Quarto giorno di asilo

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goccia
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Messaggio da goccia » mer ott 19, 2005 2:22 pm

raggiodisole ha scritto: Certo , ricordo alcune mattine che io e mia figlia uscivamo di casa con le pive nel sacco, lei piagnucolando con il ciuccio in bocca (!) - che in teoria aveva già buttato via da un pezzo , ma che riesumava solo in quelle occasioni- e io con il magone (che riuscivo a nascondere, però) nel vederla così , ma quando andavo a riprenderla, novantanove volte su cento era sempre serenissima, anzi, a volte (giuro) voleva stare ancora lì , e mi raccontava dei suoi compagni e dei suoi giochi e di quello che imparava ogni giorno : un sacco di cose (disegnare, colorare, tagliare, dipingere - a volte anche litigare con i propri compagni eh ! ) - e poi tornate a casa , ovviamente me la coccolavo tutta fino all’ora di andare a dormire (salvo il tempo per fare le mie cose); nell’ultimo anno aveva anche imparato a leggiucchiare e a scribacchiare il suo nome!
:)
vedi? Il ciuccio che aveva buttato da un pezzo ...
era la sua consolazione -non avendo altro- sintomo che qualcosa che non andava c'era.
Come faccio io che il ciuccio non glil'ho mai dato???? (scherzo)

Secondo: quando sono andata a riprenderla il terzo giorno era annichilita.
Rispondeva alle domande come un automa. SI e NO, punto.
Aveva una voce sottilissima, un filo di voce. Ci ha messo un'oretta a tornare com'era, in braccio.

Io sono andata all'asilo prestissimo, verso i due e mezzo.
Mia madre aveva mia sorella di poco più di un anno, sempre un po' malata, e mio fratello appena nato.
Lei mi diceva che mi piaceva andarci e credo sia vero perché una volta ho tentato di portarci (da sola) anche mia sorella.
Però quando le ho riferito che avrei provato con Angelica non voleva, diceva che era troppo presto e che avrebbe pianto tutto il tempo. Allora le ho chiesto di me!
Ma come??! Io ci ero andata alla stessa età!!!!
... sai cosa mi ha risposto? Che non aveva potuto fare diversamente.

Secondo te, perché io oggi sono così attenta a questa storia?
Potrebbe darsi che stia tornando a galla un aspetto del passato?
Io credo di si.
Ultima modifica di goccia il mer ott 19, 2005 2:41 pm, modificato 2 volte in totale.

goccia
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Messaggio da goccia » mer ott 19, 2005 2:33 pm

AnnaD ha scritto:Non ho fatto in tempo a darti il mio appoggio, goccia, ma avrei voluto suggerirti proprio quello che hai scelto di fare. Che sollievo!!!
Bisognerebbe chiedere alle nostre parlamentari di proporre il diritto a tre anni di aspettativa per maternità, a stipendio zero: io ho potuto farlo con un po' di faccia tosta e la 'fortuna' di un periodo non florido per la mia ex-azienda. Poi mi sono dimessa... Ma dovrebbe essere un diritto costituzionale.
Anna
Grazie!,
Non sai quanto sono d'accordo sulla proposta.
Io sarei anche a favore - in alternativa, perché ci sono donne che adorano lavorare - per l'asilo nido/materna aziendale, dove le madri possano così allattare rientrando al lavoro; il bimbo crescerebbe da subito in un ambiante dove c'é la madre e in seguito non ci sarebbero traumi da nuove realtà da subire.

Anche il mio capo é stato abbastanza "mito".
Angelica ce l'ho sempre avuta in ufficio: stava con Monica, la baby sitter, nella sala riunioni. Avevamo organizzato una spazio per lei impacchettabile all'occorrenza. L'ufficio (e la palazzina, in generale) sono la sua seconda casa.
A volte mi é capitato di scendere al bar, o in ascensore e trovavo persone che ... "ciao angelica" e io non sapevo nemmeno chi fossero.

