PREZZI TRASPARENTI?

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2angeli
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PREZZI TRASPARENTI?

Messaggio da 2angeli » gio mar 08, 2007 3:58 pm

ciao a tutti.Volevamo chiedere un parere su i prezzi che troviamo in vari negozi,che non sono solamente per l'altromercato,ma che possono avere articoli per turisti e poi nello stesso scaffale altri prodotti del commercio equo e solidale ma con prezzi molto più alti del normale.Queste anomalie le abbiamo trovate anche nei vari punti macrobiotici o altri negozi biologici.Per non dire poi che si può trattare di un paese e quindi tanta gente non può conoscere il confronto con altri prezzi più ragionevoli e quindi arrivano subito alla conclusione che tutti i prodotti del fairtrade sono solo per coloro che hanno un reddito più alto,senza prendere in considerazione nè i vari progetti che ci sono dietro e neanche la qualità del prodotto.Ora a questo punto abbiamo avuto la voglia di dire la nostra a questi disonesti commercianti,ma abbiamo il timore di dire qualcosa di sbagliato,infatti non sappiamo se è comunque legale aumentare i prezzi quanto si vuole,se c'è invece un regolamento interno che precisa il tetto max di rincaro che può fare il commerciante.Ma aspettiamo delle vostre risposte per far si che quando ci troveremo preparati andremo a dire la nostra-vostra con la speranza di riuscire a convincerli non tanto solo per abbassare i prezzi ma di avere un pò più di rispetto nei confronti di chi ha molte più esigenze"primarie" rispetto alle nostre.A presto gli Angeli

Slea Head
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Messaggio da Slea Head » dom mar 11, 2007 9:05 pm

Ciao, mia moglie ha aperto da poco un'erboristeria dove tra le altre cose tiene un angolo dedicato al commercio equo in accordo con la catena botteghe nel mondo, e nello specifico il negozio Ad gentes di Pavia.
Bene il prezzo è imposto dal negozio Botteghe nel mondo , lei non ricarica , ma ha uno sconto del 15% sulle forniture iva esclusa.questo è quello che applica , non un centesimo in più.Quindi c'è la consapevolezza di non guadagnare su questi prodotti, ma c'è satata la forte volontà di farli conoscere ugualmente in una realtà piuttosto chiusa e provincialotta, e devo dire con ottimi riscontri.
Logicamente nessuno passsa a controllare i prezzi e quindi chiunque può fare il bello e cattivo tempo, ma poi come si sentono con la loro coscienza ?? Che discorso equo e soprattutto ETICO può fare chi ricarica in modo esagerato un prezzo con la sicurezza di essere comunque impunito??Un saluto

silvia caldironi
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Re: PREZZI TRASPARENTI?

Messaggio da silvia caldironi » mer mar 14, 2007 12:09 pm

Ciao, eccoti qualche informazione
Con Commercio equo e solidale (o semplicemente Commercio equo, Fair trade in inglese) si intende quella forma di attività commerciale, nella quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto, bensì la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche o politiche o sociali.

È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di garantire ai produttori ed ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso, e si contrappone alle pratiche di commercio basate sullo sfruttamento che si ritiene spesso applicate dalle aziende multinazionali.

Il documento che costituisce una sorta di "manifesto" del commercio equo solidale italiano è la Carta dei criteri del commercio equo e solidale.
(http://www.assobdm.it/modules/wfsection ... ticleid=10)
Indice
1 Le motivazioni
2 Le regole
3 I prodotti
4 Dimensioni del fenomeno
4.1 In Italia
4.2 Costi e ricavi
4.3 Prodotti
5 Critiche al modello
6 Organizzazioni e importatori
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni

Le motivazioni
Raccoglitori di quinoa certificata fair tradeIpotesi di base per tale politica economica praticata soprattutto da associazioni, cooperative, con un elevata presenza di volontariato nei paesi ricchi, sono idee quali:

i prezzi vengono stabiliti da soggetti forti (multinazionali, catene commerciali) indipendentemente dai costi di produzione che sono a carico di soggetti deboli (contadini, artigiani, emarginati);
l'incertezza di sbocchi commerciali dei prodotti impedisce a contadini e artigiani di programmare seriamente il proprio futuro;
il ritardo dei pagamenti, ovvero il fatto che gli acquirenti paghino la merce molti mesi dopo la consegna e spesso anni dopo che sono stati sostenuti i costi necessari alla produzione (infrastrutture, semenza, nuovi impianti arborei, materie prime), favorisce l'indebitamento di soggetti economicamente deboli e un circolo vizioso che porta spesso all'usura;
i produttori non conoscono i mercati nei quali vengono venduti i loro prodotti e dunque non riescono ad adeguarsi e tanto meno a prevedere mutamenti nei consumi;
al fine di ridurre i costi, vengono impiegate tecniche di produzione che nel medio-lungo periodo si rivelano particolarmente negative per il produttore e/o la sua comunità;
al fine di aumentare i quantitativi prodotti, si fa ricorso al lavoro di fasce della popolazione che nei paesi ricchi viene particolarmente tutelata (bambini, donne incinte, ...) e si rinuncia alla formazione dei giovani;
persone con scarsa produttività (rispetto alla concorrenza) non hanno di fatto possibilità di sopravvivere sul mercato;

Le regole
Il commercio equo-solidale interviene creando canali commerciali alternativi a quelli dominanti, al fine di offrire degli sbocchi commerciali a prezzi minimi a coloro che producono in condizioni ritenute più sostenibili.

