La via di mezzo tra regole e anarchia?

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Emy
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Messaggio da Emy » ven gen 20, 2006 3:36 pm

In definitiva io presuppongo che il bimbo desideri seguirmi,negli insegnamenti e nelle regole di vita e lo vuole fare nel momento in cui però anche io accetto di rispettarlo aspettando i suoi tempi di comprensione.

alea
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Messaggio da alea » ven gen 20, 2006 3:36 pm

Emy ha scritto:A volte mi domando se penso sia più importante fare in modo che capisca l'uso delle cose, oppure che "obbedisca".
Purtroppo, quando sono molto stanca o nervosa, vorrei solo che obbedisse, perché è la strada più veloce, anche se la più sbagliata. Per il pc, ad esempio, ho scelto di lasciarglielo toccare; risultato: giocando, sta imparando a riconoscere le lettere (a 18 mesi ormai le sa tutte), sa usare il tasto sinistro e la rotellina del mouse per scorrere le pagine o cambiarle etc. Anche per questo mi dico che dovrei lasciargli fare di più, avere più pazienza e accettare più caos: nell'immediato è più scomodo, ma i risultati a lunga gittata magari sono più fecondi...
Alessandra

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » ven gen 20, 2006 11:27 pm

alea ha scritto:Resta il fatto che, se in capo a una giornata i comportamenti che in qualche modo vengono "ripresi" sono tanti, mi sembra che il tutto assuma un aspetto di "regolamentazione" inevitabile: non giocare nel water, non estrarre tutto dai cassetti, non martellare il pianoforte, non buttare il cibo dal seggiolone... Ecco, la misura che non so calibrare, e rispetto a cui mi sembra di non saper decidere in modo equilibrato, è quella di questi piccoli divieti: ho paura di essere un genitore che finisce per limitare la voglia di sperimentare, giocare, esprimersi di suo figlio. Voi come vi comportate, in questo senso, nella quotidianità?
l'ideale è prevenire, ma poi... ognuno ha i suoi limiti. E per quanto riguarda le regole, acora, penso che che un bambino sia perfettamente in grado di capire che un giorno può correre e scalmanarsi, l'altro giorno la mamma può dirgli di non farlo perché è stanca e ha bisogno di più calma...
Tutto qui quello che volevo dire alla fine
Antonella

virgola
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Messaggio da virgola » lun gen 23, 2006 9:03 am

