Quarto giorno di asilo

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goccia
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Quarto giorno di asilo

Messaggio da goccia » lun ott 17, 2005 3:02 pm

Oggi per noi é stata una giornata pessima.
Angelica é stata malata nel fine settimana, ha avuto un po' di febbre che ha preso all'asilo la settimana scorsa e da ieri mi diceva di non volerci andarei oggi, a differenza dei primi due giorni.
Passate di li per dirglielo le signorine hanno insistito perché si fermasse lo stesso, dicendo che ogni bambino all'inizio fa qualche difficoltà nell'inserimento. Poco convinta si é fatta prendere in braccio da una di queste però appena più lontano é scoppiata a piangere.
Io la sentivo dall'altra stanza (sono rimasta per un po' li) e si é calmata solo dopo una decina di minuti di "dov'é mamma, voglio stare con mamma". Per me é stata una sofferenza come mai avevo provato e uno shock tremendo.
Nelle due ore in cui l'ho lasciata (il negozio dove lavoro e l'asilo sono a circa 30 mt di distanza) non sono riuscita a fare altro che piangere e aspettare che venisse il momento di andare a riprenderla.
Ho anche chiamato dopo una mezz'ora per sentire come andava - in lacrime anche io, al telefono - mentre mi dicevano che andava tutto bene.

Quando l'ho ripresa come mi ha vista mi é venuta incontro con le braccine alzate, mi ha dato un bacino e mi ha detto: "mamma ti cercavo, tu non c'eri e io piangevo all'asilo". "Voglio andare in un altro asilo, dove c'é anche mamma".

Mi hanno detto che é una cosa normale. Che tutti i bambini fanno così, con l'intento di rassicurarmi.
Però a me questo genere di cose non mi rassicura per niente, anzi, sono la prova che i miei dubbi sono fondati: i bambini stanno malissimo lontano dalle loro mamme e viceversa. E quando hanno bisogno la loro mamma deve essere li pronta.
Ma come si fa ad affermare che é "normale"?
Che "passa" e che i bambini "si abituano"?
I bambini secondo me si rassegnano (e così i loro genitori) non avendo altra scelta, questa é la verità. E io non so se riesco a farmela andare bene.

Se entrambe stiamo male non può essere una cosa normale.
Angelica non ha mai avuto manifestazioni del genere, é sempre stata una bambina serena, in diverse occasioni si sono presentare situazioni nuove e il suo atteggiamento é sempre stato positivo e di accoglienza.
Quando il pomeriggio la lasciavo dalla nonna faceva storie per tornare a casa. Ieri e oggi invece ad un certo momento mi sono vista arrivare la nonna che me la riportava, dopo un'ora o poco più, perché lei chiedeva di me con insistenza.
Perché questo cambiamento repentino? E' UN TRAUMA?
E sarebbe questa la normalità, traumatizzarli?

Adesso la devo smettere perché tutto questo piangere non fa nemmeno bene al bambino che ho nella pancia. Stamattina poi mio marito non c'era. Testimoniava in tribunale per una causa relativa al suo lavoro e sono riuscita a sentirlo solo poco fa.
Tutto sommato meglio, se no chissà come avrebbe passato la mattinata anche lui sapendo come stavamo; ora sta tornando, tra un'oretta dovrebbe essere qui.

Ve beh, cosa vuoi farci.
Suppongo che questa sia la vita che mi aspetta con un figlio: una serie di imposizioni e condizionamenti dovuti a questo schifo di società che ti obbliga a privarti del rapporto con chi più ami al mondo: i tuoi bambini.
Qualcosa di veramente doloroso da provare.

Pensavo stamani che una volta gli asili non esistevano. I bambini vivevano nei cortili tutti insieme, a contatto con bambini grandi, piccoli e alle famiglie e ai nonni di tutti. Questa era la comunità. Oppure i genitori li portavano con loro in campagna e li facevano giocare nei dintorni.
Nessun bambino si disperava mai perché la sua mamma non c'era: sapeva sempre dove trovarla e intorno c'erano comunque tutti gli altri coi quali era cresciuto piano piano, giorno dopo giorno, imparando quindi a frequentarli e a conoscerli.
Oggi da un giorno all'altro il tuo bambino é sparato dentro una realtà nuova, che non ha nemmeno mai visto prima di quel giorno: visi e persone imposte a lui e a loro stessi, dentro a schemi che forse non vanno bene.
Quale dovrebbe essere la reazione normale? Quella che ha la mia bambina.
Angelica é disorientata e non mi importa niente se tutti mi dicono che é normale: noi due -io e lei - sappiamo che non lo é.

Forse devo diventare un po' più forte. Ma no, non é questo, sono già abbastanza forte.
La verità é un'altra e usiamo la parola corretta: devo diventare più insensibile.
Perché é quello che serve alla società di oggi.
Non so se ce la faccio a farmelo andare bene. Più che altro adesso piango.

