Sotto l'arbor

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arbor
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da arbor » mar gen 01, 2013 5:29 pm

Penso anch’io, Runner, che i frullati possano costituire una valida soluzione per risparmiare un po’ dell’enorme quantità di tempo richiesta per la masticazione delle altrettanto tue grosse quantità di cibo. Personalmente trovo che il frullato di banane (con qualche dattero) sia squisito e anche molto pratico; un frullato che ho scoperto è quello di cachi: forse mi sbaglierò ma io trovo che il frullato di cachi sia persino più buono dei cachi mangiati interi. Magari potresti dividere il tuo megapasto in due fasi, quella del frullato e quella della frutta intera, per avere entrambi i vantaggi sia della masticazione che della velocizzazione.
Sono d’accordo con Luna che durante il pasto non si debbano fare altre cose, anche se non disdegnerei la chiacchierata, ma solo in piacevole compagnia, sennò meglio soli: è un momento troppo importante, non possiamo rischiare di rovinarlo non riservandogli la dovuta cura e attenzione.
Certo Luna, l’importante è poter cantare quando ci si sente, cosa che ora talvolta mi succede, mentre fino a qualche tempo fa mi era proprio inibito dalla precaria condizione delle mie corde vocali (parziale afonia, perdita rapidissima di tono ecc.).
Buon anno, Arbor

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flib
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da flib » mar gen 01, 2013 8:46 pm

arbor ha scritto:un frullato che ho scoperto è quello di cachi: forse mi sbaglierò ma io trovo che il frullato di cachi sia persino più buono dei cachi mangiati interi.
Bravo Arbor, mi hai fatto ricordare questa sensazionale scoperta che risale per me allo scorso anno quando, a gennaio, mi sono trovato davanti alcuni cachi non proprio bellissimi e con qualche pezzo "guasto". Ho pensato: tolgo i pezzi guasti e metto tutto nel bicchiere del frullatore a immersione...
:D :D :D
Ho scoperto il miglior dessert che si potesse immaginare :wink:

Altro che mousse alla crema o al cioccolato... mousse di cachi! Una prelibatezza.

Altro vantaggio della mousse di cachi rispetto al caco al naturale è il fatto che la si può gustare con calma, cucchiaino dopo cucchiaino, facendolo sciogliere in bocca ed assaporando appieno il gusto zuccherino. Questo inoltre ha un vantaggio digestivo notevole in quanto la saliva è proprio deputata alla digestione degli zuccheri :wink:

Io frullo 4 o 6 cachi per volta, dipende dalle dimensioni, in modo da fare circa 1 litro di mousse slurposa 8)

Approfitto per un augurio di Buon Anno a tutti :)

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » mer gen 02, 2013 1:27 am

Non parlatemi di cachi. Ne ho ancora parecchi, maturi al punto giusto, con la buccia finissima, talmente fine che riesco addirittura a mangiarla senza accorgermene, perché sembra quasi impalpabile. Ma oggi sono in punizione. Niente cachi! Me lo sono imposto, dopo gli sgarri ripetuti di quest’ultima settimana. Il giorno dopo S:Stefano credevo di morire, talmente stavo male. Ho provato ad assaggiare un po’ di frutta, ma i dolori si sono fatti più intensi. Si vede che i grassi intasavano ancora lo stomaco.
Ieri,poi, ho festeggiato l’anniversario di matrimonio dei miei e gli ho preparato un pranzo vegan. Volevo tenermi, ma mi sono abbuffata. Ho tornato ad abbuffarmi al cenone di capodanno, pure vegan, a casa di amici e oggi, per non ripetere il malessere della settimana scorsa, ho digiunato fino a sera e a cena ho mangiato solo verdura. Sembra che così l’ho scampata, ma mi dispiace tantissimo essere immersa in cachi e banane senza poterli assaggiare. Quando mi trovo in compagnia i miei progetti saltano tutti per aria. L’intento sarebbe sgarrare poco, e invece si trasforma in supersgarro. Mi sento demoralizzata e mi prende la paura che non ce la farò mai. Comunque è per me già una conquista non essere stata male oggi, dopo le due megamangiate di ieri. In questi giorni mi attendono altri incontri sociali che non posso evitare e non intendo creare scontri in famiglia, dove non mi sento affatto compresa ed incoraggiata. Solo se alla fine mi vedranno rifiorire potrò finalmente dire la mia. Questo è l’obiettivo: rifiorire, perché, senza alcuna rotondità, sono solo messa al rogo.
Ayrtonsenna, ti ho pensato. Non eri il solo a star male. Ti sei ripreso?
Comunque oggi, durante il digiuno, ho puntato sul movimento fisico. Anche se avevo mal di pancia e mi sentivo spenta, ho fatto una lunga camminata a passo sostenuto e poi ho lavorato fuori a un lavoro che rimandavo da un mese. Quando sono rientrata stavo decisamente meglio; ho acceso la stufa e mi sono accorta che avevo fame. I cachi mi chiamavano, ma ho ripiegato sulle verdure.
Spero domani poter ritornare alla frutta.
Un saluto.
Mita

