Denti

[Vegan Purity]

@Luna8
Credo ci siamo fraintesi su un punto, io non ho parlato di agricolutra, ne permacoltura e niente che possa aver a che fare con l'agricoltura.
Che l'agricoltura sia dannosa e sbagliata per l'ambiente è vero, infatti l'esempio che hai fatto della coltivazione del caffè e soia ci sta tutto, come tanti altri casi più o meno gravi, io parlavo di piantare non nel senso di "orto", ma far nascere e vivere vegetali in modo naturale e selvatico come gl'altri, alcune cose già ci stanno li come alcuni frutti, il resto c'è lo metto io se serve, pero apparte questo punto che gia di per se potrebbe risolvere il problema, voglio ancora discutere con te il discorso dell'estensione di una certa specie per cause strettamente naturali.
Questo succede già in natura di per se, ora tu potresti dire che però la mia scelta è differente come cosa,
questo discorso della propagandazione riguarda animali e vegetali, allora senza che io stesso o qualche pianta europea vada in Madagascar, quindi contiamo solo l'uomo, contiamo che fosse fatta la scelta giusta gia da tanto tempo fà e tenuta quindi noi fossimo in natura, senza fare scelte invasive sbagliate, mettiamo che un certo periodo per particolari condizioni noi cominciamo ad aumentare, tanto che vivendo su più territorio, quello stesso territorio sarà per dire meno battuto da altri animali e se questa condizione aumenta e rimane stabile, magari quel certo animale si estingue.
Ecco perché il discorso casca, questa è una cosa naturale, senza contare scelte sbagliate, insomma l'esempio su te al Madagascar è simile a questo, del resto se il punto finale è l'estensione di una certa specie, come è naturale che tutti muoiono, lo può essere anche per una determinata razza, sempre senza contare le scelte sbagliate,

[Vegan Purity]

Per altro scusatemi in generale per come ho reagito

[arbor]

Come avrai potuto constatare, caro amico, qui nessuno ci tiene a fare prediche né ad atteggiarsi a guru, neppure il nostro moderatore Marco: qui ci limitiamo a scambiarci informazioni relative alla nostra personale esperienza in materia di vegan crudismo e più in generale di igienismo, senza nessuna pretesa di possedere la verità assoluta, pronti a rettificare il nostro punto di vista se ce ne viene offerto uno migliore (ferma restando la scelta etica vegana di fondo). Poi succede, come in qualsiasi campo, che qualcuno, per ragioni anagrafiche o semplicemente perché ha cominciato prima, si trovi ad essere più esperto di altri su questo o quel tema, per cui si troverà spesso nella condizione di poter dare utili consigli che i meni esperti potranno gradire o meno, seguire o meno in piena libertà, com’è giusto che sia perché ogni caso ha le sue peculiarità che vanno personalmente testate.
Tu hai sollevato un argomento su cui nessuno di noi, credo, è abbastanza ferrato: quello del ritorno allo stato di natura. Non voglio asserire che tale operazione non sia possibile in assoluto, dico solo che non conosco nessuno, in ambiente igienista, che abbia compiuto una simile scelta. Conosco igienisti che hanno il loro pezzettino di terra che coltivano, conducendo una vita frugale ma comunque inserita nel contesto economico-sociale generale. Sento parlare ogni tanto di eco-villaggi o altre iniziative simili, che poi rimangono sempre allo stato di progetto perché finiscono in genere per scontrarsi con la dura realtà del bilancio, che purtroppo non guarda in faccia alle buone intenzioni dei proponenti. Ma, ripeto, magari nel tuo caso non sarà così e ci potrai smentire e noi te ne daremo atto, anzi mi auguro che tutto vada come da te auspicato.
Per quel che riguarda in particolare la tua discussione con Luna sulla propagazione arborea di nuove specie a discapito di quelle autoctone, è certamente giusta la distinzione che tu fai tra piante coltivate dall’uomo e piante selvatiche. Qualsiasi pianta, per quanto innocente allo stato di natura, se coltivata in modo dissennato dall’uomo (caffè o soia o qualsivoglia coltivazione intensiva, come il cotone ecc), può rivelarsi dannosa per l’ambiente, ma non per la pianta in sé ma piuttosto per le nostre demenziali tecniche di coltivazione. Il discorso è ben diverso per le specie non coltivate: qui dipende da specie a specie, e comunque non si può escludere che talune specie, trapiantate in un contesto lontano e diverso da quello originario, possano in qualche modo “infestare” o contaminare il nuovo ambiente in cui vengono trasportate e messe a dimora. Un esempio di pianta “infestante” che tutti conosciamo è la robinia, che è originaria dell’America settentrionale, che ha trovato da noi un ambiente favorevole, fin troppo direi, a discapito di altre specie arboree. Ma penso che di esempi di questo tipo ve ne siano altri. Poi c’è il problema dell’ibridazione, ad opera di sementi importate, che può indurre alterazioni anche profonde nella flora di arrivo. Non ho comunque le competenze tecniche per sostenere una discussione approfondita su questo argomento, al di là di poche nozioni di carattere generale.
Stai sereno e tranquillo, siamo qui per darci una mano, dunque mettiamoci nelle condizioni di fruire degli utili consigli altrui, oltre che in quelle di poter dare a nostra volta qualche utile dritta, sulla base della nostra personale esperienza, se qualcun altro vorrà farne tesoro.
Ciao, Arbor

[arbor]

Una curiosità, Veganpurity, tu di dove sei, se è lecito?

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Tivoli, vicino a Roma