Sberle, scappellotti e C.

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Gio
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Sberle, scappellotti e C.

Messaggio da Gio » ven gen 20, 2006 1:32 pm

Ieri sera ho avuto un duro match con la mia dolcissima Federica (l'unica persona al mondo in grado di farmi perdere le staffe), mi sono trattenuta a stento dal non "toccarla", ma credo di averle fatto molto male a un livello più sottile: ho urlato e ho detto un sacco di parolacce :-(
Sempre ieri (doveva essere una giornata no) ho dato uno schiaffo in faccia a Francesco.

In rete ho trovato questo:

http://donne.virgilio.it/mammebambini/i ... berle.html

Forse ho bisogno di ritagliarmi un po' di spazio per me ... sarebbe carino scoprire "come" ...

Ciao a tutt*

Gio

alea
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Messaggio da alea » ven gen 20, 2006 1:56 pm

Ciao Gio, mi fa sempre piacere leggerti. Grazie per la segnalazione: anch'io sono ipernervosa, scatto per nulla e più spesso di quanto comunque non vorrei, e non so proprio come ritagliarmi dieci minuti al mese per ricordarmi di essere un individuo, oltre che una mamma...
Un caro saluto
Ale

stella...
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Messaggio da stella... » ven gen 20, 2006 7:20 pm

Anche a me.. è scappato uno scapellotto.. e dopo mi sono sentita.. malissimo.. spesso ho cose da sbrigare.. .. i suoi continui lamenti mi fanno impazzire! Così ultimamente..la lascio da sua zia..quando lei è nervosa ed io ho troppo da fare, addirittura.. (visto che mia suocera è qui a verona) l'ho lasciata anche a lei. E quando torno a casa.. sono sempre super felice di sentir i suoi lamenti!
Lo stress , la stanchezza spesso mi appannano la vista :(

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » ven gen 20, 2006 11:30 pm

è vero, lo scatto di nervi viene fuori perché ci tratteniamo dal mostrare il nostro fastidio per cose "piccole, sopportiamo, e poi alla fine le ridiamo "con gli arretrati".
meglio non accumulare queste cambiali... Meglio dare uno stop prima, fare un piccolo, anche piccolissimo stacco ma farlo.
Anche io quando passavo il limite di resistenza lasciavo mio figlio a mia madre, e mi sono accorta che a a volte basta veramente poco per ricaricarci.
Antonella

Gio
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Messaggio da Gio » lun gen 23, 2006 9:45 am

Il fatto è ... che per riuscire veramente a "staccare" e ricaricarmi, avrei bisogno, oltre che di qualcuno che mi tenga i bambini "anche" quando non lavoro (mia mamma è molto disponibile a tenermi i bambini se lavoro o se, una volta all'anno, magari in occasione dell'anniversario di matrimonio :-( voglio passare una serata da sola con mio marito, ma si rifiuta categoricamente di tenermi i bambini se devo andare a fare la spesa o se voglio farmi una doccia o qualcos'altro per me, che ne so, leggermi un libro o -magari!- farmi una nuotata in piscina), di qualcuno che mi faccia i lavori di casa, almeno una volta alla settimana, perchè se ho le braccia libere dai bambini, mi sento in dovere di adoperarle per riordinare e/o pulire e/o stirare e/o cucinare e/o ...
Quindi, avrei bisogno di due persone per due-tre ore, una volta alla settimana. Non so voi, ma io, lavorando a part-time, "non so se me lo posso permettere", ma comunque, col fatto che lavoro "solo" 5 ore fuori casa, non oso neanche proporlo ... mi sembra quasi di non meritarlo ... non so se ho espresso bene il concetto, forse mi può capire più facilmente una casalinga che una persona che lavora a tempo pieno: il fatto di guadagnare di meno di prima mi fa sentire "in debito" nei confronti della famiglia e così ho ridotto al minimo le mie spese personali, cominciando proprio dalla signora che mi dava una mano in casa, dal parrucchiere, dai vestiti per me e, soprattutto, dal tempo per me :-(

Non è giusto, devo "darmi una mossa" e devo, soprattutto, riuscire a riconoscere che un contributo (e notevole!) lo do in casa anche lavorando di meno. Non è facile, almeno non con il mio carattere, ma penso che dovrò lavorare in questo senso per stare meglio.

