favore, ti prego, non andare dal medico...

Eliana
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Messaggio da Eliana » mar dic 14, 2004 5:58 pm

Io se ne ho bisogno prendo i farmaci convenzionali. Non posso tenermi una colica renale (come ne ho avute qualche tempo fa) per boicottare le medicine che già sono state testate. Non si può cambiare il passato e i prodotti erboristici, quelli che ho provato, non mi hanno mai fatto niente. Però, oltre a combattere la vivisezione, qualcosina si può fare:

http://www.novivisezione.org/info/generici.htm

Farmaci generici e antivivisezionismo

di Marina Berati, settembre 2004

Noi antivivisezionisti siamo soliti dire che le cose che il singolo cittadino come "consumatore" (non come attivista) può fare per contrastare la vivisezione, o, almeno, non contribuire a sostenerla, sono solo due: scegliere i cosmetici "cruelty-free" ed evitare di dare donazioni alle associazioni per la ricerca medica che li usano per fare ricerca su animali (che sono poi quasi tutte). Su questi due aspetti non mi dilungo, perché è tutto spiegato in due siti specifici: http://www.consumoconsapevole.org e http://www.ricercasenzaanimali.org.

Riguardo ai farmaci, si invita a non usarli se non necessari e ad utilizzare invece preparati a base vegetale, per i "piccoli malanni"; ma, se si decide di usarli, per qualche malessere più grave, si sa che saranno senz'altro testati su animali. E non si ha possibilità di scelta.

Ebbene... non è più esattamente così, oggi c'è una scelta anche per i farmaci, una scelta molto simile, ma, per molti versi, immensamente più semplice, a quella esistente per i cosmetici. Si tratta dei "farmaci generici".
Cos'è un farmaco generico?

Occorre sapere che i nomi dei vari farmaci sono nomi di fantasia che le ditte produttrici adottano, ma ciascuno di essi è formato essenzialmente da un principio attivo (il resto sono eccipienti) che ha un nome universalmente condiviso. Così, se un certo farmaco si chiama in Italia X, in USA Y e in India Z, il suo principio attivo si chiamerà invece allo stesso modo in tutto il mondo. Ed è quello che identifica realmente un farmaco. Identifica non solo come nome, ma come composizione e quindi, come effetto su chi lo consuma.

Quel che accade è che dopo un certo numero di anni (in Italia, 20) il brevetto su un dato farmaco scade, e chiunque, qualunque produttore, può iniziare a produrre lo stesso farmaco, che si chiamerà "generico". In pratica, la struttura del suo principio attivo o la sua composizione, precedentemente tutelata da brevetto, è ora pubblica, accessibile a tutti, "generica", e tutte le altre industrie farmaceutiche possono riprodurla e commercializzarla dopo averne chiesto a ed ottenuto dal Ministero della Salute l'autorizzazione all'immissione in commercio (AIC).

Il farmaco generico è uguale identico a quello "di marca": deve avere lo stesso principio attivo, presente alla medesima dose, la stessa forma farmaceutica, la stessa via di somministrazione e le stesse indicazioni terapeutiche.

Per queste sue caratteristiche si dà per scontato che il generico abbia la stessa efficacia e sicurezza di quello che sostituisce. Di conseguenza, la procedura per ottenere l'AIC è abbreviata e richiede solamente prove di bioequivalenza cinetica (riferita cioè al prodotto finito e non solo al principio attivo) alla corrispondente specialità medicinale. Questi test si svolgono solo su persone "volontarie" (in realtà pagate profumatamente, come tuttele cavie umane) sane. Tali test non sono necessari qualora:

La domanda di autorizzazione all'immissione in commercio venga presentata dal titolare della specialità medicinale a brevetto scaduto (o da un suo licenziatario);
I metodi di fabbricazione siano identici.
La via di somministrazione e le specifiche della specialità medicinale rendano le variazioni di composizione quali-quantitative irrilevanti rispetto alla biodisponibilità (es. fiale e.v.).

I generici, a differenza delle specialità medicinali, non hanno un nome di fantasia (marchio registrato) ma sono commercializzati con il nome comune del principio attivo eventualmente seguito dal nome dell'azienda produttrice. Per evitare confusioni, si utilizza la Denominazione Comune Internazionale (DCI) che è un'abbreviazione del nome chimico del principio attivo (di solito troppo lungo).
Come influisce questo sui test su animali?

