Discussione su uomo e primati: onnivori o fruttariani?

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Gio
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Discussione su uomo e primati: onnivori o fruttariani?

Messaggio da Gio » lun feb 27, 2006 9:50 am

Ho appena terminato (male) una discussione in ufficio.

Siamo partiti dall'aviaria per passare a parlare del nostro stile alimentare (mi sono anche beccata che "i vegetariani non hanno mica tutte le rotelle a posto"), è stata persino tirata fuori la storia della bambina morta qualche tempo fa, quella poverina della quale hanno demonizzato lo stile di vita dei genitori ... Un mio collega se ne è uscito con il solito "da che mondo è mondo ... " e io gli ho ribattuto che l'uomo primitivo era cmq vegetariano, anzi, fruttariano, come le grandi scimmie antropomorfe.

Lui mi ha risposto che le scimmie a volte si uccidono tra loro e si mangiano a vicenda ... addirittura facendo festa ... l'ha visto in un documentario ... altre si cibano anche di carogne ... mi ha lasciato spiazzata, sono cose che non ho mai nè visto nè sentito. Qualcuno di voi ne sa qualcosa?

E poi, qualcuno mi sa indicare un link più o meno scientifico (alla stregua di Quark, visto che qui Piero Angela è tenuto in alta considerazione) per rispondere a tono all'affermazione "da che mondo è mondo, l'uomo ha sempre mangiato carne"? Perchè il fatto che io sappia che non è vero non basta ... se lo dice un antropologo ha senz'altro una validità maggiore.

Grazie, Grazie, Grazie.
Giovanna

hysteria
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Messaggio da hysteria » lun feb 27, 2006 10:20 am

cavolo, l'avevo trovato proprio di piero o di albero angela, non ricordo. ora cerco...

Gio
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Messaggio da Gio » lun feb 27, 2006 10:23 am

Grazie Hysteria, e grazie a chi altr vorrà darmi una mano. Sono proprio giù per questa discussione oggi.

Gio

hysteria
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Messaggio da hysteria » lun feb 27, 2006 10:32 am

non la trovo :(

Marco Valussi
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Re: Discussione su uomo e primati: onnivori o fruttariani?

Messaggio da Marco Valussi » lun feb 27, 2006 10:32 am

Gio ha scritto:Ho appena terminato (male) una discussione in ufficio.

Siamo partiti dall'aviaria per passare a parlare del nostro stile alimentare (mi sono anche beccata che "i vegetariani non hanno mica tutte le rotelle a posto"), è stata persino tirata fuori la storia della bambina morta qualche tempo fa, quella poverina della quale hanno demonizzato lo stile di vita dei genitori ... Un mio collega se ne è uscito con il solito "da che mondo è mondo ... " e io gli ho ribattuto che l'uomo primitivo era cmq vegetariano, anzi, fruttariano, come le grandi scimmie antropomorfe.

Lui mi ha risposto che le scimmie a volte si uccidono tra loro e si mangiano a vicenda ... addirittura facendo festa ... l'ha visto in un documentario ... altre si cibano anche di carogne ... mi ha lasciato spiazzata, sono cose che non ho mai nè visto nè sentito. Qualcuno di voi ne sa qualcosa?

E poi, qualcuno mi sa indicare un link più o meno scientifico (alla stregua di Quark, visto che qui Piero Angela è tenuto in alta considerazione) per rispondere a tono all'affermazione "da che mondo è mondo, l'uomo ha sempre mangiato carne"? Perchè il fatto che io sappia che non è vero non basta ... se lo dice un antropologo ha senz'altro una validità maggiore.

