Transizione vegan - crudista

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mishaVeg
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Transizione vegan - crudista

Messaggio da mishaVeg » ven gen 11, 2013 6:44 pm

Salve a tutti, sono una ragazza di 19 anni , vegana (per motivi etici) da due. E' da pochissimo che ho comiciato a pensare di rivoluzionare completamente la mia alimentazione, basata perlopiù su cereali, legumi e verdure cotte e davvero troppa poca frutta. Solo da un annetto ho cominciato a mangiare più frutta e verdura cruda e i cambiamenti nel mio organismo li ho visti e sono stati fantastici. Ora però sento che giustamente ciò che faccio è troppo poco e da qualche giorno il mio corpo ha davvero detto basta. Già il crudismo mi interessava ma pensavo che me ne sarei avvicinata "più avanti"... ora invece sono davvero intenzionata ad intraprendere questa strada. Ho letto però che prima di fare un passo così grande come la "rivoluzione" di una dieta è consigliabile un periodo di digiuno per depurarsi (e ne avrei proprio bisogno). Non ho mai fatto digiuni di nessun genere ma quando, per esempio, salto qualche pasto per i motivi più disparati, mi sento molto meglio e più leggera, segno che la mia alimentazione attuale è totalmente sbagliata e che la mia fame è sempre di origine nervosa! Mi piacerebbe fare un digiuno prolungato ma senza nessun consiglio avevo paura di combinare guai... Mi sarei rivolta ad un medico ma purtroppo nella mia città del sud non ho trovato nessuno che è stato capace di consigliarmi sulla dieta vegetariana (iniziata a 15 anni), figuriamoci un digiuno ed una dieta crudista! Visto che sicuramente qui dentro c'è gente più esperta di me ho pensato di iscrivermi e chiedere il vostro aiuto.
Ricapitolando: sono vegan e voglio diventare vegana crudista, magari depurandomi prima con un bel digiuno...
Grazie mille e scusate se ho sbagliato qualcosa, ma non sono molto esperta coi forum :oops:

arbor
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Re: Transizione vegan - crudista