Scusatemi lo sfogo.

Vi abbraccio tutt*

Gio

fra_t
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Messaggio da fra_t » lun gen 23, 2006 10:08 am

Gio, mi leggo perfettamente anche io nelle tue parole.
Nel mio caso è Alice (3 anni oggi, auguri, amore mio!) l'unica persona al mondo, insieme a suo padre, che mi fa perdere le staffe in modo TOTALE, ma di questo vi ho già parlato. Io non sono mai arrivata a "toccarla", ma spesso mi sfogo in maniera "verbale" contro di lei, e gliele prometto. Comunque, dopo poco, mi sento ugualmente una cacca, proprio come se gliele avessi date davvero (!!!)

Anche io da quando sono rientrata dalla maternità di MAtteo (16 mesi) faccio un part-time e mi sento esattamente come te, una che poco provvede, in termini materiali, alla sua famiglia.

Mia mamma deve essere la gemella separata alla nascita della tua mamma: mi guarda i bambini qnd vado a lavorare, ma negli altri momenti NO, nè io me la sento di biasimarla x questo.
I miei suoceri sono persone assolutamente inaffidabili da qs punto di vista, quindi i momenti "x me" non esistono o, meglio, si riducono a quella mezz'ora, nel pomeriggio, in cui i bimbi dormono. Cioè ben poco.

Comunque mio marito ha insistito perchè continuassimo a tenere la signora che ci aiuta in casa: viene 2 mattina alla settimana, ma io mi sento veramente sollevata da qs suo aiuto. Non nascondo che costa qualcosina, ma preferisco rinunciare a comprare qualcosa x me piuttosto ke rinunciare a lei.
Tu non puoi fare altrettanto?

I momenti "x me" non aumentano grazie all'aiuto di qs signora, ma mentalmente sto molto meglio.

Invio perchè è arrivato il boss.

Gio
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Messaggio da Gio » lun gen 23, 2006 10:26 am

Sì, mi sa che farò qualche sacrificio e mi cerco qualcun'altra che mi dia una mano. Anzi, a questo punto non so se è meglio trovarmi un aiuto per i lavori domestici o una baby sitter che un paio d'ore la settimana stia con i bambini e me ne frego della casa :-) ... Direi che mi piace di più "la seconda che ho detto", tanto i lavori di casa me li faccio meglio e più in fretta di qualcuno che lo fa solo per soldi ... Però come idea la baby sitter non mi è mai piaciuta ... lo so, sono paranoica su questo argomento, ma pensare di lasciare i bambini in casa con una sconosciuta non mi entusiasma affatto.
Forse l'ideale è tener duro ancora un po', poi a Settembre Federica andrà al nido (avrà 2 anni e 1/2) e almeno sono fuori casa tutti e due fino alle 4, 4 e 1/2 del pomeriggio (io arrivo a casa alle 14,30) ... se aggiungo un aiuto per le pulizie (magari già da ora), da Settembre forse si comincerà a ragionare.

Semprechè non inizi la mia terza gravidanza, perchè ne stiamo parlando sempre più spesso.

OK, poche idee, ma confuse. Sono a cavallo :-)

Andrà tutto bene. Anche arrivasse il terzo, alla fine mi pare che i momenti duri si concentrino nei primi due anni di vita del bambino ... e due anni volano. Poi adesso ho più esperienza e, soprattutto, inizierò a usare la fascia lunga da subito, che è davvero un grande aiuto alla vita di una neomamma (e anche a quella del neonato!).

Saluti, Gio

Iregaia
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Messaggio da Iregaia » mar gen 24, 2006 2:32 pm

Ciao Gio!
Mi fai venire in mente "come sarà il futuro"...
Per il momento vista la pancia ho deciso di lasciara Gaia al nido tutto il giorno, anche se avrei potuto tenerla a casa mezza giornata, e penso che farò così anche in futuro anche se otterrò il part-time. Può sembrare brutto da dire, ma un po' ti tempo da dedicare a me vedo che mi serve vista l'iperattività di Gaia,
Aggiungo anche x il topic scappellotti, x per me se qualche volta lo scappellotto scappa è motivato dal fatto di "rendere pan per focaccia" facendole capire che non si fa, come stamattina che non voleva cambiarsi per andare al nido, voleva contnuare a giocare, e presa di peso si è ribellata con graffi, pugni e tirate di capelli, al che si è ricevuta uno sberlotto e ha chiesto l'aiuto di papà facendomi passare per la strega! Una volta calmata le ho chiesto se era il caso di fare male alla mamma solo per n on cambiare il pannolino e lei mogia mogia (era fda vedere) mi ha abbracciato chiedendo scusa con un bacino dove aveva graffiato e tirato i capelli. Santi bambini!


