eliminare latte e derivati

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Federica
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Re: Cosa succede se i tereni sono sfruttati troppo?

Messaggio da Federica » sab dic 17, 2005 6:08 pm

Simona* ha scritto:Ciao Fede, forse nn sono stata del tutto chiara. E me ne scuso
Io n itendevo improvvisamente improduttivo, ma nel tempo.
Se prima metà dell'alimentazione era data da prodotti animali, se il mondo passa all'alimentazione vegana, quel 50% deve essere sostituito da prodotti vedetali
Quindi se prima il terreno produceva per sopperire al 50%...
Uhm? Ma come..? Io ho risposto proprio a queste domande!

Se tutti volessimo mangiare vegetale al 100%, distruggeremmo comunque una quantità molto minore di vegetali rispetto a quella che utilizziamo ora!

Per il semplice fatto che non dovremmo più dare da mangiare al numero semplicemente ESORBITANTE di animali d'allevamento che alimentiamo ora.

sciuga
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Re: eliminare latte e derivati

Messaggio da sciuga » sab dic 17, 2005 8:39 pm

piperita ha scritto:vabbè, tutta questa premessa per chiedervi qualche consiglio per riuscire a staccarmi da questo tipo di alimento.
chi ne era goloso come ha fatto?
ciao Piperita, io ero una megagolosona di formaggi e quando ho sentito parlare per la prima volta della scelta vegan il mio commento è stato "io non ce la farei mai!!!!!" e infatti avevo scelto di rimanere vegetariana, ma scegliendo sempre un'alternativa cruelty-free quando ero fuori casa (abitavo da sola, quindi a casa ero vegan senza problemi). così sono diventata vegan senza nemmeno accorgermene realmente, alla fine una scelta c'è sempre e una volta che inizi a provare piatti nuovi deliziosi il formaggio non ti manca per niente!

ti faccio un copia/incolla di una cosa che mi ha mandato una mia amica stasera (gira già da un po' quindi magari lo conosci)... per farti riflettere e magari anche per convincerti ;)

Non ci avrei mai creduto
Heidi racconta la sua storia

(da “Vegetarisch genießen” - trad. di Giuliano Bertuzzi)
Una immaginaria intervista a una mucca per far conoscere la realtà che sta dietro gli allevamenti intensivi per la produzione del latte

Heidi non è un caso unico. Il suo destino toccante é condiviso da centinaia di migliaia di creature e rimane tuttavia all´oscuro dell´opinione pubblica. Heidi, un nome naturalmente fittizio, rompe oggi il suo silenzio nella speranza di riuscire forse a smuovere qualcosa.

Red: “Heidi, abbiamo appreso che lei desidera raccontare la sua storia di vita”.

Heidi: “Sí, è proprio cosí”.

Red: “Bene, allora possiamo cominciare”.

Heidi: “Venni concepita, nacqui e crebbi nel mondo oscuro di un´azienda di produzione del latte. All´etá di 18 mesi venni inseminata artificialmente, in modo che mettessi al mondo un piccolo. Il mio proprietario acquistó allo scopo lo sperma refrigerato di un cosiddetto toro di prima classe, selezionato nel catalogo per corrispondenza di un´azienda specializzata. Da questo toro erano state fecondate giá circa 65.000 mie compagne di sofferenza.

Dovetti ingoiare un paio di preparati ormonali, affinché lo sperma mi potesse fecondare con certezza.

All´etá di 27 mesi portai alla luce un giovane robusto di nome Moritz. Pesava 40 chili, una prestazione di tutto rispetto per una giovane madre come me, dato che secondo i criteri umani di crescita sarei stata una quindicenne.

Mi sono naturalmente rallegrata molto della nascita di mio figlio, tuttavia la mia gioia materna duró solamente due ore. Dopodiché mi venne strappato il mio piccolo. Non so che cosa gli sia accaduto. Udii ancora per giorni il suo richiamo verso di me, dato che venne allevato nello stesso edificio dove anch´io mi trovavo. Piansi a lungo e chiamai piú volte disperata mio figlio. Siccome non smisi di gridare venni picchiata ed insultata. Non vidi mai piú mio figlio. La mia amica mi raccontó che Moritz veniva allevato separatamente e cresciuto con del latte artificiale. Venne in questo modo ingrassato e portato alla tenera etá di poche settimane presso un uomo che con un dardo metallico dilanió il cervello del mio bambino, appese il piccolo corpo di Moritz per una zampa, gli squarció la gola con un coltello affilato, e una volta dissanguato lo fece a pezzi mentre era ancora caldo.

