ciao a tutte,
mamypuri ha scritto:La teoria del tenere i bimbi con sé, di andare contro ai voleri della società, sono belle parole, Andrea.
grazie, sono contento che siano belle. ma non sono solo parole.
so che non è facile dover gestire tanti aspetti della vita e portare avanti tutto. è un grande impegno.
ciò che critico io è il tipo di approccio. un approccio basato sulla cultura del distacco, della fredda razionalità. il grande scrittore hermann hesse ha detto: "la scuola riduce un essere umano originale in un essere utile alla società produttiva". quando lessi queste parole tanti anni fa, ne rimasi scombussolato. ma come, la scuola non fa crescere e aprire le vedute? col tempo, ascoltando con il cuore, riflettendo, cercando di vedere le cose al di là delle facciate, mi sono reso sempre più conto di quanto avesse ragione. è tutto un sistema costruito su un approccio utilitaristico alla vita, fatto di schemi e certezze preconfezionati, di divisioni, di categorie, di non ascolto.
dietro a tanti schemi sento la difficoltà di molti adulti di sentire e considerare i bambini alla pari. ciò che hanno da comunicarci i cuccioli è un patrimonio immenso. ma eravamo bambini anche noi, dove è finita la nostra "bambinità"? se n'è andata persa in buona parte in omologazione, frutto di potente pressione, che si manifesta poco in superficie. ma è possibile scovarla interrogando punti di vista e comportamenti che incontriamo quotidianamente.
non sto dicendo che i bambini sanno tutto, che sono perfetti. tutt'altro. ma neanche noi adulti lo siamo. allora: perché non interagire veramente con loro, aiutarsi reciprocamente, sullo stesso piano, per trovare delle soluzioni insieme?
mamypuri ha scritto:Una mamma, fuori dalla porta del nido, mi ha detto: “Se non lo porti più al nido, è come ritornare indietro. Il problema del distacco si ripresenterà più avanti.”
questa è una tipica frase fatta, un luogo comune senza fondamento. più avanti possono cambiare tante cose nel bambino che lo fanno sentire più preparato e soprattutto più invogliato ad affrontare altre esperienze.
mamypuri ha scritto:quello è un luogo per i bimbi, non per le mamme. Una permanenza della mamma più prolungata gli farebbe confusione in testa.
io qui ci vedo un'impostazione basata sulla divisione. cosa vuol dire che un certo luogo è per i bambini e non per le mamme? come ha scritto bene valeria più in alto in questo topic, sarebbe bello se gli esseri umani fossero maggiormente insieme, indipendentemente dall'età e da tanti altri fattori. nella nostra società si inizia molto presto a dividere i bambini, per far sì che più tardi siano brave personcine ubbidienti e ben integrate nel sistema. in questo nostro sistema, dove il 20% della popolazione mondiale consuma l'80% delle risorse e il resto sta male proprio a causa di noi che rubiamo.
se mettessimo l'amore al di sopra di tutto? ma allora cosa immagino io, un mondo tutto rose e fiori e vogliamoci bene? no, la vita è dura per tutti. questo mondo ovattato di nidi, asili e scuole (che non voglio demonizzare, ma voglio focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti) tende contemporaneamente a rendere difficile la spontaneità dell'approccio affettivo alla vita e a proteggere da tante realtà spiacevoli.
perché i bimbi non vengono confrontati con la povertà di chi sta male? perché non vengono accompagnati nei mattatoi per mostrare loro la realtà della "fettina" che hanno nel piatto? i bambini sarebbero molto sensibili a queste realtà, ma per questa società è importante che non le percepiscano. è più importante che vivano protetti e distaccati, nell'illusione di vivere in una società per bene.
crescendo, è più facile che abbiano difficoltà a relazionarsi affettivamente (quanto sono grandi i disagi in questo campo!) e a non provare empatia verso tutte le realtà aberranti di questa società, dalla depredazione dei paesi poveri, alla depredazione della natura, allo sfruttamento degli animali non umani, ai soprusi all'interno della nostra società.
cosa propongo allora? di mostrare ai bimbi la disperazione di questo mondo? per me ci vorrebbe purtroppo anche questo. ma come fare a non traumatizzarli troppo? è difficile, ma penso che grazie al calore di rapporti umani profondi e all'ascolto si può dare sostegno ai cuccioli e aiutarli nella difficile scoperta di questo mondo, nelle sue cose belle e in quelle brutte.
più si sentiranno coinvolti direttamente nelle scelte del loro percorso (non imponendo loro ad esempio nidi e asili fuori dai loro tempi), più avranno un bagaglio affettivo e una fiducia nei loro mezzi per affrontare tante situazioni nella vita.
penso che l'imposizione senza interagire alla pari porti ai bimbi una progressiva sfiducia verso il loro sentire.
andrea