alea ha scritto:In generale, cent'anni esistevano una compattezza sociale e un insieme di valori condivisi che probabilmente costituivano un sistema di riferimento certo, conformandosi al quale il proprio comportamento risultava automaticamente giustificato. Oggi la situazione mi sembra un po' diversa per tutti. In ogni caso, purtroppo sono soggetta ai tarli del pensiero critico e non posso fare a meno di interrogarmi anche sul fare.
ahi, allora è proprio impossibile un ritorno al paleolitico...
Scherzi a parte, tutti abbiamo ovviamente questo problema. Intendevo, però, che secondo me è molto importante sapere che si tratta di un problema in parte linguistico (e in parte no!); anche se non riusciamo ad eludere l'aspetto linguistico perchè ci siamo immersi fino al collo, possiamo comunque prenderlo un po' più alla leggera. Tanto per cominciare, ammettendo che l'uso di termini quali "regole" e "anarchia" è una semplificazione, tu stessa eviti di ingigantire il problema (certo che il problema c'è comunque, anche se le regole non sono tali in senso stretto).
alea ha scritto:Non intendevo dire che, poiché a sei anni dovranno stare seduti tutta la mattina in classe, è giusto insegnarglielo per gradi, magari a partire da un anno! Non mi riferivo a un preciso schema di comportamento riferito a un caso particolare, ma all'atteggiamento generale da tenere nei confronti dei bimbi. In sintesi, mi capita di vedere bambini lasciati liberi di scorrazzare e distruggere qualsiasi cosa anche a casa di altre persone (una coppia di nostri amici ne ha due così), senza che i genitori intervengano. L'atteggiamento che io tengo invece con Federico, sin da quando ha cominciato a muoversi e ad essere attivo, è impostato sul fargli capire quando non mi va che faccia una determinata cosa, con più fermezza se è proprio pericolosa. Evidentemente non si tratta proprio di indicazioni normative ben precise (cioè regole vere e proprie, come mi pare sia stato inteso il termine, che ho usato in contrapposizione ad "anarchia" solo per brevità e incisività), rispetto alle quali non si possa derogare o il cui mancato rispetto implichi chissà quale conseguenza... Resta il fatto che, se in capo a una giornata i comportamenti che in qualche modo vengono "ripresi" sono tanti, mi sembra che il tutto assuma un aspetto di "regolamentazione" inevitabile: non giocare nel water, non estrarre tutto dai cassetti, non martellare il pianoforte, non buttare il cibo dal seggiolone... Ecco, la misura che non so calibrare, e rispetto a cui mi sembra di non saper decidere in modo equilibrato, è quella di questi piccoli divieti: ho paura di essere un genitore che finisce per limitare la voglia di sperimentare, giocare, esprimersi di suo figlio. Voi come vi comportate, in questo senso, nella quotidianità?
In generale, mi pare di comportarmi in modo analogo ad Alessandra, con la clausola di cui sotto, che io ho trovato spesso molto preziosa.
emy ha scritto:Nella quotidianità per quello che è possibile, posso cercare di creare dei limiti fisici...mio figlio si era fissato nel voler toccare mouse e tastiera, saliva sul divano, e premeva i tasti, ho bloccato il computer, perchè non so come riusciva sempre a creare dei gran casini.
Però anche così batteva sulla tastiera, prima piano, però a volte soprattutto se si sentiva scoperto, batteva più forte, poi la tirava rischiando di farla cadere...in attesa di una tastiera rotta su cui battere tutte le volte che si vuole, ho allontanato il divano dal mobile cosicchè non riesca proprio ad arrivarci. Quando ci arriverà, forse sarà un po' più grande e riuscirà a capire qualche differenza in più, così proverò a farlo battere le lettere e spiegargli a cosa serve.
Da una parte, esistono limitazioni al suo desiderio di sperimentare che sono per così dire "naturali": io non me ne preoccuperei molto, neppure se per caso fossero tante tutte insieme (anche un albero con dei frutti in cima che il bambino vuole prendere è una limitazione al suo desiderio di sperimentare, per esempio). Qui però il problema grosso sono le limitazioni sociali. Sinceramente, credo che - chiusi a chiave gli armadietti con materiali o sostanze pericolose o troppo fragili, nascosti determinati oggetti, ecc. ecc. - abbiamo limitato notevolmente i problemi di castrazione dei suoi desideri, anche se a volte non basta.
Poi bisognerebbe guardare caso per caso. Mi pare emblematico il bambino che butta il cibo per terra. Noi, per esempio, abbiamo preso una misura cautelativa che migliora un po' la situazione. Abbiamo comprato un centinaio di quelle tovagliette usa e getta che usano nei ristoranti (1m x 1m) e la mettiamo per terra sotto la sedia. In questo modo, possiamo concedere a nostra figlia un minimo di sperimentazione in più. Ma il problema ovviamente non è risolto: quando inizia sistematicamente a svuotare il piatto in terra chiaramente è una lotta... Se possibile (non sempre si riesce), evitiamo scenate e le togliamo il piatto con tranquillità, spiegandole che ci sta dicendo che non ha più fame (spesso è proprio così, se non è così proviamo a ridarglielo).
Sui genitori che portano i bambini a casa di altri e gli fanno fare tutto quello che vogliono, sinceramente, la mia disapprovazione è totale...
Poi bisognerebbe aprire un topic sui bambini e i computer (mi ha un po' stupito questo rapporto "precoce").