Vale lo stesso principio dello Standard "senza crudeltà" valido per i cosmetici: sappiamo ormai tutti che non è vero che i cosmetici definiti "senza crudeltà" non sono stati testati su animali. I loro ingredienti sono stati testati di sicuro su animali per essere messi in commercio (almeno, per quelli commercializzati dopo il 1976). Però le ditte che li producono si impegnano a non usare più nuovi ingredienti, cioè ingredienti commercializzati DOPO un certo anno (a scelta dlela singola ditta, ad esempio 1992, 1996, ecc.). Il che equivale a non incrementare la vivisezione. Perché ogni ingrediente NUOVO va testato su animali.

Per i generici è lo stesso: un generico, quando viene messo in commercio, NON viene ri-testato su animali. Su questo punto esiste una dichiarazione formale dell'Assogenerici (l'Associazione italiana dei produttori di farmaci generici). Perciò, scegliere di usare un generico, cioè un farmaco VECCHIO oppure un farmaco "di marca", cioè uno NUOVO, fa una differenza enorme: nel primo caso, non incrementiamo la vivisezione (e siamo anche più tranquilli perché se un farmaco è ancora in commercio dopo 20 anni vuol dire che non è così pericoloso per la salute umana), nel secondo caso diamo soldi alle industrie farmaceutiche per aver sviluppato nuovi farmaci testati su animali.

Qui c'è ancora una puntualizzazione importante da fare: quando un farmaco va fuori brevetto, la casa farmaceutica si affretta a produrne un altro che curi lo stesso sintomo, per non perdere quote di mercato. Ma spesso accade che i nuovi farmaci non siano migliori dei precedenti, ma, anzi, siano peggiori, o perché curano meno, o perché hanno più effetti collaterali. Ma non importa, l'importante è avere un farmaco nuovo, sotto brevetto, e più costoso.

Qualche esempio:

Secondo quanto riportato da Clifton Leaf in un articolo apparso nel marzo 2004 sulla rivista "Fortune", uno studio indipendente condotto in Europa ha mostrato su 12 nuovi farmaci antitumorali approvati in Europa tra il 1995 e il 2000 nessuno era migliore in termini di miglioramento della sopravvivenza, della qualità della vita, o della sicurezza, rispetto ai vecchi farmaci rimpiazzati. Ma, dal punto di vista delle aziende farmaceutiche, avevano un grosso vantaggio: un prezzo di vendita molto più elevato delle precedenti. In un caso, sostiene Leaf, il costo era 350 volte quello del farmaco "vecchio".

Leaf sottolinea che i due nuovi farmaci che vanno per la maggiore, Avastin e Erbitux non hanno una reale efficacia. Secondo Leaf, Avastin è riuscito ad allungare la vita di soli 4.7 mesi a 400 pazienti terminali malati di cancro al colon-retto e Erbitux, anche se fa diminuire le dimensioni del tumore, non ha dimostrato di allungare la vita dei pazienti. Eppure, una dose settimanale costa 2400 dollari.

Dati che dimostrano ancora una volta come la ricerca medica venga portata avanti - sia dagli enti no-profit che a maggior ragione dalle aziende farmaceutiche - con il solo scopo del guadagno. Sulla pelle degli animali e dei malati.

(Fonte: Clifton Leaf, Why we're losing the war on cancer. Fortune March 2004;149(6):76-97 - http://www.fortune.com/fortune/articles ... 25,00.html)
Molto più comodo e meno costoso

La scelta del generico al posto del farmaco di marca, dunque, può essere uno strumento veramente efficace da usare per non rimpinguare le casse delle case farmaceutiche e per non "aiutarle" a mettere in commercio farmaci sempre nuovi - e inutili - testati su animali.

La scelta in questo caso è infinitamente più semplice che per i cosmetici, perché, mentre per i cosmetici non esiste un "marchio" che li contraddistingue, ma bisogna munirsi di una lista di aziende "positive" (e sperare che sia quella giusta), per i farmaci è facilissimo: quando andate a comprarne uno in farmacia, potete chiedere al farmacista "Esiste un generico corrispondente?". E lui è tenuto a dirvelo. Anzi: dovrebbe proporvelo lui, per legge.

