Lotus Birth:cosa ne dite?

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fratea
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Lotus Birth:cosa ne dite?

Messaggio da fratea » lun feb 13, 2006 3:22 pm

Ciao Antonella e ciao a tutte!
vorrei chiedervi se avete mai sentito parlare del LOTUS BIRTH (fare nascere i bambini con la placenta senza recidere il cordone ombelicale per ore o per giorni).Cosa ne pensate?

Attenta al continuum, una volta avuto il libro sul Lotus birth, mi sono subito messa in discussione per la nuova creaturina che metterò al mondo a luglio (considerando che le strutture ospedaliere non lo contemplano).farà parte del continuum?....il libro, giustamente, è abbastanza convincente (devo ancora terminarlo), ma mi dico: e tutte le specie animali? aspettano a recidere il cordone dopo il parto? non mi sembra.....e le tribù indigene?....non ho mai letto mai niente in proposito.

Tu, Antonella,cosa ne pensi? e voi altre avete qualche esperienza in proposito?

Grazie dell'attenzione.
cari saluti Francesca

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » mar feb 14, 2006 12:37 am

ho parlato con un paio di persone che lo hanno fatto. Si portavano la placenta appresso insieme alla bambina in una bacinella, a me non è sembrato tanto comodo ma è durato solo 1-2 giorni se ricordo, e a loro non dava fastidio. Dato che non siamo fra quelle specie che mangiano cruda la placenta, potrebbe avere uns enso; tranne che come sempre io immagino come sarebbe in un contesto naturale.

Fra gli scimpanzé, i nostri parenti più stretti, la madre si tiene accostato a sé il piccolo e se lo porta in giro con la placneta strascinata a penzoloni in messo alle liane e alle radici della giungla... le madri esperte sono molto abili in questo, quelle alle prime armi sono imbranate e gli si impiglia spesso nei rami, così si devono fermare a districarla e procedono lentamente. Tutto questo senza tanti drammi o problemi; poi a un certo punto la placenta si stacca o le madri se ne liberano. La mia conclusione "a caldo" è stata che gli ombellichi dei cuccioli sono molto più robusti di quanto pensiamo noi mamme!!
Ora, in un certo senso penso che sia più "comodo" andare in giro con una placenta pensoloni in mezzo all'erba e ai cespugli, che non dentro un catino in un appartamento (tra l'altro significa non poter uscire di casa finché non è caduta, e questo mi dispiacerebbe un po'. Io sono sempre uscita a spasso con i miei figli appena nati (tra l'alrt era agosto...).

E se è inverno e fa freddo, come si fa a vestire il bimbo con la placenta attaccata?
solo curiosità... sono incuriosita ma perlplessa, d'altronde lo sono stata anche per la faccenda del senzapannolino, adesso che sto leggendo il libro invece mi dispiaccio di aver perso questa occasione con i miei figli, non avendola conosciuta prima.
Antonella

cosimamma
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Messaggio da cosimamma » mar feb 14, 2006 11:16 am

se ne parla un pò nel libro venire al mondo, dare alla luce, che ho messo nel post sui libri in attesa.
Io però ho preferito donare il sangue del cordone, e questo è uscito fuori in un altro topic, ma non mi ricordo se aveva smesso di pulsare o no... Ho pensato solo al bene che potevo fare a qualcun'altro senza far soffrire nessuno. Se poi il tuo ospedale non contempla la donazione del cordone o lo fai nascere in casa è un'altra cosa.

ale
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Messaggio da ale » mar feb 14, 2006 11:42 am

una mia amica ha fatto il lotus birth: s'è detta felicissima e non le è stato per niente di impiccio. praticamente non ha fatto altro che stare a letto con la sua bimba nuda fino a che non è caduto il cordone dopo 2 gg.
la cosa mi è molto piaciuta. solo che la vedo difficile quando si è al secondo figlio...
ale

fratea
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Lotus Birth e senzapannolino

Messaggio da fratea » mer feb 15, 2006 2:46 pm

Volevo chiedere ad Antonella la storia del "senzapannolino" che non conosco e che mi ha molto incuriosito......

