Avena germogliata

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mattop
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Avena germogliata

Messaggio da mattop » mer mag 09, 2007 10:19 am

Ultimamente uso molta avena ammollata per arricchire le insalate, se si ammolla per 36 - 48 ore cambiando l'acqua diventa tenera, saporita e spesso ne mangio cucchiai interi così com'è. Veramente buona se si aggiunge del tamari e un filo di olio.

Mi chiedo però se il tempo di ammollo è sufficiente per rendere digeribile il cereale (per adesso non ho nessun problema).
Provare per credere!

prema
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Messaggio da prema » mer mag 09, 2007 10:27 am

scusa ma di che avena perli?? di fiocchi o chicci??' grazie....

MissVanilla
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Re: Avena germogliata

Messaggio da MissVanilla » mer mag 09, 2007 10:29 am

mattop ha scritto:Ultimamente uso molta avena ammollata per arricchire le insalate, se si ammolla per 36 - 48 ore cambiando l'acqua diventa tenera, saporita e spesso ne mangio cucchiai interi così com'è. Veramente buona se si aggiunge del tamari e un filo di olio.

Mi chiedo però se il tempo di ammollo è sufficiente per rendere digeribile il cereale (per adesso non ho nessun problema).
Provare per credere!
in 36-48 ore comincia la germinazione, secondo me non dovresti avere problemi. Ovviamnte Matteo parla di avena in chicchi.

prema
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Messaggio da prema » mer mag 09, 2007 10:31 am

grazie miss....allora avena in chicchi messa in ammollo e mangiata cruda??? ho capito bene??va bene grazie provo

MissVanilla
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Messaggio da MissVanilla » mer mag 09, 2007 10:52 am

prema ha scritto:grazie miss....allora avena in chicchi messa in ammollo e mangiata cruda??? ho capito bene??va bene grazie provo
si, però un paio di giorni in ammollo (meglio se cambi l'acqua almeno una volta) è meglio, in pratica è germinata.
Può diventare anche un'ottima colazione se grossolanamente tritata con l'aggiunta di banane e uvetta, e semi di lino. In pratica un porridge crudista :)

mattop
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Messaggio da mattop » mer mag 09, 2007 11:30 am

Vanilla, sei un tesoro!

Domani porridge crudista! Sicurooo!
ciao e grazie

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dianadog
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Messaggio da dianadog » mer mag 09, 2007 2:30 pm

Ma importa che sia nata la piantina oppure no perchè sia grminata? Va tenuta al buio?

MissVanilla
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Messaggio da MissVanilla » mer mag 09, 2007 2:48 pm

dianadog ha scritto:Ma importa che sia nata la piantina oppure no perchè sia grminata? Va tenuta al buio?
no la radichetta non è necessaria, e nemmeno che stia al buio.

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dianadog
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Messaggio da dianadog » mer mag 09, 2007 7:12 pm

MissVanilla ha scritto:
dianadog ha scritto:Ma importa che sia nata la piantina oppure no perchè sia grminata? Va tenuta al buio?
no la radichetta non è necessaria, e nemmeno che stia al buio.

Questo procedimento vale anche per gli altri cereali?

Pietro - Cesena
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Messaggio da Pietro - Cesena » gio mag 10, 2007 7:37 am

dianadog ha scritto:
MissVanilla ha scritto:
dianadog ha scritto:Ma importa che sia nata la piantina oppure no perchè sia grminata? Va tenuta al buio?
no la radichetta non è necessaria, e nemmeno che stia al buio.