Luna8
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da Luna8 » mer gen 02, 2013 10:10 am

Oh, Mita, non punirti!!!
Le punizioni peggiorano solo la situazione!
Trattati con amore!
Se i cachi ti chiamano ci sarà un motivo!

Un abbraccio
Luna

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » ven gen 04, 2013 1:26 am

Scusa , Luna, forse non mi sono spiegata. Non è che io mi sia punita negandomi i cachi perché mi voglio far del male. Sono state le leggi naturali che ho infranto a punirmi. Stavo male, avevo la pancia in subbuglio per via dei ripetuti sgarri e a malincuore ho deciso di mangiare verdura solo perché, se avessi mangiato i cachi, sarei stata peggio siccome la frutta non va mai assunta a stomaco intasato, e specialmente da grassi. Questa decisione devo dire che è stata saggia e mi ha permesso di superare abbastanza in fretta gli effetti nefasti degli sgarri.
Ieri poi, finalmente, ho di nuovo assunto frutta, specialmente cachi ed è andata bene.
Oggi ho pranzato da dio, in cortile, con sole e aria primaverile e le primule fiorite. Ti ho imitata mangiando banane (ne avevo tante supermature, tralasciate per far spazio agli sgarri) avvolte in foglie di gentilina. Che bontà quegli involtini!!! Grazie per avermelo suggerito, insieme ai consigli sull’olio. Era talmente buono che le papille gustative erano come impazzite e ho rischiato di mangiarne troppe. La sensazione era sicuramente paradisiaca: sole, luce, fiori e quel sapore speciale!
Ti volevo chiedere: non riesci davvero a ricordare dove avevi letto delle scimmie che mangiano la buccia delle banane bio, scartando quella delle chimiche? Ricordi se la notizia fosse data per certa?
Trovo la cosa talmente eccezionale e ringrazio le scimmie che comunque riescono a mangiare la polpa delle banane chimiche facendomi pensare che non siano eccessivamente trattate. E questo un po’ mi rassicura. Un tempo, infatti, acquistavo esclusivamente banane bio. Adesso, invece, viste le quantità industriali che ne consumo, per ridurre un po’ le spese ne compro anche di chimiche. Al Famila, comunque, sovente trovo banane biologiche del Commercio equo e solidale a “ soli “ 2,29 euro al chilo, decisamente più economiche che al Cuorebio.
Grazie di cuore per le tue interessantissime condivisioni e per il tuo successo al pranzo di natale che dice che … è possibile. Tu mi stai indicando la strada.
Un abbraccio.
Mita

arbor
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da arbor » sab gen 05, 2013 9:02 am

