gestione impianto a pannelli radianti

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slv
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gestione impianto a pannelli radianti

Messaggio da slv » gio mar 15, 2007 5:54 pm

Vorrei avere da parte dei vari esperti (robvi.....) una sertie di chiarimenti in merito alla gestione di un impianto di riscaldamento a pavimento.
Superficie della casa 150 mq unico paino diviso in 2 zone (notte e giorno). Caldaia a condensazione con sonda esterna.
Dq quello che ho potuto leggere ed informarmi la gestione ottimale di un sistema di questo tipo presuppone la continuità di funzionamento dell'impianto. Cosa significa questo?
Se per esempio seleziono una temperatura di 19/19,5° una volta raggiunto tale temperatura il sistema pompe e caldaia si ferma, questo comporta che per ancora qualche tempo la temperatura tendenzialmente aumenta essendo il pavimento ancora caldo e presumo che nella situazione di diminuzione di temperatura il pavimento abbiamperduto parte della sua inerzia termica. E' corretta questa situazione ed è efficente per la gestione dell'impianto.
E' meglio evitare qualsiai fermata determinata da una programmazione di temperatura (per esempio ha senso abbassare la temperatura notturna programmando l'accensione qualche ora prima la mattina per riavere una temperatura ottimale)?
Quello che mi sfugge e vorrei capire è come coordinare la necessità di un funzionamento continuo al fine di ottimizzare l'impianto con queste problematiche.
L'impianto ottimale è quello che effettivamente funziona sempre (pompe e caldaia)?

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robvi
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Messaggio da robvi » ven mar 16, 2007 7:48 am

E' decisamente un bel quesito, ed un bel tema di approfondimento !
La soluzione non è sicuramente semplice nè univoca; secondo me, la questione gira attorno a due temi fondamentali:
1) Spegnimento o attenuazione dell'impianto.
2) Rendimento di combustione della caldaia.

1) Per ottenerare il massimo da un impianto la soluzione ideale sarebbe un funzionamento continuo senza spegnimenti o attenuazioni; in realtà però ciò dipende molto anche dalle caratteristiche di isolamento dell'abitazione e delle esigenze degli occupanti. Se ad esempio, la casa è male o poco isolata, e viene occupata per poco tempo, allora è sicuramente sconveniente un funzionamento continuo perchè si disperderebbe attraverso le pareti buona parte del calore prodotto, in orari in cui l'edificio non è occupato. Al contrario, una casa ben isolata ed occupata per buona parte della giornata, può funzionare in regime continuo (con attenuazione notturna) perchè non viene "sprecata" energia dalla struttura, e allo stesso tempo, si ottimizza il funzionamento della caldaia aumentandone il rendimento.
Tra i due estremi che ho fatto, ci sono infinite posizioni intermedie che di fatto rendono questa valutazione molto meno facile di quanto possa sembrare. Occorre fare una simulazione dinamica dell'edificio e del suo comportamento al variare delle condizioni esterne, ed al variare del fabbisogno interno.

2) Perchè il rendimento della caldaia sia massimo occorre che questa abbia il minor numero possibile di accensioni e spegnimenti. Ciò implica che il generatore sia dimensionato correttamente (solitamente le caldaie danno almeno il doppio di quanto serve realmente ...), e che possa avere un funzionamento modulante, cioè che possa erogare il 100% della sua potenza ed anche solo il 10% o 20% della sua potenza.
Per fare in modo che il rendimento sia massimo, e che la caldaia non fornisca troppa energia per poi spegnersi una volta raggiunta la temperatura ambiente desiderata, si usa collegare alla caldaia una sonda di temperatura esterna che pilota la caldaia in modo da aumentare la potenza quando scende la temperatura esterna e dimunuirla in caso contrario. Per lavorare così, va impostata una curva di funzionamento nella centralina elettronica che gestisce la caldaia, e questa curva va scelta in funzione del tipo di risposta dell'impianto e dell'abitazione.

Per adesso mi fermo in attesa di altri interventi.

Ciao

dotting
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Messaggio da dotting » ven mar 16, 2007 10:30 am

Robvi ti ha illustrato la situazione in modo chiarissimo.
Posso aggiungere soltanto un paio di considerazioni pratiche:
non appena la caldaia si spegne la temperatura ambiente diminuisce, non può aumentare anche se il pavimento è ancora caldo;
è importante la posizione del termostato ambiente o meglio la sua altezza dal pavimento.
A questo proposito è della massima importanza che l'utente tracci una curva di temperatura della distribuzione della stessa nei locali della casa.
Una situazione tipica è 23° sul pavimento, 21° ad un metro e 19 a due metri.
Se la casa è coibentata molto bene potrebbe essere 22/21/20.
Ma molte volte in case mal coibentate io rilevo 24/21/18.
In funzione di questi rilievi si posiziona in altezza la sonda.
Altra misura da fare è in quanto tempo il pavimento passa da una temperatura di 22-24° ad una temperatura di 17-18° considerata sgradevole esu questo valore temporale può essere fatta una regolazione per funzionamento intermittente.
Chiaramente i rilievi di cui sopra sono fatti con una determinata condizione climatica esterna del momento, però se la caldaia a condensazione dispone di sonda esterna, questo aiuta particolarmente a dare estensione ai valori misurati a condizioni differenti.
I calcoli termotecnici possono aiutare tantissimo nella regolazione corretta dell'impianto a pavimento, ma gli affinamenti si possono fare solo ad impianto funzionante e come dice Robvi, in funzione delle abitudini di vita degli occupanti.
Affinamenti ho detto, non correzioni.
Un saluto

slv
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Messaggio da slv » ven mar 16, 2007 10:33 am

Grazie per la risposta.
Da quello che ho capito uno degli aspetti positivi e negativi di questi impianti è l'inerzia termica del pavimento. Negativo in quanto i tempi di risposta sono lunghi positivo in quanto il calore tendenzialmente si "conserva". E' però inevitabile che al raggiungimento di una temperatura selezionata il paviemento continui a rilasciare calore ed a meno che il rilascio del calore sia compensato da una perdita di calore dell'immobile l'impianto si blocchi. E' giusto?
Ho istallato una sonda ewsterna che regola la potenza della Caldaia (= temperatura acqua nell'impianto?) in funzione delle variazioni delle temperature esterne ma ciò che mi chiedo è questo:
- se il funzionamento ottimale è quello con un minore numero di accensione/spegnimento ha sensoi porre la curva della sonda al minimo possibile allungando i tempi di risposta del impianto ma mantenedo minor calore sul pavimento?
- in base a questo sarebbe necessario o possibile regolare la velocità delle pompe sempre al minimo.

Scusa le domande continue ma vedo che in giro di gente (idraulici)improvvisati che istallano senza regolare ne esistono molti. Che senso ha istallare un impianto e non usarlo correttamente nelle sue potenzialità?

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