I principali vincoli da osservare sono i seguenti:

divieto del lavoro minorile
impiego di materie prime rinnovabili
spese per la formazione/scuola
cooperazione tra produttori
sostegno alla propria comunità
creazione, laddove possibile, di un mercato interno dei beni prodotti
Gli acquirenti (importatori diretti o centrali di importazione) dei paesi ricchi, si assumono impegni quali:

prezzi minimi garantiti (determinati in accordo con gli stessi produttori)
quantitativi minimi garantiti
contratti di lunga durata (poliennali)
consulenza rispetto ai prodotti e le tecniche di produzione
prefinanziamento

Il prezzo trasparente è un cavallo di battaglia del commercio equo-solidale, che intende dimostrare come questa particolare pratica commerciale possa ripercuotersi sul prezzo finale pagato dal consumatore.

Solitamente si cerca di distinguere le seguenti componenti:

prezzo percepito direttamente dai produttori interessati dal progetto sostenuto
ulteriori costi sostenuti nel paese di produzione (trasporti fino al porto, spese portuali, tasse, ...)
costi di trasporto fino al paese importatore
dazi doganali percepiti dal paese importatore
costi legati alla trasformazione del prodotto grezzo (torrefazione, cioccolatai, biscottifici,...)
costi legati all'attività dell'importatore (seguire i progetti, attività amministrativa, logistica, coordinamento, eventuali costi legati alla certificazione,...)
margine commerciale del dettagliante (necessario per pagare le spese dei locali adibiti a negozio e il poco personale retribuito impiegato)
tasse e imposte (tipicamente l'IVA)
In questo modo si cerca da un lato di giustificare il prezzo solitamente più elevato dei prodotti normali e dall'altro si mette in evidenza il fatto che aumentare il prezzo pagato direttamente ai produttori non incide se non in misura marginale sul prezzo pagato dal consumatore.

Ha come obiettivo pure quello di sensibilizzare il consumatore alle diverse componenti presenti nel commercio internazionale in parte imposte dagli stessi paesi consumatori per proteggere il proprio mercato (tipicamente i dazi) a scapito delle economie svantaggiate.


[modifica] Qualche esempio
Fonte per gli esempi che seguono sono: Ctm e Commercio alternativo. Gli esempio sono realistici ma non corrispondono a nessun caso reale.


[modifica] Caffè
Voce (1 pacchetto da 250 gr.) Importo
(Euro) % prezzo
finale
Prezzo pagato ai produttori 0,90 36
Trasporto, dazio, sdoganamento (ca.7%) 0,05 2
Torrefazione e imballaggio 0,25 10
Centrale d'importazione 0,40 16
- certificazione (ca.3%) 0,03 1
- prefinanziamento 0,05 2
- margine commerciale 0,30 12
Margine dettagliante (ca.25%) 0,50 20
IVA (20%) 0,40 16
Prezzo finale 2,50 100

Questo vuol dire che:

aumentando/riducendo del 10% il prezzo ai produttori, il prezzo finale aumenta/cala di ca. 6% (15 centesimi a pacchetto)
riducendo/aumentando del 10% i margini commerciali dell'importatore e del dettagliante, il prezzo finale cala/aumenta di ca. 4% (10 centesimi a pacchetto)
se l'Euro si rivaluta/svaluta del 10% rispetto al Dollaro, allora il prezzo finale cala/aumenta di ca.7% (17 ¢)

[modifica] Zucchero di canna
Voce (1000 gr.) Importo
(Euro) % prezzo
finale
Prezzo pagato ai produttori 0,90 30
Trasporto, dazio, sdoganamento 0,55 18
- dazio 0,40 13
Centrale d'importazione 0,48 16
- certificazione (ca.3%) 0,02 1
- prefinanziamento 0,06 2
- margine commerciale 0,40 13
Margine dettagliante 0,80 26
IVA (10%) 0,27 9
Prezzo finale 3,00 100

Questo vuol dire che:

aumentando/riducendo del 10% il prezzo ai produttori, il prezzo finale aumenta/cala di ca. 5% (16 centesimi al chilo)
riducendo/aumentando del 10% i margini commerciali dell'importatore e del dettagliante, il prezzo finale cala/aumenta di ca. 4% (13 centesimi a pacchetto)
se l'Euro si rivaluta/svaluta del 10% rispetto al Dollaro, allora il prezzo finale cala/aumenta di ca.5% (16 ¢)
dimezzando il dazio, il prezzo finale cala di ca.10% (32 ¢)
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Prezzo_trasparente"













2angeli ha scritto:ciao a tutti.Volevamo chiedere un parere su i prezzi che troviamo in vari negozi,che non sono solamente per l'altromercato,ma che possono avere articoli per turisti e poi nello stesso scaffale altri prodotti del commercio equo e solidale ma con prezzi molto più alti del normale.Queste anomalie le abbiamo trovate anche nei vari punti macrobiotici o altri negozi biologici.Per non dire poi che si può trattare di un paese e quindi tanta gente non può conoscere il confronto con altri prezzi più ragionevoli e quindi arrivano subito alla conclusione che tutti i prodotti del fairtrade sono solo per coloro che hanno un reddito più alto,senza prendere in considerazione nè i vari progetti che ci sono dietro e neanche la qualità del prodotto.Ora a questo punto abbiamo avuto la voglia di dire la nostra a questi disonesti commercianti,ma abbiamo il timore di dire qualcosa di sbagliato,infatti non sappiamo se è comunque legale aumentare i prezzi quanto si vuole,se c'è invece un regolamento interno che precisa il tetto max di rincaro che può fare il commerciante.Ma aspettiamo delle vostre risposte per far si che quando ci troveremo preparati andremo a dire la nostra-vostra con la speranza di riuscire a convincerli non tanto solo per abbassare i prezzi ma di avere un pò più di rispetto nei confronti di chi ha molte più esigenze"primarie" rispetto alle nostre.A presto gli Angeli

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