In effetti 2,29 euro al chilo per banane bio è un buon prezzo, io però al Famila non le trovo, proverò a chiedere perché. E poi, Mita, hai la fortuna di avere ancora tutti quei cachi, che ti accompagneranno fino a primavera, immagino. Beata tu.
Secondo me, Mita, non ci si deve preoccupare per lo sgarro “una tantum”, come quello delle mangiate, sempre comunque vegane a quanto capisco, celebrate in compagnia in particolari occasioni sociali come le feste natalizie. Certo meglio sempre contenere gli eccessi, ma io non mi preoccuperei del piatto di lenticchie della vigilia di Natale o di qualche piatto o piattone di cereali nel corso delle feste: quello che conta veramente non è l’eccezione, ma la regola. E tu, Mita, mi pare che le regole le rispetti, e questo è fondamentale. Imparerai anche a gestire un po’ meglio le eccezioni, dove probabilmente ti trovi a dover scontare qualche senso di colpa instillatoti ad arte da chi magari pretende di volere il tuo bene (mentre fa solo un’indebita e poco benevola invasione di campo): una maggior sicurezza in te stessa ti aiuterà anche da questo punto di vista, che comunque rimane marginale rispetto alla norma, che è quella che conta davvero. E comunque complimenti per la tua pronta ripresa dopo una breve tregua con la frutta.
Tregua che ogni tanto ci vuole, è così anche per me. Anzi io ne sono particolarmente soggetto, specie nella stagione fredda. Il mio organismo è poco disposto a perdonarmi anche il più piccolo sgarro. Nei giorni scorsi devo aver mangiato un po’ più del dovuto, ma niente di simile alle abbuffate natalizie: un giorno ho controllato le calorie, intorno alle 2800, evidentemente troppe per me. Il mio organismo me l’ha subito segnalato con qualche disturbo intestinale: tieni conto che, essendo stato operato alle tonsille, adenoidi e appendice, ho perso importantissime difese immunitarie che mi aiuterebbero a prevenire crisi peggiori, nelle quali mi trovo invece subito precipitato se non sto più che attento. Crisi che ho comunque risolto come te, astenendomi per un pasto o due dalla frutta, per consentire al mio organismo di rifiatare un po’.
Un abbraccio, Arbor

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swami863
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da swami863 » sab gen 05, 2013 9:42 pm

Mita non ti preoccupare per gli sgarri, i miei se leggi i mieie post erano ahimè vere abbuffate!
Poi col tempo diventano più radi, ma non perchè me li proibisco di più, ma perchè arriva da sola una consapevolezza accresciuta del proprio corpo, della propria salute, del meritarsi di non farsi troppo del male.
Finchè ho usato il sistema del divieto, sembrava che una scimmietta dispettosa mi facesse cadere nel cibo ancora di più, più vietavo e più mangiavo malamente.

Oggi non tidico che non mi capiti più, ma molto meno, è stata solo questione di tempo.

E poi il corpo divenendo sempre più delicato ti fa stare troppo male, quindi non è solo virtuosismo,
è SOPRAVVIVENZA!!! :P :P