ciao

andrea grasselli
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Messaggio da andrea grasselli » mar gen 24, 2006 3:15 pm

Gio ha scritto:il fatto di guadagnare di meno di prima mi fa sentire "in debito" nei confronti della famiglia e così ho ridotto al minimo le mie spese personali
fra_t ha scritto:mi sento ... una che poco provvede, in termini materiali, alla sua famiglia
carissime,

vi prego, valorizzate maggiormente il vostro lavoro in casa! anche se faceste "solo" le casalinghe, portereste a casa circa il 50% dei soldi. sono soldi che purtroppo non si vedono: si vedrebbero solo se smetteste di fare qualsiasi cosa in casa. anzi, quando una donna si sente poco rispettata dal proprio marito nei lavori domestici (lo dico in generale, non penso sia il caso vostro), le dico di non fare più assolutamente nulla in casa per almeno due settimane: dopo vedono cosa fanno le donne. purtroppo, il pulito si vede molto meno dello sporco.
se manca la casalinga, bisona assumere una "bambinaia", una "donna delle pulizie" (ma chissà perché sempre donna?), una "cuoca", una "rammendatrice", un "fattorino" che fa la spesa (ma chissà perché sempre uomo?), un'"economa e amministratrice". ve lo immaginate quanto costerebbe tutto questo?
quindi, se si vuole dare un valore economico al lavoro, io la vedo così: se il marito porta a casa supponiamo 1'000 euro, in realtà bisognerebbe considerare come se ne avesse portati 2'000 e la metà l'avesse data a voi per il vostro lavoro.
il fatto che questi soldi non ci sono non significa che il lavoro non ha questo valore. la dimostrazione? il marito dovrebbe provare a calcolare quanto gli costerebbe stipendiare tutte le persone che ho elencato e che sarebbero necessarie a sostituire la casalinga.
ora generalizzo, ma è per dare un'idea e per tentare di rendere più giustizia al lavoro delle donne: la maggior parte degli uomini lavora 8 ore al giorno; difficilmente una donna che è anche mamma e che lavora anche fuori casa lavora meno del doppio di queste ore, quindi lavora 14-16 ore al giorno. ce n'è ancora di strada da fare per arrivare alla parità...
è interessante notare come alcune donne dicano "io non lavoro, faccio la casalinga". secondo me invece, interrogate sulla loro attività, dovrebbero rispondere: "sì, lavoro: faccio la casalinga".

è chiaro che ho generalizzato, perché poi ci sono anche gli uomini che aiutano tantissimo in casa e la situazione si avvicina alla parità, però mi sembrano ancora troppo pochi.

tutta la mia ammirazione per la forza delle donne nel tirare il carro.

andrea

lulafhe
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Messaggio da lulafhe » mar gen 24, 2006 3:53 pm

andrea grasselli ha scritto:le dico di non fare più assolutamente nulla in casa per almeno due settimane: dopo vedono cosa fanno le donne
andrea grasselli ha scritto:la maggior parte degli uomini lavora 8 ore al giorno; difficilmente una donna che è anche mamma e che lavora anche fuori casa lavora meno del doppio di queste ore, quindi lavora 14-16 ore al giorno
(...facciamo anche 20 se c'é da fare il turno di notte perché c'é un bimbo malato o anche solo piccolo...)

