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silvia caldironi
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Messaggio da silvia caldironi » mer dic 19, 2007 12:04 am

Energia pulita dai residui agricoli italiani

In Italia, non mancano fonti di energia rinnovabile. Dai dati diffusi dall'associazione degli esperti di biomasse Itabia e dall'Unione nazionale costruttori di macchine agricole, Unacoma, è emerso che le disponibilità di residui agricoli che potrebbero essere sfruttati per produrre energia pulita ammontano a poco meno di quindici milioni di tonnellate annue da cui sarebbe possibile recuperarne almeno otto milioni per usi energetici [Greenplanet.net].

La regione italiana che possiede il potenziale di biomasse più alto è la Sicilia con quasi due milioni di tonnellate annue, seguita dal Piemonte, dal Veneto e dalla Lombardia che producono oltre un milione di tonnellate annue ciascuna. Le quattro regioni complessivamente detengono il quarantacinque per cento del potenziale nazionale di residui vegetali. Praticamente, con solo centomila tonnellate annue di residui ligno-cellulosici provenienti da colture erbacee ed arboree sarebbe possibile alimentare una centrale termoelettrica da dieci mega watt. Attualmente le biomasse disponibili, in Italia, potrebbero alimentare centotrenta centrali elettriche da dieci mega watt e l'energia potrebbe essere impiegata in impianti di termoriscaldamento, per soddisfare esigenze termiche e di acqua calda di 4 milioni di abitazioni di cento metri quadri di superficie.

Sfruttare le biomasse è fondamentale per ridurre le bollette energetiche e l'effetto serra. Nel nostro paese, i residui agricoli, non sono utilizzati adeguatamente per la mancanza di macchinari specifici per la raccolta, il trasporto e il trattamento della materia prima. L'amministratore delegato di Unacoma, Guglielmo Gandino, ha spiegato che la società sta investendo nello sviluppo di nuovi macchinari in collaborazione con università italiane ed istituzioni europee. "Le biomasse sono la fonte energetica rinnovabile più strettamente legata al territorio e all'ambiente, ha affermato Guglielmo Gandino, incentivarne la valorizzazione è un passo necessario per riuscire a rispettare gli impegni vincolanti sottoscritti con gli accordi di Kyoto".






Tratto da:
http://www.greenplanet.net/content/view/20327/1/

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