Grazie, Grazie, Grazie.
Giovanna
Ciao Giovanna,
non so darti link al momento ma ti consiglierei due libri che mi sono stati molto utili per inquadrare bene l'argomento. Il primo è di uno dei più importanti antropologi americani nel campo dell'alimentazione e dell'utilizzo delle piante medicinali agli albori della specie sapiens: Johns, T (1990) the origins of human diet and medicine. University of Arizona Press. L'altro è di Consiglio, Carlo e Siani, Vincenzino (2003) Evoluzione ed alimentazione: il cammino dell'uomo. Bolati Boringhieri. Questo secondo è a mio parere molto completo ed esaustivo nell'esaminare tutte le prove dirette ed indirette dell'alimentazione umana preistorica e dei primati odierni.
Comunque il problema non può essere risolto definitivamente a causa della grande distanza temporale, ma la grande massa di dati punta tutta verso una alimentazione originaria nella quale la carne era presente solo in casi eccezionali, ed a me convince in maneira particolare la definizione riportata da Johns degli umani come onnivori foliovori, onnivori perchè in grado quando ce ne sia l'occasione di usare la carne come fonte di cibo, ma foliovori perchè hanno per necessità sempre favorito i vegetali e din particolare le foglie.
Quanto ai primati non umani, non sono certo dei vegetariano o frittariani puri, la carne entra nel loro bilancio energetico, ma in quantità veramente minime.
marco

Gio
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Messaggio da Gio » lun feb 27, 2006 10:42 am

Grazie Marco.
Io probabilmente leggerò anche questo libro in un vicino futuro, ma al momento sto cercando qualcosa di più conciso (max un paio di pagine) che smentiscano l'affermazione "da che mondo è mondo" ... mica gli posso dire "vatti a comprare il libro tale e leggitelo" ... preferirei stampare qualcosa e darglielo in mano.

Gandhi
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Non avvilirti

Messaggio da Gandhi » lun feb 27, 2006 11:12 am

C'è sicuramente in rete, ma ora non ho tempo.

Posso però mandarti una bellissima ed illuminante poesia che ho reperito su questo sito:

http://spaces.msn.com/valespaziale/(L'antro della Sibilla)

potresti stamparla e dargliela! magari se c'è uno spiraglio nel loro cuore...Ne saranno toccati...eccola:

"ESSERE o non essere VEGETARIANI?

Non mangiare carne non è soltanto, né soprattutto, una questione di salute. Si tratta, piuttosto, di una questione d'amore: per gli animali e per la Terra, senza dubbio, ma anche per noi stessi. Come è possibile, infatti, espandere il proprio livello di consapevolezza, comprendere l'unità del tutto, rimanendo insensibili all'uccisione di tanti nostri meravigliosi "fratelli minori"?
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre di più del vegetarianesimo (o vegetarianismo o vegetarismo). Spesso chi propugna la dieta vegetariana, ossia priva di cibi provenienti dall'uccisione di animali, lo fa sostenendo che mangiar carne fa male alla salute.
I motivi ecologici e di salute
Si tratta di una tesi avallata, in effetti, anche dalla scienza ufficiale, secondo cui chi mangia soprattutto alimenti vegetali è molto meno esposto a malattie dell'apparato cardiovascolare, a tumori, ipertensione, diabete. Ciò accade, secondo molti studiosi, soprattutto perché l'uomo, per le sue caratteristiche fisiologiche affini a quelle delle scimmie e assai diverse da quelle degli animali carnivori, non è onnivoro bensì frugivoro, ossia predisposto ad un'alimentazione a base di frutti e semi.
Esistono dei motivi ecologici altrettanto validi a favore del vegetarianesimo, tra cui gli enormi sprechi di risorse necessari per mantenere gli allevamenti intensivi di "bestiame da macello", condotti con criteri disumani, nonché la distruzione di foreste millenarie e di terreni fertili, soprattutto nel Terzo Mondo, per creare pascoli.
Tuttavia, al di là di queste motivazioni che fanno già del vegetarianesimo un'alimentazione benefica per tutto il Pianeta, è importante notare che il primo motivo, sia dal punto di vista cronologico sia per importanza, per cui è nato e continua ad esistere il vegetarianesimo è un motivo di carattere spirituale, morale, religioso.
I motivi dello spirito
Da sempre, i più grandi saggi e illuminati della storia raccomandano a chi segue un cammino di evoluzione interiore di non mangiare carne. Vediamo perché.
Uno dei pilastri comuni a tutte le grandi religioni della Terra è rappresentato dalla compassione verso ogni essere vivente, da cui consegue il divieto di uccidere. In effetti, nella religione cristiana, il celebre quinto comandamento non pone limiti in questo senso: non dice "Non uccidere gli esseri umani".
Anzi, in realtà, la sua traduzione letterale dall'ebraico equivale a "Non commettere alcun genere di uccisione". Questo perché il Cristianesimo -- come il Buddhismo, l'Induismo, l'Islamismo e l'Ebraismo -- è una religione che, alle origini, faceva del vegetarianesimo uno dei fondamenti della sua dottrina.
Certo, ormai la maggior parte dei sacerdoti di queste religioni (tranne il Buddhismo e l'Induismo) tollera se non addirittura incoraggia l'uccisione di animali e il consumo delle loro carni. Ma forse è il caso di riflettere su quanto disse il Buddha nel Dhammapada: "In futuro, alcuni sciocchi sosterranno che io ho dato il permesso di mangiare carne, e che io stesso ne ho mangiata, ma io non ho permesso a nessuno di mangiare carne, non lo permetterò ora, non lo permetterò in alcuna forma, in alcun modo e in alcun luogo. E' incondizionatamente proibito a tutti".