Emy
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Messaggio da Emy » lun gen 23, 2006 9:57 am

virgola ha scritto: Mi pare emblematico il bambino che butta il cibo per terra. Noi, per esempio, abbiamo preso una misura cautelativa che migliora un po' la situazione. Abbiamo comprato un centinaio di quelle tovagliette usa e getta che usano nei ristoranti (1m x 1m) e la mettiamo per terra sotto la sedia. In questo modo, possiamo concedere a nostra figlia un minimo di sperimentazione in più. Ma il problema ovviamente non è risolto: quando inizia sistematicamente a svuotare il piatto in terra chiaramente è una lotta... Se possibile (non sempre si riesce), evitiamo scenate e le togliamo il piatto con tranquillità, spiegandole che ci sta dicendo che non ha più fame (spesso è proprio così, se non è così proviamo a ridarglielo).
Sui genitori che portano i bambini a casa di altri e gli fanno fare tutto quello che vogliono, sinceramente, la mia disapprovazione è totale...
Poi bisognerebbe aprire un topic sui bambini e i computer (mi ha un po' stupito questo rapporto "precoce").
Infatti, se comincia a buttare il cibo per terra, significa che quel cibo non è più interessante come cibo ma come altro materiale di sperimentazione...però non so, avolte i bimbi non hanno più fame di una determinata cosa, ma potrebbero anche aver voglia di altro, non è che magari non hanno più fame in assoluto, cioè io ho visto che anche se mio figlio comincia a spappolare i due pezzi di pasta che ha davanti (io ne metto pochissima davanti e su un tagliere o piatto basso quando era sul seggiolone direttamente sul vassoio del seggiolone) poi se gli propongo le carotine a pezzetti, o la patata, o altre cose, le accetta ancora volentieri, se mangia la minestra, le metto una ciotolina piccolina a cui aggiungo poche cucchiaiate.

In casa d'altri coi bimbi piccoli faccio come a casa mia , un giretto perlustrativo col bimbo per vedere dove può essere interessato a toccare ed eventualmente coprire le prese con sedie etc.

virgola
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Messaggio da virgola » mer gen 25, 2006 2:31 pm

ieri la mia piccola indisciplinata, unica bambina del nido che non sta ferma un secondo neanche quando si mangia, si è fatta un buco in testa (niente di grave) perchè è caduta cercando di scavalcare un mobiletto...

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » ven gen 27, 2006 10:33 am

virgola ha scritto:ieri la mia piccola indisciplinata, unica bambina del nido che non sta ferma un secondo neanche quando si mangia, si è fatta un buco in testa (niente di grave) perchè è caduta cercando di scavalcare un mobiletto...
ai miei tempi mi dicevano: per fortuna c'è Santa Pupa che ti protegge!
Questa santa credo tipicamente romana era una vera istituzione all'epoca, e io pensavo esistesse veramente per quanto spesso veniva citata... questo dà la misura di quanto più rilassati fossero i genitori della classe '25-'30 rispetto alla tendenza dei figli a scapicollarsi. E vi assicuro che si sopravviveva, anzi si viveva, molto bene, senza bisogno di tv, computer e videogame. Ne ho scritto un assaggio in quell'articolo che andò in home page quest'estate, dal titolo "non correre!"

Mi spiace per la tua bimba, virgola, ovviamente, ma capita... significa che l'insegnante non è troppo repressiva sul movimento dei bambini, il che in fondo è un bene.
Non so se era questa la risposta che volevi, o il tuo intervento sottintendeva un altro tipo di riflessione :-)
Antonella

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Messaggio da virgola » ven gen 27, 2006 11:00 am

Antonella Sagone ha scritto:significa che l'insegnante non è troppo repressiva sul movimento dei bambini, il che in fondo è un bene.
No no, significa che Alice è un tale uragano che la repressione è impossibile!
Scherzi a parte, sì, l'educatrice in questione non è decisamente repressiva e sa anche che con noi può permetterselo perchè non pretendiamo da lei che nostra figlia non si faccia mai male (e poi ci siamo abituati). Comunque volevo dire proprio che questi sono i rischi di chi lascia sperimentare (più o meno) liberamente i figli, che in genere il mondo è fatto in modo che di rischi grossi tutto sommato non ce ne siano molti e che... ne vale la pena (anche se ogni tanto si rischia l'infarto)

alea
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Messaggio da alea » ven gen 27, 2006 4:47 pm

