Non ho mai creduto nella semplice equivalenza "più costoso = migliore", così come ho imparato a non fidarmi ciecamente (anzi!) dei cosmetici consigliati dai dermatologi né di quelli che si autodefiniscono "naturali": preferisco leggere prima le etichette.
Infatti, seppure esistono casi complessi o ambigui, come questo del Pentylene glycol, si possono appunto "scoprire" ottimi prodotti (magari adatti a pelli ipersensibili e pure certificati) a costi accessibili o addirittura bassi -spesso perché non iperpubblicizzati-, e al contempo prodotti "verdi", pieni di allergeni oppure vuoti di attivi, a costi ingiustificati.
Tuttavia, ammetto che d'istinto mi verrebbe da pensare che la produzione dermo-eco-compatibile possa avere prezzi più alti, forse per un paragone poco pertinente con l'agricoltura biologica, perciò è utile la tua precisazione.
Per quanto riguarda il caso specifico di quest'ingrediente, grazie alle tue informazioni d'ora in avanti se avrò dubbi chiederò direttamente via email ai produttori, e poi in caso posterò le risposte, cosicché possano esser utili anche ad altri utenti.artemis ha scritto:fare una valutazione di qual è quello più comunemente utilizzato (in questo caso forse quello sintetico), ma questo forse potrebbe portare un consumatore a scartare un prodotto quando vede che il pentylene glycol al secondo o terzo posto nell'INCI del suo prodotto, e il biodizionario dice magari che è rosso... quando invece l'azienda ha utilizzato il p.glicole derivato dalla canna da zucchero, che sarebbe invece a bollino verde... il problema credo sia cercare di non essere fuorvianti, ma mi rendo conto che non è affatto semplice, in mezzo alle migliaia e migliaia di ingredienti in circolazione...
Grazie ancora e buona serata