Più farmaci anti-impotenza, meno animali uccisi

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Federica
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Più farmaci anti-impotenza, meno animali uccisi

Messaggio da Federica » sab ott 30, 2004 9:36 pm

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Più farmaci anti-impotenza, meno animali uccisi

mercoledì 27 ottobre 2004, Il Pensiero Scientifico Editore

La medicina tradizionale cinese sta lasciando sempre più spazio all’assunzione di farmaci del mondo occidentale, almeno per quanto riguarda la disfunzione erettile (DE). Con la disponibilità di una terapia semplice ed efficace è emersa la possibilità che altre cure di efficacia non scientificamente dimostrata, in particolare quelle che utilizzavano prodotti derivati da specie animali e vegetali protette, prescritti ad esempio dalla medicina tradizionale cinese (TCM), potessero gradualmente essere sostituiti.
E’ fuori dubbio che dal lancio del sildenafil citrato nel 1998 il panorama del trattamento della DE è cambiato in modo radicale. Due indagini svolte ad Hong Kong e presentate a Roma nel corso dell’incontro ‘Medicina ecocompatibile: la conservazione delle specie animali tra scienza e tradizione’, evidenziano questa cambiamento di abitudini. La prima è stata condotta con farmacisti di TCM delle tre principali regioni di Hong Kong nel 2002, a 5 anni lancio del sildenafil, e ha rilevato che le vendite di prodotti derivati da animali utilizzati per il trattamento della DE sono progressivamente diminuite.

Un secondo studio, eseguito all’inizio di quest’anno, ha coinvolto 256 uomini tra i 50 e i 76 anni, che fanno uso dei prodotti della TCM anche per la disfunzione erettile. Lo studio ha preso in considerazione quattro patologie abitualmente trattate con la TCM: artrite, problemi digestivi, gotta e disfunzione erettile. I risultati hanno mostrato che questi uomini stavano passando selettivamente alle medicine occidentali per il trattamento della DE, ma non per la cura delle altre patologie. “I dati delle due indagini sono coerenti con l'ipotesi che gli utilizzatori dei prodotti della TCM stiano passando all'assunzione di medicine occidentali per la cura della DE e che il Sildenafil presenti vantaggi per la tutela di alcune specie”, afferma Frank A. von Hippel dell’Università di Anchorage in Alaska, autore di entrambi gli studi. Ad ulteriore conforto ci si aspettava che foche, cetrioli di mare, ippocampi, cervi, gechi, pesci ago traessero maggiore vantaggio dalla disponibilità del farmaco, poiché il trattamento della DE rappresentava una delle cause principali del loro utilizzo.

“Infatti la diminuzione del mercato dei peni di foca”, continua von Hippel, “insieme alle nostre indagini sulle farmacie di TCM e sui consumatori di prodotti della TCM, indicano che i farmaci per la cura della DE stanno apportando un vantaggio per questi animali”. In qualche caso, come ad esempio per il velluto del palco di renna, lo studioso ha riscontrato una riduzione della richiesta fino al 75 per cento. “Tuttavia, sono necessarie strategie di salvaguardia delle specie più ampie per ridurre il loro utilizzo nella TCM. Gruppi di tutela, quali World Wide Fund for Nature (WWF), TRAFFIC e Project Seahorse vanno incoraggiati per accelerare il cambiamento delle pratiche dalla TCM verso un’etica di protezione delle specie a rischio di estinzione”, conclude l’esperto.

Ma l’utilizzo di organi nella TMC non è l’unico pericolo per le specie in via di estinzione. Il volume del traffico internazionale di animali, piante e loro derivati è, ogni anno, di 350 milioni di esemplari, tra cui: 5 milioni di uccelli, 37mila scimmie, decine di migliaia di rettili, 12 milioni di orchidee e 11 milioni di cactus.

Bibliografia. von Hippel FA, von Hippel W. Solution to a conservation problem? Science 1998 Oct 9;282(5387):243.

antonio caperna

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