I pezzi di cadavere del mio piccolo, dato che sono prelibati e teneri, vennero acquistati volentieri dagli uomini e preparati come delicatezze in occasione di festivitá nel cerchio familiare o di inviti particolari. Non potevo credere che il mio proprietario, che spesso mi accarezzava e mi parlava, potesse fare tutto ció. Non potevo semplicemente crederci. Non puó essere – pensai. Oggi so che questa è la triste realtá per innumerevoli mie amiche.

Red: Questa è una storia incredibile! Come proseguí?

Ogni giorno, un macchinario venne attaccato alle mie mammelle affinché mi venissero succhiati oltre 30 litri di latte. Il mio piccolo non lo ricevette mai poiché il mio latte gli veniva immediatamente portato via con un camion.

Ogni giorno vegetavo nel mio carcere ristretto, insieme alle mie compagne di destino. Avevo continuamente fame e sete: l´enorme furto di latte quotidiano mi toglieva tutte le forze!

La maggior parte del cibo che ingerivo serviva a farmi produrre il latte.

La superficie su cui giacevo per 12 ore al giorno, per ruminare o per dormire, era solo poco piú grande di uno dei vostri letti. Il terreno calpestabile del nostro carcere, che condividevo e condivido tutt´ora con circa 200 mie colleghe, è coperto di escrementi, dato che non abbiamo altrimenti un´altro luogo dove scaricarci. In un canale che scorre lungo la superficie calpestabile si trova un grande urinatoio che raccoglie ogni cosa: puzza in modo orribile ed è pieno di mosche e di altri parassiti…Vorrei scappare cosí volentieri da questa camera di tortura; sogno verdi distese, il vento ed una grande palla in cielo che mi riscalda. Non so assolutamente se ció esiste nella realtá.

Red: Heidi, come´è la sua giornata tipo?

Vengo munta, poi mangio qualcosa, poi rumino, poi dormo, poi vengo di nuovo munta, mangio di nuovo qualcosa, rumino di nuovo ció che ho mangiato, dormo un po´ e tutto da capo, ogni giorno, ogni giorno…

Non capisco perché gli uomini si comportano con me. Io non voglio mangiare cosí tanto ma sono costretta perché il consumo di energia dovuto alla munzione mi sfinisce. È davvero una sensazione orribile.

Red: Come poté superare la perdita di Moritz?

Non ebbi alcun tempo per questo. Giá due mesi dopo il parto di Moritz venni di nuovo fecondata artificialmente ed ebbi cosí un doppio carico: donare il mio latte e far crescere in me un nuovo piccolo. Questo doppio carico mi indebolí incredibilmente. E poi la paura: forse me lo portano via di nuovo! Questa non è vita!

Il mio utero si infiammó, anche per via del continuo contatto con gli escrementi carichi di batteri e con il cibo ricco di germi. La mia febbre e la mia infezione vennero combattuti per mezzo di antibiotici da un uomo dal camice bianco. Il mio proprietario si arrabbió con me perché dovette gettare via il mio latte per un paio di giorni, a causa dei resti degli antibiotici e dei batteri purulenti. Fui come costretta a ridivenire velocemente sana, poiché altrimenti avrebbero fatto con te quello che hanno fatto con Moritz, come mi disse anche una mia amica.

Red: Cosa accadde con il secondo figlio?

Io divenni sana ed regalai la vita ad una fanciulla. Come mi venna portata via anche la dolce Vroni, quasi impazzii. Mia figlia venne tuttavia sempre lasciata in vita. La mia amica mi tolse subito la consolazione dicendomi che Vroni sarebbe stata allevata per poter prendere il mio posto.

Dopo due mesi venni di nuovo fecondata. Seguí una ulteriore gravidanza sofferente, e poi la nascita di Oscar. Non ho piú urlato quando me lo hanno portato via, ho solo pianto in modo apatico. Non potevo in ogni caso fare nulla.

Red: Come si sente di fronte a tutto ció?