Per il Lothus Birth, in effetti, l'unica soluzione sarebbe di partorire in casa......(non vi dico i problemi di vario tipo che avrei.....)..e poi con la sorellina di soli 23 mesi sarebbe un po un casino.....boh...vedremo......

aspetto nuove su "senzapannolino".
baci a tutte Francesca

ale
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Messaggio da ale » mer feb 15, 2006 4:21 pm

cara fratea,
siccome antonella è assente in questi giorni, ti rispondo io sul "senzapannolino".
esiste la possibilità di non usare pannolini per i nostri bimbi!
si tratta di occuparsi dei loro bisogni di eliminazione, distinguendo i segnali che ci mandano e imparando i loro ritmi di evacuazione.
questo molto brevemente.
anche in questo forum ci sono mamme che non li hanno usati, e hanno fatto EC (elimination comunication=comunicazione sull'eliminazione).
ti segnalo un sito internet con relativa maininglist: http://it.groups.yahoo.com/group/senzapannolini/
c'è poi un altro topic in cui io stessa parlavo del primo libro in italiano sull'argomento (appena uscito).
ale

Gio
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Messaggio da Gio » ven feb 17, 2006 12:48 pm

Io sono favorevole al Lotus Birth. Penso che il mio prossimo figlio nascerà così.
Per Antonella: non necessariamente la placenta deve stare in un catino; dopo averla lavata e ben asciugata può stare anche in una borsa di tela; comunque, con questo sistema, l'ombelico è formato e chiuso (senza monconi) già dopo 24-48 ore dalla nascita ... sopportabile come tempo di questo "fastidio", direi, specialmente se ne guardiamo i vantaggi.
Se il clima lo permette, l'ideale è la nudità di mamma e bambino. Se fa freddo e questo non è possibile, lo si può avvolgere in panni, senza realmente "vestirlo".
Per Cosimamma: per donare il sangue cordonale, l'operazione va fatta immediatamente dopo la nascita. Se il cordone smette di pulsare, dentro non c'è più sangue. Le tue parole: "Ho pensato solo al bene che potevo fare a qualcun'altro senza far soffrire nessuno" non mi sembrano "giuste". Se mi posso permettere, riformulerei la frase così: "Hai pensato solo al bene che potevi fare a qualcun altro senza sapere se avresti tolto qualcosa di utile a tuo figlio", che non è necessariamente nulla di male, però bisogna saperlo.
Per Fratea: partorire in casa non è l'unica soluzione. Basta andare in ospedale prima della nascita e prendere degli accordi in merito con la caposala della sala parto o con un ginecologo. Se poi, al momento del parto, ti presenti in ospedale con un tuo "piano per il parto" (un foglio scritto in cui, educatamente e chiaramente, la partoriente informa il personale sanitario dei suoi desideri al momento della nascita di suo figlio) in cui ripeti la cosa è meglio.

Più sotto vi riporto cosa ho trovato sul sito http://www.cranisacrale.info a proposito del lotus birth. Per chi volesse ulteriori informazioni, l'anno scorso è uscito un libro dal titolo "Lotus Birth, nati con ... la placenta" scritto da Shivam Rachana, edizioni Amrita.

Un saluto a tutt*

Gio




LOTUS BIRTH: nati con… la placenta!

Un’interessante e molto dolce evoluzione in senso pacifista del percorso nascita, in sintonia con il desiderio di riavvicinarsi all’armonia naturale della vita.