Iregaia
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Messaggio da Iregaia » lun ott 17, 2005 4:07 pm

Mi spiace per te Goccia, l'unica cosa che posso dirti è che fa davvero male quando li lasci lì e li senti piangere. Fortunatamente Gaia appena si distrae con qualcosa smette subito (30sec-1min). All'inserimento io non ho avuto problemi, ce li ho ora dopo 1 anno, quando la lascio piange cercando di rimanermi attaccata, ma dopo poco smette, io cerco di farmi forza ed uscire e quando sono fuori sbircio dalle finestre e vedo che è tutto a posto. Però posso assicurarti che tanti bimbi sono disperati al momento di andare all'asilo e magari piangono per un totale, ma dopo sono felici e contenti a giocare con gli altri. Cerca di farti forza, magari in questo momento con gli ormoni "a balla" il piangere viene anche più facile, ma cerca di tirarti su e di non essere disperata, lei lo sente e lo sente anche il bimbo in pancia.
Dimenticavo una cosa, in questo momento tieni conto che l'hai staccata dalla tetta e sta arrivando il fratellino, magari anche lei vuole per questo starti più attaccata!
Un abbraccio forte da Irene

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andrea grasselli
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Messaggio da andrea grasselli » lun ott 17, 2005 6:25 pm

cara valeria,

ti scrivo dopo aver letto il tuo racconto e aver parlato con te al telefono. mi si è stretto il cuore nella lettura e ancora di più sentendoti piangere. come ti ho detto a voce, ti sono vicino.

com'è difficile essere rispettati nel proprio amare e nel proprio sentire. siamo nella società del tutto razionale, dove le signorine dell'asilo insistono, perché loro sanno cosa è normale e giusto.

si sono proposte proprio male verso di voi. avrebbero dovuto chiedervi cosa sentivate dentro di voi. non l'hanno fatto, convinte come sono di essere nel giusto, insistendo, dando risposte a domande che non vi hanno neanche posto. no, per me non è questo il modo di far crescere i cuccioli.

della vita fa parte anche la sofferenza: leggendoti e parlandoti mi sono chiesto se la sofferenza è inevitabile nella crescita dei bimbi. non ho risposte definitive a questa domanda, ma credo che una parte della sofferenza venga imposta dalla "normalità" della nostra società. tempi e ritmi il più possibile uguali per tutti, in modo da avere una società standardizzata, con tanti bravi sudditi pronti ad ubbidire.

cara valeria, non farti andare bene questa normalità, questa abitudine, questa rassegnazione, questa insensibilità, questo traumatizzare i bimbi. questa normalità non esiste. questo schifo di società tanta di privarti del rapporto con chi più ami, ma sento che con voi non ce la farà. state facendo una scelta diversa dalla grande massa informe, e sarà difficile. per restare libere da imposizioni e condizionamenti c'è e ci sarà anche da soffrire, ma sarà una sofferenza per far prevalere l'amore, non per soffocarlo. la reazione della tua bambina è spontanea, sincera, non inquinata dalla "normalità".

può essere facile banalizzare questo nostro modo di percepire la realtà, sostenendo razionalmente che l'allontanamento fa soffrire un attimo e che poi passa tutto. ma noi non siamo solo fredda razionalità, siamo innanzitutto esseri umani che hanno bisogno di amore per vivere.

ci sono nella vita alcune sofferenze che ci sorpassano, a cui non possiamo dare spiegazione. ma queste sofferenze imposte dalla "normalità" sono inutili. nell'amore sarete più forti e preparerete il terreno per un distacco sereno.

ti abbraccio forte.
andrea

Antonella Sagone
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Messaggio da Antonella Sagone » mar ott 18, 2005 12:58 am

cara Valeria,
mi si strazia il cuore anche a me nel sentire il tuo racconto; anche io e credo molte di noi hanno vissuto esperienze analoghe.
Se puoi gestire l'inserimento con più calma, non farti intimidire dalle affermazioni delle puericultrici che si atteggiano con tanta sicurezza: loro non sanno nulla di te e tua figlia, voi due sapete benissimo cosa è meglio per voi e non c'è nulla di sbagliato nel farlo sapere anche a loro. Potete scegliere, l'inserimento è per diritto e per legge una cosa graduale che va gestito con i tempi del bambino e non con quelli imposti dall'istituzione.
Rifletti se è proprio necessario l'asilo in quesot momento, o se c'è un'alternativa meno "ottusa" a questa che avete sperimentato.
certo, alla fine i bambini si adattano: ma non vedo una cosa buona in questo.