Abbiamo già accennato al motivo di tanta severità: "Mangiare la carne", spiegava ancora il Buddha, "spegne il seme della grande compassione". Pertanto, se si desidera avvicinarsi a Dio, che è compassione e amore perfetti, non si può non coltivare in sé questi sentimenti. E aggiunge il Buddha: "E' per sfuggire alle sofferenze della vita e per raggiungere la perfezione mistica che si pratica la meditazione.
Ma perché infliggere sofferenza agli altri, quando noi stessi cerchiamo di evitarla? Se non riuscirete a controllare la mente in modo da aborrire anche solo il pensiero di un atto brutale e dell'uccidere, non sarete mai in grado di sfuggire ai legami della vita di questo mondo. Come può colui che cerca, che spera di imparare a liberare gli altri, vivere della carne di esseri senzienti?"
Anche nei Veda, i testi sacri dell'Induismo, si possono leggere migliaia di ingiunzioni a non consumare carne, perché "si diventa degni della salvezza quando non si uccide alcun essere vivente". E non solo non lo si uccide, ma non lo si mangia neppure. Infatti, nei Veda si sostiene che è necessario astenersi dall'ingerire qualsiasi genere di carne, perché tale cibo implica sempre l'atto di uccidere e crea legami karmici. "Chi uccide gli animali", concludono impietosamente i Veda, "non può provare piacere nel messaggio della verità assoluta".
Secondo i Veda, insomma, l'uomo dovrebbe scorgere lo stesso principio della vita in tutti gli esseri viventi. E infatti, questi testi sacri descrivono incarnazioni di Dio in varie forme non umane, tra cui il pesce , il cavallo, la tartaruga, il cinghiale.
Il vegetarianesimo e le religioni del mondo
"La filosofia dei Veda", scrive il professor Steven Rosen nel suo illuminante libro "Il vegetarianesimo e le religioni del mondo" (Gruppo Futura), riconosce appieno agli animali la capacità di raggiungere stati di spiritualità elevata. Si tratta di una tradizione religiosa che non promuove soltanto il vegetarianesimo, ma anche l'uguaglianza spirituale di tutti gli esseri viventi. Il vegetarianesimo non è altro che la conferma di questa consapevolezza: tutti gli esseri viventi sono spiritualmente uguali".
Anche il Corano esalta la compassione e la misericordia di Allah -- chiamato al-Raham, ovvero "l'infinitamente misericordioso" -- nei confronti di tutti gli esseri da lui creati, senza eccezioni. Lo stesso profeta Maometto, che era vegetariano e amava gli animali, disse: "Chi è buono verso le creature di Dio è buono verso se stesso".
Per quanto riguarda l'Ebraismo, nella Genesi l'alimentazione prescritta all'uomo è chiaramente vegetariana: "Ecco vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto che produce seme: saranno il vostro cibo" (1, 29). E ancora nella Genesi si legge: "Non dovreste mangiare la carne, con la sua vita, che è il sangue". E infatti, il popolo d'Israele si mantenne vegetariano per dieci generazioni, da Adamo a Noè.
Dopo che il diluvio universale ebbe distrutto tutta la vegetazione, Dio diede al suo popolo il permesso temporaneo di mangiare carne. Poi, per ristabilire l'alimentazione vegetariana, quando gli israeliti lasciarono l'Egitto, Dio fece cadere su di loro la manna, un alimento vegetale adatto a nutrirli durante il loro duro viaggio. Ma poiché gli israeliti continuavano a chiedere con insistenza la carne, Dio gliela diede, insieme però ad una peste fatale che colpì tutti coloro che ne mangiarono.
Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, e quindi il Cristianesimo, l'insegnamento di Gesù Cristo è stato a tal punto censurato nelle numerose traduzioni e revisioni dei Vangeli che sono quasi sparite le tracce della sua compassione e del suo completo amore per tutte le creature viventi, che si esprimevano anche nel non mangiare carne di alcun tipo, in armonia con la tradizione degli Esseni.