Andrea...grazie per il tuo messaggio! Davvero non é semplice sentirsi riconosciute e partecipative al "sostentamento" della famiglia per quello che si fa in casa...a volte mi sembra di dovere essere una superdonna, che non solo canticchia con la bimba nella fascia mentre prepara il pranzo per tutti, la pastina per la piccola e intanto ha caricato pure la lavatrice...ma anche deve essere pimpante la sera per avere un dopocena conviviale, e il giorno dopo svegliarsi alle sette, pronta ad andare sul vasino con la bimba e magari partire poi per il suo piccolo piccolissimo lavoro...! Io faccio trattamenti shiatsu...lavoro poco in termini di tempo, ma vi dicessi che ho energia per promuovere la mia attivtà, trovare nuovi clienti e magari aprire uno studio...macchè!!
Scusate lo sfogo... e il mio compagno é pure uno che di cose in casa le fa
Comunque per il tema scappellotti...a me é scappato qualche gesto più scontroso, qualche parola gridata o una mano sbattuta sul tavolo...oddio mi sono sentita un m**** ...e ovviamente sono arrivati quando in realtà ero stanca morta, o mi sentivo sopraffatta dalle cose della giornata...e allora la mia soglia della tollerabilità era minore....ed inoltre ho notato che lei ha comportamenti che mi "innervosiscono" proprio quando io sono già tesa o agitata...avvertendo il mio "stress",lei risponde ad agitazione con agitazione...

andrea grasselli
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Messaggio da andrea grasselli » mar gen 24, 2006 4:23 pm

lulafhe ha scritto:(...facciamo anche 20 se c'é da fare il turno di notte perché c'é un bimbo malato o anche solo piccolo...)
hai ragione: aggiungo volentieri "... 14-16 ore e anche più"
lulafhe ha scritto:a volte mi sembra di dovere essere una superdonna, che non solo canticchia con la bimba nella fascia mentre prepara il pranzo per tutti...
secondo me sei una superdonna: ciò che fai tu, e come te altre donne, è davvero notevole!
purtroppo nella società si danno per scontate (e quindi "normali") cose che in realtà sono eccezionali.

forse fra 15 o 20 anni, guardandoti indietro, ti chiederai come hai fatto a fare tutto ciò che hai fatto. ma quando si è dentro si balla. solo per portarti un mio piccolo esempio: io sono stato per tre anni vicepresidente di un sindacato con mille iscritti: lavoravo a tempo pieno come macchinista dei treni e avevo tutta l'attività sindacale nel tempo libero, mai un momento libero per tre anni. se ora mi volto indietro, mi chiedo come ho fatto.

in quanto a scappellotti ai bambini, non avendone non posso dire nulla. comunque ho l'impressione che esistono meccanismi analoghi nella vita di coppia. anche a me succede di arrabbiarmi più facilmente con albina quando sono stanco e lei è stanca, quindi si è entrambe a portare tensione.

bacioni. andrea

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » mer gen 25, 2006 12:33 am

Il riconoscimento di quanto si fa dentro e fuori casa non è una questione di "contabilità" spicciola. Quantificare è inutile.
Se uno contribuisce economicamente per il 50% (fra attività e contenimento delle passività) oppure per il 20%, è importante davvero?
Non è importante, solo, il benessere e le'quilibrio della coppia, della famiglia?

Mio marito è un altro di quelli malati di lavoro che vedono solo il loro ruolo di "procacciatore" di reddito. Io sono sempre stata quella che produceva "meno: perché il mio lavoro di casalinga era invisibile (anzi, peggio: io faccio anche la contabilità di mio marito, che è un altro lavoro assolutamente invisibile e simile in modo impressionante a quello casalingo: si riporta a zero quello che è stato messo in disordine...); perché la mia parte di lavoro è difficile da misurare, in quanto non produco oggetti (o soldi), ma processi, come la crescita dei nostri figli, l'accudimento della famiglia, il mantenimento delle relazioni sociali col vicinato ecc ecc.... e infine, anche perché io ho sempre avuto l'arroganza di volermi divertire e godere la vita anche mentre lavoro per casa: noi donne siamo specialiste nel fare entrare le cose le une nelle altre, chiacchierare al cordless mentre svuotiamo la lavatrice, cantare mentre laviamo i piatti, leggere Harry Potter (certo che se lo facevano più maneggevole...) nella calca del bus all'ora di punta...

Allora, per decenni io ho subito il lavaggio del cervello del "non portare soldi a casa", e, quando ho cominciato a portarli, erano sempre meno di quelli di mio marito, e quindi mi sentivo comunque in difetto...
Siamo immerse in questa cultura patriarcale che da per scontato certe funzioni e obblighi femminili, che non vengono conteggiati nel bilancio familiare del dare e dell'avere, e con tutto che siamo acculturate e consapevoli, la percezione di carenza profonda è radicata in noi...