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raggiodisole
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Messaggio da raggiodisole » mer ott 19, 2005 2:35 pm

goccia ha scritto:



Probabilmente questa qui é solo la scuola sbagliata.
Allora, molto probabilmente è la scuola che non va e magari anche le educatrici, visto che altri bambini piangono spaventati a sentire la voce della maestra. Magari non sono maestre ma aguzzine e quello non è un asilo ma un lager. Allora, posso capire. O magari la tua bimba ha avuto a che fare con comportamenti di altri bambini che l’hanno disturbata, visto che adesso li guarda solo stando in braccio a te. Prova ad indagare.

Ma i bimbi non soffrono ad andare all’asilo! Se la struttura è adeguata alle loro esigenze e se le educatrici sono persone competenti, anche la scuola materna è sinonimo di crescita e di sviluppo.

Ovviamente tu sei la madre e la scelta di una madre va sempre rispettata.

Per quanto riguarda le campane di vetro, io non voglio entrare in merito alle tue decisioni, ci mancherebbe: ti posso solo dire però – visto che ho un’esperienza di mamma lunga quattordici anni- che noi per i figli - solo con grandissima fatica riusciamo a trovare vie equilibrate – perché: o li chiudiamo in campane di vetro sin dalla più tenera età – cosa che non va bene nemmeno questa o li mandiamo allo sbaraglio totale.

Sì, fare i genitori , è proprio il mestiere più duro il mondo, ha ragione il proverbio!

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raggiodisole
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Messaggio da raggiodisole » mer ott 19, 2005 2:42 pm

AnnaD ha scritto:
Bisognerebbe chiedere alle nostre parlamentari di proporre il diritto a tre anni di aspettativa per maternità, a stipendio zero: io ho potuto farlo con un po' di faccia tosta e la 'fortuna' di un periodo non florido per la mia ex-azienda. Poi mi sono dimessa... Ma dovrebbe essere un diritto costituzionale.
Anna
si , sarebbe bello!..... però, passati i tre anni di aspettativa, il bimbo è giusto che vada all'asilo! eh :)
quando mia figlia era piccola, alcune mamme se ne stavano a casa tre anni (non retribuiti) , portando all'azienda un certificato medico del bimbo (quasi sempre fasullo, il certificato) ; adesso i pediatri però stanno più attenti, ho idea....

io stessa sono stata a casa fino a che la mia bimba ha avuto un anno d'età con un certificato di...diarrea ricorrente ! (non vero)

quanto ho sofferto, quando ho ripreso a lavorare! :(
Ultima modifica di raggiodisole il mer ott 19, 2005 2:47 pm, modificato 1 volta in totale.

alea
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Messaggio da alea » mer ott 19, 2005 2:47 pm

La mia esperienza personale di asilo è diametralmente opposta a quella di raggiodisole: ho resistito solo per tre giorni, poi mia madre, impietosita, mi ha tenuto a casa. Mi ha insegnato a leggere, a scrivere, a disegnare... Quando è venuto il momento di iscriversi alle scuole elementari, poiché sapevo già molte cose e sono nata in febbraio ho sostenuto un esame per entrare direttamente in seconda, a sei anni: mai avuto problemi di inserimento, distacco dalla madre, socializzazione, risultati scolastici (eccellenti fino alla laurea, e mi sono pure diplomata in conservatorio).
Questo per dire che ogni caso è a sé, e nessuno meglio di ciascuna madre sa cosa è giusto - e quando - per il proprio bimbo.
Ale

sabry
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Messaggio da sabry » mer ott 19, 2005 4:29 pm

AnnaD ha scritto:Bisognerebbe chiedere alle nostre parlamentari di proporre il diritto a tre anni di aspettativa per maternità, a stipendio zero: .... dovrebbe essere un diritto costituzionale.
Anna
Piu' che di questo io sento l'esigenza di una riforma della scuola materna...
più insegnanti, più attività, programmi dettagliati, servizi mensa più decenti....magari chi abita nelle grandi città ha più scelta....ma in periferia ci si deve accontentare....e sicuramente questo non è un motivo di serenità per la mamma...