Infatti, in un "Vangelo secondo Giovanni" tramandato dagli Esseni e dalle Chiese cristiane d'Oriente ma rifiutato dalla Chiesa ufficiale, Cristo è un profeta che insegna l'assoluta non-violenza nei confronti degli animali e vieta esplicitamente ai suoi discepoli di mangiare carne: "Mangiate tutto ciò che si trova sulla tavola di Dio: i frutti degli alberi, i grani e le erbe dei campi, il latte degli animali ed il miele delle api. Ogni altro alimento è opera di Satana e conduce ai peccati, alle malattie ed alla morte".
I primi cristiani, infatti, erano rigorosamente vegetariani. E lo erano anche i vari Padri della Chiesa, come San Giovanni Crisostomo, San Girolamo, Tertulliano, San Benedetto, Clemente, Eusebio, Plinio e molti altri. Ma quando il Cristianesimo volle diventare la religione di Stato dell'Impero Romano, durante il concilio di Nicea vennero radicalmente alterati i documenti cristiani originali, per renderli accettabili all'imperatore Costantino, che alla carne non voleva rinunciare.
Così, per convertirlo, i "correttori" nominati dalle autorità ecclesiastiche eliminarono dai vangeli qualsiasi riferimento al non mangiare carne: tradussero con il termine "carne", per ben diciannove volte, il termine greco originale "cibo" e scelsero la versione "dei pani e dei pesci" a quella, contemporanea a Cristo, del miracolo della "moltiplicazione dei pani e della frutta" (va detto, comunque, che neanche i pesci della seconda versione dovevano essere veri e propri pesci, bensì frittelle di alghe molto comuni tra il popolo ebraico all'epoca).
Pertanto, le persecuzioni dei cristiani proseguirono anche sotto Costantino, ma a subirle furono solo quelli che si ostinavano a non mangiare carne.
In seguito, i santi cristiani sono stati in gran parte vegetariani. Basti pensare al più famoso di tutti, San Francesco, il quale, nel suo amore per tutte le creature viventi, si nutriva esclusivamente di pane, formaggio, verdure e acqua di fonte.
I vegetariani nella storia
Ma anche molti dei più grandi geni della storia hanno scelto la via del vegetarianesimo, come dimostra un esauriente excursus compiuto dal giornalista ed esperto di alimentazione Nico Valerio nel suo libro Il piatto verde (Mondadori).
Nel VI secolo a.C., per esempio, il grande filosofo e iniziato Pitagora predicava, nella sua scuola di Crotone, il vegetarianesimo più stretto. I pitagorici aborrivano qualsiasi forma di uccisione e si astenevano dal mangiare "esseri animati", per raggiungere quello stato di purezza e di ascetismo che per loro rappresentava il massimo grado dell'iniziazione, ossia una condizione che permette all'uomo di liberarsi dalla prigione del corpo e di riacquistare la sua originaria condizione divina.
Rimanendo nell'antica Grecia, nella Repubblica di Platone, Socrate espone a Glaucone l'alimentazione ideale per gli uomini della città del futuro: focacce di frumento e orzo, olive, formaggio di capra, cipolle, legumi, dolcetti di fichi, bacche di mirto, ghiande arrosto e un po' di vino. Ma Glaucone vuole la carne, e allora Socrate, anticipando i motivi ecologici del vegetarianesimo, gli spiega che, per mangiare carne, "avremo bisogno di molti maiali e di guardiani, e poi saremmo costretti a ricorrere più spesso ai medici. E gli allevamenti richiederanno spazi nuovi, sottraendo terreno all'agricoltura. Così, la città sarà costretta ad invadere i paesi vicini ed a fare la guerra" (questo collegamento tra alimentazione carnea e guerra fu visto anche da Pitagora, il quale sosteneva che "finché gli uomini massacreranno gli animali, si uccideranno tra di loro").
Nel secondo secolo dopo Cristo, lo storico greco Plutarco diceva a chi si cibava di carni: "Se tu affermi di essere nato per questo tipo di alimentazione, quando vuoi mangiare un animale prima uccidilo tu stesso, ma fallo servendoti solo delle tue forze, non di armi. Come i lupi, gli orsi e i leoni uccidono da sé ciò che mangiano, ammazza un bue a morsi o sbrana con la bocca un maiale, un agnello o una lepre e, gettandoti su di loro, divorali mentre sono ancora vivi, come fanno quelle belve. Ma se aspetti che la tua preda diventi cadavere e la presenza dell'anima vitale ti fa esitare a gustarti la carne, perché contro natura ti nutri di ciò che è animato?"