Non c'è bisogno di discutere con le educatrici e nemmeno di dimostrare chi ha torto e chi ha ragione: semplicemente, fai le cose con i vostri tempi, e lasciale parlare: sei tu che decidi, per fortuna non è ancora scuola "dell'obbligo"!
Antonella

Gio
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Messaggio da Gio » mar ott 18, 2005 9:12 am

Ciao Valeria.
Con il tuo messaggio mi hai fatto ricordare i tempi dell'inserimento di Francesco.
Terribile ma, per me, necessario.
Terribile perchè Francesco è un bambino tenero e delicato nei sentimenti, ma molto energico nelle sue richieste, necessario perchè non mi posso permettere (economicamente parlando) di non lavorare, nè lavoro in proprio, tanto da poterlo tenere accanto a me durante il lavoro. In più il suo inserimento è capitato a pochi mesi dalla nascita della sorellina, in una situazione di ulteriore fragilità emotiva da parte sua, stanchezza da parte mia e instabilità organizzativa di tutta la famiglia.

Se riguardo come sono andate le cose per noi, ti posso confermare una teoria che avevo già sentito, e cioè che i bambini che piangono di più e protestano e si deprimono durante l'inserimento sono quelli che poi, superato questo periodo, si inseriscono meglio e non hanno le "ricadute".
Sì, perchè vedo che (non solo al nido, ma anche alla materna e in qualche caso capita anche in prima elementare) ci sono dei bambini più tranquilli e paciosi, che non fanno una piega quando la mamma va via nel periodo dell'inserimento (per Rita: diversi da Nicolas che ti fa ciao con la manina e ti sorride - non vorrei che con questo messaggio cerco di sollevare Valeria e butto giù te) e poi, verso novembre-dicembre non vogliono più andare al nido o a scuola ... e questo è ciò che le educatrici chiamano "ricadute".

Detto questo, Valeria, se puoi stare a casa e tenertela ancora un anno con te o, almeno, dilatare i tempi dell'inserimento finchè non sarete più tranquille entrambe ... fallo ... sono sacrosante le obbiezioni che hai fatto.

E' anche vero che è normale e non naturale quello che ci capita in questa società e non solo per quanto riguarda i bambini, ma per quanto riguarda ogni aspetto della nostra vita; ma siamo nati qui ed ora ed è qui ed ora che dobbiamo vivere, con le risorse nostre interne e con quelle che abbiamo intorno a noi.
Potresti vedere tutto questo come una sfida che la vita ti propone e vedere come tu, Valeria, rispondi a questa difficoltà nella tua vita di madre.

Ti abbraccio forte (senza schiacciarti la pancia, che forse, come dice Irene, la sua parte nel tuo piangere la sta facendo alla grande).

andrea grasselli ha scritto:le signorine dell'asilo insistono, perché loro sanno cosa è normale e giusto.
si sono proposte proprio male verso di voi. avrebbero dovuto chiedervi cosa sentivate dentro di voi. non l'hanno fatto, convinte come sono di essere nel giusto, insistendo, dando risposte a domande che non vi hanno neanche posto.
Posso spezzare una lancia a favore delle educatrici degli asili?

Ma cosa dovevano fare e dire secondo te?
E' vero che "avrebbero potuto" essere più acoglienti e per lo meno proporre un inserimento con tempi più lunghi, ma niente di più.
Normalmente sono in numero non adeguato alla quantità di bambini che si trovano a gestire, capisco (anche se non approvo) che non abbiano voglia e/o tempo di gestire anche le mamme e che si creino delle risposte un po' standard per "difendersi" dai genitori ansiosi (perchè poi lo siamo tutti, chi più chi meno) e tranquillizzarli ... non credo che siano "convinte di essere nel giusto" ma che abbiano l'esperienza che permette loro di dire: "insistiamo a far venire qui la bambina anche se piange, perchè se te la tieni ancora a casa e rimandi tutto di un mese, tra un mese ricominciamo daccapo".
Hanno fatto piangere anche me con una risposta brusca (avevo obbiettato dicendo che, visto che il bambino piangeva tanto e si ammalava così spesso nei primi tempi del nido, forse sarebbe stato meglio farlo stare qualche settimana con la nonna; mi è stato risposto "se non sono convinte le mamme, come fanno a sentirsi sicuri i bambini?" e poi questa maestra detta questa frase lapidaria se n'è andata); mesi dopo, quando abbiamo avuto modo di ridiscutere l'argomento e Franci era già bene inserito, Patrizia (questo il nome della maestra) si è scusata, ricordandosi perfettamente dell'episodio, e spiegandomi che mi aveva incrociata per caso e non poteva parlare con me perchè in quel momento erano solo in due e lei stava prendendo degli stracci per pulire dove due bambini avevano appena vomitato ... stava arrivando l'influenza e avevano molti bambini che stavano male ... perchè non ci sono solo le mamme che si fanno venire i patemi d'animo, ci sono anche quelle che mandano lì anche se stanno male, pur di levarseli dai piedi ...
Poi c'è il sentimento di rivalità che si instaura tra genitori ed educatrici per avere la "custodia privilegiata" dei piccoli ... insomma, è vero, spesso ci stanno sulle scatole, spesso siamo noi che stiamo sulle scatole a loro ... ma poi per i nostri bambini sono degli angeli custodi che, in più, li fanno anche divertire ... alla fine siamo tutte, tutti, sulla stessa barca e più collaboriamo più facilmente la barca non affonda ...

