Erbe si, ma.............

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Conte Zio
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Erbe si, ma.............

Messaggio da Conte Zio » ven ott 27, 2006 10:56 am

Dopo anni di strapotere dei farmaci chimici e di sintesi , dopo un oblio durato per molti decenni, le erbe officinali sono tornate alla ribalta.
La loro "riscoperta" è dovuta, indubbiamente, alla consapevolezza che sia indispensabile un ritorno ai metodi il piu' possibile naturali ed anche alla constatazione che i farmaci chimici sono efficaci ma hanno anche notevoli controindicazioni.
C'è sempre il vecchio detto popolare: " se no ghe fusse dotori e farmacia, quanti morti de manco ghe saria" Di solito nei proverbi c'è sempre un fondo di verità.

Va però detto che non è tutto oro quello che luccica e che il mercato delle erbe officinali è quanto di piu' anarchico e incontrollato vi possa essere, almeno, fino a qualche anno fa era così: non so se le cose sono cambiate recentemente.

Molte piante officinali provengono dall'Africa, dall'Asia, dall'America Latina, dal Medio Oriente..non esistono informazioni precise sulla loro coltivazione, raccolta, essiccazione, conservazione, trasporto.
Le "merci" che giungono da noi spesso rimangono nelle stive delle navi per mesi , chiuse nei conteiner o in imballi non sempre consoni.

I controlli delle autorità sanitarie all'origine sono spesso labili, se non inesistenti . In ingresso le merci devono essere seguite da un certificato fitosanitario che escluda la presenza di agenti patogeni e/o da parassiti.
Attesa anche la bontà di questa certificazione all'origine, dopo mesi di peregrinazione sui mari tale validità è tutta da dimostrare.
Quando le merci arrivano finiscono dai grossisti, i quali stivano le erbe in attesa di essere inoltrate ai produttori/trasformatori/ rivenditori
Come per tutte le merci anche le erbe officinali, in molti casi, subiscono vari passaggi di mano.
Ripeto, non so se le cose sono cambiate di recente, ma, fino a non tanto tempo fa, i protocolli FU non venivano rispettati. In pratica non veniva eseguita sui lotti la reazione di identità, il saggio di purezza, e, cosa per nulla trascurabile, la titolazione ( test importantissimo per capire la quantità di principi attivi contenuti)
Inoltre ogni pianta contiene numerosissimi principi attivi ( alcaloidi, glucosidi, tannini...) In quasi nessun caso vengono titolati tutti, ma solo i principali.
La stessa titolazione, nel migliore dei casi, viene fatta di campioni non rappresentativi della popolazione da cui sono estratti; per cui mancano i criteri fondamentali dell'ineferenza statistica ( casualità, rappresentatività, indipendenza).
Inoltre non esiste nessuna informazione circa i terreni nei quali le piante sono state coltivate/raccolte: non esistono rilevazioni sugli agenti inquinanti del suolo.

Dunque, non esistono garanzie sulla salubrità, efficacia delle erbe di importazione.
E quelle nostrane?
Beh, in Italia la produzione di erbe officinali non è mai stata incoraggiata. Negli anni '80 ho costituito una cooperativa per la produzione e raccolta di erbe officinali. Ho avuto un sacco di promesse dai sindaci, presidenti di comunità montane...tante parole e fatti zero! Anzi, molti sindaci ci hanno negato persino il tesserino per la raccolta delle specie spontanee.
Ragione per la quale, scoraggiato, ho desistito.

La produzione nazionale di erbe officinali è così marginale da essere del tutto inadeguata al fabbisogno. La eccessiva parcellizzazione e dislocazione accentua la precarietà del risultato.

Francamente penso che la materia vada disciplinata, per non cadere in mano ai soliti speculatori che vedono anche nella fitoperapia l'affare del momento; anzi, siamo già parecchio in ritardo

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Riky
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Messaggio da Riky » ven ott 27, 2006 3:16 pm

Caro Zio, dai un'occhio qua

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