Leonardo Da Vinci, genio vegetariano del nostro Rinascimento, si lamentava che "i nostri corpi sono sempre più le tombe degli animali". E profetizzava: "Verrà il giorno in cui gli uomini considereranno l'uccisione di un animale come oggi considerano l'assassinio di un uomo".
Nel '600, il grande illuminista J.J. Rousseau osservava che gli animali carnivori sono più crudeli e violenti degli erbivori, e perciò la dieta vegetariana rende l'uomo meno aggressivo.
Nel '700, il celebre politico e scienziato americano Benjiamin Franklin definiva il mangiar carne "un delitto ingiustificato". Era diventato vegetariano a sedici anni perché si era accorto che "apprendeva più in fretta e aveva maggior acume intellettuale".
Nell'800, il poeta romantico inglese P.B. Shelley vagheggiava un mondo ideale in cui "l'uomo non uccide più l'agnello dai dolci occhi e ha smesso di divorare le carni macellate, che per vendetta delle violate leggi di natura sprigionavano nel suo corpo putridi umori".
Nel 1885, si converte al vegetarianesimo anche lo scrittore russo Lev Tolstoi, un ex cacciatore che divenne convinto assertore della non-violenza. "Mangiar carne", scriveva, "è immorale perché presuppone un'azione contraria al sentimento morale, quella di uccidere. Uccidendo, l'uomo cancella in se stesso le più alte capacità spirituali, l'amore e la compassione per le altre creature".
Nel nostro secolo, sono stati vegetariani grandi uomini come il musicista e medico filantropo Albert Schweitzer, premio Nobel per la pace nel 1952, o come un altro premio Nobel, il Mahatma Gandhi, il quale sosteneva che "la carne non è alimento adatto alla nostra specie".
Anche il più grande scienziato del '900, Albert Einstein, sosteneva che "la scelta di vita vegetariana, anche solo per i suoi effetti fisici sul temperamento umano, avrebbe un'influenza estremamente benefica sulla maggior parte dell'umanità".
I motivi esoterici
Secondo varie discipline esoteriche, il vegetarianesimo è l'alimentazione ideale anche per raggiungere livelli elevati di sviluppo spirituale. Per esempio, il teosofo americano C.W. Leadbeater ha scritto addirittura un saggio su Vegetarismo ed occultismo, in cui sostiene che l'alimentazione vegetariana è l'unica che consenta un'indispensabile purificazione del corpo a chi intende "prendere posto fra le falangi gloriose che si sforzano di raggiungere la perfezione, onde aiutare l'evoluzione dell'umanità".
Secondo Leadbeater, è un'eresia dire che la questione dell'alimentazione ha poca importanza dal lato occulto, perché, in realtà, tutte le scuole di occultismo antiche e moderne sostengono che "l'assoluta purezza è indispensabile al vero progresso, tanto sul piano fisico quanto sui piani più elevati".
Riferendosi ai quattro corpi dell'essere umano di cui parla la Teosofia (fisico, eterico, astrale e dell'Io), Leadbeater afferma che essi, pur trovandosi su piani diversi, sono in comunicazione tra loro, per cui, essendo la carne il nutrimento più grossolano, chi se ne ciba avrà anche dei corpi superiori composti di materia più grossolana, impura. Tra l'altro, ottundendo la sensibilità, l'alimentazione carnea è anche di ostacolo allo sviluppo di percezioni extrasensoriali. I veri chiaroveggenti, afferma Leadbeater, devono essere tutti vegetariani.
Secondo altri Maestri, il fatto di cibarsi di carne risulta dannoso anche per chi intende praticare la meditazione, perché le energie negative che si assorbono quando si assimila la carne di animali brutalmente uccisi impediscono una perfetta armonizzazione delle proprie energie con quelle dell'universo. Tutti i grandi yogi indiani, infatti, sono vegetariani.
Anche il maestro indiano forse più "occidentalizzato" di tutti, Osho, non permetteva che nelle sue comunità si consumasse cibo di origine animale. "Io non sono contrario alla carne per motivi ideologici", affermava Osho. "Se un uomo non medita, se non cerca una crescita interiore, se non è alla ricerca del divino, qualsiasi cosa mangia va più che bene [...] Ma se inizi a meditare, il tuo ambiente interiore cambia, e in questo caso è consigliabile mutare l'alimentazione [...] Più sali verso l'alto e più dovrai lasciar cadere qualsiasi bagaglio inutile; solo così potrai volare. E il cibo non-vegetariano non è altro che questo: un peso inutile!"