Pace, Forza e Gioia

Gio

goccia
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Messaggio da goccia » mar ott 18, 2005 12:12 pm

Questa mattina all'asilo non ci siamo andate.
E non ho nemmeno chiamato per avvertire: voglio evitarmi discussioni, visto come é andata ieri (ho pianto anche nel pomeriggio, a intervalli di tempo). Rimando.

Ieri sera con Dino ne abbiamo parlato e abbiamo deciso che non fa per noi; non faceva per noi il nido ed evidentemente siamo ancora di questo avviso per la scuola materna.
Abbiamo anche parlato con lei dicendole che se vorrà andare all'asilo ce lo dirà, quando se la sente, altrimenti andrà bene così: la mamma la terrà vicino in negozio e una soluzione la troviamo.

Non fa per noi imporle qualcosa che non vuole.
Non fa per noi lasciarla piangere disperatamente.
Non vogliamo tradire la fiducia che ha in noi.
Non vogliamo raccontarle bugie.

Rispettando i suoi sentimenti ci sembra di insegnarle che nella vita potrà decidere, che é lei a decidere nel bene e nel male e noi le saremo sempre solo di supporto nelle sue decisioni perché siamo qui per questo.
E' piccola, é vero, ma capisce tutto: questo noi lo teniamo sempre presente.
E al bene del proprio bambino se non ci pensano i genitori, chi ci deve pensare?

Oggi sono più serena, anche Angelica é stata bene oggi.
Adesso siamo qui da papà e mangiamo insieme.
Lei parlotta in giro per l'ufficio e gioca col suo camioncino giallo.

Grazie a tutti per il supporto e gli abbracci, di cui avevo bisogno.
Ognuno di noi ha certamente fatto tutto ciò che poteva per dare il meglio ai propri bambini, trovando una soluzione che andava bene ad entrambi.
Quello che di meglio posso fare io in questo momento, che va bene ad entrambe, é continuare a tenerla con me.

Andrea, bellisime queste tue parole:
andrea grasselli ha scritto: cara valeria, non farti andare bene questa normalità, questa abitudine, questa rassegnazione, questa insensibilità, questo traumatizzare i bimbi. questa normalità non esiste. questo schifo di società tanta di privarti del rapporto con chi più ami, ma sento che con voi non ce la farà. state facendo una scelta diversa dalla grande massa informe, e sarà difficile. per restare libere da imposizioni e condizionamenti c'è e ci sarà anche da soffrire, ma sarà una sofferenza per far prevalere l'amore, non per soffocarlo. la reazione della tua bambina è spontanea, sincera, non inquinata dalla "normalità".
Ciao,

Alex81
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Messaggio da Alex81 » mar ott 18, 2005 1:45 pm

Ciao Valeria,
sono contento che tu oggi stia meglio. Ho letto il tuo sfogo e mi ha molto colpito... credo che tu abbia fatto bene a scegliere quello che ritieni giusto per te e la tua bambina piuttosto che quello che la società vorrebbe "imporvi" di fare, perchè secondo loro è giusto così.
D'altronde la scuola materna non è obbligatoria, conosco tantissima gente che non l'ha frequentata, e non mi sembra ne abbia risentito :)
Se poi dev'essere una sofferenza sia per te che per lei, per carità... non vedo cosa avrebbe potuto apportare di positivo.
Adesso godetevi la compagnia reciproca e cercate di stare più tranquille :)

Un abbraccio,
ALEX

anan
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Messaggio da anan » mar ott 18, 2005 9:40 pm

ciao, sono felice di leggere che siete più sereni.

noi abbiamo fatto una settimana di lacrime.
poi abbiamo deciso di cambiare sezione e di andare in una con un'insegnante solare che ci ispirava fiducia. in questa nuova classe alesandro ha incontrato un suo amichetto dei giardinetti.
nell'attesa del trasferimento alessandro ha fatto una settimana di pausa.

il primo giorno al ritorno mi ha accolto dicendo tutto fiero: ho pianto poco.
alla fine della settimana da detto: hp pianto poco poco... mi sto abituando.

ora va proprio bene, tranne il fatto che digiuna. ma passerà anche questa.