Messaggio da arbor » ven gen 11, 2013 10:12 pm

Passare dal veganismo al crudismo è, almeno a parole, molto semplice: basta sostituire i carboidrati (complessi) dei cereali e legumi coi carboidrati (semplici) della frutta. In questo passaggio si andrà incontro a un effetto moltiplicativo delle quantità di cibo, dato che la frutta è molto meno calorica dei cereali: quindi per mantenere le stesse calorie di prima dovrai mangiare molta più frutta, in termini di peso, di quanti cereali e legumi mangiassi prima, sempre in termini di peso. Quantificando, grosso modo, diciamo che se prima mangiavi tre etti di cereali/legumi al giorno, ora dovrai sostituirli con due/tre chili di frutta, quanto esattamente dipende dal tipo di frutta, se più o meno calorica (molto calorica, si fa per dire, è la banana, anche discretamente calorica è l’uva, il fico, il caco, il kiwi, il mango, la ciliegia dolce, scarsamente calorica è la mela, l’arancia, la pera, susina, albicocca, pesca, anguria, melone ecc). Il riferimento alle calorie è piuttosto importante, perché uno degli errori più comuni fra i crudisti è quello di non nutrirsi a sufficienza, con conseguenze piuttosto spiacevoli: si crede di mangiare molto, visti i maggiori quantitativi di frutta rispetto ai cereali, ma in realtà non abbastanza in termini calorici, col risultato di non soddisfare il proprio fabbisogno calorico, che è quello che ci garantisce l’energia sufficiente per vivere in piena efficienza. Quando si è in deficit calorico, poi, succede che si ricercano sfoghi compensativi che complicano ulteriormente il quadro: si tende ad abbuffarsi di cibi ad alta concentrazione calorica (cereali, prodotti di pasticceria ecc), rendendo quanto mai faticoso il percorso di transizione verso il crudismo; oppure ci si butta sui cibi grassi (noci e semi oleosi, olio, cioccolato ecc), pure molto concentrati in termini calorici, con serie conseguenze sul nostro metabolismo. Infatti sarebbe buona norma mantenere l’apporto dei grassi entro il 10% in termini di calorie. Poiché la stessa percentuale (10% massimo) è consigliata per le proteine, ne segue che i carboidrati (rinvenibili soprattutto nella frutta, mentre la verdura ne è piuttosto povera) dovranno rappresentare almeno l’80% del tuo menù in termini calorici.
All’inizio, per impratichirti con le calorie, potresti consultare la tabella delle calorie/grassi che puoi scaricare dal sito di Marco Urbisci, il nostro moderatore (http://www.dietaenergiaalta.com). Una volta stabilito il tuo fabbisogno calorico, in base alla tua età altezza peso stile di vita ecc., la compilazione quotidiana della tabella ti permetterà di controllare se mangi a sufficienza e senza eccedere nei grassi (mentre per le proteine, se si rimane nel vegan-crudismo, non si corre il rischio di superare la percentuale consigliata). In pochi giorni diventerai un’esperta e potrai quasi farne a meno.
Dunque l’importante, per passare al crudismo, è mangiare tanta ma proprio tanta frutta, evitando di fare quei due errori che ti ho ricordato prima. Non è invece necessario fare un digiuno, tanto meno un lungo digiuno. Il digiuno è un eccellente strumento di depurazione dell’organismo, da usare quando ce n’è bisogno, come ad esempio quando ci si ammala (tipo l’influenza ecc). Tieni conto che il crudismo è già di per sé stesso un processo di auto depurazione dell’organismo, grazie all’azione, depurativa appunto, della frutta (anche i succhi di verdure sono altamente depurativi): non c’è bisogno di rincarare la dose con un digiuno. E poi, nel tuo caso, giovane e vegana da anni, immagino che ci sia davvero ben poco da depurare. Il processo depurativo messo in atto col passaggio al crudismo (cioè con tanta frutta) si manifesta attraverso una serie di sintomi, più o meno accentuati secondo il grado di intossicazione interna (nel tuo caso saranno probabilmente minimi) chiamati detox: si tratta di qualche forma di malattia, mal di testa piuttosto che febbre o raffreddore o qualche dolore gastro-intestinale o qualche sfogo cutaneo, accompagnati da stanchezza debolezza ecc. Per ridurre questi sintomi, si consiglia in genere di affrontare con gradualità il passaggio al crudismo, passando attraverso un periodo (e dieta) di transizione: se prima facevi tre pasti di cereali, inizierai riducendoli prima a due, poi a uno e infine a nessuno, con tutta la gradualità e sicurezza necessarie, senza fughe in avanti che potrebbero rivelarsi non sostenibili sotto il profilo psicologico. In genere più si è intossicati, e più difficile è il cambio di regime e dunque più consigliabile diventa la transizione. In tutti i casi non ci sono regole precise: ogni caso fa a sé e ognuno fa i suoi esperimenti.
Che è la cosa che consiglio anche a te di fare, perché ne vale assolutamente la pena, perché il crudismo, correttamente interpretato, è uno strumento portentoso di benessere. Frequentando il nostro sito scoprirai che oltre all’alimentazione, importantissima, ci sono tante altre cose importanti per il proprio benessere fisico, psichico e per il proprio rapporto con l’ambiente, cose che possiamo sintetizzare in un certo stile di vita complessivo, che è quello raccomandato dalla disciplina chiamata igienismo (o igiene naturale). Un valido aiuto in questo senso lo potrai trovare nel libro di Marco che troverai nel suo sito.
Questa tua scelta di vita è il regalo più prezioso che tu possa concederti: poterne beneficiare a vent’anni, piuttosto che scoprirlo, come nel mio caso, solo dopo i cinquanta, a danno ormai fatto (in parte irrimediabilmente), è un privilegio di pochi fortunati e/o meritevoli. Approfittane.
In bocca al lupo, Arbor

arbor
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Re: Transizione vegan - crudista