Comunque, un paio di anni fa siamo stati in vere ristrettezze economiche e, per i misteriosi equilibri delle cose, quell'allo ho avuto molto più lavoro autonomo (qualche corso, qualche traduzione importante, qualche collaborazione giornalistica, qualche consulenza...) e alla fine dell'anno ho fatto due conti e ho scoperto che quell'anno avevamo mangiato grazie a quello che avevo portato a casa io.
Credete che l'atteggiamento di mio marito (o il mio stesso!!9 sia cambiato per questo? Nemmeno di una virgola!

Questo mi ha portato a una conclusione: che fare il gioco di mettersi a misurare "quanto" faccio io e quanto fai tu, e cercare il pareggio, non ha senso ed è perdente.
nel momento in cui c'è bisogno di fare della contabilità del dare a avere di coppia, c'è già un problema antecedente.
Perché se il rapporto è amorevole, dovrebbe tollerare anche le situazioni asimmetriche. Quando io dò, ricevo; e viceversa. Se quel "poco" che tu fai e quel "tanto" che io faccio, ciascuno di noi nei limiti delle proprie possibilità, contribuisce a un risultato soddisfacente - il benessere della famiglia, che si può volere di più?
Se si comincia a farsi i conti addosso, allora è perché ciascuno di noi ha la percezione di dare più di quanto non vorrebbe, e di ricevere meno.
Non è il dare che è squilibrato e carente. Sono i bisogni che stanno "presentando il conto": sono bisogni inascoltati, e allora conviene vedere cosa c'è che chiede udienza e cercare insieme una soluzione, piuttosto che "rivendicarne" la colpa a chi ci sta di fronte...
scusate la tirata molto OT dovuta all'ora tarda....
Antonella

Emy
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Messaggio da Emy » mer gen 25, 2006 3:26 am

Infatti Antonella, i primi anni che abitavo con mio marito, ci soffrivo per sta cosa, io abituata ad essere indipendente, ad avere i miei soldi(per quanto pochi) facendo i miei lavoretti etc, ritrovarmi ad essere dipendente, economicamente, senza possibilità alcuna di poter trovare un lavoro, perchè comunque il gioco non valeva la candela, poichè i soldi che comunque avrei guadagnato sarebbero serviti per pagare una persona che badasse a mia figlia...e sinceramente preferivo starci io con mia figlia.
Facevo qualche lavoretto saltuario che cumunque non solo da questo punto di vista mi faceva stare bene, perchè mi faceva staccare la spina.
Comunque sentivo che il mio lavoro non era valorizzato abbastanza, e lo sconforto mi veniva quando magari riuscivo a mettere a posto una stanza, poi SICURAMENTE dieci secondi prima che entrasse mio marito, veniva saccheggiata dai bimbi , creando un disastro, perciò essendo tutto incasinato, poteva sembrare che io mi fossi grattata tutto il giorno.
Tra l'altro fare le pulizie in fretta, con un bimbo piccolo (come ho avuto a turno da 6 anni a sta parte) ,desiderando fare solo le pulizie, è irritantissimo, ad un certo punto gettavo la spugna, perchè non era possibile dovevo smettere un attimo o inserirli nel lavoro...tantissime volte ho lavato la verdura o i piatti, con loro seduti vicino al lavello o coi piedini santi dentro :-) .
Quando andavo a lavorare , spesso era il sabato o domenica, e scambiandoci i ruoli, entrambi ridimensionavamo le aspettative.
Ma ce n'è voluto di tempo, perchè entrambi capissimo meglio i rispettivi lavori.E non credo sia finita.
Quando sono stata male, e vedevo che lui non recepiva, mi mettevo a letto e aspettavo che lui impazzisse :-), in realtà se non conta su di me, lui se la cava molto bene.



Ah quando mi chiedono che lavoro fai io dico sempre, "Faccio la MAMMA!"