Sono proprio un genitore degenerato... Non è tanto sulle situazioni di possibile pericolo che tendo ad essere repressiva, quanto piuttosto su quelle legate alla convivenza. Mi spiego: non ho timore a lasciarlo camminare sul ghiaccio (con orrore di mio marito), perché penso che dovrà pur capire cos'è e cosa succede a starci sopra (ehm... veramente due zii sono a letto proprio in questi giorni per essere caduti sul ghiaccio: uno con frattura di tre costole, l'altro con sospetta ernia al disco provocata dal movimento brusco per attutire la caduta... ma penso che i bimbi siano più elastici) - e così in mille altre situazioni. Però vorrei che mi ascoltasse e che imparasse, ad es., che non si può demolire la casa. Prendo spunto da quello che ha scritto Piccolastella, non ricordo più se su questo o su un altro topic: anch'io ho liberato i primi scaffali delle librerie, ho dedicato un mobiletto della cucina alle incursioni di Chicco, oltre a lasciargli i suoi spazi, anche al di fuori della sua cameretta: non c'erano nemmeno prima ninnoli o oggetti fragili in casa nostra. Ho spostato o reso inaccessibile quello che non sono riuscita a sopprimere. Ma anche così gli scontri inevitabili ci sono: insisto nel provare a spiegargli cosa non deve fare, ma prima o poi finisco per sbottare - perché ovviamente non mi ascolta. In questo modo finisco per sentirmi doppiamente colpevole, perché magari basterebbe tenere chiusa una porta per evitare certe situazioni.

Rita
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Località: Piemonte,mamma di Nicolas 5 Giugno 2004

Messaggio da Rita » sab gen 28, 2006 2:20 pm

Molto interessante questo topic...
Do il mio piccolo contributo portandovi la mia esperienza ed il mio modo di agire.
Prima di diventare mamma ero una maniaca della casa.
Ogni cosa al suo posto, un posto x ogni cosa. Mai un filo di polvere, mai disordine, mai roba da lavare che si accumulasse.
Insomma, proprio una patita della casa.
Naturalmente, con l'arrivo di Nicolas, molte cose sono dovute cambiare.
La mia casa continua ad essere piuttosto ordinata ( con mia immensa fatica!) ma la polvere si accumula, anche xchè porto a spasso il bambino tutti i santi giorni ed il tempo x le faccende domestiche è sempre troppo poco.
Il discorso è questo. Nicolas, ovviamente, è un piccolo Attila. Distrugge, sposta, sporca e quant'altro.
Io, ve lo giuro, mi sono arresa. All'inizio lo limitavo molto, ma mi sono resa conto che le cose peggioravano parecchio. Ogni mio divieto, diventava x lui, l'occasione x opporsi a me e dimostrami che avrebbe vinto lui. E vinceva davvero, xchè la sua unica occupazione era competere cone me, mentre io avevo milioni di altre cose da fare.
Poi, un bel giorno, basta, mi sono arresa.
Giuro, mi sono detta" Nicolas, fai quel cavolo che vuoi, spacca tutto, basta, chi se ne frega, basta che finisca questo incubo del controllo sistematico di tutto il tuo agire."
Forse sono stata fortunata, non lo so, ma Nicolas continua a mettere disordine, ma non rompe nulla. Non ho mai spostato un oggetto fragile, lui lo prende, lo esamina e poi lo rimette esattamente al suo posto. Non ho messo sotto chiave le medicine o i prodotto x la casa. Lui ci gioca ma sa che non deve portarli alla bocca. Io lo osservo da lontano e MAI gli ho visto fare strani gesti pericolosi, anzi.
Mi fido molto di lui, sono certa che non li metterebbe mai in bocca, credo che sia molto più in gamba di quanto alle volte non sembrerebbe. Detto questo, ovviamente, continuo a controllarlo, ma sempre a distanza.
Giochiamo spesso con i lego e, dopo aver costruito tuttto il possibile ed averli sparpargliati x tutta la casa, il nuovo gioco è raccoglierli tutti e rimetterli al loro posto.
Se x terra trova un pezzetto di carta oppure un po' di polvere, lui prende in mano l'oggetto, lo butta nell'immondizia e richiude il tutto.
In pratica, mio figlio fa quasi tutto ciò che desidera (ovviamente nei limiti) e da quando ho cominciato a comportarmi in maniera più libera, lui è diventato più consapevole, direi, quasi più "saggio".
Spesso temo di sbagliare, qualche volte mi impunto su qualche cosa, più xchè credo che sia il mio compito di madre farlo, che x reale necessità.
Diciamo che qualche volta mi viene lo scrupolo di non essere una buona educatrice, poi penso che possono esserci centinaia di modi x accompagnare il bambino nella sua crescita ed il nostro è esattamente quello adatto a noi.
Quando mi reco a casa d'altri, mio figlio, invece, è strettamente controllato e frenato nel suo girovagare; credo che in casa d'altri ci si debba comportare in una certa maniera, con molta educazione e molta discrezione.
Se non me la sento di sottoporre mio figlio a questa tortura e se non mi sento neanch'io vogliosa di trascorrere la giornata ad arginare i suoi svaghi, opto x un'altra opzione, ossia, ognuno a casa sua, se incontrimo amici, preferibilmente, lo facciamo fuori da casa, in modo che il bambino possa essere sè stesso e noi anche!
Insomma, questa è solo la mia esperienza e non pretendo che sia l'atteggiamento migliore da adottare x tutti, sicuramente è la cosa migliore x noi.
Un bacione, Rita

