Munch: La sacralità dell'Arte

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lux
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Munch: La sacralità dell'Arte

Messaggio da lux » ven mar 06, 2009 6:51 pm

Adoro Munch perchè pur essendo un artista vissuto oltre un secolo fa riesce ancora ad essere attuale..ma forse sono i tempi ad essere solo apparentemente cambiati e quindi anche la società e il modo di vedere le cose.
Per la realizzazione della tesi per la laurea triennale dedicai un grosso capitolo proprio a questo grande artista, vi riporto quindi una piccola parte per farvi comprendere meglio le sue idee.

L'artista avrebbe voluto che il Fregio trovasse una collocazione permanente in una sala appositamente allestita, in cui l'architettura amplificasse il significato di ciascuna sezione, trasformando l'opera in un “oratorio d'arte”. Nuovamente Munch con queste parole, si riallacciava all'idea wagneriana dell'opera d'arte totale, ma anche in generale, all'utopia, molto diffusa nella filosofia e nell'estetica di fine Ottocento, che considerava l'arte una forma moderna di religione, trasformando tutti gli artisti, e cioè pittori, scultori, musicisti, architetti, in missionari investiti del sacro compito di salvare l'umanità.
A tal proposito infatti Munch scriveva:
“La gente dovrebbe riuscire a capire la maestà e la sacralità che si trova nei dipinti e dovrebbe togliersi il cappello come se fosse in una chiesa”.

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“Squarciare il velo delle bugie” e “mostrare e dire sempre la verità” sono le caratteristiche presenti anche in “Madonna” (1894).
Una Madonna sacrilega che si oppone alle bugie moralistiche di una società senza morale dominata dal gioco, il vizio e la cattiveria nascosta sotto la “santa immagine” di un falso perbenismo.


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"Un piacevole rito sociale, cioè quello del passeggiare, si rivela in questo quadro con una doppia natura, quella dell'alienazione e dello spaesamento dell'individuo, cui si contrappone l'artista, che va controcorrente, camminando solitario nel buio verso la direzione opposta della società che vive sotto
l'influenza dell'educazione puritana e dei suoi tabù. Da Ibsen, dalla sua problematica, aveva imparato l'odio contro la morale convenzionale, contro i pregiudizi borghesi e la società su cui essi sono fondati. Ibsen era un campione irriducibile della libertà individuale contro ogni genere di menzogne ufficiali,"

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Re: Munch: La sacralità dell'Arte

Messaggio da BioContessa » dom mar 15, 2009 11:10 am

Davvero profondi...Io ricordavo :
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