sul piangere credo che il punto sia quanto e come piangono. cioè, una cosa è piangere poco poco per dire: mamma/papà mi mancherai un'altra è essere disperati.

ah, dimenticavo. un'altra scelta è stata quella di farlo accompagnare sempre dal papà. io piangerei in ogni caso sia per la felicità di vederlo autonomo e felice nella sua aula sia per il dolore eventuale di vederlo in lacrime.

ciao
anna

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Messaggio da AnnaD » mer ott 19, 2005 9:58 am

Non ho fatto in tempo a darti il mio appoggio, goccia, ma avrei voluto suggerirti proprio quello che hai scelto di fare. Che sollievo!!!
Bisognerebbe chiedere alle nostre parlamentari di proporre il diritto a tre anni di aspettativa per maternità, a stipendio zero: io ho potuto farlo con un po' di faccia tosta e la 'fortuna' di un periodo non florido per la mia ex-azienda. Poi mi sono dimessa... Ma dovrebbe essere un diritto costituzionale.
Anna

andrea grasselli
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Messaggio da andrea grasselli » mer ott 19, 2005 10:52 am

cara gio,
Gio ha scritto:Posso spezzare una lancia a favore delle educatrici degli asili?
Ma cosa dovevano fare e dire secondo te?
valeria e angelica erano andate all'asilo solo per comunicare alle educatrici che angelica quel giorno non si sarebbe fermata. loro non hanno ascoltato, hanno insistito per fare restare angelica.
Gio ha scritto:E' vero che "avrebbero potuto" essere più acoglienti e per lo meno proporre un inserimento con tempi più lunghi, ma niente di più.
la chiave è tutta nell'ascolto di mamma e bambino, ciò che loro non hanno fatto.
Gio ha scritto:non credo che siano "convinte di essere nel giusto" ma che abbiano l'esperienza che permette loro di dire: "insistiamo a far venire qui la bambina anche se piange, perchè se te la tieni ancora a casa e rimandi tutto di un mese, tra un mese ricominciamo daccapo".
non sono genitore, quindi è difficile dire per me. ne ho parlato anche con antonella. è chiaro che parlare delle educatrici è una generalizzazione, comunque c'è una dilagante cultura del distacco, dell'insensibilità, della freddezza. è questa la cosa che penso abbia fatto maggiormente male a valeria e angelica.
Gio ha scritto:"se non sono convinte le mamme, come fanno a sentirsi sicuri i bambini?" e poi questa maestra detta questa frase lapidaria se n'è andata); mesi dopo, quando abbiamo avuto modo di ridiscutere l'argomento e Franci era già bene inserito, Patrizia (questo il nome della maestra) si è scusata, ricordandosi perfettamente dell'episodio, e spiegandomi che mi aveva incrociata per caso e non poteva parlare con me perchè in quel momento erano solo in due e lei stava prendendo degli stracci per pulire dove due bambini avevano appena vomitato...
bello che si è scusata, ma intanto la situazione di sofferenza l'aveva creata. capisco lo stress, ma nella loro preparazione dovrebbero essere pronte soprattutto alle questioni delicate dell'inserimento.
Gio ha scritto:stava arrivando l'influenza e avevano molti bambini che stavano male ... perchè non ci sono solo le mamme che si fanno venire i patemi d'animo, ci sono anche quelle che mandano lì anche se stanno male, pur di levarseli dai piedi ...
questa è una cosa molto triste. fa parte della cultura della freddezza e dell'insensibilità.
Gio ha scritto:Poi c'è il sentimento di rivalità che si instaura tra genitori ed educatrici per avere la "custodia privilegiata" dei piccoli ... insomma, è vero, spesso ci stanno sulle scatole, spesso siamo noi che stiamo sulle scatole a loro ... ma poi per i nostri bambini sono degli angeli custodi che, in più, li fanno anche divertire ... alla fine siamo tutte, tutti, sulla stessa barca e più collaboriamo più facilmente la barca non affonda ...
sì, è bello collaborare in tante e tanti...
Gio ha scritto:Pace, Forza e Gioia
... però questo ci vuole. pace, soprattutto. e la cultura della freddezza, del non ascolto, del distacco non portano pace.

baci andrea

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raggiodisole
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Messaggio da raggiodisole » mer ott 19, 2005 11:34 am

Mi permetto di dire la mia opinione, anche se mia figlia ha ormai 14 anni:
Goccia, non lasciarla a casa la tua bambina!
Anch’io ho *sofferto* per questo distacco, ma , con il senno di poi, ti posso dire che siamo più noi mamme che soffriamo per questo distacco; i bambini non soffrono quanto noi, credimi..
A tre anni possono cominciare a frequentare altri lidi , certo gradatamente, ma con fermezza! Se non le farai frequentare la scuola materna , avrà problemi di inserimento alla scuola elementare, e questo è peggio. I bambini poi sono furbissimi: capiscono la *sofferenza* della mamma e ne approfittano – se così si può dire- per volere quello che vogliono: stare incondizionatamente vicino alla mamma.

