regalo di natale

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Francesca G.
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regalo di natale

Messaggio da Francesca G. » mar dic 13, 2005 10:26 am

Carissime,

quest'anno ho deciso di fare a tutte le persone care un regalo speciale. Ho fatto un libriccino con le frasi e i dialoghi del mio bimbo grande. Un vero spasso.
Siccome voi mi donate e mi insegnate tanto voglio fare anche a voi questo dono.

Buon Natale,
Francesca.

Metto il testo testo del libro e allego l'immagine della copertina.

Immagine
cliccate qui per vederla ingrandita. I disegni sono di Arturo. In copertina: mongolfiera, scarabeo e sole. In quarta di copertina: mongolfiera nella pioggia.



Così parlò Arturo

Dialoghi e aforismi di un bimbo

(raccolti fedelmente dalla sua mamma)


Bologna · Sant’Andrea in Besanigo
settembre 2004 · dicembre 2005



Settembre 2004

Arturo [indicando le mie parti basse]: c’è il pisello lì.
Io: no, la mamma non ha il pisello, è una femmina.
Arturo:…?
Io: hai capito?
Arturo: sì.
Io: il babbo ha il pisello?
Arturo: sì, è maschio.
Io: il nonno Mauri ha il pesello?
Arturo: sì
Io: e Juliette?
Arturo: sì, Juliette ha pisello. Grande, grande, grande!*


Ottobre 2004

All’asilo Arturo conosce Kelli, bimba di origini sudamericane che non ha ancora emesso la sua prima parola. Il linguaggio di Arturo è quello che è: primordiale.

Io: Kelli è tua amica?
Arturo: sì. Piace me Kelli.
Io: che cosa fai con Kelli.
Arturo: chiacchiere.

Babbo: cosa c’era oggi di buono all’asilo?
Arturo: pasta, pane, mela e Kelli.

Novembre 2004

Io leggo i libri ad Arturo ma spesso gli racconto delle fiabe a mente senza leggere. Lui un giorno mi ha detto (definizione che ha conservato fino a oggi): “Mamma, mi racconti con la bocca”; intendendo dire che gli dovevo raccontare senza leggere.

Io e Arturo dobbiamo uscire a fare un giro, ma io ha ancora alcune cose da sistemare e ritardo continuamente (“…un attimo ancora Arturo…”).
Arturo: dai mamma hai finito! Usciamooooo!
Io: ancora un attimo dai, mi sono dimenticata le chiavi sul tavolo, aspetta…
Arturo: mamma, bôna lè!*


Marzo 2005

All’uscita dall’asilo; dopo un lungo periodo di freddo e neve nel prato sono spuntate le prima margherite.
Arturo: guarda mamma ci sono le margherite
Io: sì hai visto che bello?
Arturo: è arrivata la primavera. Corriamo! [corre aventi agitandosi e saltellando. Poi all’improvviso si ferma, alza il viso e le braccia verso il cielo e grida]: Bravo sole!

Gennaio 2005

Siamo a cena. Stiamo mangiando. Arturo si ferma e sembra incantato.
Io: Arturo non mangi? Cosa fai?
Arturo: penso.


Marzo 2005

Stiamo facendo un torta, lui rompe le uova.
Arturo: le uova le fa la gallina.
Io: sì.
Arturo [molto pensieroso]: perché io non faccio le uova?
Io: perché non sei una gallina.

Vedo che Arturo ha preso il suo bimbo Filippo, si tira su la maglia e lo allatta; dice: “no, no, così non si addormenta”; poi lo ninna nella carrozzina, cantando “nanna nanna nanna nanna”; poi lo tira su e dice “no no così non ci riesco” e un po’ scocciato comincia a cullarlo in braccio, con una certa foga sempre cantando; ma si ferma subito e dice “no, no, no”. Lo rimette in carrozzina e lo ninna ancora. Poi dice: “si è addormentato lo porto nel suo lettino”. Lo deposita sui puff del salottino piccolo e dice: ”Fai silenzio mamma e non accendere la luce che Filippo dorme”. Io vado da un’altra parte, dopo un po’ sento Arturo che urla: “Filippo piange, si è svegliato!”. Lo riprende in braccio e comincia a ninnarlo forsennatamente, poi dice: “no, basta, non si riaddormenta” e butta Filippo per terra.




Un giorno sento Arturo che urla forte in sala, corro a vedere e c’è lui che ha messo Filippo sul divano e lo sta bastonando con un bastone di legno.
Io: Arturo cosa fai??!?
Arturo: questo bambino non dorme. Basta, io sono stufo, stufo! Non ne posso più!