Mancavano due mesi alla nascita di mia figlia Luna quando lessi del Lotus Birth su una rivista prestatami da un’amica. Era la prima volta che ne sentivo parlare, eppure immediatamente seppi che così dovrebbe essere e così sarebbe stato.
Quando Luna sarebbe nata l’avremmo accolta in un ambiente calmo, l’avremmo protetta da qualsiasi interferenza mentre si sarebbe adattata alla vita fuori dall’utero assieme a noi, la sua famiglia e l’avremmo lasciata connessa alla sua placenta fino a quando non se ne sarebbe separata lei stessa, spontaneamente.
Il Lotus Birth infatti non è altro che questo: lasciare l’unità neonato-placenta intatta e attendere che la separazione avvenga in tempi naturali. Il nome deriva da Clair Lotus Day, la quale nel 1976 con molta determinazione riuscì a convincere il medico dell’ospedale a non tagliare il cordone. Clair aveva avuto modo di osservare le ripercussioni del taglio del cordone sull’aura delle persone nel corso della sua attività di chiaroveggente.
Centinaia di bambini nati con il Lotus Birth hanno visto la luce da allora, rendendo possibile una valutazione attenta dei numerosi vantaggi di questa procedura che finora sembra non presentare controindicazioni.
La trasfusione completa dalla placenta, intanto, fornisce al bambino fino a 60 cc. di sangue la cui perdita corrisponde ad una emorragia grave con tutte le conseguenze. In queste circostanze l’ittero del nascituro è inevitabile: non a caso essa viene chiamata “fisiologica”! Il suo ruolo sembra sia quello di proteggere la pelle dall’esposizione alla luce solare diretta. Il neonato e la placenta si originano dalla medesima cellula uovo fecondata e sono quindi embriologicamente e geneticamente parlando la stessa cosa. Il mantenimento dell’integrità fisiologica dell’unità neonato-placenta ha sicuramente delle ripercussioni che possono venir comprese se si considera come le funzioni metaboliche della placenta siano molto complesse. Nulla fa escludere l’eventualità che anche successivamente alla trasfusione si abbia un trasferimento di nutrienti verso il neonato, siano essi fisici o energetici. E’ utile ricordare infatti come esistano cinque corpi (fisico, eterico, emozionale, mentale e spirituale) tra i quali vi è un flusso continuo di energia. Il distacco spontaneo avviene quando il bambino è pronto per esso, ovvero quando i suoi cinque corpi energetici, di cui l’aura è l’emanazione, sono completamente formati.
A confermare quanto detto, si è osservato come il tempo medio di chiusura dell’ombelico a seguito di un taglio immediato del cordone sia di 9,56 giorni, aspettando che il cordone smetta di pulsare esso si accorcia a 7,16 giorni per ridursi a soli 3,75 giorni se si taglia successivamente. Sono dati che sembrano proprio suggerire una natura traumatica del distacco provocato .
Questa pratica inoltre incoraggia a non interferire in nessun modo nell’immediato dopoparto; favorisce quindi il legame tra la madre (e il padre) e il neonato e invita ad attendere senza fretta il secondamento spontaneo.
Nonostante venga spontaneo associarlo ad un parto naturale, specie in un ambiente familiare, il Lotus Birth puo’ venir agilmente integrato nel protocollo ospedaliero. Anzi, proprio nel caso di un parto medicalizzato, in particolar modo se è stato necessario ricorrere al taglio cesareo o se si tratta di una nascita prematura, esso è particolarmente indicato per compensare gli altri traumi. Il procedimento da seguire è estremamente semplice. Si aspetta finché la placenta non è uscita, se possibile spontaneamente. La si ripone in una ciotola vicino a mamma e neonato. In seguito va lasciata sgocciolare, sciacquata accuratamente sotto acqua corrente per rimuovere tutto il sangue residuo e gli eventuali coaguli e asciugata quindi delicatamente. La placenta va tenuta vicino, eventualmente avvolta in un panno assorbente o anche in una borsa fatta apposta per lei, sempre di stoffa beninteso, mai di plastica. Basta solo fare attenzione a non tirare il cordone quando si sposta il bambino ed utilizzare abiti comodi, senza stringere i pannolini, meglio ancora se si mette semplicemente il pannolino o un asciugamano sotto il bambino . Sembra che, finché la sostanza gelatinosa non si è solidificata, sia importante mantenere alla medesima altezza neonato e placenta; tuttavia se non si ha fretta e si lasciano mamma e bambino indisturbati questa osservazione diviene superflua.
L’origine della parola latina placenta è dal greco plakous, che significa piu’ o meno focaccia. Incredibile ma vero, nell’attuale cerimonia del taglio della torta di compleanno c’è un residuo della celebrazione della placenta! Con la pratica del Lotus Birth ci offriamo la possibilità di ammirare la placenta, questo organo fantastico, in tutta la sua bellezza. Ritorniamo a trattarla con rispetto e sacralità e a rimetterla al suo giusto posto, assieme al bambino di cui è parte.
Le reazioni di fronte al racconto di questa possibilità non sono particolarmente calorose o entusiastiche. Con poche eccezioni, mi pare che essa sia tollerata, o apprezzata a seconda dei casi, come ennesima bizzaria e dettaglio di secondaria importanza. Nessuna delle donne a cui ne avevo parlato e che hanno partorito recentemente hanno preso quest’eventualità in considerazione, spesso con motivazioni di ordine pratico. Non ho mai avuto l’occasione, o l’idea, di parlarne con dei medici pero’ mi piacerebbe molto che si cominciasse a concepire il significato e il valore dell’unità biologica di bambino e placenta.
Ricercando le motivazioni scientifiche dell’usanza del taglio del cordone, sono giunta alla conclusione che esse non esistano. Piuttosto si puo’ affermare che non vi è alcuna giustificazione al taglio precoce del cordone ombelicale alla nascita in tutti i bambini. Il taglio ritardato (o il non tagliarlo affatto) è la procedura fisiologica; il taglio precoce è un atto sanitario invasivo che ha degli effetti sull’adattamento neonatale e necessita di una precisa motivazione medica. E’ una pratica di routine, la cui adozione non è stata accompagnata da studi che valutassero le conseguenze del privare il neonato di un significativo volume di sangue, né da studi che comparassero gli effetti dei diversi metodi .
Mi è stato chiesto se questi bambini nati con il Lotus Birth fossero davvero diversi dagli altri. Certo che lo sono, dato che non sono passati per il trauma del taglio del cordone ombelicale! C’è chi ha osservato come i neonati venuti alla luce con il Lotus Birth siano piu’ integri, piu’come ogni neonato dovrebbe essere, libero da segni di sofferenza e di stress. Oggettivamente parlando è davvero arduo fare paragoni. I miei due bambini sono per esempio entrambi molto forti sia fisicamente che spiritualmente. Per noi il Lotus Birth è stato, infatti, un ulteriore passo in una scelta di vita ben precisa. Al di là della comunicazione con i bambini che abbiamo accettato e nutrito ben prima della loro nascita, abbiamo cercato di accoglierli in intimità, con rispetto e amore e cerchiamo di accompagnarli ora nella consapevolezza delle loro esigenze e dei nostri limiti. In quest’ottica diventa essenziale la presenza e l’attenzione, l’essere piuttosto che l’agire, ovvero come dice meravigliosamente Shivam Rashana fare esperienza del “non fare”: ritornare ai ritmi naturali e ad essere testimoni dell’ordine naturale delle cose. Il Lotus Birth è un’inequivocabile evoluzione in senso pacifista ed amorevole del percorso di nascita. Sicuramente questa evoluzione ci può accompagnare verso l’Homo ecologicus caro a Michel Odent e verso una guarigione della terra grazie alla guarigione della nascita, come ama dire Jeannine Parvati Baker. Non potevo concludere senza di loro, sostenitori in prima linea della pratica del Lotus Birth, cui va tutta la mia riconoscenza per la tenacia e la rettitudine nel propagare le loro conoscenze.
Su questo argomento il libro “Lotus Birth, il parto integrale: nati con… la placenta!”, Edizioni Amrita, Torino 2005, a cura di Shivam Rachana e con prefazione di Michel Odent.