Valeria, brevemente, ti stimo molto per come hai gestito la situazione!

un caro saluto

AnnaD
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Messaggio da AnnaD » gio ott 20, 2005 9:18 am

è vero, sabry, ma ultimamente hanno tagliato anche il personale, almeno da mia figlia, ci sono meno operatori e anche meno insgnanti di sostegno, laddove occorre. Sono nel comitato di gestione della scuola per cui sono rimasta inorridita quando ho scoperto che per le spese di gestione (cancelleria compresa quella per gli uffici, materiale per le classi e giochi, prodotti per le pulizie ....) c'è un budget di circa 5000 € annui per quattro scuole ....

Anna

sabry
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Messaggio da sabry » gio ott 20, 2005 10:43 am

sarò scontata, ma è davvero triste che il paese investa così poco (ovvero niente) nel nostro futuro...che sono i nostri bimbi....
una maestra ogni 28 bambini....che magari non è nemmeno di ruolo e da un anno all'altro cambia...che rabbia..

andrea grasselli
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Messaggio da andrea grasselli » ven ott 21, 2005 9:04 am

ciao a tutte,

maestre: è chiaro che bisogna distinguere, non esistono "le maestre", esiste ogni singola maestra e ognuna è diversa dall'altra. quindi c'è quella che ascolta molto e quella che ascolta poco.

nello stesso modo non ci sono "i bambini", ma c'è ogni singolo bambino, ognuno con la sua personalità e i suoi tempi di inserimento.

mi ha agghiacciato la situazione raccontata da valeria, dove la maestra vede "un inserimento" e non vede l'essere umano. per me ha fatto proprio bene dino a non volerla più riportare in quel posto.

vorrei mettere in evidenza due aspetti:
primo, c'è sempre il rischio di generalizzare e di basarsi su luoghi comuni. secondo me i bambini sono esseri umani completi ed è importante ascoltarli, con molto amore. nella nostra società, la fredda razionalità ha uno spazio troppo largo. la razionalità, se non interagisce con i sentimenti, diventa sterile.
secondo, sulla base di questa razionalità sterile si è sviluppata tutta una cultura del distacco, molto utile a dividere gli esseri umani tra di loro. da lì possono nascere i germi dell'esclusione, della competizione. con i risultati che vediamo: una società parecchio malata, perché composta di parecchi individui malati. malati di arrivismo, di non ascolto, di chiusura. ma non voglio dilungarmi in questa direzione.

concludo solo con la mia piccola esperienza: poco prima che nascessi, mia mamma ha smesso di lavorare. tre anni dopo è nata mia sorella. nostra madre è stata con noi. io ho frequentato solo un anno all'asilo, dai 5 ai 6 anni, e molto ad intermittenza, perché ero spesso malato. ricordo che l'asilo non mi era piaciuto. a 6 anni sono andato in prima elementare e non ho avuto nessun problema di inserimento. le elementari sono state un periodo sereno della mia vita, avevo degli amici e delle amiche.
dovrei considerare anche l'adolescenza per mettere in prospettiva la mia esperienza posivita fino ai 10 anni, ma purtroppo a quell'età ho subito un trauma abbastanza grosso (fuori dalla famiglia e dalla scuola, ma non voglio parlarne qui), che ha sbalzato tante cose.

un saluto da andrea

Rita
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Messaggio da Rita » ven ott 21, 2005 9:47 pm

Cara Valeria, purtroppo sono stata lontana dal forum x qualche giorno ed ho letto il tuo topic solo adesso.
Oggi non è serata, continuo a piangere...
Forse sono stanca o forse non ce la faccio più a sentire di mamme che devono lasciare i propri cuccioli e di cuccioli che piangono terrorizzati all'idea di essere lasciati dalle loro mamme.
Che società di cacca, che schifo, possibile che non ci siano alternative?!?
Secondo me, hai fatto benissimo, anch'io mi sarei comportata così,ovviamente avendone la possibilità.
E penso con tristezza a tutte quelle mamme che non hanno alternative ed il mio cuore è con loro.
E' una tristissima realtà, una realtà che bisogna sentire sulla pelle x capire quanto bruci...
Ti abbraccio e mando un bacio alla tua panciona ed alla tua dolcissima Angelica.
Sorridete!
Un bacio, Rita

goccia
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Messaggio da goccia » ven ott 21, 2005 10:00 pm

grazie, anche per le dimostrazioni di stima.