Per i devoti Hare Krishna, un movimento religioso che ha avuto e continua ad avere un ruolo importante nella diffusione del vegetarianesimo in Occidente, la nostra "violenza alimentare", unita a tutte le altre forme di violenza, finisce per creare una grande ondata di karma negativi, che a sua volta produce un aumento dell'aggressività umana e quindi dei delitti compiuti in tutto il mondo.
Certo, i vegetariani possono ottenere alimenti come la frutta, il latte, le uova, le noci e i cereali senza bisogno di uccidere, ma qualcuno potrebbe chiedersi se il problema karmico non si estenda anche all'"uccisione" di vegetali come le carote, le patate, le cipolle, ecc. "Anche togliendo la vita ad una pianta", spiega un portavoce degli Hare Krishna, "possono esserci reazioni karmiche negative, ma si provoca molto meno dolore che uccidendo animali, perché il sistema nervoso delle piante è assai meno sviluppato".
In effetti, un altro motivo per cui la tradizione induista prescrive il vegetarianesimo è la credenza nella possibilità che un essere umano possa reincarnarsi in una forma animale. Nell'uccidere un animale, dunque, è possibile commettere violenza nei confronti di un'anima umana. Anche Pitagora credeva nella trasmigrazione delle anime, e sosteneva che quelle degli animali sono imperiture come quelle degli uomini, poiché entrambe scaturiscono dall'"Anima del Mondo", ossia la forza di cui sono pervase tutte le molecole dell'universo, il principio motore e plasmatore della materia, intermediario fra il cosmo e il Dio supremo. L'animale, insomma, è, come l'uomo, un'emanazione divina.
L'anima degli animali
Nel suo affascinante libro Anche gli animali hanno un'anima (Ed. Mediterranee), lo studioso francese Jean Prieur osserva che questi principi pitagorici si mantennero, sia pure attraverso varie elaborazioni, nel pensiero di altri grandi filosofi come Platone e Aristotele. In Occidente, il primo a distaccarsene in modo netto fu, nel Seicento, Cartesio, il quale affermò che soltanto il pensiero era segno di una natura superiore, e quindi gli animali erano semplici automi.
Da allora, per una strana conciliazione tra scienza e fede, questa concezione cartesiana è stata mantenuta anche dalla religione cattolica. Tuttavia, negli ultimi anni pare che qualcosa stia cambiando, sia pur lentamente. "Nella Sollicitudo rei socialis", fa notare Mons. Mario Canciani, il parroco di S. Giovanni dei Fiorentini a Roma, meglio noto come "il prete che non scaccia i cani dalla chiesa", "il Papa ha invitato i teologi a studiare un nuovo tipo di rapporto uomo-animale e, il 10 gennaio 1990, commentando in un suo discorso la Bibbia, ne ha rinverdito una grande verità: 'Non solo nell'uomo, ma anche negli animali c'è un soffio divino'"
Anche se le considerazioni papali non toccano ancora il tema del vegetarianesimo, è innegabile che, al limitare del terzo millennio, le riflessioni sulla natura spirituale di una scelta alimentare sono sempre più attuali. E se la Nuova Era è davvero l'era dell'amore e dell'unione, della compassione e della comprensione, allora è anche l'era di una riflessione più sincera e attenta sulle nostre scelte di vita, sul nostro modo di considerare l'esistenza e la natura di tutto il creato.
Ognuno ha il diritto di compiere le sue scelte nella massima libertà, ma ogni singola scelta ha effetti su tutti gli esseri viventi. E poiché, secondo la legge del karma, la violenza genera altra violenza, scegliere di non far del male a chi è più debole non può che avere meravigliosi effetti su tutta l'umanità.
Perciò, in questa nuova era di luce, al di là dei timori di rovinarsi la salute o di provocare un'apocalisse ecologica, chiunque può scegliere un motivo nuovo, seppure antico, per diventare vegetariano. Per amore, solo per amore.