La nostra esperienza
Con un minimo d’informazioni in mano, senza porci troppi quesiti di natura pratica, eravamo assolutamente orientati verso un Lotus Birth a coronamento di un parto solitario e indisturbato, promessa di un puerperio altrettanto indisturbato, scandito dai ritmi di madre e bambino. Ci aiutò l’esperienza fatta con Ephrem, cui avevamo tagliato il cordone circa una mezz’ora dopo la nascita ma prima del secondamento, semplicemente perché non c’eravamo interrogati sulla motivazione reale di quest’usanza, né sulla sua sensatezza. Non fu per nulla facile compiere quel gesto e ora comprendo bene la ragione di quel sottile disagio interiore.
La nascita di Luna fu rapida, intensa ed illuminante. Durante il parto scelsi e trassi beneficio da un isolamento completo. Chiamai il mio sposo affinché potesse accoglierla assieme a me e poi la tenni ben stretta nelle mie braccia e mi lascia incantare dalla sua perfetta integrità. Ci riservavamo di tagliare il cordone casomai non ci fossimo sentiti comodi o avessimo avuto delle difficoltà. Di fatto, è stato molto semplice vivere quest’esperienza con Luna, che si è separata dalla sua placenta già un giorno e mezzo dopo la nascita, mostrando un bellissimo ombelico perfettamente formato. Prima che cio’ avvenisse eravamo andate a bagnarci (una sorta di battesimo) in una vicina sorgente smeraldina di acqua calda e purissima.
Non abbiamo incontrato alcun problema pratico: abbiamo sciacquato la placenta mattina e sera sotto l’acqua corrente, l’abbiamo cosparsa di sale e l’abbiamo tenuta vicino a noi. Dopo il bagno nella sorgente il cordone si è asciugato in brevissimo tempo. Neanche per un attimo mi sfioro’ l’idea, in quel breve lasso di tempo, di tagliare il cordone. Sono assolutamente pronta a ripetere quest’esperienza per la sua indicibile bellezza, per la sua semplicità sorprendente e per la meravigliosa opportunità che offre di vivere i primissimi giorni dopo il parto in pace e tranquillità. Dalla prima volta che ho letto qualcosa in proposito l’ho sentito riecheggiare profondamente in me insieme alla certezza che così debba essere. Averlo vissuto assieme a Luna non ha fatto altro che avvalorare e rafforzare questa sensazione ed ha cambiato drasticamente la mia visione sulle pratiche correnti di taglio del cordone, che mi sembrano ora assurde ed ingiustificate.

