Avorio vegetale! Era ora!

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silvia caldironi
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Avorio vegetale! Era ora!

Messaggio da silvia caldironi » ven mar 16, 2007 11:23 am

Materiale: Tagua, l'avorio vegetale
Chiamata anche "Corozo", la Tagua è considerata l'avorio vegetale: una "risorsa sostenibile", che permette di evitare il sacrificio inutile di animali e non comporta la distruzione delle foreste tropicali e subtropicali.

Col nome indigeno di TAGUA, o avorio vegetale, viene indicata una pianta, la Phytelephas aequatorialis (fam. Arecaceae), che può raggiungere i 20-25 m, con foglie lunghe fino a 6 m. La tagua assomiglia morfologicamente ad una palma, anche se botanicamente non lo è. Gli alberi di tagua crescono nella foresta tropicale e subtropicale del centro-sud America a ridosso dell’Oceano Pacifico. In Ecuador, in particolare, la tagua cresce tra le Ande e la costa, nella provincia di Manabì, a un’altitudine di 1500 m.
Il fiore è un pennacchio giallo lungo fino a 3 m, con profumo di anice, irresistibile per gli insetti. Il frutto è una struttura globosa, irta di spine, che può pesare da 5 a 20 kg. Quando è fresco, è tenero e viene usato dai nativi come una noce di cocco, di cui ha il sapore. Quando invecchia, invece, diventa durissimo, bianco e compatto, del tutto identico all'avorio animale, nonostante le proprietà differenti.

La tagua si ottiene dalla parte interna -bianca e dura- del seme. Essa è considerata una "risorsa sostenibile", cioè non si esaurisce nonostante il continuo utilizzo, caratteristica fondamentale per evitare la distruzione della foresta ecuadoreña.
Il prodotto ha avuto grande richiesta nei Paesi dell’emisfero Nord fin dagli inizi del XX secolo, per la produzione tradizionale dei bottoni. Si stima che nel 1920 il 20% dei bottoni degli Stati Uniti erano fatti di tagua di Ecuador, Colombia e Panama.

L’industria ha subito poi una significativa recessione dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando l’elastico sostituì quasi completamente l’uso dei bottoni in tagua.
Da vent'anni a questa parte, sopravvive una lavorazione artigianale di questo seme con prodotti artistici e decorativi, in particolare statue artistiche, bigiotteria, pipe e giochi come i dadi, il domino e lo yo-yo.
Gli ecuadoreñi, infatti, sono particolarmente dotati in fatto di arte: hanno per pittura, scultura e musica un naturale talento. Nella lavorazione dell'avorio vegetale sono coinvolte famiglie e piccole cooperative di artigiani che lavorano con l'aiuto di seghe di metallo, mole smeriglio, trapani, cartavetro e qualche lima. Il lavoro in comune stimola la cooperazione e rinsalda i vincoli famigliari. Le abili mani degli artigiani realizzano una quantità incredibile di bellissime riproduzioni in miniatura di animali domestici, ma soprattutto di animali della spettacolare fauna dell'Ecuador (tucani, tapiri, tartarughe, bradipi, scimmie, foche, delfini, rane, gufi, ecc.). Il valore del loro lavoro è ancor più apprezzabile se si considera che i manufatti vengono realizzati a partire da una sostanza vegetale rinnovabile, che non comporta il sacrificio di alcun essere vivente, come purtroppo avviene con l'avorio animale, e permette di evitare la distruzione delle foreste.
La farina di tagua è inoltre utilizzata dalle famiglie come alimento per gli animali domestici: maiali, galline e bestiame in generale.

http://www.altromercato.it

shindia
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Messaggio da shindia » dom mar 18, 2007 7:48 pm

è una buona notizia per gli Ecuadoreñi, ma purtroppo non risolverà in alcun modo il problema dell'avorio "vero"... si tratta infatti, da sempre di un materiale ricercato non tanto per la sua bellezza quanto proprio per la sua provenienza. In questo senso, più che cercare materiali alternativi, benvenuti però se rivitalizzano artigianati locali, si può solo sperare che alcuni rispettabilissimi popoli capiscano che "civiltà" non è solo avere strade pulite e treni in orario... anche se su quest'ultimo fattore si potrebbe discutere... CIAO

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