Stiamo bene insieme in questi giorni anche se, in pratica, dal punto di vista del lavoro non combino granché, non ce la faccio. Pazienza, vediamo se trovo una soluzione.

Oggi abbiamo visto il pulmino giallo della scuola.
Le ho spiegato che quello li era il pulmino che riaccompagnava a casa i bambini che erano andati a scuola per imparare a leggere e scrivere; quando sarebbe stata più grande avrebbe potuto andare a scuola anche lei.
Sai cosa mi ha risposto?
"Mi manca mamma all'asilo".

mamypuri
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Messaggio da mamypuri » lun ott 24, 2005 7:00 pm

Ho letto questo topic con interesse perché un mese fa avrei potuto usare io le parole di Valeria. Inserivo Cristian al nido, primo distacco in un anno di vita. Secondo me potrebbero chiamarla “crisi del quarto giorno”, un po’ come quella del settimo anno?!?..
I bimbi si rendono conto del distacco e piangono. La mamma, per normale reazione biologica, vorrebbe accorrere al loro richiamo, ma questo non le è permesso, perché i piccoli devono imparare a farsi consolare da un adulto diverso, che a malapena conoscono.
Cristian, come Angelica, si era ammalato con un po’ di raffreddamento, febbre, ma soprattutto un’afta sotto la lingua enorme che gli faceva un gran male e non gli permetteva di alimentarsi. Ed era stato questo a colpirmi di più!! “Per lo stress gli sono calate le difese immunitarie!” pensavo. Non posso permettere che soffra così tanto, troverò un’altra soluzione, piuttosto mi licenzierò, lo terrò sempre con me. Tutto, tranne farlo soffrire.
E parlo di crisi del quarto giorno, perché fuori dalla porta del nido, sentivo più o meno gli stessi discorsi dalle altre mamme, anche di bimbi più grandi.
Però io, a differenza di Valeria, con le educatrici ci ho parlato. La quinta mattina sono arrivata presto di proposito, per poterle avere a disposizione, e dire loro che non ero disposta a far soffrire il mio bambino per metterlo al nido (la sera prima avevo già scritto un’e-mail alla mia responsabile dicendo che pensavo di licenziarmi).
Le educatrici mi hanno spiegato, rassicurato. Hanno detto che nel pianto di Cristian vedevano la protesta, non la disperazione. E, in effetti, lui comunicava che gli mancava la sua mamma! Lui non parla, il pianto è il suo modo di comunicare! Ho chiesto se potevo rimanere in sezione con lui per più tempo, ma loro mi hanno spiegato che il bimbo deve capire che quello è un luogo per i bimbi, non per le mamme. Una permanenza della mamma più prolungata gli farebbe confusione in testa. Comunque ho chiesto loro di rallentare i tempi di inserimento (infatti anche se ci sono dei regolamenti che individuano tempi di massima in base all’età, ogni inserimento è diverso dall’altro,.. ops, pardon, ogni bambino è diverso dall’altro..) e infatti io e Cristian abbiamo usato tutto il mese a disposizione e anche di più, siamo andati lentissimi rispetto agli altri bimbi.
Cristian ora va al nido felice, perché da quel quinto giorno in cui mi sono chiarita con le educatrici, lui non ha più pianto. E sia perché ha visto più tranquilla me, o perché si è rassegnato, o perché lì ci sta bene davvero, fatto sta che io credo in quel servizio, lo preferisco alla baby sitter o alle nonne. Perché lì è tutto a misura di bambino, ci sono un sacco di giochi, fanno laboratori creativi, le torte di compleanno, i filmati, le foto, le gite.. Imparano un sacco di cose, sapessi, Valeria, come l’ho visto cambiare, da quando va al nido.. Solo per farti un esempio, ha imparato a giocare da solo, non richiede sempre la mia presenza, così posso stare con lui, fare qualche lavoro di casa, mentre lui gioca felice col secchiello delle mollette per stendere o qualche tegame.
Non sto cercando di convincerti, eh, tanto più che hai già fatto la tua scelta.
Ti ho solo riportato la mia esperienza, perché l’ho trovata simile alla tua. Una mamma, fuori dalla porta del nido, mi ha detto: “Se non lo porti più al nido, è come ritornare indietro. Il problema del distacco si ripresenterà più avanti.”. Ho condiviso questa affermazione.
Così come ho condiviso quella frettolosa detta a te: se non sono convinti i genitori, come possiamo pretendere lo siano i bimbi? E’ proprio così, perché loro capiscono!!
Evidentemente quel servizio non ti ha convinta, ed hai fatto bene a non portarci più la tua bimba. Però se lei è con te, non riesci a lavorare, e per te è un problema..
La teoria del tenere i bimbi con sé, di andare contro ai voleri della società, sono belle parole, Andrea. Ma una mamma, per un motivo o per l’altro, a un certo punto ha bisogno di staccare un po’ la spina, che sia per tornare a lavorare, o per fare le faccende di casa. Sennò poi si arriva a un punto in cui la ragione del nostro amore diventa anche la fonte di stress che ci fa capitolare, come è successo a Normaina.
Se Angelica ha 2 anni e mezzo, Valeria, perché non provi a inserirla in un nido? Uno degli aspetti positivi della legge Moratti è proprio poter scegliere che i nostri bimbi ritardino la scuola di un anno! Al nido il rapporto insegnanti bambini è in media 1:5, l’atmosfera è più raccolta, è una realtà più ideale ad una prima separazione. Poi a fine anno scolastico fanno tanti progetti di continuità, cioè vanno a trovare i bimbi della materna, e gli viene spiegato che l’anno dopo loro saranno lì, mangiano insieme ai più grandi, ci giocano.. Tanto che poi molti bimbi arrivano alla materna fieri di essere più grandi, in un ambiente che hanno già conosciuto, anche se è più dispersivo, con bimbi che già conoscono, e il passaggio è più indolore.
Scusate tutti se mi sono così dilungata, ma essendoci appena passata, questo argomento mi ha particolarmente preso.