Aprile 2005

Stiamo facendo una torta insieme in cucina. Arturo sta rompendo le uova. Si ferma in contemplazione dei gusci rotti.
Arturo: galline fanno uova, mamma.
Io: sì, le galline.
Arturo riflette ancora un po’, si capisce che qualcosa non gli torna. Poi…
Arturo: se galline fanno uova, gallo cosa fa?
Io: il gallo canta, così le galline sono felici e fanno le uova più buone. Hai capito?
Arturo: sì, mamma.

Siamo in macchina. È domenica. Sfrecciano ai bordi della strada i ciclisti della domenica.
Arturo [eccitatissimo]: guarda mamma, i BICICLISTI!

Siamo per strada, camminiamo su un marciapiede non rialzato, le macchine sono in fila al semaforo e noi le fiancheggiamo. Arrivano alcuni motorini che per superare le macchine ferme quasi ci toccano entrando sul marciapiede.
Arturo: perché mamma quei dadi sono passati sul marciapiede?
Io: perché non hanno pazienza di aspettare la fila.
Arturo: sono cattivi!

Io: cosa vorresti fare Arturo da grande?
Arturo: il contadino
Io: sei sicuro? Non il marinaio?
Arturo: no, contadino
Io: perché?
Arturo: perché così mungo le mucche. Metto il latte nel secchio e ne do un pochino a tutti.

In camera di Arturo c’è un poster grande che rappresenta l’isola di Samsø. La prima volta che mi ha chiesto cos’era gli ho spiegato che era un’isola molto bella dove io e il suo babbo eravamo andati quando lui ancora non era nato. Questo fatto di non essere ancora nato lo ha così colpito che ogni tanto mi interroga sul poster e mi chiede: “Io c’ero?”. E io gli rispondo: “No”. E lui: “E Giuliano?”. E io: “No, Giuliano è nato dopo di te”. L’ultima volta che è tornato ad interrogarmi sul poster la conversazione è stata così.
Arturo: cos’è?
Io: sono il mare e il cielo che si incontrano.
Arturo: dove eri andata?
Io: sull’isola di Samsø, un’isola bellissima.
Arturo: e io?
Io: tu non eri ancora nato
Arturo: e dov’ero?
Io: non lo so. Dimmelo tu dove stanno i bambini prima di nascere.
Arturo: in cielo.
Io: in cielo? E cosa fanno?
Arturo: giocano
Io: giocano a cosa?
Arturo: saltano e poi…volano.
Io: volano? Allora sono felici
Arturo: sì. Sono felici.
Io: e sono contenti di stare in cielo?
Arturo: no, preferiscono nascere.
Io: ah sì!
Arturo: sì. E io sono nato con le fragole.
28 aprile 2005

Dal dottore. Arturo sta disegnando.
Io: disegni un bimbo?
Arturo: no, disegnalo tu.
Io: va bene. Che bimbo vuoi?
Arturo: il bimbo Arturo.
Io: va bene [Disegno l’ovale della faccia ma vuoto senza occhi e naso e bocca]. che cosa ci mettiamo adesso?
Arturo: i capelli. tutti ricci.
Io: va bene [disegno i capelli]. Cosa manca adesso per finire il bimbo Arturo?
Arturo: culo e pisello!

A cena. Arturo cerca di dire qualcosa, ma si blocca…
Io: cosa vuoi dire Arturo? Cosa sono le cose piccine piccine?
Arturo [rifeltte un po’, poi]: certe volte non trovo le parole.


3 maggio 2005

A colazione Arturo mangia il latte con i biscotti. Butta un biscotto intero nel latte poi lo spezza col cucchiaino e lo tira su. Questa mattina vedevo che spingeva sulla mano con la testa e lo guardavo stupita.
Arturo: quando il biscotto è duro spingo così sul cucchiaio con la testa e faccio «CHICK-FLAP» e quello allora si spezza.


Giugno 2005

Io: hai dormito bene?
Arturo: sì. Però sentivo qualcosa che faceva «biip, biip». Il mio amico ha detto: sarà forse una foglia. E io ho detto: No, è il camioncino delle streghe. E il mio amico ha detto: ma forse era un sogno.

Arturo si è svegliato ed è andato nel lettone della nonna. Sta facendo giorno. Fra le foglie dei gelsi balugina la luce del sole.
Arturo: guarda nonna il camioncino delle streghe! Bisogna stare attenti.
Nonna: perché?
Arturo: perché sono streghe cattivissime.


Luglio 2005

Dopo cena.
Arturo: Com’è bello alla sera! Babbo, andiamo a fare una passeggiata nella notte?

Arturo si sveglia dal pisolino del pomeriggio. Io lo porto in bagno per vestirlo e lo spingo ad andare sul water.
Arturo: no, mamma, l’ho già fatta la pipì.
Io: ah sì?
Arturo: quando mi sono svegliato ho detto io: ma facciamo questa pipì! Così non ci pensiamo più!