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » dom gen 06, 2013 1:03 am

Le regole cerco di rispettarle, ma non sempre mi riesce. A volte prevale la parte irrazionale che mi spinge a gesti di cui poi mi pento, ma che comunque mi serve a capire che è ancora tanta la zavorra di cui mi devo liberare. Pensa che ieri sera, durante la cena, ho trovato in frigo un barattolo di avanzi di un piatto che avevo cucinato per i miei: un’imitazione di sugo rosso piccante con la salciccia sostituita ovviamente da wurstel di tofu. Mio padre l’ aveva assaggiato con sospetto, invece a mia madre era piaciuto e non so perché quell’avanzo non gliel’ho dato. L’ho annusato. Il profumo era ottimo e me lo sono pappata. Poi in freezer ho trovato anche l’avanzo del gelato di soia portato da mia madre, che lei aveva rifiutato e ho mangiato anche quello, senza pensarci troppo, in conflitto tra il buttare via una cosa che ha un certo costo (sprecare) e mettersi nelle condizioni di star male. Così stamattina mi sentivo uno straccio. Devo riuscire a liberarmi della convinzione che non devo buttare via niente, che ho poppato col latte materno, perché è solo zavorra e non un valore. L’unico valore, da mettere al primo posto, è la salute, ma evidentemente al momento non l’ho ancora sufficientemente incorporato.
Mi dispiace che anche tu continui a pagare e per ogni minimo sgarro.
Per quanto mi riguarda ero arrivata alla scelta vegana per motivi di salute. Mi si era ingrossata di colpo la tiroide. Avevo praticamente il gozzo ed ero perennemente afona. L’endocrinologo, prospettandomi un’altissima probabilità che si trattasse di un cancro maligno, mi aveva terrorizzata ed indotta a sottopormi ad intervento chirurgico. Avevo consultato anche un medico omeopata ed un iridologo e anch’essi mi avevano consigliato di non perdere tempo. Solo un consulente di macrobiotica, che non era medico, mi aveva prospettato la possibilità di guarigione eliminando uova e latticini dalla dieta, visto che la carne l’avevo già esclusa, ma io allora non ero ancora pronta. Probabilmente mi “fidavo” ancora un po’ della medicina ufficiale e mi ero fatta operare, seguendo le orme di mio padre (fattore ereditario?), con la paura che anche a me danneggiassero le corde vocali, come purtroppo era successo a lui che da allora non ha più potuto cantare e ancora adesso riesce a parlare solo con un filo di voce.
Tornando a me, mi avevano già somministrato la preanestesia quando un’infermiera, con mio sommo orrore, mi aveva posato sulla pancia un pacchetto di sangue da utilizzare per un’eventuale trasfusione e in quel momento avevo chiaramente capito che avevo sbagliato a farmi operare. Avrei voluto scappare, ma ormai ero troppo intorpidita. Dopo l’intervento, comunque, avevo deciso di provare ad escludere per 3 mesi uova e latticini. Rinunciare ai formaggi per me era stato difficile e non vedevo l’ora che passassero i tre mesi per andare in una trattoria della zona rinomata per gli gnocchi ai 4 formaggi di cui ero particolarmente ghiotta. Con mia grande sorpresa, quando finalmente, alla scadenza dei tre mesi, mi ero trovata davanti il piatto fumante e fortemente desiderato, avevo provato una forte ripugnanza già solo per l’odore. Avevo provato ad assaggiarlo e mi era venuto il vomito. La stessa cosa mi è accaduta anche per le uova e questi prodotti, lo so che sono esagerata, non riesco neanche a toccarli, è più forte di me, per cui mi dicono che sono fissata e ho solo delle storie. La scelta vegana, che non mi è costata affatto, mi ha comunque ricompensata. Stando ai medici avrei dovuto sottopormi urgentemente anche all’asportazione delle tonsille che erano marce e piene di pus. In breve tempo sono tornate rosa e così, a differenza di te, le ho conservate. Invece l’appendice l’avevo già sacrificata alcuni anni prima con un intervento urgente per peritonite.
Sovente purtroppo occorre un evento traumatico a farci prendere coscienza della realtà ed ad aprirci gli occhi: Inutile dire che da allora ho cominciato a scoprire la relazione tra alimentazione e salute e non ho smesso di ricercare la salute “perfetta”, passando sovente da pazza, esaltata o semplicemente credulona. Mi dispiace che tu sia stato più sfortunato e abbia subito tanti interventi che indubbiamente hanno indebolito il tuo sistema immunitario, per cui continui a pagare per ogni piccolo sgarro. Comunque sono convinta che, con la tua determinazione e con le tue conoscenze, nonché col supporto dell’esercizio fisico che già praticavi e che ora hai potenziato decidendo di cimentarti col metodo Matevo (comprendo perfettamente il tuo compatimento per l’istruttore che si spara proteine!) la tua salute trarrà il massimo beneficio sopperendo agli organi vitali che ti sono stati sottratti.

Ti auguro che arrivi anche da te, là nella bassa, una giornata luminosa come quella odierna, che, più che primaverile, si sarebbe detta estiva.
Un abbraccio.
Mita

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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » dom gen 06, 2013 1:05 am

Molto vero quello che dici, Swami863, non si tratta tanto di virtuosismo, quanto di paura di star troppo male. Ne so qualcosa anch’io e devo dire che mi succedeva molto di più al mio primo tentativo di crudismo. Allora non riuscivo a capire il perché di tanto malessere, ma ora so che ero andata incontro a tanti tipi di sbaglio che adesso, essendone maggiormente consapevole, alcune volte comincio ad evitare o perlomeno ad aggirare. Sono contenta che per te vada meglio e che quella scimmietta abbia meno potere. Ti auguro di raggiungere alla grande l’obiettivo dei 45 chili per pasqua.
Senz’altro il tuo successo sarà anche il mio. Pensa che stai lavorando anche per me.
Grazie.
Un abbraccio spigoloso.
Mita

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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da arbor » dom gen 06, 2013 7:12 am

