A PROPOSITO DELLA TEORIA GENDER

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aurea
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A PROPOSITO DELLA TEORIA GENDER

Messaggio da aurea » gio mar 01, 2012 7:06 pm

Io ho scritto questa bella relazione? Non la ricordavo più ed era da molto che non rileggevo i miei post. Però, sono brava!

La rilettura del thread sulla teoria di genere mi ha dato spunto per un’ulteriore riflessione, perciò la riprendo e la ripropongo riveduta e corretta.


LA TEORIA GENDER



L'uomo ha sempre bisogno di punti dì riferimento; di dare un senso ed un fine alla propria esistenza sia personale che sociale. Nascono così le ideologie che diventano mezzo e strumento per poter raggiungere il fine ultimo della società; fine ultimo che altro non è che il desiderio di realizzare una convivenza tra gli uomini permanentemente pacifica e felice. Questo fine viene solitamente chiamato Utopia.
Crollate quindi le ultime ideologie utopistiche, comunista prima e liberal-capitalista poi, ecco affiorare, nella società attuale, nuove ideologie utopistiche basate sul moderno relativismo e nate dalla deriva del vecchio concetto di uguaglianza utilizzato dal comunismo con esiti fallimentari, e, una tra queste, portando all'estremo e coinvolgendo a pieno la sessualità, costituisce appunto l'attuale ''ideologia gender''.
Gender, é un termine inglese che significa sesso genere. L'ideologia o teoria gender vuole eliminare il più possibile la differenza tra maschi e femmine per stabilire l'assoluta uguaglianza tra le persone cominciando appunto a scardinare questa importante differenza e rivoluzionando di conseguenza il concetto stesso di famiglia con l'introduzione del ''diritto'' per gli omosessuali sia di sposarsi che di divenire genitori; sostenendo, in definitiva, che le identità sessuali sono costruzioni culturali e che ogni ''individuo'' è libero di scegliere, al riparo di condizionamenti o influenze esterne, il proprio ''orientamento sessuale'', che può essere eterosessuale, omosessuale maschile o femminile, bisessuale, transessuale; e, per il momento ci possiamo fermare qui, perché non è certamente esclusa la possibilità che in futuro, per gli stessi motivi, si possano rivendicare diritti anche per altri ''orientamenti'' di tipo sessuale, infatti, c‘è già chi azzarda a sostenere che persino la pedofilia non debba essere più considerata una patologia bensì una normale e libera espressione dell‘individuo, anche minore, purché consapevole e consenziente.

Se a quest'ultima teoria aggiungiamo la già avviata moderna ideologia di eguaglianza che vuole annullare tra le persone anche differenze di tipo culturale ed etnico, ecco che appare disegnato un progetto di uomo amorfo, appiattito e sminuito, con neppure più il senso morale né spirituale.

Se l'essere umano così conciato potrà fondare una civiltà pacifica e felice, mi pare come minimo una ipotesi molto azzardata per non dire assurda e disastrosa. Ovviamente queste ideologie vengono strumentalizzate a proprio favore dai poteri forti della società, che sono il potere politico e, l'ancor più potente potere economico, o meglio, finanziario.
Il potere politico è ormai quasi del tutto assoggettato a quello economico-finanziario e, quest’ultimo in particolare, non ha né pudori né etica da seguire puntando solo al profitto e poco importa se le teorie relativiste di cui si serve sono e saranno disastrose o meno per la ''massa'' sul piano morale, psicologico ed esistenziale.

Dato che è ormai più che evidente ed assodato che la società contemporanea respira e si nutre quasi inconsapevolmente di queste ideologie che agiscono ormai da decenni, e visti i risultati che sta producendo di alienazione, di solitudine, di incomunicabilità, di nuove ingiustizie sociali, di disastroso materialismo ...C'è n’è abbastanza per schierarsi apertamente contro il relativismo e le sue disastrose conseguenze pratiche tra cui la ''teoria gender''.


I DIRITTI


Ci sono i Diritti Fondamentali dell’Uomo che sono inalienabili e riconosciuti universalmente. Forse le religioni avranno contribuito all’assimilazione di questi Valori fondamentali, in particolare il Cristianesimo? E questi Valori fondamentali sono OGGETTIVI se possono essere riconosciuti universalmente, quindi, sono delle VERITA’ con la vu maiuscola per tutti (tranne per gli ipocriti, naturalmente!).

E poi ci sono i “diritti particolari” che devono essere ben analizzati, valutati e regolamentati prima che possano essere riconosciuti e questo per il semplice ed elementare motivo che l’uomo è un essere sociale e la sua vita si svolge in una rete di relazioni con altri uomini. Pertanto, va tutelato sia il singolo individuo che la collettività.


IL RELATIVISMO

La dialettica relativista è penetrata ormai a fondo nella mentalità corrente e non credo ce ne libereremo presto e facilmente e questo perché essa vuole che il bene e il male della persona non dipendano dalla sua responsabilità personale, bensì dal "sistema", dalle strutture sociali. E a chi non farebbe comodo convincersi di questo?

Per cui l'individuo (naturalmente incline a non accontentarsi) si è assuefatto a proiettare le proprie frustrazioni sui valori tradizionali: abbatterli significherebbe "liberarsi"; non riuscire a "realizzarsi" comporta un rifiuto del "sistema".

Vivere senza un “sistema” però non è possibile perché significa far crollare l'edificio che consente all’uomo la ricerca della felicità (per quanto sia difficile da realizzare) ed è chiaro che essa può basarsi solo nello scambio reciproco tra le persona nell’ambito della società e tracciando dei punti di riferimento comuni. Per questo motivo abbiamo bisogno sia dell'etica, sia della morale, per una maggiore qualità e serietà dei rapporti umani.

Di conseguenza appare evidente l’inconcludenza del limitato e dannoso pensiero relativista, che voglio sintetizzare in una bella battuta di Luciano De Crescenzo.

I’assurdo fondamentale del pensiero relativista è questo:

"Solo gli imbecilli non hanno dubbi.
Ne sei sicuro?
Non ho alcun dubbio!"

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