Parole di Shivam Rachana
Nell’ambito di una prospettiva olistica, il Lotus Birth è una scelta molto logica… Il Lotus Birth rallenta le cose, fatto altamente auspicabile. I momenti successivi al parto vanno assaporati, sono come i momenti dopo aver fatto l’amore, dopo l’orgasmo, un periodo di intimità e di integrazione. Una madre che ha appena dato alla luce il suo bambino dopo nove mesi di gravidanza ha bisogno di tranquillità e di riposo. L’esperienza del parto esige di venire integrata. Un periodo per riflettere sull’accaduto e per parlarne con persone disponibili è di grande aiuto. Anche il padre e gli altri figli, nel caso siano stati presenti, apprezzano questo “tempo di transizione”, e ne traggono beneficio. Il Lotus Birth offre a tutta la famiglia l’opportunità di ritrovare uno stato di quiete, stando assieme dopo la nascita in un modo molto speciale. Finché il neonato è attaccato alla placenta, il senso di trovarsi in uno spazio “tra due mondi” è molto forte. Il neonato è qui, ma è ancora là, e in questo periodo la transizione dall’“altrove” al piano dell’esistenza fisica è evidente.
…Essa induce a rallentare i tempi. Cio’ è davvero auspicabile… il tempo di transizione dall’aldilà al piano fisico dell’esistenza diventa ovvio.

andrea grasselli
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Messaggio da andrea grasselli » ven feb 17, 2006 7:06 pm

grazie gio per avere inserito la presentazione del libro. mi è piaciuta molto e mi hanno colpito in particolare queste parole:

Per noi il Lotus Birth è stato, infatti, un ulteriore passo in una scelta di vita ben precisa. Al di là della comunicazione con i bambini che abbiamo accettato e nutrito ben prima della loro nascita, abbiamo cercato di accoglierli in intimità, con rispetto e amore e cerchiamo di accompagnarli ora nella consapevolezza delle loro esigenze e dei nostri limiti. In quest’ottica diventa essenziale la presenza e l’attenzione, l’essere piuttosto che l’agire, ovvero come dice meravigliosamente Shivam Rashana fare esperienza del “non fare”: ritornare ai ritmi naturali e ad essere testimoni dell’ordine naturale delle cose. Il Lotus Birth è un’inequivocabile evoluzione in senso pacifista ed amorevole del percorso di nascita.

bellissimo il non fare, l'essere testimoni, l'accompagnare nell'ascolto.
è tutta una questione di predisposizione nel cuore, che si riflette nell'agire.

andrea

cosimamma
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Messaggio da cosimamma » dom feb 19, 2006 8:36 pm

Di nuovo riguardo alla donazione non so che risponderti. per il primo ero talmente "fuori" che guardavo solo lui,non ci metterei la mano sul fuoco,ma mi ricordo che mi hanno mostrato la placenta e mi hanno detto che avrebbero preso il sangue... per la seconda ero un pò più presente e mi ricordo che il sangue è stato preso molto dopo che lei era nata, praticamente mentre stavo espellendo la placenta seduta sullo sgabello olandese.te lo dico di sicuro perchè lei è nata in acqua, siamo state un pò "ammollo" poi siamo uscite e sul letto Leo ha tagliato il cordone. Mi piacerebbe sapere di più sulle modalità di donazione, sono un pò confusa ora...