ale
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Messaggio da ale » sab gen 28, 2006 8:54 pm

mi trovo molto in sintonia con quello che ha scritto e che vive rita.
abbiamo parlato a lungo di continuum su questo forum. secondo me sta proprio qui la chiave della questione.
io penso che ad un certo punto rita (porto il tuo esempio perché era molto ben espresso) ha deciso di dar fiducia al suo bambino, lui l'ha assolutamente percepito e ha potuto tirare fuori la sua saggezza. fintanto che lo si trattava come un individuo incapace di valutazione, non solo si otteneva l'opposto al desiderato, e cioé l'opposizione del bambino, ma anche un senso profondo di frustrazione e di fatica. io credo che quando si sente la frustrazione e la fatica di un determinato comportamento stiamo andando in una direzione innaturale. vi porto la mia esperienza così mi spiego meglio.
sono appena uscita da un paio di settimane, qualcosa di +, in cui ho messo fortemente in discussione un po' tutto. finora avevo cercato soluzioni ai momenti di tensione tra me e joanna. ho cercato di comportarmi nella maniera migliore per reagire a queste tensioni, e ho avuto anche dei risultati (ad es. l'accettazione serena della rabbia di mia figlia). ma non mi bastava, perché anche se reagivo bene alla tensione, la tensione restava. io volevo eliminarla alla radice, vivere in armonia con mia figlia.
poi ho ripensato al continuum e mi sono confrontata con diverse mamme su quest'aspetto. ho ripensato alla fiducia nel bambino, alle sue competenze, alla sua capacità di non nuocere a se stesso. ho pensato alla sua capacità di valutare i suoi bisogni e alla sua innata tendenza a seguire la madre e nei gesti e nei suoi spostamenti. ho pensato alla questione del babycentrismo.
e mi sono accorta che coinvolgerla totalmente nelle mie attività, anche quelle che prima consideravo non adatte a lei, e non mettermi sul tappeto a giocare, è stato un cancellare via le tensioni all'istante.
ad es. abbiamo sempre fatto i letti insieme, ma non ritenevo possibile lavare i piatti con lei. ebbene, ora le do una sedia su cui salire, una spugnetta e i piatti esattamente come me, e passiamo dei momenti serenissimi lavando insieme, non si è mai rotto nulla, lei è pazza di gioia. oppure non la rincorro + per metterle i vestiti se vuole stare nuda, anche se fa freddo ed io nuda non starei mai. dopo un po' è lei a chiedermi i vestiti. non le impedisco + di giocare con l'acqua fredda del bidet e bagnare il bagno; quando è stufa la scaldo e le do uno straccio per asciugare a terra. quando vuole toccare un oggetto che io ritengo potrebbe rompere (tipo lo stereo) cambio prospettiva: invece di metterlo sotto chiave o dirle "no, lì no", le dico:"funziona così, qui si accende, qui si spegne, qui si mette il cd", lei impara ad accendere, a spegnere, non rompe nulla e dopo 2 giorni non le importa + dello stereo. la metto sul mobile in cucina e la lascio fare proprio quello che faccio io: taglio i finocchi, le do un coltello e un finocchio, metto il sale nella