fa una buona sintesi di scienza, filosofia, salute e religione!

Mica male!

Ciao stai tranquilla ed evita discussioni inutili in ufficio!

Julian
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Messaggio da Julian » lun feb 27, 2006 11:29 am

Bello come sempre un po' lunghetto come nello stile di ghandi :)

pleiadi
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Messaggio da pleiadi » lun feb 27, 2006 11:38 am

Mi pare che sul sito di scienza vegetariana ci sia, tra le FAQ, una risposta per "da che mondo è mondo" se non erro

Antonella Sagone
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Re: Discussione su uomo e primati: onnivori o fruttariani?

Messaggio da Antonella Sagone » lun feb 27, 2006 12:01 pm

Marco Valussi ha scritto:Quanto ai primati non umani, non sono certo dei vegetariano o frittariani puri, la carne entra nel loro bilancio energetico, ma in quantità veramente minime.
ho letto di scimpanzé che occasionalmente predano piccoli di altre specie di scimmie. Si tratta di un comprotamento occasionale. Altre specie di primati (es gli oranghi) credo siano più rigorosamente vegetariani.

Il punto non è questo. a parte che i paralleli da una specie all'altra possono aiutarci ma fino a un certo punto. Ma la questione è diversa.
Anche io penso che le cose stessero per la specie umana più o meno come dice Marco (anche se personalmente la parola onnivori non la userei mai, la trovo priva di senso, ogni dieta include alcune cose e ne esclude altre, comrepsa quella "onnivora"). Personalmente penso che i nostri antenati probabilmente mangiassero soprattutto frutta, semi oleosi e vegetali, più una considerevole quantità di larve e insetti crudi.

Il punto è un altro: la nostra dieta attuale non potrà comunque MAI riprodurre in modo fedele quella che ha plasmato la nostra biologia agli albori della nostra specie: non ci sono le stesse piante, gli stessi habitat, le stesse condizioni igieniche (la flora intestinale è cambiata), gli stessi modi di preparare il cibo (magari crudo e fermentato), e non credo che motli di noi siano disposti a mangiare cavallette e termiti!

Quindi la nostra dieta è comunque lontana da quella "naturale" dell'uomo. Allora, artefatto per artefatto, scegliamo una dieta che sia ugualmente sana e sia però anche etica e sostenibile per tutto l'ecosistema terra!

La prossima volta che i tuoi colleghi ti dicono che mangiare solo vegetale non è naturale, digli di pranzare con una bella manciata di larve di mosca crude!
Antonella

LadyNeutrone
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Re: Discussione su uomo e primati: onnivori o fruttariani?

Messaggio da LadyNeutrone » lun feb 27, 2006 12:05 pm

Gio ha scritto:Ho appena terminato (male) una discussione in ufficio.