Questo procedimento vale anche per gli altri cereali?
Quando si parla di germogli ci si riferisce ai semi germogliati di cereali, legumi e vegetali in genere. I semi di qualsiasi vegetale sono un vero e proprio concentrato di vita silente, enzimi, amminoacidi e vitamine contenuti all’interno, in attesa del rifiorire di una nuova pianta. Attendono solo le condizioni favorevoli di umidità e temperatura. Possono essere posti a germogliare i semi di tutti i cereali (frumento, riso, farro, ecc.), di orticoli (broccoli, ravanelli, cipolla, finocchio, ecc.) e di legumi (adzuki, soya, ceci, lenticchie, piselli, ecc.) provenienti da coltivazioni preferibilmente biologiche.
Evitare di produrre germogli dalle solanacee (patata, pomodoro, peperone, melanzana) in quanto tossici.
Con l’aumento della temperatura, ma soprattutto con l’aumento dell’umidità, alcune proteine in forma inattiva fino a quel momento all’interno del seme, si attivano passando da protoenzimi ad enzimi veri e propri. I carboidrati attraverso reazioni enzimatiche, vengono in parte trasformati in maltosio, e questo spiega il predominio del sapore dolciastro di alcune varietà di germogli. Le proteine sono "predigerite" a causa dell'azione degli enzimi, e si scindono nei loro componenti di base, gli amminoacidi, permettendo così all'organismo di ottenere elementi indispensabili già "pronti", più facilmente assimilabili. I grassi subiscono la stessa sorte delle proteine, sono scissi nei loro componenti di base: acidi grassi e glicerina. I sali minerali e gli oligoelementi divengono più facilmente assimilabili in quanto vengono chelati con gli amminoacidi.
La quantità di proteine e quindi di amminoacidi essenziali aumenta notevolmente, gli acidi nucleici che contengono il patrimonio genetico di ogni essere vivente aumentano sensibilmente; questo spiega perché i germogli hanno capacità riparative e ristrutturanti. Molti tipi di germogli contengono sostanze anticancerogene che agiscono selettivamente sulle cellule cancerogene (è risultato da studi ed esperimenti di laboratorio negli USA). Anche i nutrizionisti italiani confermano che ingerendo quotidianamente almeno 5 porzioni di frutta o verdura, (five a day), diminuiscono di gran lunga i rischi di contrarre alcune tipiche “malattie da civilizzazione” come diabete, obesità, malattie cardiovascolari e tumori.
Le vitamine durante il processo della germinazione aumentano fino al 100% rispetto al seme e fino al 1400% rispetto alla pianta adulta.
Ogni singolo seme possiede potenzialmente un'enorme energia vitale. L'energia potenziale del seme, attraverso il processo della germinazione, si libera e si trasforma in energia effettiva, vita, rappresentata dal germoglio.
E’ stato dimostrato che piccole quantità di germogli di cruciferae dopo tre giorni di germinazione, hanno la stessa forza di protezione contro i tumori di enormi quantitativi degli stessi ortaggi in quanto i germogli contengono un quantitativo di glucosinolanati fino a 100 volte superiore a quello della pianta adulta. L’utilizzo di germogli di broccoli è risultato notevolmente efficace nell’aiutare la lotta contro I tumori della mammella e del colon. (Jed W. Fahey,YueshengZhang, Paul Talalay - Broccoli sprouts: An exceptionally rich source of inducers of enzymes that protect against chemicals carcinogens – Proc. Natl. Acad. Sci. USA vol 94, pp 10367-10372, September 1997 - Medical Science).
Nel 2002 il Dr. Jed W. Fahey ed il suo team, hanno dimostrato che il sulforafano non solo e’ efficace nella lotta contro i tumori del colon e della mammella, ma la sua attività si esplica anche contro le infezioni sostenute da Helicobacter pylori. Questo batterio spiraliforme gram negativo, si annidia sotto il muco gastrico della parete interna dello stomaco ed è la causa più frequente di ulcere gastriche e duodenali. La presenza di Helicobacter pylori è molto spesso associatao alla formazione di carcinoma e linfoma gastrico. Durante la sperimentazione è stato evidenziato che i batteri di Helicobacter Pylori anche se si sono mostrati estremamente resistenti alle terapie a base di amoxicillina, claritromicina e metronidazolo, vengono inibiti dall’assunzione di sulforafano attraverso una dieta ricca di germogli di Cruciferae.
Il Prof. Akinori Yanaka (docente della univesità di Tsukuba) ha presentato una recente ricerca al meeting di Baltimora del 02 Novembre 2005 (Frontiers in Cancer Prevention Research) nella quale si dimostrano le notevolissime proprietà dei germogli di Cruciferae, nel caso particolare germogli di broccolo, nella riduzione dell’infezione sostenute da Helicobacter pylori e quindi nella prevenzione dei tumori gastrici. La sperimentazione è stata effettuata su due gruppi di pazienti omogenei. Al primo gruppo, alla normale dieta sono stati aggiunti 100 gr. al giorno di germogli freschi di cavolo broccolo. Al secondo gruppo sono stti aggiunti invece 100 gr. al giorno di germogli freschi di Alfalfa che si differienziano da quelli di cavolo broccolo solo per il contenuto in sulforafano glucosinolato non presente nei germogli di alfalfa. I pazienti del primo gruppo hanno migliorato notevolmente il loro quadro clinico e diminuito il rischio di contrarre un tumore gastrico.
Nella stessa sessione del meeting e’ stato anche presentato il lavoro della prof.ssa Doroty Rybaczyk-Pathak (University of New Mexico, Albuquerque), nel quale si dimostra l’efficacia delle cruciferae, in questo caso cavoli e crauti, nel prevenire il cancro alla mammella. Lo studio ha avuto origine dall’osservazione del fatto che le donne polacche trasferitesi negli USA avevano un fattore di rischio triplo di contrarre il tumore mammario rispetto a quelle rimaste nel paese di origine. Il sospetto che il problema fosse dovuto dal cambiamento delle abitudini alimentari, è diventato certezza quando ci si è resi conto che le donne le quali avevano mantenuto le stesse abitudini alimentari del paese di origine, con una dieta quindi ricca di crauti e cavoli poco cotti, pur vivendo negli USA, avevano un fattore di rischio di contrarre il tumore pari a quelle rimaste in Polonia.
Alcuni giorni prima, 31 Ottobre 2005, era stato presentato dalla dr. Albena Dinkova-Kostova della Hopkins University of Baltimora, una ricerca sull’uso topico del sulforafano. Alcuni topi da laboratorio sono stati irradiati con raggi Uv; ad alcuni veniva applicata sulla cute una lozione contenente sulforafano estratto da germogli di cavolo broccolo. Tutte le cavie che non erano state protette hanno sviluppato un tumore alla pelle, mentre in quelle protette l’incidenza del tumore è risultata infieriore al 50%. L’interrogativo posto dalla richercatrice era : “Germogli di broccolo: mangiarli o indossarli?” , la risposta che lei stessa ha dato alla fine è stata: “E’ opportuno fare entrambe le cose”.
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti, rimandiamo alle pubblicazioni fatte dalle riviste scientifiche Proceeding of the National Academy of Science of the United States of America, Oxfordjournals, Cancer Epidemiology Biomakers & Prevention, Moleculare Cancer Therapeutics e the Journal of Nutrition.