E facendo così, risparmiate anche dei soldi: i generici costano meno, per legge almeno il 20% in meno del corrispondente farmaco "di marca" ed inoltre sono totalmente coperti dal servizio sanitario nazionale. Dovrebbe funzionare così: il medico vi prescrive un farmaco. Voi andate in farmaci a comprarlo. Il farmacista vi propone il generico (se non lo fa, lo potete chiedere voi). Se voi prendete il generico, non pagate niente. Se volete quello "di marca" pagate la differenza di costo rispetto al generico di tasca vostra.

Al contrario di quanto accade per i cosmetici "cruelty-free", che non sono disponibili tra quelli a basso prezzo venduti nei supermercati, ma vanno cercati in erboristeria o in catene apposite.
I generici si stanno diffondendo?

In molti paesi europei, sì. In Germania, il 39% della spesa per i farmaci, è costituita da generici. In Regno Unito il 22%, in Olanda il 13%, in Danimarca il 38%. In Francia e Italia, no, siamo a un misero 2%. Perché? Io credo sia perché qui in Italia siamo più disinformati e paurosi: se siamo abituati a un certo nome, o se il medico ci prescrive quello, vogliamo quello, rifiutiamo il generico, pensando che sia qualcosa di qualità inferiore (dato che costa pure meno).

Ma ovviamente non è così, basta pensarci in maniera razionale per capirlo: il principio attivo è lo stesso, le dosi pure, quindi il farmaco è del tutto identico. E costa meno perché la nuova ditta produttrice non ha dovuto sostenere i costi della ricerca.

Il sistema sanitario nazionale chiaramente sostiene l'uso dei generici perché questo fa diminuire sensibilmente la spesa statale per la salute pubblica.
Conclusioni

In definitiva, dal 2001 le cose che possiamo fare come consumatori per combattere la vivisezione non sono più solo 2, sono 3, e questa nuova possibilità è probabilmente la più efficace, perché in grado di influire in modo molto potente sui guadagni dell'industria farmaceutica. Perciò, se DOVETE comprare un farmaco, chiedete sempre quello generico, e invitate tutti i vostri parenti e conoscenti avidi consumatori di farmaci a fare lo stesso, spiegando loro le ragioni - quelle economiche per prime, se non sono animalisti!

serena
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Messaggio da serena » mar dic 14, 2004 8:49 pm

io non uso farmaci,pero' per mia fortuna non ho mai avuto problemi gravi di salute...
forse sei troppo prevenuto,perche' per un mal di gola,non c'e' bisogno di prendere anitibiotici(che sono distruttivi per l;organismo,non solo testati su animali),puoi curarti con vitamina C e medicine alternative,ci vuole piu' tempo, ma i tuoi anticorpi si formano e vedrai che sara' sempre piu' difficile prendere un mal di gola.
non prendo medicine neanche per la febbre...
faccio una cura preventiva tutto l'anno con l'echinacea...perche' nn provi? :-)
soffro molto di mal di testa,pero' me lo tengo!!!e ti giuro che a volte vorrei prendere qualsiasi tipo di medicinale da quanto mi fa male ma resisto.

c.m.
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Messaggio da c.m. » mar dic 14, 2004 9:21 pm

io per il mal di testa ,metto un fazzoletto bagnato ,con l'aggiunta di gocce di O.E. (olio essenziale) di menta.Ma non mettere le gocce di menta da sole,perchè se entrano negli occhi,è un bruciore ...
la menta è utile,per allieviare il mal di testa.

willis
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Messaggio da willis » mar dic 14, 2004 9:50 pm

Io ho una malattia permanente, per cui prendo più di 4 farmaci al giorno, qualcuno è nelle mie stesse condizioni?

serena
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Messaggio da serena » mar dic 14, 2004 11:58 pm

c.m. ha scritto:io per il mal di testa ,metto un fazzoletto bagnato ,con l'aggiunta di gocce di O.E. (olio essenziale) di menta.Ma non mettere le gocce di menta da sole,perchè se entrano negli occhi,è un bruciore ...
la menta è utile,per allieviare il mal di testa.
grazie per il consiglio!!!!provero' al piu' presto,o meglio,domani vado a comprare l'olio essenziale alla menta! :-)

per willis:no,io non sono nelle tue stesse condizioni...non so cosa farei.forse m'informerei se ci sono altri metodi per nn imbottirmi di medicinali,l'hai fatto?