Sono sfinita. La continua esposizione alla munzione attraverso i macchinari e le tre stressanti gravidanze mi hanno reso totalmente fiacca e senza speranza. Le infiammazioni all´utero diventano sempre piú forti, le fatture mediche sempre piú care. Credo che verró presto sostituita da mia figlia Vroni, perché per il mio proprietario non rappresento piú fattore di rendita. Il mio proprietario nel momento in cui qualche tempo fa mi venne fatta una perizia disse ad un altro uomo che io avevo fornito, secondo i suoi calcoli, circa 30.000 litri di latte e che per questo mi aveva ammortizzata.

Sono esausta come essere vivente e senza piú alcun valore da un punto di vista commerciale. L´ultimo incasso che il mio proprietario fará attraverso di me sará con il sangue della mia macellazione. Con me non potrá peró incassare piú di tanto: i miei pezzi di cadavere sono duri ed irrigiditi a causa dei miei sforzi. Potrebbero andare bene, come ho potuto apprendere da un colloquio, “solo per lo spezzatino o per dei wurstel”. A parte questo solamente un terzo dei miei pezzi vitali è utilizzabile, dato che molti organi sono malati per via degli effetti di tutti i medicamenti che ho dovuto ingerire per anni. Come ho potuto anche apprendere vengo oggi considerata semplicemente una mucca vecchia, nonostante come essere umano non avrei ancora 20 anni!

Sono solo una “disposable cow” (una mucca “da consumo”), come si dice in Inghilterra: per tre interi anni quantitá immense di latte, ed un parto dopo l´altro parti, poi la malattia ed il macello.

Red: E come prosegue ora la tua storia?

Mi dia uno sguardo! Sono alla fine. Domani, lo sento, verró uccisa con la stessa brutalitá che è toccata ai miei piccoli. E´ stata una vita orribile e piena di paura, dolori e sofferenza.

Per favore, vi imploro di pubblicare il nostro colloquio nella vostra rivista, in modo che gli uomini possano apprendere dell´indicibile sofferenza di noi animali da macello e che il loro cuore possa essere toccato.

Forse cosí qualcuno puó decidere di cambiare le sue abitudini alimentari e impegnarsi a favore di noi creature senza alcun diritto. Cosí almeno la mia sofferenza avrebbe significato qualcosa…

Tradotto dalla rivista tedesca “Vegetarisch genießen” (“Gustare vegetariano”), edita dalla casa editrice “Das Brennglass”. Per riscontri:
[email protected]

Internet: http://www.vegetarisch-geniessen.com

Fox_Mulder
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Messaggio da Fox_Mulder » sab dic 17, 2005 10:14 pm

C'è una spiegazione "chimica" al fatto che in genere è così difficile staccarsi da prodotti come i formaggi, le cose dolci etc...

Quando si vive una esperienza piacevole, il cervello rilascia una sostanza, chiamata dopamina, che è la principale sostanza chimica usata dal cervello per dare una sensazione di piacere. Una conversazione piacevole, il contatto con una persona a cui si vuole bene, etc...
Eroina, cocaina, alcool, nicotina e tutte le droghe hanno ugualmente effetto su questo centro del piacere causando un' altissima risposta da parte della dopamina.
La cosa interessante è che anche alcuni cibi sono in grado di stimolare esattamente quella parte del cervello. Ecco perchè alcuni cibi sono cosi attraenti.

Ricercatori hanno svolto esperimenti in cui, persone a cui era stata somministrata una sostanza blocca-opiate, come il naloxone, non desideravano più cibi altrimenti molto addittivi, come cioccolato, gelati e altri snack.

Am J Clin Nutr. 1995 Jun;61(6):1206-12.
Naloxone, an opiate blocker, reduces the consumption of sweet high-fat foods in obese and lean female binge eaters.
Drewnowski A, Krahn DD, Demitrack MA, Nairn K, Gosnell BA.

Physiol Behav. 1992 Feb;51(2):371-9.
Taste responses and preferences for sweet high-fat foods: evidence for opioid involvement.
Drewnowski A, Krahn DD, Demitrack MA, Nairn K, Gosnell BA.


Tramite uno speciale scanning del cervello, chiamato Positron Emission Tomography, si è rilevato che molte persone in sovrappeso hanno meno recettori di dopamina, chiamati DRD2 (Dopamine receptro D2) e non è un caso .