vegan26
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Messaggio da vegan26 » ven mag 11, 2007 11:56 am

Con l’aumento della temperatura, ma soprattutto con l’aumento dell’umidità, alcune proteine in forma inattiva fino a quel momento all’interno del seme, si attivano passando da protoenzimi ad enzimi veri e propri. I carboidrati attraverso reazioni enzimatiche, vengono in parte trasformati in maltosio, e questo spiega il predominio del sapore dolciastro di alcune varietà di germogli. Le proteine sono "predigerite" a causa dell'azione degli enzimi, e si scindono nei loro componenti di base, gli amminoacidi, permettendo così all'organismo di ottenere elementi indispensabili già "pronti", più facilmente assimilabili. I grassi subiscono la stessa sorte delle proteine, sono scissi nei loro componenti di base: acidi grassi e glicerina. I sali minerali e gli oligoelementi divengono più facilmente assimilabili in quanto vengono chelati con gli amminoacidi.

X Pietro

dal tuo intervento deduco che dal punto di vista enzimatico non vi è differenza tra consumare germogli crudi o cuocerli.
Mi sembra di capire che durante la germogliazione, a causa dell'umidità, gli enzimi presenti nel seme si attivano e trasformano proteine, carboidrati e grassi in forma più digeribile, attuando una predigestione. Dunque durante la germogliazione gli enzimi portano a termine la loro attività di predigestione e non deve preoccupare se con la cottura(a vapore) gli enzimi successivamente vengono distrutti

MissVanilla
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Messaggio da MissVanilla » ven mag 11, 2007 12:23 pm

vegan26 ha scritto:
Con l’aumento della temperatura, ma soprattutto con l’aumento dell’umidità, alcune proteine in forma inattiva fino a quel momento all’interno del seme, si attivano passando da protoenzimi ad enzimi veri e propri. I carboidrati attraverso reazioni enzimatiche, vengono in parte trasformati in maltosio, e questo spiega il predominio del sapore dolciastro di alcune varietà di germogli. Le proteine sono "predigerite" a causa dell'azione degli enzimi, e si scindono nei loro componenti di base, gli amminoacidi, permettendo così all'organismo di ottenere elementi indispensabili già "pronti", più facilmente assimilabili. I grassi subiscono la stessa sorte delle proteine, sono scissi nei loro componenti di base: acidi grassi e glicerina. I sali minerali e gli oligoelementi divengono più facilmente assimilabili in quanto vengono chelati con gli amminoacidi.