Sì anche qui in questi giorni si è finalmente visto il sole, un bel sole di primavera; ma ancora non esco a mangiare, perché la mia casa resta all’ombra fino a marzo, poi il sole si alza quel tanto da superare la barriera della casa di fronte, che per adesso mi ombreggia a piano terra.
Sotto molti aspetti, Mita, io e te abbiamo vissuto esperienze molto simili, di sfregio alle nostre difese immunitarie, che poi alla fine, dopo tanto patire e a danno ormai consumato, ci hanno aperto gli occhi e indicato la strada da percorrere per evitare di ricadere in errore e per riparare i guasti prodotti e recuperare per quanto possibile la funzionalità originaria. Raccapricciante la disavventura del tuo intervento alla tiroide, che immagino sia diventato per te quel che è stato per me il dramma dell’infarto (i miei precedenti interventi chirurgici risalgono a un’età in cui semplicemente si subiva senza potersi rendere conto del male cui si era destinati).
Nonostante tutto siamo ancora animati da una bella vitalità, rinfrancati ogni giorno di più dal nostro nuovo stile di vita: ci dispiace che gli altri non se ne rendano a loro volta conto, ma chi ha occhi per vedere non potrà non constatare i progressi da noi compiuti. Son sicuro che anche tu, Mita, farai presto grandi ulteriori progressi recuperando anche qualche bel chilo, diciamo entro Pasqua. Come Ale, del resto, che vedo più determinata che mai, anche nella sua battaglia contro i cereali e a favore della frutta, i cui progressi dovranno certamente manifestarsi entro tempi ragionevoli, diciamo pure entro Pasqua come programmato.
Un abbraccio, Arbor

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » mar gen 29, 2013 12:18 pm

Da tanto tempo avevo nostalgia dell’arbor, di rifugiarmi tra le sue fronde:
Eccomi qui, finalmente, anche se so che per un po’ non sarà
ancora possibile ascoltare quel cinguettio che ci è mancato tanto.
Grazie, Arbor, delle notizie su Ross0. Speriamo riesca a risolvere al più presto i suoi problemi familiari e lavorativi e a procurarsi un altro pc.
Per caso qualcuno ha mica notizie di Luna? Anche lei da un po’ di tempo non si fa sentire. Luna, mi mancano le tue riflessioni e puntualizzazioni. Spero tu stia bene. E che ne è di Sissy, Veggy, Zucchina, Ingrid? Sarebbe bello risentirvi.