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » mar feb 21, 2006 12:12 am

Ricercando le motivazioni scientifiche dell’usanza del taglio del cordone, sono giunta alla conclusione che esse non esistano. Piuttosto si puo’ affermare che non vi è alcuna giustificazione al taglio precoce del cordone ombelicale alla nascita in tutti i bambini. Il taglio ritardato (o il non tagliarlo affatto) è la procedura fisiologica; il taglio precoce è un atto sanitario invasivo che ha degli effetti sull’adattamento neonatale e necessita di una precisa motivazione medica. E’ una pratica di routine, la cui adozione non è stata accompagnata da studi che valutassero le conseguenze del privare il neonato di un significativo volume di sangue, né da studi che comparassero gli effetti dei diversi metodi .
negli anni '80 mi sono molto interessata dell'argomento "taglio precoce del cordone". Al tempo, sull'onda del libro di Leboyer, era diventato un "casus belli", lo spartiacque che divideva il mondo della medicina "scientifica" da quella dei "romantici delle luci basse e della musichetta" (se fossero stati gli anni 90 si sarebbe chiamata una pratica new-age)...

Così mi sono messa a cercare sui vecchi trattati di ostetricia e neonatologia. Ed ecco, la sorpresa: fino ai primi del secolo, il taglio "ritardato" era la norma. Poi negli anni '40 ho letto su un testo di pediatria che si raccomandava il taglio precoce (cioè immediato o quasi) in caso di cesareo. Questa posizione mi è stata confermata da altri testi dello stesso periodo.
Anni '50-'60: ecco che il taglio immediato si consiglia per tutti.
Conclusione: come spesso accade nelle pratiche di assistenza medica, ciò che è nato per la patologia, viene poi acriticamente esteso alla fisiologia - con risultati disastrosi.
Si è poi persa memoria del percorso (il)logico, ed è rimasta la "prassi". Si è infine inventata una serie di teorie fantasiose quanto non provate, per giustificare questa prassi: negli anni 70-80 si affermava che senza il taglio il bambino non avrebbe respirato (leggi: urlato), che se si fosse aspettato a tagliare, il neonato si sarebbe "dissanguato nella placenta".... l'esatto contrario della realtà!
Antonella

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Messaggio da cosimamma » mar feb 21, 2006 11:46 am

Ho comunque chiesto conferma a Leonardo...Visto che lui ha tagliato il cordone e mi ha detto che per Cosimo hanno aspettato la fine della prima poppata e , quando stavo per espellere la placenta hanno chiuso con le clamp(cioè quelle forbici-pinze)il cordone e lo hanno tagliato, portando poi di là la placenta per raccogliere il sangue.
Per la piccoletta è andata come dicevo nell'altro post, cioè + o - come per Cosimo con la differenza che la sacca per la raccolta sangue è stata attaccata mentre ero sullo sgabello per espellere la placenta.
Certo questo non è un taglio immediato, anche se non è come stare con la placenta attaccata per 24/48 ore, allora perchè tanta discrepanza?per mancanza di documentazione?o perchè ognuno segue una sua linea di condotta?

Gio
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Messaggio da Gio » gio feb 23, 2006 1:17 pm

cosimamma ha scritto:Certo questo non è un taglio immediato, anche se non è come stare con la placenta attaccata per 24/48 ore, allora perchè tanta discrepanza?per mancanza di documentazione?o perchè ognuno segue una sua linea di condotta?
Un momento: per quanto ne so questa cosa di stare con la placenta attaccata per 24/48 ore, cioè finchè il funicolo ombelicale non si stacca da sè da un ombelico già ben formato e chiuso è una pratica relativamente recente e penso che nessun ospedale la proponga di sua iniziativa alla paziente/partoriente.
Mi pare che la linea di condotta prevalente sia: tagliamo in fretta (e acceleriamo tutto quello che è possibile accelerare) così la sala parto è produttiva in tempi più brevi ... d'altronde un ospedale che si rispetti quantifica la propria produttività in termini di numeri: quanti parti, quanti interventi, quanti cesarei, quanti podalici ...

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