X Pietro

dal tuo intervento deduco che dal punto di vista enzimatico non vi è differenza tra consumare germogli crudi o cuocerli.
Mi sembra di capire che durante la germogliazione, a causa dell'umidità, gli enzimi presenti nel seme si attivano e trasformano proteine, carboidrati e grassi in forma più digeribile, attuando una predigestione. Dunque durante la germogliazione gli enzimi portano a termine la loro attività di predigestione e non deve preoccupare se con la cottura(a vapore) gli enzimi successivamente vengono distrutti
ma pietro non sta parlando di cottura bensì di temperatura ambientale!
Cuocere certo che distrugge gli enzimi e si distruggono le proprietà dei germogli.

vegan26
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Messaggio da vegan26 » ven mag 11, 2007 3:42 pm

Ciao, grazie per aver risposto

so che gli enzimi vengono distrutti dalla cottura, su questo non ci sono dubbi. Ma Pietro dice una cosa diversa: gli enzimi lavorano durante il processo di germogliazione rendendo più digeribili glucidi, grassi e proteine. Gli enzimi agiscono durante il processo di germogliazione perciò una volta che i semi sono germogliati avremo già ottenuto sostanze più digeribili.
Se gli enzimi successivamente vengono distrutti dalla cottura non è importante perchè comunque hanno già svolto la loro attività (rendere più digeribili proteine carboidrati e grassi)

Infatti il gusto dolce è segno dell'avvenuta trasformazione degli zuccheri complessi in zuccheri semplici, la decisione di consumare crudi o cotti i germogli sarà ininfluente perchè comunque percepiremo lo stesso il sapore dolce(sia se sono crudi, sia se sono cotti), questo perchè la trasformazione delle sostanze è già avvenuta durante la germogliazione

La scelta di cuocere i germogli, invece, influisce negativamente sul contenuto in vitamine e sali minerali (almeno per le vitamine termolabili)

mattop
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Messaggio da mattop » ven mag 11, 2007 4:05 pm

Ormai ho smesso da tempo di mangiare prodotti ricavati dalla farina come pasta o pane, ogni tanto però compro al negozio bio un pangermoglio di germogli di grano e semi di canapa. E' cotto ma non contiene altro che germogli e semi, niente lievito o farina, è un pane umido molto buono quasi dolce. Ovviamente le proprietà nutritive sono ridotte dalla cottura ma mi chiedevo se può essere un alimento più assimilabile rispetto al pane tradizionale. Un discorso simile si potrebbe fare con il bulgur che non è altro che grano germogliato e precotto a vapore.

a voi qualche considerazione!|
ciao

MissVanilla
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Messaggio da MissVanilla » ven mag 11, 2007 5:09 pm

mattop ha scritto:Ormai ho smesso da tempo di mangiare prodotti ricavati dalla farina come pasta o pane, ogni tanto però compro al negozio bio un pangermoglio di germogli di grano e semi di canapa. E' cotto ma non contiene altro che germogli e semi, niente lievito o farina, è un pane umido molto buono quasi dolce. Ovviamente le proprietà nutritive sono ridotte dalla cottura ma mi chiedevo se può essere un alimento più assimilabile rispetto al pane tradizionale. Un discorso simile si potrebbe fare con il bulgur che non è altro che grano germogliato e precotto a vapore.

a voi qualche considerazione!|
ciao
pangermoglio??
mai visto ma scommetto che è l'equivalente dell'essene bread o sprouted bread che trovavo all'estero.
Beh io lo reputo molto meglio del pane tradizionale, perfetto per chi sta passando al crudismo, e anche per gli sgarri estemporanei :)

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