Messaggio da arbor » sab gen 12, 2013 6:58 pm

Vorrei tornare alla tua domanda sul digiuno, Mishaveg, per non lasciarti l’impressione che io sia sfavorevole per principio al digiuno. Al contrario il digiuno è lo strumento per eccellenza della disintossicazione dell’organismo, il più efficace in assoluto, si tratta di farvi ricorso a ragion veduta. Vi sono due forme di disintossicazione, una di origine viziosa l’altra invece virtuosa. Quando a causa del nostro comportamento (alimentare ma non solo) scorretto il livello di tossiemia aumenta al di sopra del nostro limite di tolleranza, l’organismo reagisce ponendo in atto un processo di disintossicazione che in pratica consiste in qualche malattia, che può andare dalla leggera stanchezza fino, ad esempio, all’influenza con febbre elevata. In questi casi, di crisi di eliminazione do origine “viziosa”, il digiuno è senza dubbio lo strumento ideale per ottenere una rapida espulsione del carico tossico, che verrebbe così riportato al di sotto dell’asticella di tolleranza, venendosi così a ripristinare l’equilibrio tossiemico e quindi lo stato di salute compatibile con quel dato equilibrio: ci si mette allora al calduccio a riposo senza mangiare (solo acqua), finchè non ci si rimette in sesto. Di tutt’altra faccenda è la disintossicazione provocata dal nostro comportamento virtuoso, detta anche detox, anche se la natura del processo è sempre identica, vale a dire una qualche malattia che metta in crisi il nostro corpo per costringerlo a risparmiare energia e recuperare forza. Se ad esempio modifichiamo la nostra alimentazione in meglio, sostituendo ad esempio i cereali con la frutta, il nostro organismo si troverà a disporre di maggiore energia che esso utilizzerà per sbarazzarsi di vecchi carichi tossici annidati sotto varie forme al suo interno; esso sposterà al ribasso l’asticella di tolleranza delle tossine e darà nel contempo avvio al solito processo di eliminazione del carico tossico risultante ora in esubero rispetto al nuovo e più basso livello di tolleranza, processo che come sappiamo consiste in qualche malattia. La stessa cosa succede se, trovandoci in uno stato di buona salute, decidiamo ugualmente di digiunare: è un invito per il nostro organismo a disintossicarsi da vecchie scorie. In questo caso però è il digiuno stesso a provocare la crisi di eliminazione, la detox, in risposta al nostro comportamento virtuoso (il digiuno). In entrambi i casi, dunque, il digiuno accelera il processo di eliminazione delle tossine: ma, mentre nel primo caso il digiuno interveniva solo in seguito ad un processo di disintossicazione provocato dal nostro organismo in risposta al nostro scorretto stile di vita, nel secondo caso è il digiuno stesso (o qualche altro comportamento virtuoso, come ad esempio l’introduzione della frutta nella nostra alimentazione) a scatenare il processo di detox, la malattia, il cui risultato sarà quello di un organismo più pulito, dunque più efficiente e meno soggetto a crisi degenerative di lungo periodo.
In linea generale sono favorevole al digiuno del primo tipo, anche se bisogna guardarsi dal rischio che, avendo scoperto il rimedio ai nostri malanni, non si finisca per indulgere con troppa leggerezza alle trasgressioni (che tanto poi con un breve digiuno sistemiamo tutto). Mentre per il digiuno del secondo tipo (quello che provoca la detox) credo che si debba adottare qualche giusta cautela. La prima cautela riguarda la durata del digiuno: se parliamo di digiuno di un giorno o due, credo che non vi siano particolari problemi nella gestione di un digiuno di così breve durata. Diverso è il discorso per il digiuno lungo, che in taluni casi specifici può essere certamente consigliato (ad esempio nella cura di talune malattie degenerative), ma che va fatto sotto l’osservazione di un esperto igienista, perché il digiuno lungo comporta rischi anche molto seri per la salute, che bisogna conoscere molto bene. Altra cautela è quella che concerne l’effettiva utilità del digiuno: è vero che il digiuno accelera il processo depurativo, ma che sarà mai la depurazione di un digiuno una tantum rispetto a quella, molto più importante perché si ripete costantemente ogni giorno, indotta dal consumo quotidiano di frutta o da altri comportamenti virtuosi assunti abitualmente? Molto più importante, insomma, l’abituale stile di vita rispetto al digiuno, che ovviamente non può per sua natura essere abituale. Una volta adottato un abituale corretto stile di vita, si potrà comunque sempre aver modo di apprezzare, al bisogno, l’utilità del digiuno: come ad esempio quando siamo sotto stress particolari, o siamo colpiti da dispiaceri molto forti e gravi, o, semplicemente, abbiamo fatto qualche cavolata che poi dobbiamo pagare con qualche malattia.
Un’ultima annotazione per quanto attiene la dieta di transizione. Una forma di dieta di transizione tipicamente crudista è quella che adottiamo io e Marco durante la stagione fredda, che consiste nell’ammettere, oltre alla frutta e alla verdura cruda, anche un piatto di verdura cotta (generalmente nel pasto serale). Si tratta di una concessione al cotto tutto sommato innocente, se si ha riguardo di astenersi (o limitarsi molto) dalla verdura cotta amidacea, tipicamente la patata. Certo si tratta comunque di cotto, dunque non l’ideale per un crudista, ma diciamo che di tutte le possibili trasgressioni è la meno nociva; e poi teniamo conto che non siamo ai tropici e che il nostro inverno è lungo e difficile, anche se è ben vero che c’è anche chi riesce a farne del tutto a meno, senza patirne affatto il bisogno e anzi sentendosi decisamente meglio. Insomma è una forma di transizione anche questa, sperando di poter migliorare in direzione del modello ideale.
Ciao, Arbor

