da lux » gio giu 10, 2010 9:38 pm
La tua ricerca è interessantissima, molte di queste cose già le conoscevo, ma per quanto riguarda la maggior parte dei comuni pigmenti in commercio la situazione è molto più tranquilla. Quelli che hai elencato tu costano un botto e oggi a meno che non li chiedi col nome specifico non li troverai. Come infatti hai scritto:
I pigmenti pittorici, oggi prodotti sinteticamente, un tempo venivano ricavati impastando la polvere ottenuta dalla frantumazione di particolari minerali con diversi tipi di grassi e oli. In quest'immagine sono mostrati alcuni dei minerali più usati, con i relativi pigmenti in polvere e in pasta. In senso orario, dall'alto, ematite (detta anche rosso dei gioiellieri), malachite (un composto verde del rame), azzurrite (blu reale), cinabro (rosso vermiglione), lapislazzuli (blu oltremare), realgar (solfuro di arsenico) e orpimento (arsenico giallo).
Ho esposto anche io più volte queste perplessità al mio professore di tecniche pittoriche. Lui mi ha fatto notare che questi sono colori che si usavano un tempo. Oggi costerebbe troppo realizzare un quadro con un lapislazzuli o lo smerlaldo e molti altri pigmenti di questo genere. In passato pensa che prima di diventare artisti bisognava essere alchimisti. Ci sono ad esempio dei colori naturali che non possono essere miscelati tra loro.
Purtroppo è vero anche che molti prodotti naturali sono tossici lo stesso e alcuni sono preparati con parti d'animali, come il nero d'ossa.
Ma è pur vero che quando si parla di prodotti naturali, la tossicità nella maggior parte dei casi deriva da un consumo eccessivo o da uno sbagliato rilascio nell'ambiente. Pensa che anche nell'alimentazione ogni giorno ci troviamo a contatto con sostanze che se ingerite in grandi quantità sono tossiche. Per farti un esempio ci sono le cicerchie, il prezzemolo, ma anche le mandorle.
Ti capisco e anche io ho attraversato una fase simile, ma bisogna anche riuscire a trovare il giusto compromesso. Io ti parlavo dello straccetto e del bicchierino d'olio. Tu giustamente mi hai detto che lo straccetto finirà nell'immondizia, ma è pur sempre una soluzione valida all'utilizzo di petrolio, trementina o sapone sgrassante. Si tratta poi sempre di pezzi di indumenti che non utilizzo più e che verranno poi usati per questo scopo per anche 4 o 5 mesi, quindi direi che per il momento è una valida alternativa al petrolio e a tutte le altre sostanze dannosissime anche solo a inalarle.
Sono quasi tre anni che faccio questo percorso a ritroso, cercando pian piano di trovare le giuste soluzioni che siano meno inquinanti e col minor impatto possibile sul mondo. Ma le cose vengono fuori man mano. Ad esempio oggi ho scoperto come produrre il nero carbone, domani magari scoprirò come evitare lo straccetto.
Per dirtene un'altra, io uso la colla vinilica per sostituire la colla di coniglio e le altre colle forti nel campo dell'arte. La colla vinilica non sarà 100% naturale, deriva dall'industria, ma per il momento è pur sempre una valida alternativa alla colla di coniglio o di pesce. Abolire tutto di colpo significherebbe non dipingere più. Come hai detto tu infatti, molti prodotti vegan hanno in ogni caso un impatto, ma per il momento, in attesa di nuove soluzioni sono una pur sempre valida alternativa.
dipende poi anche dall'uso che ne fa. Se le scarpe vecchie le rilasci nell'ambiente, anche se sono un prodotto vegan possono crear danni, allo stesso modo anche i colori, per quanto naturali, alcuni possono essere dannosi se rilasciati nell'ambiente, ma non sul quadro.
Per i colori a olio in tubetto, ora che mi ricordo bene. il mio professore di tecniche pittoriche ci disse che erano dannosi per la quantità di collanti e sostanze come la trementina per renderli più fluidi, per conservarli a lungo e più brillanti.
Una delle prossime operazioni è quella della creazione del colore per la xilografia. Ci lavorerò questa estate, ma fin ora ho dovuto utilizzare quello industriale perchè avevo l'esigenza di preparare degli esami. Sono tutte cose che vengono col tempo. Non puoi pretendere di trovare soluzioni da un giorno all'altro.
LA mia non è una critica, ma consigli perchè ti capisco e perchè ci sono passato anche io. Decisi di non dipingere più, e pian piano stavo diventando troppo estremista. Ad esempio, per avere minor impatto sull'ambiente ero arrivato a pensare che non era giusto nemmeno andare in macchina come passeggero. Allora decisi di fare un passo indietro e andare con più calma cercando pian piano le soluzioni.
Per quanto riguarda la stampa a mano della xilografia, molti dicono di usare il matterello, ma io in questo modo ho sempre rotto la carta. La mia prof mi ha fatto creare un tampone con un cubetto di legno al quale ho incollato uno strato di feltro. Dopo aver rullato la matrice, si stende la carta e si tampona più volte per farla aderire, e poi pian piano vai a schiacciare ogni parte nera col brunitoio o un cucchiaio. Dipende poi sempre dal tipo di carta che vuoi usare. La carta di riso è quella più leggera e adatta alla stampa a mano. Se invece vuoi usare la rosaspina sarebbe l'ideale bagnarla leggermente per facilitare l'adesione del colore. In quel caso però devi far attenzione a non sfaldare la carta facendo pressione. Sembra complicato, ma basta fare un po' di pratica.