pentola, le faccio prendere un po' di sale ed essere lei a metterlo nella pentola... quando dobbiamo uscire e lei non vuole, mi vesto e aspetto che lei spontaneamente mi segua, certa del fatto che lo farà. quando siamo fuori non dico + "vieni, andiamo, da questa parte" ma vado certa che seguirà me. quando è col suo papà e sento che io farei alcune cose in maniera diversa, li lascio sperimentare, fiduciosa del fatto che come joanna ha insegnato a me come approcciarmi a certe sue cose, lo insegnerà a suo papà.
insomma, ho cambiato atteggiamento. vi assicuro che sono molto molto molto più rilassata e che le tensioni sono sparite nel giro di due giorni, e che ritrovare il continuum non è stato uno sforzo, ma una liberazione!!! dal raziocinio che stavo cominciando a mettere in ogni mio gesto, e che mi rendeva tutto così difficile.
il punto per me è la fiducia nel bambino. joanna l'ha percepita immediatamente, da giorni e giorni è di una dolcezza e ha uno spirito di collaborazione pazzeschi.
non voglio sembrare quella che ha capito tutto, anche perché ho sempre lasciato scorrere qui con voi i miei sfoghi, i miei pianti, le mie domande amletiche, e credo che ben conosciate i miei errori, ma raccontarvi quello che ho provato con lo stupore e la meraviglia con cui io stessa sto vivendo questo cambiamento. per me è stato semplicemente illuminante!!!
e lo dico con così tanto fervore, perché tremendo è stato il mio tormento in questi ultimi mesi, in cui avevo, chissà perché, cominciato a deviare dal continuum. tanto è stato doloroso quel porre limiti e regole e la sensazione di tensione che si creava tra me e mia figlia, altrettanto è oggi la gioia di fare tutto con mia figlia avendo la certezza che lei sceglierà il meglio per se stessa, seguendomi come fanno i cuccioli.
credo di essere stata troppo "maestrina in cattedra" in questo messaggio, non lo rileggo neanche, scusatemi!
ale

anan
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Messaggio da anan » sab gen 28, 2006 10:20 pm

ale ha scritto:credo di essere stata troppo "maestrina in cattedra" in questo messaggio, non lo rileggo neanche, scusatemi!
non direi :oD!

sento che hai ragione da vendere. leggendo di voi, mi rendo conto di quanto sono ora lontato dal continuum...
mi sono fissata di voler ottenere certe cose e ogni giorno è una lotta.
mi sono impuntata a voler seguire la mia strada e non quella di ale.
che so la mattina "bisogna" vestirsi entro un certo tempo.
questa è la prima incacchiatura della giornata.
di fatto non c'è nessun motivo per vestirsi visto che rimaniamo a casa. ma mi urta un sacco l'idea che si rimanga in pigiama fino a ora di pranzo e oltre...

tutto è iniziato con il "fallimento" all'asilo.
credo che uno dei motivi per cui alessandro ha deciso di non andare all'asilo MAI più è che si è trovato di fronte a un modo di porre le regole diverso da quello che ha a casa.
noi siamo stati sempre lì pronti a capire ad accogliere mentre il mondo esterno funziona diversamente. credo che ale sia arrivato all'asilo impreparato.