Per quanto riguarda gli scappellotti, per un periodo me ne scappavano, ma avevo le aspettative troppo alte, ho cercato di abbassarle e mandare al diavolo il resto.

virgola
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Messaggio da virgola » mer gen 25, 2006 12:14 pm

Antonella Sagone ha scritto:Il riconoscimento di quanto si fa dentro e fuori casa non è una questione di "contabilità" spicciola. Quantificare è inutile.
Se uno contribuisce economicamente per il 50% (fra attività e contenimento delle passività) oppure per il 20%, è importante davvero?
Non è importante, solo, il benessere e le'quilibrio della coppia, della famiglia?
certo, ma penso che comunque la precisazione di Andrea fosse molto utile (mi pare che Ivan Illich avesse spiegato molto bene come, in sostanza, il lavoro domestico fosse quella parte di lavoro che serve a rendere utilizzabile il reddito del lavoro fatto fuori casa). Cioè, non bisogna certo fare la contabilità di cosa viene fatto dalle due parti, ma un po' di consapevolezza del valore del "lavoro-ombra" aiuta, secondo me. Poi forse io lo dico perchè dei due sono quello che lavora meno, guadagna meno e fa qualche bucato in più...

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » mer gen 25, 2006 12:53 pm

ecco, vorrei tornare sul lavoro invisibile.
E qui ritorniamo a bomba anche con il discorso dell'essere genitori, perché quello è il lavoro invisibile per eccellenza.

Ci sono due tipi di lavoro invisibile, a mio giudizio.
Il tipo che detesto è quello della "manutenzione": ovvero, come dicevo, riportare al punto zero situazioni che sono sotto zero; dal disordine all'ordine.
Insomma, un letto rifatto, una cucina pulita, un lavello vuoto sono solo normali; non si vede un "valore aggiunto" (e non sono di quelle donne che riescono a mettere valore aggiunto al loro lavoro domestico mettendo i centrini al centrotavola e i fiori nei portavasi...). Quando il lavoro non viene fatto, si è sotto zero: e il valore negativo, quello si vede: stanze sottosopra, polvere, ditate, mucchi di biancheria da lavare...
L'unico "prodotto" del lavoro domestico è il cibo trasformato in pranzi, cene e colazioni, ma quello dura pochi minuti di frettoloso ingurgitamento con gli occhi alla TV (purtroppo a casa mia è così, 3 contro 1, ho solo ottenuto il posto a tavola che dà le spalle al diabolico aggeggio).
Però è lavoro che va fatto... altrimenti la casa diviene poco fruibile, per tutti, anche per me.

poi c'è un altro tipo di lavoro invisibile: è quello che produce benessere, armonia, sicurezza, crescita interiore, che mantiene umane le relazioni familiari e accompagna i bambini nel loro percorso verso la maturità.
Questo lavoro mi piace tanto, ma chi lo vede?
I risultati sono visibili solo dopo anni, a volte; e nell'intermezzo certe strategie possono a volte sembrare addirittura peggiorare le cose, specie se vai controcorrente e non cerchi di condizionare i tuoi piccoli a tutti i costi...
I cambiamenti sono così lenti che ci si accorge della strada fatta solo quando ci si ferma a riflettere (e chi lo fa mai oggigiorno?) o di fronte a eventi improvvisi che danno il segno di quanto i nostri figli siano maturati, di quanta strada abbiamo fatto...
Inoltre questi "prodotti" come li misuri? come si misura la gioia, l'amore, la fiducia, l'autostima, la maturità?

la risposta ovvia potrebbe essere: se c'è felicità, si è fatto un buon lavoro.
Ma le cose non sono così semplici.
Crescere i figli in una società che non solo svalorizza il lavoro che fai, ma anche a volte le mete che ti prefiggi e i valori che trasmetti, quando non sono funzionali al sistema, significa trovarsi in situazioni di conflitto e incertezza anche quando fai le cose giuste. manca il sostegno della comunità, tocca fare tutto da soli, con le proprie forze e spesso contro l'opinione corrente. Dubbi e insoddisfazioni possono aggredire te o il tuo compagno, e anche i tuoi figli quando sono più grandi (anche se bisogna dire che loro, in genere, sono quelli che ne patiscono meno).

e allora, forza con le comunità di sostegno, con i Promiseland e i gruppi LLL e quanti altri vorremo escogitare, perché ne abbiamo bisogno, come il pane, anche per trovare nuovi modi di comunicare e mostrare a chi è al di fuori di questo percorso questi invisibili "prodotti" del nostro quotidiano lavoro.
Antonella

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