Ma qualche ora di lontananza dalla mamma (e non è una crudeltà, credimi) non ha mai ucciso nessun bambino, né tantomeno disturbato psicologicamente. E poi alla scuola materna imparano tante cose, tra cui socializzare fuori dal controllo materno.

A seconda della mia esperienza, ti posso dire che se tu sei serena nell’accompagnare tua figlia all’asilo, sarà serena anche lei; magari tenterà qualche capriccetto , o la crisi si farà sentire più tardi, è ovvio, ma se tu sei serena, non ci saranno problemi:

Noi li teniamo troppo chiusi nelle campane di vetro, sti benedetti figli!

un bacio da raggiodisole :)

Gio
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Messaggio da Gio » mer ott 19, 2005 12:36 pm

andrea grasselli ha scritto:valeria e angelica erano andate all'asilo solo per comunicare alle educatrici che angelica quel giorno non si sarebbe fermata. loro non hanno ascoltato, hanno insistito per fare restare angelica.
Ops ... questo mi era sfuggito ... scusami Valeria.
andrea grasselli ha scritto:
Gio ha scritto:"se non sono convinte le mamme, come fanno a sentirsi sicuri i bambini?" e poi questa maestra detta questa frase lapidaria se n'è andata); mesi dopo, quando abbiamo avuto modo di ridiscutere l'argomento e Franci era già bene inserito, Patrizia (questo il nome della maestra) si è scusata, ricordandosi perfettamente dell'episodio, e spiegandomi che mi aveva incrociata per caso e non poteva parlare con me perchè in quel momento erano solo in due e lei stava prendendo degli stracci per pulire dove due bambini avevano appena vomitato...
bello che si è scusata, ma intanto la situazione di sofferenza l'aveva creata. capisco lo stress, ma nella loro preparazione dovrebbero essere pronte soprattutto alle questioni delicate dell'inserimento....
Ma Andrea, sono preparate ... ma sono esseri umani come me e come te ... quando una mamma va a fare il colloquio prima dell'inserimento, se non ha già vissuto la situazione anche solo per il racconto di qualcun altro non conosce le difficoltà cui andrà incontro e sono proprio loro a prepararla. Con le mie è successo così. Sono andata lì con un'idea e ne sono uscita con un sacco di informazioni e raccomandazioni ... ad esempio quella di essere più "contenitiva" con il bambino, più rassicurante, più disponibile, perchè lui in quel momento così delicato avrebbe avuto bisogno di queste attenzioni dai suoi genitori.
Poi però anche per loro può subentrare la stanchezza, la delusione per cose che nelle scuole accadono (ad esempio i rapporti con le mamme che i bambini li "parcheggiano" lì per essere più libere anche se se li potrebbero guardare loro), l'impotenza nei confronti dell'istituzione-scuola nel momento in cui vogliono apportare delle innovazioni, la frustrazione del non poter svolgere al meglio il proprio lavoro perchè sono sempre in numero inadeguato al numero dei bambini ... Non è una pubblicità agli asili e alle scuole materne, ma è che ero davvero molto prevenuta e i primi mesi non sono stati facili, nè per me, nè per mio figlio, ma una volta che ho conosciuto queste donne e che ho capito "di cosa si tratta, cosa comporta la custodia di diversi bambini contemporaneamente", penso di avere capito cosa voglia dire fare l'educatrice con bambini così piccoli e sono arrivata alla conclusione che o ne hai la vocazione o non resisti una settimana; io, per esempio, non ce la farei.
Pensa che alla fine dell'anno le ho viste piangere nel salutare quelli che erano diventati i "loro" piccoli di 3 anni, quelli che l'anno successivo sarebbero andati alla scuola materna.

E poi sento i commenti di mia suocera, insegnante in una scuola materna: ma nelle sue parole e nei suoi toni senti un amore per questi bambini che non ti immagineresti da una "maestra". Spesso le dobbiamo chiedere di cambiare discorso e le facciamo notare che diventa monotematica quando ci racconta dei bei disegni di Arturo o dei progressi che ha fatto Sofia ...
andrea grasselli ha scritto:
Gio ha scritto:stava arrivando l'influenza e avevano molti bambini che stavano male ... perchè non ci sono solo le mamme che si fanno venire i patemi d'animo, ci sono anche quelle che mandano lì anche se stanno male, pur di levarseli dai piedi ...
questa è una cosa molto triste. fa parte della cultura della freddezza e dell'insensibilità....
Sì, questa è una cosa molto triste, ma reale. E spesso si sente il disagio nelle parole e nei comportamenti delle educatrici nei confronti di questa situazione.
Durante l'inserimento di Francesco alla materna una bambina si è avvicinata a me e a Federica che eravamo andate a prendere Franci e, facendo finta di niente, stava per mordere Fede sulla guancia.
La maestra non l'ha sgridata ma le ha fatto notare che cosa aveva fatto. Poi mi ha spiegato che questa bambina (5 anni) ha dei grossi problemi in famiglia (senza andare nello specifico).
Dopo quell'episodio ho visto la piccola morsicatrice quasi sempre in braccio alla maestra a farsi coccolare ... e lei che se la teneva vicino volentieri.