ultimamente sto cercando di comportarmi senza filtrare troppo le mie emozioni. che so... oggi ha rotto una mia matita nuova... mi sono incacchiata sul serio (verbalmente, eh) dimenticandomi che ha solo 4 anni.

oggi mi ha detto: mamma, vedi quanto sono piccolo?
mi ha fatto alzare e si è messo vicino a me per farmi notare quanto fosse piccino a mio confronto. vedi sono piccolo e allora non devi arrabbiarti!

anan

Emy
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Messaggio da Emy » dom gen 29, 2006 9:10 am

Macchè maestrina ale .!
IL punto è infatti fidarsi del bimbo,fidarsi ,che il bimbo sta seguendo anche un certo istinto , fidarsi anche delle nostre sensazioni, fidarsi di un sistema collaudato dai tempi che furono.

Questo include le sensazioni di pericolo, che ci portano a cambiare la situazione se possibile in modo da lasciar sperimentare il bimbo in tranquillità.

Fidarsi del fatto che è maggiormente l'esempio e le azioni. che insegnano e indicano cosa si deve e non si deve fare.

alea
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Messaggio da alea » dom gen 29, 2006 10:03 am

Rita ha scritto:Forse sono stata fortunata, non lo so, ma Nicolas continua a mettere disordine, ma non rompe nulla. Non ho mai spostato un oggetto fragile, lui lo prende, lo esamina e poi lo rimette esattamente al suo posto. Non ho messo sotto chiave le medicine o i prodotto x la casa. Lui ci gioca ma sa che non deve portarli alla bocca. Io lo osservo da lontano e MAI gli ho visto fare strani gesti pericolosi, anzi.
Forse sono io che ho una soglia di tolleranza troppo bassa, però ad esempio a tavola Chicco riesce sempre a combinare qualche pasticcio (anche solo rovesciare un bicchiere d'acqua): non mi darebbe fastidio se lo facesse stando nel seggiolone, ma il punto è che da molto tempo vuole stare a tavola con noi (intendo proprio fisicamente, non temporalmente) e l'unico modo che ho trovato per accontentarlo è tenerlo in braccio - con il risultato che, se lo lasciassi fare, a fine pasto saremmo entrambi da mettere in lavatrice. Così finisco per non fargli toccare quasi nulla, e non sono molto contenta di questo.
Credo anch'io che il tuo metodo sarebbe il migliore, Rita: non penso che tutto debba ruotare attorno al bimbo in senso artificioso, cioè indurre a creare un mondo a sua misura: è lui che deve imparare a muoversi nel mondo reale. Però prendo spunto dai detersivi: inizialmente anch'io lasciavo che prendesse bottiglie di vario tipo e ci giocasse, ma lui si succhia due dita e ho cominciato a pensare che se il contenitore è sporco esternamente lui entra in contatto con schifezze cancerogene che poi si mangia... e a tavola gli dò la verdura bio! Lo stesso per gli oggetti: normalmente non mette in bocca nulla, sicché lascio tutto alla sua portata (tanto è sempre con qualcuno), però il mese scorso ha ingoiato una bacca di plastica dell'albero di Natale, così, fulmineamente, sotto i miei occhi... Dunque per noi è inevitabile una mediazione.