goccia
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Messaggio da goccia » lun ott 24, 2005 8:42 pm

penserò sicuramente alle tue parole.
Grazie,

andrea grasselli
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Messaggio da andrea grasselli » mar ott 25, 2005 7:53 pm

ciao a tutte,
mamypuri ha scritto:La teoria del tenere i bimbi con sé, di andare contro ai voleri della società, sono belle parole, Andrea.
grazie, sono contento che siano belle. ma non sono solo parole.
so che non è facile dover gestire tanti aspetti della vita e portare avanti tutto. è un grande impegno.

ciò che critico io è il tipo di approccio. un approccio basato sulla cultura del distacco, della fredda razionalità. il grande scrittore hermann hesse ha detto: "la scuola riduce un essere umano originale in un essere utile alla società produttiva". quando lessi queste parole tanti anni fa, ne rimasi scombussolato. ma come, la scuola non fa crescere e aprire le vedute? col tempo, ascoltando con il cuore, riflettendo, cercando di vedere le cose al di là delle facciate, mi sono reso sempre più conto di quanto avesse ragione. è tutto un sistema costruito su un approccio utilitaristico alla vita, fatto di schemi e certezze preconfezionati, di divisioni, di categorie, di non ascolto.

dietro a tanti schemi sento la difficoltà di molti adulti di sentire e considerare i bambini alla pari. ciò che hanno da comunicarci i cuccioli è un patrimonio immenso. ma eravamo bambini anche noi, dove è finita la nostra "bambinità"? se n'è andata persa in buona parte in omologazione, frutto di potente pressione, che si manifesta poco in superficie. ma è possibile scovarla interrogando punti di vista e comportamenti che incontriamo quotidianamente.