Oggi vorrei avere informazioni sui topinambur, visto che quest’anno, finalmente, dopo più di 10 anni di inutili tentativi, finalmente sono riuscita ad averne, anche se ne ho raccolto solo una piccola parte prima che il terreno gelasse. Anche quella dei topinambur è stata una storia impegnativa. Tutti mi dicevano che bastava interrarne pochi in primavera e che non te li saresti levati mai più, perché è una pianta infestante, ma ogni anno i miei, per i più svariati motivi, magari riuscivano ad innalzare fronde verdi, anche se piuttosto basse, ma non arrivavano mai alla fioritura. Solo un anno erano parecchio alti e rigogliosi, ma una notte le talpe avevano provveduto ad arare in modo terribile quel pezzo di terreno che continuavo ad innaffiare regolarmente ed abbondantemente, forse per cercare un po’ di frescura nel torrido dell’estate e i miei meravigliosi topinambur erano seccati. Ora, che finalmente, dopo tanti sforzi, li ho ottenuti, hanno un po’ perso per me il fascino che avevano, proprio alla luce di quanto sono venuta a conoscenza a proposito della DEA. Se ho capito bene dovrebbero essere una verdura a fibra insolubile, perciò sconsigliata allo strato crudo, mentre qui da noi, in Piemonte, la tradizione li utilizza proprio crudi, tagliati a fettine sottili, nella bagna cauda, una salsa cotta che va servita bollente (a base di aglio, olio, acciughe, con aggiunta, nei tempi più recenti, anche di latte e panna per addolcirla un po’) in cui si intingono vegetali crudi (cardo, topinambur, cavolo, porro…) e cotti (patata, cipolla, peperone, cavolfiore). Di solito intorno alla bagna cauda si riunisce tutta la famiglia, una specie di festa e rito. Un tempo, ancora quando io ero bambina, si intingevano le verdure tutti nella stessa pentola, tenuta calda su un fornello collocato al centro del tavolo, per cui ci si doveva continuamente alzare. Ora, invece, per motivi igienici, ogni commensale dispone della propria ciotola con fornellino individuale in cui intinge le proprie verdure attingendo la bagna cauda con un mestolo da una pentola tenuta calda al centro del tavolo Naturalmente io l’avevo tradotta in versione vegan, sostituendo le acciughe con noci e alga nori, cuocendo il tutto nel latte di soia e aggiungendo panna di soia a fine cottura. Il risultato era molto soddisfacente, almeno per me e quando ero invitata alle varie bagne caude portavo la mia versione che di solito era apprezzata e talvolta preferita anche dagli onnivori, se non altro perché dava l’illusione di essere più leggera e perciò se ne potesse mangiare fino a scoppiare, senza incorrere in problemi di salute. Avevo anche iniziato a preparare dei barattoli di topinambur da conservare per un anno, molto croccanti, quasi crudi, insaporiti con sale, origano, aglio e peperoncino, naturalmente immersi nell’olio, molto appetitosi, da servire come antipasto o stuzzichino. Avrei voluto sperimentarli ancora in versione dolce, come crema o budino, ma prima l’incidente e poi l’incontro con la DEA mi hanno allontanata da questo obiettivo.
E’ proprio vero quello che dice Nietzche: “Chi raggiunge il suo ideale lo supera anche”.
Negli anni passati sarei stata disposta a pagare pur di riuscire a produrre i topinambur e ora che li ho sto cercando consigli per riuscire ad utilizzarli in modo da non danneggiare la salute , senza allontanarmi troppo dalla DEA. Crudi sono croccanti e hanno un vago sapore di nocciola e di carciofo. L’anno scorso, a casa di mia sorella, lei li faceva fritti come le patatine ed erano buonissimi, con un vago afrore di funghi, So che quando un anno avevo trascorso l’inverno in Texas, presso il mio amico ricercatore per aiutarlo a scrivere un libro in italiano, li avevo cercati perché avevo letto che sono particolarmente indicati per i diabetici (lui , con l’alimentazione americana, si è beccato il diabete 2) in quanto contengono inulina, che, se ho capito bene, dovrebbe essere un amido che viene assorbito lentamente senza innalzare la glicemia. In Texas, dove si nutrono soprattutto di carne perché costa pochissimo e l’abnorme obesità è la regola, erano praticamente introvabili, nonostante siano originari del nord America. Li avevo trovati una volta sola a circa 9 $ il kg e all’epoca il dollaro valeva di più dell’euro, per cui li avevamo centellinati, naturalmente crudi, grattugiati nell’insalata, come se fosse oro. Proprio per il loro contenuto di inulina, forse sarebbero indicati come sostituto delle patate, almeno in fase di transizione, limitatamente al periodo invernale. Qualcuno conosce dei metodi di cottura dei topinambur che li renda gradevoli al palato, senza ricorrere all’olio e /o ad altri condimenti salati?
So che cotti a vapore, anche interi, diventano morbidissimi, ma trovo che hanno un sapore forte che mi rinviene un po’ (che devo ancora verificare se derivi dalla buccia), mentre sono abbastanza gradevoli tagliati a fettine e cotti in forno.
Attendo qualche suggerimento, ma sono pronta a ricevere anche informazioni stroncanti, perché continuamente la vita mi fa capire che devo staccarmi da tutto ciò a cui più sono legata.
Sono anche pronta a ricevere stangate sul tarassaco, la mia grande passione a foglia verde, che nel terreno intorno alla casa in cui vivo proprio non vuole saperne di attecchire, mentre cresce abbondantemente poco più in là, specialmente sui bordi della strada asfaltata, dove assorbe il piombo o dove viene calpestato oppure, poco distante, nei terreni trattati dei vicini. (Avete mai notato come il tarassaco sia rigoglioso nelle rotonde in cui confluiscono strade a grande traffico?). L’autunno scorso ho di nuovo provato a trapiantarne e seminarne un po’ dopo tanti fallimentari trapianti e semine eseguiti in primavera, probabilmente per scarsità di acqua, nonostante li innaffiassi abbondantemente, ma il terreno risultava comunque sempre troppo asciutto. Staremo a vedere. Ma ora la mia paura è che, nel caso poco probabile avesse attecchito, magari non mi piacerà più o da qualche parte leggerò che è molto tossico. Quasi certamente senza olio non mi piacerà più, come purtroppo in questo periodo sta avvenendo per tanta verdura per cui prima andavo matta, perché inconsapevolmente a piacermi era soprattutto il condimento.
Tipo ieri sera ho preparato una ratatouille senza olio e senza sale, ma non mi è proprio piaciuta. Chissà se Arbor usa l’olio, in cottura, per la sua ratatouille.
Confesso che tutto questo un po’ mi intristisce. Vorrà dire che dentro di me non sono ancora pronta per la DEA?
Ciao a tutti, Mita.