Siamo partiti dall'aviaria per passare a parlare del nostro stile alimentare (mi sono anche beccata che "i vegetariani non hanno mica tutte le rotelle a posto"), è stata persino tirata fuori la storia della bambina morta qualche tempo fa, quella poverina della quale hanno demonizzato lo stile di vita dei genitori ... Un mio collega se ne è uscito con il solito "da che mondo è mondo ... " e io gli ho ribattuto che l'uomo primitivo era cmq vegetariano, anzi, fruttariano, come le grandi scimmie antropomorfe.

Lui mi ha risposto che le scimmie a volte si uccidono tra loro e si mangiano a vicenda ... addirittura facendo festa ... l'ha visto in un documentario ... altre si cibano anche di carogne ... mi ha lasciato spiazzata, sono cose che non ho mai nè visto nè sentito. Qualcuno di voi ne sa qualcosa?

E poi, qualcuno mi sa indicare un link più o meno scientifico (alla stregua di Quark, visto che qui Piero Angela è tenuto in alta considerazione) per rispondere a tono all'affermazione "da che mondo è mondo, l'uomo ha sempre mangiato carne"? Perchè il fatto che io sappia che non è vero non basta ... se lo dice un antropologo ha senz'altro una validità maggiore.

Grazie, Grazie, Grazie.
Giovanna
Ok ma non è mica detto che debba continuare a mangiarla la carne.

L'uomo non è superiore agli animali ?
Allora non dovrebbe comportasi come loro, mangiando altri animali.

Altrimenti in cosa consta questa superiorità e da cosa si differenzierebbe ?

Io la penso così, se è così intelligente e cosciente di se può produrre ciò che gli serve per alimentarsi, senza uccidere animali.

Katia
Ultima modifica di LadyNeutrone il lun feb 27, 2006 12:36 pm, modificato 1 volta in totale.

Julian
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Re: Discussione su uomo e primati: onnivori o fruttariani?

Messaggio da Julian » lun feb 27, 2006 12:20 pm

Concordo con katia,siamo uguali agli animali solo quando ci fa comodo?E per il resto?Li sfruttiamo nella ricerca,nei circhi e nella moda perchè siamo superiori.Bel ragionamento,degno di un bambino di tre anni.

riboeri
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Re: Discussione su uomo e primati: onnivori o fruttariani?

Messaggio da riboeri » lun feb 27, 2006 1:05 pm

Gio ha scritto:Lui mi ha risposto che le scimmie a volte si uccidono tra loro e si mangiano a vicenda ... addirittura facendo festa ... l'ha visto in un documentario ... altre si cibano anche di carogne ... mi ha lasciato spiazzata, sono cose che non ho mai nè visto nè sentito. Qualcuno di voi ne sa qualcosa?
Anche gli uomini a volte lo fanno (hai presente "Survivor" o come si chiamava quel film...), ma non mi pare una buona ragione per generalizzare e definire l'uomo come naturalmente "cannibale".
Mi piacerebbe vedere i tuoi colleghi a mani nude alle prese con la carogna di un mammut... chissà che pranzetto! Senza unghie per strappare e zanne per recidere... potrebbero sempre leccare...

pasionario
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Messaggio da pasionario » lun feb 27, 2006 1:34 pm

Ma scusa DA CHE MONDO è MONDO l'uomo ha sempre voluto comunicare...e allora? Dì ai tuoi colleghi di buttare il cellulare e provare coi segnali di fumo, se sono così attenti al nostro "passato" evolutivo! Che siano coerenti sino in fondo ;)
Scherzi a parte sono le solite scuse per lavarsi la coscienza e neanche porsi il problema....

Alex81
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Messaggio da Alex81 » lun feb 27, 2006 1:53 pm

Non sono testi "scientifici", ma magari possono esserti utili:

Dal punto di vista biologico l’uomo è vegetariano?
http://www.vegetarismus.ch/einwand/if2.htm

Comparazione anatomicha: Fruttivoro - Carnivoro
http://www.vegetarismus.ch/info/i12.htm

Perché una vita senza carne
http://web.tiscalinet.it/vitasenzacarne/perche.htm

Carne, sostanza incompatibile con la natura umana
http://www.ben-essere.net/index.asp?c_articolo=24
(seconda metà)

E un libro, "Evoluzione e Alimentazione":
http://tecalibri.altervista.org/C/CONSI ... uzione.htm

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