Ora, lo so che le mie parole possono sembrare l'elogio delle comunità infantili, ma non è questo che vogliono essere. Immagino che ci siano anche altre realtà meno felici, ma se su nove maestre e educatrici che ho avuto modo di conoscere sono tutte e nove delle persone così belle, la percentuale di "realtà meno felici" debba essere piuttosto bassa (oppure sono molto fortunata ... non so).
Perciò, care mamme che leggete e che magari siete in ansia su questo argomento: se potete tenetevi i vostri bambini vicino a voi (anche se almeno l'ultimo anno di materna mi sembra un buon trampolino di lancio per affrontare bene le elementari, come dice raggiodisole), a casa o in negozio, ma se non potete e dovete mandarli all'asilo ... state serene, andrà tutto bene.

Gio

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raggiodisole
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Messaggio da raggiodisole » mer ott 19, 2005 1:51 pm

Sì..i bambini non soffrono ad andare all’asilo, salvo rarissime eccezioni , ma sono proprio rare!

Certo , ricordo alcune mattine che io e mia figlia uscivamo di casa con le pive nel sacco, lei piagnucolando con il ciuccio in bocca (!) - che in teoria aveva già buttato via da un pezzo , ma che riesumava solo in quelle occasioni- e io con il magone (che riuscivo a nascondere, però) nel vederla così , ma quando andavo a riprenderla, novantanove volte su cento era sempre serenissima, anzi, a volte (giuro) voleva stare ancora lì , e mi raccontava dei suoi compagni e dei suoi giochi e di quello che imparava ogni giorno : un sacco di cose (disegnare, colorare, tagliare, dipingere - a volte anche litigare con i propri compagni eh ! ) - e poi tornate a casa , ovviamente me la coccolavo tutta fino all’ora di andare a dormire (salvo il tempo per fare le mie cose); nell’ultimo anno aveva anche imparato a leggiucchiare e a scribacchiare il suo nome!

È un motivo di crescita e di socializzazione, andare all’asilo! I bimbi dell’asilo, non sono più i bimbi del nido, che quelli sì hanno bisogno di stare appiccicati alle loro mamme, ma sono bimbi che vanno ormai verso i quattro anni, e questi bimbi, camminano , parlano, mangiano da soli e non fanno più la cacca e la pipì nel pannolone! Possono avere certissimamente parecchie ore proficue di autonomia fuori dal cerchio materno!.
Può capitare di lasciarli a casa qualche volta e coccolarli e tenerli stretti e stropicciarli tutti, eccetera, ma secndo me è meglio non fare di questo una regola!. Se noi continuiamo ad assecondarli nei loro capricci, (è ovvio che loro vorrebbero rimanere a casa) i genitori avranno vita dura a dargliela sempre vinta!


Io quando ero piccola non sono mai andata all’asilo perché mia madre non lavorava, ed ero sempre letteralmente appiccicata a lei, con il risultato che in prima elementare ho subito un trauma pazzesco e ho fatto una fatica boia ad inserirmi con i risultati che si possono immaginare!


goccia, vai tranquilla , usa dolcezza (sono sicura che non ti manca) ma anche fermezza! :)

goccia
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Messaggio da goccia » mer ott 19, 2005 1:53 pm

raggiodisole ha scritto:Goccia, non lasciarla a casa la tua bambina!
troppo tardi, già deciso ...
raggiodisole ha scritto:Se non le farai frequentare la scuola materna , avrà problemi di inserimento alla scuola elementare ...
questo mi sa che é tutto da vedere.
raggiodisole ha scritto:I bambini poi sono furbissimi: capiscono la *sofferenza* della mamma e ne approfittano – se così si può dire- per volere quello che vogliono: stare incondizionatamente vicino alla mamma.
Vuoi dire che quando mi ha chiesto "mamma pecché piangi?" se ne approfittava?
Le ho risposto che era "perché mi dispiaceva vedere che lei piangeva" e con la voce lacrimevole mi ha risposto "mamma, pe' favoe non piangee".
Io direi che capiva solo che c'era una sofferenza e mi chiedeva i motivi.
Li abbiamo fatto un patto: io non piangevo se lei stava bene.
raggiodisole ha scritto:Ma qualche ora di lontananza dalla mamma (e non è una crudeltà, credimi) non ha mai ucciso nessun bambino, né tantomeno disturbato psicologicamente.
Qualche ora di lontananza così com'é andata era crudeltà pura: lo era per me quindi lo era anche per lei (2+2=4)

Per quanto riguarda il disturbo psicologico, prima dell'avvento dell'asilo Angelica ha passato pomeriggi interi dalla nonna e quando passavo a riprenderla non voleva venire, voleva rimanere a dormire li.