arbor
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da arbor » mar gen 29, 2013 3:11 pm

Capisco i tuoi rimpianti culinari, Mita, ognuno ha i suoi, tu hai la bagna cauda, il topinambur, il tarassaco, i condimenti delle diverse verdure, anche in ratatouille, e chissà cos’altro visto che hai sempre avuto ambizioni da ristoratrice. Qualche giorno fa mia moglie ha preparato per gli ospiti un piatto di tagliatelle ai funghi porcini (surgelati), e sono stato quasi obbligato ad assaggiarne due forchettate: ne avrei sbranati due piatti, tant’erano buoni. Ma poi mi sono ricordato dei progressi fatti dal mio intestino, di quanto sono gustosi i miei fruttati di banane e di cachi, di quanto sono deliziose le spremute d’arance: e poi ci sono le verdure, sia crude che cotte, e qui c’è veramente da sbizzarrirsi. E’ vero, la DEA suggerisce di evitare le verdure (crude) a fibra insolubile, ma c’è un modo per aggirare il divieto: l’estrattore di succhi, con cui si può veramente gustare ogni tipo di verdura, dalla carota alla rapa al topinambur al cavolo alle erbette e, perché no, al tarassaco. E in tutti i casi c’è sempre la scappatoia delle verdure cotte, con le quali ci si può talvolta consolare, quando proprio si sente il bisogno di qualcosa di caldo: che sia una zuppa o una ratatuia o delle patate al forno o dei carciofi in padella o altra verdura al vapore, io trovo che non ci sia mai da annoiarsi con la nostra cucina. Personalmente non sento neppure il rimpianto per i vecchi condimenti, visto che comunque alle erbe aromatiche non ci rinuncio e che spesso mi concedo anche un filo d’olio crudo a fine cottura sulla verdura cotta.
Certo Mita io sono di gusti molto più elementari dei tuoi, non ho le tue competenze culinarie, per me il topinambur è una cosa un po’ strana (io lo mangerei cotto, ma con la bagna cauda lo consumerei come da tradizione), per il tarassaco non me ne faccio un problema (potrei assaggiarne qualche tenera foglia insieme al resto dell’insalata, o anche cotto con qualche altra verdura, oppure in succo se ne avessi un bel mazzetto). Mentre capisco che nel tuo caso la DEA sia un po’ limitativa, anche se con un po’ di fantasia si può sempre rimediare almeno in parte. E in ogni caso, questo vale per me come per te o per chiunque, possiamo sempre consolarci pensando a quanto il nostro organismo apprezzi le cose semplici e naturali donateci dai vegetali, e alle feste che la nostra salute può celebrare in tali circostanze. Dopo tutto, Mita, se ad un certo punto della nostra vita ci siamo trovati nelle non invidiabili condizioni che conosciamo, è anche per “merito” delle tanto declamate ghiottonerie.
Un abbraccio, Arbor

Luna8
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da Luna8 » lun feb 04, 2013 8:52 pm

Ciao Mita,

eccomi qui. Negli ultimi tempi sono abbastanza occupata e sono stata in viaggio due settimane con scarsa connessione.

Grazie per il tuo racconto sulla bagna cauda. Come figlia di padre piemontese, per me la bagna cauda è una leggenda. La facevamo ogni tanto qunado ero bambina ma non mi ricordavo più cosa fosse veramente. Mi ricordo però che era legata a un'atmosfera particolare.