Renay
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Messaggio da Renay » mer dic 15, 2004 12:27 am

L'omeopatia, in alcuni casi, può essere utile.

*Sara*
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Messaggio da *Sara* » mer dic 15, 2004 2:33 am

Parti di animali si trovano nell'organoterapia, non nell'omeopatia(spero di non sbagliarmi), sono due cose diverse.
Per la vivisezione basta affidarsi ad esempio alla Boiron, che non testa.

Per il resto che dire?Dipende ovviamente dalle situazioni e se ci sono alternative valide.Se parliamo di un semplice mal di testa o di un mal di denti possiamo fare tranquillamente a meno della medicina"tradizionale".Un'esempio:quando ho mal di denti metto qualche goccia di rescue remedy(il rimedio d'emergenza dei fiori di bach)sulla gengiva e il dolore passa, o se troppo forte diventa sopportabile.

Un'altra cosa apparentemente banale sono i problemi dermatologici, io mi sono affidata ad un'omeopata per curare un disturbo dermatologico, risultato?E'peggiorato il disturbo perchè è come se non avessi fatto nulla.Insomma, bisogna stabilire se l'alternativa c'è o no.Anche i problemi apparentemente semplici come quelli dermatologici possono non trovare un'alternativa valida nell'omeopatia o nei rimedi naturali.

Per l'influenza io mi curo con decotti, spremute d'agrumi e gli oli essenziali.I risultati sono gli stessi.

Diverso il discorso per la febbre, il medico omeopata vi suggerirà comunque alcuni rimedi, ma se la febbre sale troppo integrate ovviamente le cure con la medicina classica.

Con i metodi naturali sono guarita dal DAP, quando buona parte dei medici che avevo consultato mi consigliavano gli psicofarmaci.Come?Valeriana prima di dormire, iperico appena sveglia, la boccetta di olio essenziale di lavanda sempre pronta ad essere annusata, fiori di bach.E tutto con l'autoanalisi, non era una forma lieve, avevo ogni singolo giorno almeno 2/3 attacchi di panico da circa due anni.Questi rimedi possono essere utili in disturbi emotivi, della personalità o quant'altro.Ma ovviamente posso parlare solo per la mia esperienza personale e per quelle di cui sono stata testimone.

Insomma, purtroppo, non abbiamo ancora la possibilità di escludere completamente i medicinali testati, sta a noi, ovviamente, non abusarne quando non ce n'è un'effettivo bisogno.

Marcello

Messaggio da Marcello » gio dic 16, 2004 8:32 am

Daniele ha scritto:Uhm... ma io più che suggerimenti di siti o che... vorrei avere il vostro parare... conoscere la vostra esperienza... vi curate o no? In che modo e perchè?
Da quando sono veg non mi ammalo fortunatamente quasi più. L'ultima influenza risale a più di dieci anni fa.

Consumo molta frutta e verdura fresca, credo che abbiano un ruolo protettivo.

Ogni due o tre anni mi viene un raffreddore, che passa da solo dopo un paio di giorni.

E' aumentata anche la resistenza al freddo: cappelli e sciarpe sono soltanto un ricordo.

Ho sofferto molto in passato di mal di gola e faringiti varie: da diversi anni non ne ho più, e appena sento qualcosa di simile faccio dei gargarismi col succo di limone, funziona molto bene anche come prevenzione.

Una caramella d'orzo in bocca quando esco al freddo o sono in luoghi particolarmente inquinati mi fu sorprendentemente consigliata da un medico per niente "naturopata", ma aveva ragione, funziona.

Se dovessi avere qualcosa di brutto, penso che comunque cercherei i farmaci meno "pesanti" possibile. Ammesso di essere nelle condizioni di fare questa scelta.

M.

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