ale ha scritto:il punto per me è la fiducia nel bambino. joanna l'ha percepita immediatamente, da giorni e giorni è di una dolcezza e ha uno spirito di collaborazione pazzeschi
Questa affermazione mi rincuora molto: anch'io coinvolgo molto Chicco nelle mie attività (esattamente quelle elencate da Ale: cucinare, pulire la verdura ma anche il bagno, etc.), con grande piacere e soddisfazione di entrambi, e mi fa molto bene pensare che la sua dolcezza e disponibilità possano essere legate a questa fiducia che lui percepisce, anziché al fatto che sta abituandosi ad essere un "cucciolo ammaestrato", come a volte temo. Perché un aspetto mi è chiaro: tendo a considerarlo molto più grande di quanto non sia. Anna dice di avere sgridato Ale perché le ha rotto una matita: a me basta che Chicco tenti di prendere i miei libri per farmi sbottare, perché sono mesi che gli dico che non deve farlo - ma lui ha solo un anno e mezzo!! E in generale non è un "terremoto": gli aspetti faticosi dello stare con lui sono legati all'altissimo bisogno di stare con me, non al suo modo di comportarsi. Cito solo un esempio: ieri giocava con uno zainetto sulle spalle, poi ha voluto andare al pianoforte, sicché gli ho proposto di togliere lo zainetto, l'ho sfilato, l'ho appoggiato sul pavimento per mettere Chicco seduto sullo sgabello - ma lui prima ha voluto scendere, è andato a prendere il suo zainetto, l'ha riposto nel contenitore dei giochi e solo allora si è voluto mettere al pianoforte... Inutile specificare come mi sono sentita!
Forse sto girando attorno a un solo problema: mi detesto quando alzo la voce con lui - ci rimane malissimo, cerca subito il contatto, vuole baciarmi o accarezzarmi, vuole ristabilre l'armonia che (per fortuna!) è un regola tra noi e questo mi fa sentire proprio ignobile. Per questo mi chiedo: sto sbagliando qualcosa? Dovrei essere più tollerante? Ho richieste troppo elevate per un bimbo della sua età? Ne sto facendo un piccolo adulto (come sono stata io, e come non vorrei mai diventasse anche lui)?
In più, in questo periodo sono oppressa da alcune scadenze professionali gravose, dormo poco e spesso salto i pasti - e questo non giova alla pazienza...

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » dom gen 29, 2006 10:36 am

quanti begli interventi!!
ale ha scritto:il punto per me è la fiducia nel bambino. joanna l'ha percepita immediatamente, da giorni e giorni è di una dolcezza e ha uno spirito di collaborazione pazzeschi.
Hai colto il nocciolo. Quello che racconti è bellissimo e mi allarga il cuore... e anche e soprattutto quando dici:
ale ha scritto:quando è col suo papà e sento che io farei alcune cose in maniera diversa, li lascio sperimentare, fiduciosa del fatto che come joanna ha insegnato a me come approcciarmi a certe sue cose, lo insegnerà a suo papà.
è vero, i bambini ci insegnano (è anche il nome di un bellissimo libro scritto da un papà), eccome! è difficile avere fiducia nella capacità di un bambino piccolo di sapere cosa è meglio per lui, che sappia usare un coltello senza tagliarsi, maneggiare uno stereo senza danneggiarlo e maneggiare un conflitto con un adulto o un altro bambino senza uscirne distrutto.... la nostra tendenza è fare guscio e sostituirci, perché anche con noi hanno fatto così e non conosciamo per esperienza diretta altri modi. Ma per fortuna, se abbiamo il coraggio di osare... di non fare e non dire, e stare solo ad osservare - per un po', non poi così a lungo! - sono i bambini a insegnarci di cosa sono capaci!
Rita ha scritto:mio figlio fa quasi tutto ciò che desidera (ovviamente nei limiti) e da quando ho cominciato a comportarmi in maniera più libera, lui è diventato più consapevole, direi, quasi più "saggio". (...) questa è solo la mia esperienza e non pretendo che sia l'atteggiamento migliore da adottare x tutti, sicuramente è la cosa migliore x noi.
Infatti bisogna distinguere, non è questione di essere una "buona madre" in senso astratto o di aver imboccato "la strada giusta": è sempre la strada giusta solo per quel bambino, e può non andare bene per altri. E si può essere più "brave" come madri con un figlio e meno con un altro, perché essi sono diversi e noi abbiamo i nostri limiti, le nostre sintonie e le nostre idiosincrasie. Sicuramente la proposta di Alessandra troverà eco in alcune di noi mentre altre diranno: no, con mio figlio ci ho provato, ma non funziona. Certo. Con lui ci vorrà un'altro modo, e solo la sensibilità di sua madre potrà cogliere, dopo un percorso più o meno sofferto, quale è il modo giusto.
Antonella

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