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Re: Transizione vegan - crudista

Messaggio da gardenia89 » dom gen 20, 2013 11:19 pm

mishaVeg ha scritto:Salve a tutti, sono una ragazza di 19 anni , vegana (per motivi etici) da due. E' da pochissimo che ho comiciato a pensare di rivoluzionare completamente la mia alimentazione, basata perlopiù su cereali, legumi e verdure cotte e davvero troppa poca frutta. Solo da un annetto ho cominciato a mangiare più frutta e verdura cruda e i cambiamenti nel mio organismo li ho visti e sono stati fantastici. Ora però sento che giustamente ciò che faccio è troppo poco e da qualche giorno il mio corpo ha davvero detto basta.
Ricapitolando: sono vegan e voglio diventare vegana crudista, magari depurandomi prima con un bel digiuno...
Grazie mille e scusate se ho sbagliato qualcosa, ma non sono molto esperta coi forum :oops:
ciao Misha, piacere! io ho 23 anni e sono contenta di constatare che altri giovani come me si avvicinino al crudismo :D !
io sono ancora in fase di approccio. è ammirevole che tu abbia abbracciato il veganismo a 17 anni, complimenti!
Arbor ha già risposto con grande completezza alla tua domanda, ho letto anch'io con interesse le sue spiegazioni :oops:
comunque credo anch'io che avrai ben poco da cui depurarti, considerando che 6 giovane e che sei vegana da 2 anni.
già aumentando progressivamente i pasti monofrutto, il tuo corpo getterà via le poche scorie che ha.
io non ho mai praticato il digiuno passando al veganismo e poi al crudismo. poi ovviamente tieni conto che non sono esperta come gli altri partecipanti del forum :oops:
un abbraccio,
GARDENIA89

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