Arturo e Caterina sono in bagno (devono fare la pipì).
Arturo (a Cati): dov’è il tuo pisello?
Caterina: io non ho il pisello. Ho la potta.
Arturo: e allora come fai a fare la pipì?

Arturo è nella piscinetta gonfiabile nel giardino in campagna dai nonni, nudo. Si tira il pisello allungandolo all’inverosimile.
Arturo: il mio pisello è abbastanza lunghetto.
Io: lunghetto per fare cosa?
Arturo: per fare molta pipì.

Arturo incontra una nuova maestra di equitazione, con il viso pieno di lentiggini.
Arturo: la mia nuova maestra ha la faccia tutta piena di punture di zanzara.


Agosto 2005

Arturo: sai nonna, il gelataio vende i gelati e i ghiaccioli il ghiacciolaio.
Nonna: ah sì?
Arturo: ma era solo una battuta nonna!

Arturo: mamma, sono consapevole.
Io: e di cosa?
Arturo [ci pensa un po’]: boh!


Settembre 2005

Arturo si sveglia, ha il ciuccio; di solito non lo vuole lasciare e bisogna convincerlo. Oggi invece dice: “Mamma vado a mettere il mio ciuccio nel letto…”. Poi si ferma, mi guarda negli occhi e dice: “Mamma, adesso ho capito come si fa a essere bravi”.

Arturo e Juliette sono sul bus con Hazel [la tata].
Una signora: siete fratelli?
Loro: no.
La signora: come vi chiamate?
Juliette: io Juliette.
La signora: sei francese?
Juliette: sono metà inglese e metà francese.
Arturo [per non essere da meno]: E io sono indiano!

Io e Arturo stiamo passeggiando per Bologna e vediamo passare un cane dalmata.
Arturo: guarda mamma, quel cane ha la coda come il pisello di Giuli!


Ottobre 2005

Arturo e Juliette sono sul bus con Lorenzo.
Juliette ha un canguro sulla giacca.
Lorenzo: sai dove vive il canguro?
Juliette: vive in Australia. Io ci sono stata in Australia.
Arturo [per non essere da meno]: e io l’anno scorso quando ero grande sono stato in Francia dai miei amici cammelli!

Arturo e Giuliano sono stati messi in castigo in camera loro. Si sente Arturo che piange lamentosamente e Giuli che urla disperatamente. Poi ad un tratto Giuliano smette, mentre Arturo continua a lamentarsi. Dopo alcuni minuti Arturo si ferma e dice al fratello: “Dai piangi!”

È mattina; Arturo si è appena svegliato; si stira nel letto.
Babbo: hai dormito bene?
Arturo: sì, molto bene. Mi sono messo in forma.

Arturo ha un’amica immaginaria. Parla sempre di tante cose che fanno insieme: avventure strampalatissime, surreali. La invita a cena, le dobbiamo preparare biscotti e tagliatelle. La cerca in giro per la città.
Io: Arturo, come si chiama la tua amica?
Arturo: Gebba Cammello. Gebba di nome. Cammello di cognome.

Arturo: Mamma, voglio diventare un cane!
Io: ma non si può.
Arturo [cominciando a fare il capriccio]: io voglio diventare un cane, dai!
Io: non si può proprio. Chi nasce bambino deve rimanere bambino e chi nasce cane deve rimanere cane. È così… Se vuoi puoi far finta di essere un cane.
Arturo [si calma e si illumina]: ah sì, va bene!
Quando torniamo a casa vuole che gli metta il guinzaglio e va in giro per la casa facendo tutto da cane. Poi lo chiamo per cena: “Arturo vieni è pronto!”.
Arturo: non mi chiamo Arturo, sono un cane. Mi chiamo Bauetto.

Giuliano è sul water; Arturo è in bagno con lui.
Arturo: mamma, Giuli ha fatto la “merda”!
Io: Arturo, non si dicono queste brutte parole!
Arturo: non è una brutta parola. Perché “merda” vuol dire cacca liquida.


Novembre 2005

Arturo sta suonando l’armonica a bocca.
Arturo: le note escono dalla mia pancia.

Arturo è in camera sua, si è appena svegliato con fatica dal pisolino pomeridiano. Non sta bene e piange. C’è la nonna Carla. Proviamo in ogni modo a calmarlo, e a farlo alzare, ma inutilmente.
Io: dai Arturo andiamo di sotto, che ci facciamo il caffè d’orzo.
Lui si blocca.
Arturo: va bene mamma, vengo dopo che mi sono calmato di piangere.

Io: oltre che con Emma, Seba e Oscar, con chi giochi a scuola?
Arturo: con nessuno.
Io: e Tea?
Arturo [si illumina ed è tutto gioioso]: ah sì Tea, mi piace. Ha una bella faccia.

