Sulle energie alternative e sull‘altro mondo possibile

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Gianluca Ricciato
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Sulle energie alternative e sull‘altro mondo possibile

Messaggio da Gianluca Ricciato » lun mag 06, 2013 8:10 am

da http://www.infinitimarginali.it/?p=142


Solo alcuni mesi fa, mi è successo di avere a che fare con una squadra di tecnici operai che mettevano pannelli solari (campi fotovoltaici) in una fattoria vicino alle Fattizze.

Parlando parlando mi prospettarono, mi proposero un contratto per ospitare da noi, in campagna, un impianto per produrre energia elettrica da oli vegetali combustibili. Tutto finanziato! Bastava avere un locale per mettere questo piccolo generatore e un deposito per stoccare l’olio combustibile (soia o colza).


“E l’olio chi ce lo fornisce?“ – chiesi.

“Non ti preoccupare, abbiamo contratti con delle aziende brasiliane che si impegnano a fornircelo per tanti anni“.

“E se non rispettano il contratto?“

“Non ci sono problemi; abbiamo dei contratti che hanno impegnato anche la proprietà di grandi estensioni di terreno“.

Praticamente saremmo diventati comproprietari di qualche latifondo in Brasile. L’idea di sfruttare terreni agricoli brasiliani per farci l’energia elettrica a casa nostra mi sembrò sconvolgente e ignobile. Immagino però con quanto interesse, qualsiasi imprenditore senza scrupoli si poteva esaltare a fare energia

- Leggi regionali, nazionali ed europee sulle energie alternative;

- I soldi di noi contribuenti, che a ogni bolletta paghiamo, e pagheremo per decenni, una percentuale per queste ambigue energie alternative;

- La terra di popolazioni che vivono a quindicimila chilometri da noi e che magari, da quei terreni agricoli, potrebbero produrre cibo buono per se stessi e le loro comunità.



Così funziona, così vanno le cose del mondo.

A me sale il sangue pazzo in testa e penso che meno male che c’è la crisi; che si fermi tutto questo business, questa speculazione sulle energie alternative, e lo sfruttamento delle risorse primarie di paesi poveri del mondo. Molto, ma molto, mi piacerebbe ritornare all’unica energia ecologica ed autenticamente umana: le proprie braccia. Beninteso ognuno con le sue e che ognuno si producesse il cibo per se e la propria famiglia: così una prova per qualche mese, altro che ”L’isola dei famosi“; una prova sul campo per tutti per capire realmente tante cose. Naturalmente questa prova (da prolungare magari per qualche anno) implicherebbe la non -proprietà della terra e dei mezzi per coltivarla. Davvero viene voglia di sperare un epilogo così alla crisi planetaria prossima ventura; purtroppo questa crisi ecologica e ambientale, prima che finanziaria ed economica, prenderà, probabilmente, altre strade e altre soluzioni; e purtroppo peggiori: troppa merda, troppe armi, troppi veleni ci sono su questa povero pianeta.

E comunque, non per questo siamo dispensati dal cercare di prendere coscienza di come vanno le cose del mondo, e dal fare la nostra parte al meglio; qua e ora,nella pratica, oltre che all’indignazione e all’impegno sociale.



P.S.: Con grande rammarico ricordiamo che, per anni, nelle proteste contro il Nucleare ad Avetrana e poi contro il carbone a Cerano, abbiamo gridato “Per il Salento sole e vento“, e poi auspicato l’energia elettrica dalle biomasse; trasformare in energia elettrica autoprodotta residui della potatura della vigna e dell’olivo è stato un sogno e un progetto che abbiamo studiato per anni. E immaginare davvero piccoli generatori elettrici per ogni azienda o cooperative di piccole aziende agricole, che si producono anche l’energia nella propria azienda è un’ipotesi rispettabile. E però, nei fatti, vediamo campi coperti da macchie nere di pannelli solari, molto più diffusi che non impianti sui tetti delle case, o meglio, di scuole, ospedali, pubblici uffici. La burocrazia e gli interessi speculativi e finanziari giocano naturalmente a favore dei mega impianti, e ostacolano, di fatto, quelli piccoli e quelli pubblici. E con le pale eoliche di cento – duecento metri è lo stesso: grossa speculazione, grande impatto ambientale. Le leggi all’inizio sembrano buone, energia pulita, energie alternative ecc, poi imbroglioni traffichini, politici e mercanti vari ci sguazzano, si arricchiscono e ai cittadini normali rimane ambiente sporcato e bollette più salate.

Per concludere, è necessario sottolineare, che alla fine della fiera, la migliore energia alternativa è quella non consumata: si chiama risparmio energetico, ma non è solo mettere le lampadine a basso consumo o spegnere le lucine dei computer, ma un sistema di vita totalmente alternativo:

- ridurre i grandi e inutili spostamenti di merci e persone da una regione all’altra, da un continente all’altro;

- case ecocompatibili più piccole e termoisolate;

- produrre e consumare solo alimenti e merci di prossimità e da basso costo energetico, ecc. ecc.;

- e magari solo quello che serve e non merci inutili.



E qui andiamo nella grande tematica della “decrescita” che smonta il mito di un ipotetico “sviluppo sostenibile“ e propone invece di ridurre in tutti i modi e in tutti gli ambiti, i consumi personali e collettivi: di merci, di aria, di acqua, di suolo agricolo, di tempo alienato ….. e prospetta invece forme di benessere collettivo, di buen vivir basato su equilibrati rapporti con la natura, conviviali e ugualitari con gli umani, sull’essere (ben–essere) e non sul possesso e sull’avere.

Ma di tutto ciò, decrescita e “buen vivir“ parleremo magari un’altra volta.

Probabile titolo: “socialismo o barbarie“.

Cosimino Rolli

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