Taiji quan, l'Arte del Polo Supremo

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sifu lorenzo
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Taiji quan, l'Arte del Polo Supremo

Messaggio da sifu lorenzo » dom set 07, 2008 12:35 am

In un'altra discussione si è parlato del Taiji quan, l'arte marziale del Grande Uno.
Una praticante ha domandato quale possa essere un modo per mettere una marcia in più e riuscire a compiere un salto di qualità.
E' molto interessante questa domanda, perchè il miglioramento va ricercato sempre.

Nel caso di un'arte superiore e complessa come il Taiji è sempre bene prendere coscienza del fatto che la pratica di miglioramento può e deve essere ricercata anche nella vita quotidiana.

Difatti, il limitare la pratica della Nobile Arte al perimetro del Kwon limità la capacità individuale di fondere Arte marziale e vita quotidiana, cosa che è inaccettabile da un punto di vista di evoluzione spirituale.

Ma che si voglia o meno, l'era involuta odierna in cui tutto il genere umano si trova a vivere, porta gli esseri a far prevalere il proprio ego a discapito della limpida luce interiore, con conseguente impatto negativo nella strada della comprensione.

L'Arte marziale è un mezzo di evoluzione spirituale, e la pratica della stessa continua 24 ore su 24 con esercizi di diverso tipo e diverso livello.

In queste discussioni trovo sia nelle domande che nelle risposte molta comprensione e consapevolezza, spero dunque possa essere utile portare la mia esperienza.

L'arte del Polo Supremo è così definita perchè è la Via stessa che conduce l'essere da una sfera di esistenza duale e bipolare (Yin e Yang) al livello originario dell'Unità Nirvanica, che come dicevamo può essere definito Polo supremo.

Come ben sottolineano i maestri spirituali di tutti i tempi nonchè gli iniziati di tutte le tradizioni esoteriche orientali ed occidentali, l'essere umano è composto di energie più materiali e di altre più sottili ed è proprio per questo motivo che nella tradizione Taoista viene definito il Figlio del Cielo e della Terra.

Ci troviamo quindi in una situazione in cui percepiamo chiaramente il corpo fisico, porta e tramite tra il Cielo e la Terra, ma solo chi di vera Coscienza gode, può percepire gli altri corpi più sottili.

Ecco dunque che ci troviamo di fronte al primo possibile miglioramento, quello cioè della possibile e progressiva presa di coscienza del ch'i più sottile che scorre nei nostri meridiani semieterici.

A questo livello sono quindi annessi una serie di esercizi di autoosservazione ed autoascolto praticabili in ogni momento della vita quotidiana.

Se consideriamo che lo stato di salute del corpo fisico influisce direttamente sui corpi più sottili, allora comprendiamo naturalmente che è vero anche l'inverso, e ci troviamo quindi di fronte ad un'altra serie di esercizi adatti alla salute dei corpi energetici sottili, quali il Qi gong (lavoro sull'energia) e l' Hay gong (lavoro sulla respirazione).

Tutto ciò presuppone che l'allenamento vero, quello cioè che fa fare il vero salto di qualità, consista non tanto nel "Fare qualcosa", perchè in tal caso la nostra pratica avrebbe sempre un'inizio e una fine, ma nell' "Essere in un certo modo", trasformando così l'esercizio in una qualità.

Non è possibile approfondire, in una sede come questa, tale argomento, tanto delicato quanto fondamentale.

Diremo quindi, per concludere, che se la pratica nel Kwon può influire favorevolmente sulla vita quotidiana, allora anche il vivere quotidianamente la pratica spirituale potrà influire sull'abilità della nobile Arte marziale.

D'altronde questa è esattamente la descrizione dell'evoluzione da yin e yang a Taiji, effettivo passaggio di grado, e propriamente del superamento della fase postulante in cui si crede che Arte marziale e vita quotidiana siano due cose separate all'Unione di esse in Arte della vita quotidiana.

Mi complimento ulteriormente con voi per il livello delle discussioni e per la preparazione che dimostrate nelle stesse.

Ken lai, Sifu Lorenzo

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