Era una bambina socievolissima, abbracciava i bambini che incontrava o in alternativa gli prendeva la manina, se andavano via li chiamava a gran voce ("bambinooooo") e provava a fermarsi a giocare con loro dandogli i giocattoli che teneva in mano.
Oggi non passa un'ora (o poco più) che la nonna me la riporta perché mi cerca piangente.
Perché questo cambiamento?
Dei bambini gliene importa meno di meno e li osserva, in braccio a me.

L'ho portata all'asilo perché i primi due giorni era lei a volerci andare e anzi usciva dicendo "vado all'asilo", con un sorriso grosso così.
Ci é andata tre giorni per 1 ora, un'ora e mezza, due ore.
Il terzo giorno io credo l'abbiano lasciata piangere troppo a lungo, senza venire ad avvertirmi, come eravamo d'accordo (tieni conto che non avevano il telefono ma l'asilo e dove sto io sono proprio attaccati) e da quel giorno in avanti dell'asilo senza di me non ne vuole più sapere.
La frase é: "andiamo in un alto asilo, dove c'é mamma".
raggiodisole ha scritto: A seconda della mia esperienza, ti posso dire che se tu sei serena nell’accompagnare tua figlia all’asilo, sarà serena anche lei; magari tenterà qualche capriccetto , o la crisi si farà sentire più tardi, è ovvio, ma se tu sei serena, non ci saranno problemi:
Ero più che serena i primi giorni. Ero anche un po' stupita.
Oggi non lo sono più.
raggiodisole ha scritto:
Noi li teniamo troppo chiusi nelle campane di vetro, sti benedetti figli!
Viva la campana di vetro, a due anni e mezzo ...


E adesso ti dico - e vi dico - com'é andata stamattina.
Non me la sentivo di passare all'asilo da sola e ho chiesto a Dino di venire con me; volevamo avvertire che Angelica era stata male, che é ancora un po' malata (ha una grossa febbricina sul labbro da qualche giorno, secondo me sintomo di stress) e che per qualche giorno ci saremmo prese una pausa.

Angelica era in braccio al papà e una volta chiusa la porta dell'asilo si é come irrigidita (la stavo controllando, per vedere le sue reazioni).
Quando la signorina le é venuta incontro per prenderla in braccio si é girata di scatto verso di me allungando le manine e poi di nuovo cercando di abbracciare anche il papà, nel tentativo di non farsi prendere, cercare come protezione e cominciando a piangere.

Attaccata dietro al grembiule della signorina, che la seguiva come un cagnolino, c'era una bambina più o meno dell'età di Angelica che piangeva senza sosta: io e Dino non abbiamo resistito, ci siamo chinati e le abbiamo rivolto due parole.
La signorina, come per giustificare il fatto, ci ha detto "questo é un inserimento"!?!?!!!!!!!!!!!
UN INSERIMENTO?!! Ma che maniera di esprimersi é?

Noi vedevamo UNA BAMBINA.
Sofferente e in lacrime.
L'insegnante vedeva "un inserimento".

La differenza é tutta qui, in queste parole.

Dino all'uscita:
"COL CAVOLO CHE CE LA RIPORTO!".

Probabilmente questa qui é solo la scuola sbagliata.
Sono certa che ci sono realtà migliori, ma credo che qui non ce ne siano di meglio.
Il mio problema é che per me, così, non va.
E per fortuna possiamo decidere diversamente.

Scusa raggio per il tono un po' duro ma adesso che ho smesso di piangere ho tirato fuori le unghie.
Non ce l'ho con te, fidurati, ce l'ho col sistema che secondo me qui fa acqua, anzi acquissima.
Ultima modifica di goccia il mer ott 19, 2005 2:38 pm, modificato 3 volte in totale.

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Messaggio da goccia » mer ott 19, 2005 1:57 pm

anan ha scritto: sul piangere credo che il punto sia quanto e come piangono. cioè, una cosa è piangere poco poco per dire: mamma/papà mi mancherai un'altra è essere disperati.
esatto, bisogna fare caso a questo e quando si trattasse della seconda ipotesi bisogna permettere alla mamma di stare vicino al bambino.
Se no non c'é niente da fare: é un trauma che tu stai causando al bimbo.

Chi dice che l'inserimento é standard per tutti?
E chi ha deciso che una settimana é il tempo ottimale?

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