Referendum sulle trivelle

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hm52
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Referendum sulle trivelle

Messaggio da hm52 » sab apr 16, 2016 7:40 am

A proposito del referendum di domenica.

Gran parte della stampa italiana è riuscita ad oscurare o storpiare il significato del referendum e, a dire il vero, anche buona parte della propaganda per il Si ha fatto un sacco di confusione.
Quel che si vota è se debba tornare un principio giuridico, che è stato di fatto abolito dell’ultima legge di stabilità da un codicillo voluto dalla ministra Guidi.
Il principio diceva che una concessione scaduta fa cessare il diritto a continuare ad estrarre petrolio e gas dal sottosuolo italiano e che per continuare occorre chiedere ed ottenere una proroga dal governo in carica, eventualmente ricontrattando le condizioni.
La legge di stabilità ha inserito invece la possibilità di continuare ad estrarre, senza limiti, anche a concessione scaduta, finché c’è qualcosa da estrarre.
Viene trasformata di fatto la concessione a tempo in una a tempo indeterminato.

E’ come se io prendessi in affitto un appartamento per 4 anni e al termine del contratto, anziché andarmene, potessi tranquillamente continuare a restare in quell’alloggio senza limiti, finché l’alloggio può ospitare qualcuno. Questo è il principio giuridico.
Ma ovviamente dietro l’abolizione di un principio generale, ci sono precisi interessi economici, secondo la migliore tradizione italiana secondo cui le norme non si fanno per tutti, ma per favorire gli amici dei ministri di turno.
A fine concessione i petrolieri hanno l’obbligo di risanare a proprie spese l’area e smantellare le piattaforme. Questo costa. Si stima intorno agli 800 milioni. Ma è logico. Se uso un’area, quando me ne vado la devo far tornare com’era prima.
Se però ho il diritto ad occupare l’area finché posso estrarre una goccia di petrolio, di fatto lo smantellamento lo posso rimandare alle calende greche ed anche i costi.

Questo era il vero obiettivo di quell’emendamento voluto dalla Guidi per favorire l’industria petrolifera, non certo difendere l’occupazione dei lavoratori sulle piattaforme.
Pertanto io voterò e voterò si. Non per favorire l’energia alternativa, che non c’entra nulla. Per ripristinare un principio giuridico fatto a pezzi per interessi economici di una lobby.
E per dire che potranno anche fregarsi il petrolio ed evitare di ripulire, ma non avranno la mia approvazione, e nemmeno la mia negligenza.

gianlucalog
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Re: Referendum sulle trivelle

Messaggio da gianlucalog » sab apr 16, 2016 8:56 am

hm52 ha scritto:A proposito del referendum di domenica.

Gran parte della stampa italiana è riuscita ad oscurare o storpiare il significato del referendum e, a dire il vero, anche buona parte della propaganda per il Si ha fatto un sacco di confusione.
Quel che si vota è se debba tornare un principio giuridico, che è stato di fatto abolito dell’ultima legge di stabilità da un codicillo voluto dalla ministra Guidi.
Il principio diceva che una concessione scaduta fa cessare il diritto a continuare ad estrarre petrolio e gas dal sottosuolo italiano e che per continuare occorre chiedere ed ottenere una proroga dal governo in carica, eventualmente ricontrattando le condizioni.
La legge di stabilità ha inserito invece la possibilità di continuare ad estrarre, senza limiti, anche a concessione scaduta, finché c’è qualcosa da estrarre.
Viene trasformata di fatto la concessione a tempo in una a tempo indeterminato.

E’ come se io prendessi in affitto un appartamento per 4 anni e al termine del contratto, anziché andarmene, potessi tranquillamente continuare a restare in quell’alloggio senza limiti, finché l’alloggio può ospitare qualcuno. Questo è il principio giuridico.
Ma ovviamente dietro l’abolizione di un principio generale, ci sono precisi interessi economici, secondo la migliore tradizione italiana secondo cui le norme non si fanno per tutti, ma per favorire gli amici dei ministri di turno.
A fine concessione i petrolieri hanno l’obbligo di risanare a proprie spese l’area e smantellare le piattaforme. Questo costa. Si stima intorno agli 800 milioni. Ma è logico. Se uso un’area, quando me ne vado la devo far tornare com’era prima.
Se però ho il diritto ad occupare l’area finché posso estrarre una goccia di petrolio, di fatto lo smantellamento lo posso rimandare alle calende greche ed anche i costi.

Questo era il vero obiettivo di quell’emendamento voluto dalla Guidi per favorire l’industria petrolifera, non certo difendere l’occupazione dei lavoratori sulle piattaforme.
Pertanto io voterò e voterò si. Non per favorire l’energia alternativa, che non c’entra nulla. Per ripristinare un principio giuridico fatto a pezzi per interessi economici di una lobby.
E per dire che potranno anche fregarsi il petrolio ed evitare di ripulire, ma non avranno la mia approvazione, e nemmeno la mia negligenza.
Quoto integralemente!!!

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hm52
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Re: Referendum sulle trivelle

Messaggio da hm52 » sab apr 16, 2016 9:47 am

Nel copiaincolla ho perso la firma dell'autore di quanto sopra scritto:

A proposito del referendum di domenica.

Gran parte della stampa italiana è riuscita ad oscurare o storpiare il significato del referendum e, a dire il vero, anche buona parte della propaganda per il Si ha fatto un sacco di confusione.
Quel che si vota è se debba tornare un principio giuridico, che è stato di fatto abolito dell’ultima legge di stabilità da un codicillo voluto dalla ministra Guidi.
Il principio diceva che una concessione scaduta fa cessare il diritto a continuare ad estrarre petrolio e gas dal sottosuolo italiano e che per continuare occorre chiedere ed ottenere una proroga dal governo in carica, eventualmente ricontrattando le condizioni.
La legge di stabilità ha inserito invece la possibilità di continuare ad estrarre, senza limiti, anche a concessione scaduta, finché c’è qualcosa da estrarre.
Viene trasformata di fatto la concessione a tempo in una a tempo indeterminato.

E’ come se io prendessi in affitto un appartamento per 4 anni e al termine del contratto, anziché andarmene, potessi tranquillamente continuare a restare in quell’alloggio senza limiti, finché l’alloggio può ospitare qualcuno. Questo è il principio giuridico.
Ma ovviamente dietro l’abolizione di un principio generale, ci sono precisi interessi economici, secondo la migliore tradizione italiana secondo cui le norme non si fanno per tutti, ma per favorire gli amici dei ministri di turno.
A fine concessione i petrolieri hanno l’obbligo di risanare a proprie spese l’area e smantellare le piattaforme. Questo costa. Si stima intorno agli 800 milioni. Ma è logico. Se uso un’area, quando me ne vado la devo far tornare com’era prima.
Se però ho il diritto ad occupare l’area finché posso estrarre una goccia di petrolio, di fatto lo smantellamento lo posso rimandare alle calende greche ed anche i costi.

Questo era il vero obiettivo di quell’emendamento voluto dalla Guidi per favorire l’industria petrolifera, non certo difendere l’occupazione dei lavoratori sulle piattaforme.
Pertanto io voterò e voterò si. Non per favorire l’energia alternativa, che non c’entra nulla. Per ripristinare un principio giuridico fatto a pezzi per interessi economici di una lobby.
E per dire che potranno anche fregarsi il petrolio ed evitare di ripulire, ma non avranno la mia approvazione, e nemmeno la mia negligenza.

by Pierluigi Gerbino

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