non sto dicendo che i bambini sanno tutto, che sono perfetti. tutt'altro. ma neanche noi adulti lo siamo. allora: perché non interagire veramente con loro, aiutarsi reciprocamente, sullo stesso piano, per trovare delle soluzioni insieme?
mamypuri ha scritto:Una mamma, fuori dalla porta del nido, mi ha detto: “Se non lo porti più al nido, è come ritornare indietro. Il problema del distacco si ripresenterà più avanti.”
questa è una tipica frase fatta, un luogo comune senza fondamento. più avanti possono cambiare tante cose nel bambino che lo fanno sentire più preparato e soprattutto più invogliato ad affrontare altre esperienze.
mamypuri ha scritto:quello è un luogo per i bimbi, non per le mamme. Una permanenza della mamma più prolungata gli farebbe confusione in testa.
io qui ci vedo un'impostazione basata sulla divisione. cosa vuol dire che un certo luogo è per i bambini e non per le mamme? come ha scritto bene valeria più in alto in questo topic, sarebbe bello se gli esseri umani fossero maggiormente insieme, indipendentemente dall'età e da tanti altri fattori. nella nostra società si inizia molto presto a dividere i bambini, per far sì che più tardi siano brave personcine ubbidienti e ben integrate nel sistema. in questo nostro sistema, dove il 20% della popolazione mondiale consuma l'80% delle risorse e il resto sta male proprio a causa di noi che rubiamo.

se mettessimo l'amore al di sopra di tutto? ma allora cosa immagino io, un mondo tutto rose e fiori e vogliamoci bene? no, la vita è dura per tutti. questo mondo ovattato di nidi, asili e scuole (che non voglio demonizzare, ma voglio focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti) tende contemporaneamente a rendere difficile la spontaneità dell'approccio affettivo alla vita e a proteggere da tante realtà spiacevoli.

perché i bimbi non vengono confrontati con la povertà di chi sta male? perché non vengono accompagnati nei mattatoi per mostrare loro la realtà della "fettina" che hanno nel piatto? i bambini sarebbero molto sensibili a queste realtà, ma per questa società è importante che non le percepiscano. è più importante che vivano protetti e distaccati, nell'illusione di vivere in una società per bene.

crescendo, è più facile che abbiano difficoltà a relazionarsi affettivamente (quanto sono grandi i disagi in questo campo!) e a non provare empatia verso tutte le realtà aberranti di questa società, dalla depredazione dei paesi poveri, alla depredazione della natura, allo sfruttamento degli animali non umani, ai soprusi all'interno della nostra società.

cosa propongo allora? di mostrare ai bimbi la disperazione di questo mondo? per me ci vorrebbe purtroppo anche questo. ma come fare a non traumatizzarli troppo? è difficile, ma penso che grazie al calore di rapporti umani profondi e all'ascolto si può dare sostegno ai cuccioli e aiutarli nella difficile scoperta di questo mondo, nelle sue cose belle e in quelle brutte.

più si sentiranno coinvolti direttamente nelle scelte del loro percorso (non imponendo loro ad esempio nidi e asili fuori dai loro tempi), più avranno un bagaglio affettivo e una fiducia nei loro mezzi per affrontare tante situazioni nella vita.

penso che l'imposizione senza interagire alla pari porti ai bimbi una progressiva sfiducia verso il loro sentire.

andrea

nicole
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ciao

Messaggio da nicole » mer ott 26, 2005 9:37 am

ciao anche la mia bimba la prima settimana la novità dell'asilo era tutta entusiasta, poi si è ammalata, e l'inserimento lo sto facendo tra raffreddori vari e non in modo continuativo, risultato che non vuole più rimanere e tutte le mattine se sto lì sta benissimo se vado inizia a piangere come una fontana (non piange mai di solito) comunque io scappo, i primi gg le spiegavo... e lei capiva, ma ora non vuol sentire ragioni, poi alle 10.00 chiamo e mi dicono che è tranquillissima e mi rassereno è che la sua amichetta del cuore con la quale va piange tutto il tempo e non si appoggiano a vicenda, uffa... oggi la lascio anche a pranzo...figuratevi cè passato di verdure lo mangerà???? a casa no! ha due anni e mezzo la mia cucciola e non mi posso arrabbiare baci nicole

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