Studi hanno effettivamente mostrato che alcne persone, tramite predisposizione genetica, nascono con circa il 30,40% di recettori DRD2 in meno. La maggioranza degli alcolisti, fumatori, drogati e obesi mostrano proprio questa particolarità.

Pharmacogenetics. 1997 Dec;7(6):479-84.
D2 dopamine receptor gene (DRD2) Taq1 A polymorphism: reduced dopamine D2 receptor binding in the human striatum associated with the A1 allele.
Thompson J, Thomas N, Singleton A, Piggott M, Lloyd S, Perry EK, Morris CM, Perry RH, Ferrier IN, Court JA.
MRC Neurochemical Pathology Unit, Newcastle General Hospital, Newcastle upon Tyne, UK.

Eur Psychiatry. 2000 Mar;15(2):79-89.
Addiction and its reward process through polymorphisms of the D2 dopamine receptor gene: a review.
Noble EP.
Department of Psychiatry and Biobehavioral Sciences, and the Brain Research Institute, University of California, Los Angeles, CA USA.

Med Hypotheses. 1994 Apr;42(4):257-60.
D2 dopamine receptor gene and cigarette smoking: a reward gene?
Noble EP, St Jeor ST, Ritchie T, Syndulko K, St Jeor SC, Fitch RJ, Brunner RL, Sparkes RS.
Department of Psychiatry and Behavioral Sciences, University of California, Los Angeles 90024.


Ma un individuo che ha questa particolarità può superare questa “deficienza” di recettori DRD2, sostenendo la propria elasticità fisica, e non appoggiandosi soltanto alla debole forza di volontà. Una persona di questo tipo può rendersi più forte all'attrazione di questi cibi; infatti un'alimentazione basata su cibi salutari e un esercizio fisico regolare possono riattivare il sistema recettivo del piacere.

C'è un altro problema: quando una dipendenza si stabilisce e diventa regolare, i recettori fanno in modo che la stimolazione continui. Tra una “dose” e l'altra si può provare un senso di ansietà, depressione, e il cervello si abitua a richiamare a sé quelle sostanze che bloccano questo stato mentale.
C'è un interessante libro che tratta di questo argomento, e si intitola "Breaking the food seduction". http://pcrm.safeshopper.com/8/66.htm?834 Purtoppo è in inglese.

Fox

andrea grasselli
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Re: eliminare latte e derivati

Messaggio da andrea grasselli » sab dic 17, 2005 11:14 pm

sciuga ha scritto:ti faccio un copia/incolla di una cosa che mi ha mandato una mia amica stasera (gira già da un po' quindi magari lo conosci)... per farti riflettere e magari anche per convincerti ;)

Non ci avrei mai creduto
Heidi racconta la sua storia
grazie mille sciuga per la storia, molto commovente. è stata l'osservazione di mucche come heidi (vivo in campagna in svizzera) che mi ha portato al veganismo, come dici tu senza nessuno sforzo.

ma con tanta sofferenza nel cuore per gli animali non umani.

andrea

Simona*
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Re: Cosa succede se i tereni sono sfruttati troppo?

Messaggio da Simona* » dom dic 18, 2005 8:05 am

Federica ha scritto:
Simona* ha scritto:Ciao Fede, forse nn sono stata del tutto chiara. E me ne scuso
Io n itendevo improvvisamente improduttivo, ma nel tempo.
Se prima metà dell'alimentazione era data da prodotti animali, se il mondo passa all'alimentazione vegana, quel 50% deve essere sostituito da prodotti vedetali
Quindi se prima il terreno produceva per sopperire al 50%...
Uhm? Ma come..? Io ho risposto proprio a queste domande!

Se tutti volessimo mangiare vegetale al 100%, distruggeremmo comunque una quantità molto minore di vegetali rispetto a quella che utilizziamo ora!

Per il semplice fatto che non dovremmo più dare da mangiare al numero semplicemente ESORBITANTE di animali d'allevamento che alimentiamo ora.
Infatti ti avevo rsposto, ,specificandoti , che mi sei stata di aiuto. Cmq scusatemi ho scelto, forse, il treand, sbagliato per porre la domanda

Ciao e grazie ancora :-)

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