Arturo va da Giuliano che si è appena svegliato e cerca di fargli le coccole, tutto smanceroso.
Arturo: ciao Giuliannnino bellllinnno piccccinnno carrrinnno, vieeeeni.
Giuliano [allontanandolo con la sua solita tigna]: Hiiiiiiiiiiiii!
Arturo [tristissimo]: Giulibella [lo chiama così a volte, non sappiamo perché] non vuole che gli faccio le coccole. Perché non vuole?
Io [tergiversando]: e…lo sai…come è fatto lui…
Arturo: è un po’ antipatichino.

Sto cucinando dei funghi champignons in padella. Arturo gioca in sala. Tutto a un tratto arriva in cucina.
Arturo: Che buon profumino di fungo porcino!

Io: Arturo, che cos’è la mamma?
Arturo: la mamma è una che scrive e fa da mangiare.

È sera. Prima di andare a nanna.
Arturo: io sono una scaramazzone [* Termine dialettale romagnolo per indicare un individuo che agisce in modo agitato e scomposto]. [Rivolgendosi al fratello]. Dai Giullo, vieni con me, andiamo a fare le scaramazzate!

Arturo: da grande voglio fare il giocoliere.
Io: non vuoi più fare il contadino?
Arturo: sì. Quando mi sono stufato di fare il giocoliere, mi metto la tuta e il cappello da contadino e vado in mezzo alle mucche!

Arturo si è messo una grande coperta sulle spalle come fosse un mantello con un lungo strascico. Corre per la casa con una faccia buffissima e canta.
Arturo: io sono un poeta.
Io: e cosa fai?
Arturo: sono un poeta che fa ridere i bambini.

È sera. Arturo è nel letto, pronto per fare la nanna. Io lo saluto.
Arturo: mamma, mi fai la grattella·[· Un suo neologismo per indicare un particolare modo di grattare e accarezzare la schiena]?
Io: va bene.
Arturo: però non sulla schiena, sulle gambe…[tira fuori una gamba dalla coperta] prima questa.
Io [accarezzando]: ecco ho fatto.
Arturo: adesso l’altra.
Io [finendo di accarezzare]: ecco fatto.
Arturo: adesso il braccio…
Io: però poi basta perché sono stufa.
Arturo: tu sei stufa mamma, però gratta perché è molto utile!

Siamo tutti insieme di fianco al camino in campagna dai nonni. Arturo comincia a parlare delle streghe.
Io: le streghe sono tutte cattive?
Arturo: no qualcuna di buona c’è.
Io: e i draghi buoni ci sono?
Arturo: eeeh, bôna! [Espressione tipica bolognese a cui si può attribuire un significato variabile a seconda dei contesti. In questo caso lo si potrebbe così tradurre: “Ma che, stai dando i numeri mamma?!? Draghi buoni!!!! Seeee!”].


25 novembre 2005

È mattina. Ci siamo appena svegliati.
Arturo: io sono innamorato di Emma e di Giuliano.
Babbo: bravo!
Arturo: e TUTTI sono innamorati di me!

Antonella Sagone
Messaggi: 1252
Iscritto il: mar ott 05, 2004 10:13 am
Località: Roma

Messaggio da Antonella Sagone » mar dic 13, 2005 11:24 am

cara Francesca,
anche io adesso sono innamorata di Arturo!!

è davvero "un poeta che fa ridere i bambini", e anche gli adulti!

grazie del bellissimo regalo
Antonella

sabry
Messaggi: 335
Iscritto il: mar ott 05, 2004 1:27 pm

Messaggio da sabry » mar dic 13, 2005 4:47 pm

Che meraviglia e che spasso....la mia preferita è "Bravo Sole!"
sarà che ho già voglia di primavera....
grazie di cuore e Buon Natale!
Sabry

andrea grasselli
Messaggi: 653
Iscritto il: mar ott 05, 2004 8:02 pm
Località: lugano

Messaggio da andrea grasselli » mar dic 13, 2005 5:18 pm

Arturo: "tu sei stufa mamma, però gratta perché è molto utile!"

grazie arturo!!! è un vero spasso leggere i tuoi dialoghi e aforismi.

e grazie anche a francesca per averli riportati!

baci a voi, a giuliano e al babbo

andrea

alea
Messaggi: 216
Iscritto il: ven giu 17, 2005 1:18 pm

Messaggio da alea » mer dic 14, 2005 2:17 pm

Che consapevolezza istintiva meravigliosa hanno i bambini! E' proprio vero: quando suoni l'armonica le note escono proprio dalla pancia....
Grazie di cuore a Francesca e ad Arturo!

piccolastella
Messaggi: 211
Iscritto il: dom mar 13, 2005 4:11 pm
Località: Treviso

Messaggio da piccolastella » mer dic 14, 2005 2:51 pm

Grazie Francesca per avermi regalato un momento di serenità e divertimento...
Che belli i bambini quando sono piccoli e "puri"!

Ciao
Roberta

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