Mi ha fatto sorridere il cambiamento della tradizione per ragioni igieniche. Pensa che in certi paesi è un onore mangiare dallo stesso piatto, è un segno di particolare amicizia e in famiglia si usa un piatto per 3-4 persone. Una volta ho partecipato a una "bagna cauda" cinese e anche lì avevano un solo pentolino in mezzo al tavolo. O meglio, due pentolini perchè per me avevano provveduto a fare una versione vegetariana.

Ho avuto l'occasione di mangiare il topinambur alcune volte e non mi entusiasma particolarmente. Un'amica una volta ha commentato che è buono crudo ma non cotto.

Per qualche motivo a me piacciono molto le cose amare come anche il tarassaco. Lo metto volentieri nell'insalata in primavera, anche una bella manciata. Prediligo le foglie tenere. Riesco a mangiarlo solo condito nell'insalata mista. Da solo ha il gusto troppo forte e non ne mando giù più di un paio di foglie. Penso che il succo sia troppo amaro.

Sono stata in India e lì ho sentito più volte il tuo nome che prima non conoscevo.
Prima che me lo chiediate, non c'era molta frutta. Banane, agrumi, mele, uva, qualche papaya non molto buona e guave acerbe. Per quanto riguarda le foglie verdi, non ho avuto il coraggio di mangiarle crude. Erano comunque tutte sconosciute, a perte il coriandolo che ha un gusto troppo intenso per consumarlo in quantità discrete. Visto che sono andata con la famiglia ed eravamo spesso invitati a pranzo e a cena da amici, non ho mangiato crudo, a parte la colazione abbondante di frutta a metà mattina. E sono stata benone. Mi ha fatto piacere sentire la gratitudine per quello che mi offrivano. Poi adoro la cucina indiana. Siamo stati solo a Calcutta e non per turismo.

Adesso mi avvicino di nuovo al crudismo.

Un salutone
Luna

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » mar feb 05, 2013 10:16 am

Oh ciao, Luna! Che piacere risentirti!
E soprattutto sapere che il motivo della tua assenza è un viaggio in India, un mio antico sogno.
Una vera fortuna avere degli amici indiani che ti invitano a mangiare con loro e in tal modo poter penetrare l’India e non sfiorarla solo come turista. Anche a me giunge nuovo che Mita sia un nome indiano, se ho ben interpretato quello che mi volevi dire.
Non so esattamente da quanto tempo tu fossi crudista, ma mi fa piacere che, cambiando temporaneamente il tuo tipo di alimentazione per far giustamente onore alla profumatissima e seducente cucina indiana, non abbia avuto alcun problema. Quest’elasticità, che tu dimostri sia possibile raggiungere, è per me motivo di speranza e conforto e spero, col tempo, di poterla raggiungere anch’io, anche se ho dei forti dubbi. In questo periodo, infatti, mi sento molto in crisi. Complice l’influenza, il mio senso del gusto è alquanto sballato, ad es. le verdure non mi piacciono più, né crude né cotte (a parte le patate: mangerei solo quelle!) e non sopporto neanche le foglie verdi condite col limone perchè mi si irritano le gengive. Ieri sera ho provato ad aggiungere qualche pezzettino di peperoncino piccante, che fino a poco tempo fa usavo abbondantemente, riducendolo via via quando mi sono ammalata, ma l’ho trovato estremamente sgradevole, per cui temo torni a ripetersi per me l’irreversibilità di certe mie scelte, come mi era accaduto già per le uova e i formaggi. Mi era bastato non mangiarli per tre mesi e poi non ero assolutamente più riuscita ad assaggiarli e mi crea problemi anche solo toccarli. All’inizio pensavo che questo fosse “normale” e succedesse anche ad altri e invece continuo a sapere di persone che non hanno di questi problemi e riescono a gestire molto meglio i momenti di incontro intorno a un tavolo. Ad es. ho un amico, vegan di lungo corso, che quando è invitato, riesce tranquillamente a mangiare di tutto, anche la carne e tu non sai quanto io lo invidi per questa sua elasticità. Io, comunque, la carne non la mangerei, per una precisa scelta etica. Ma se mi capitasse di essere invitata in India, so che purtroppo, per come sono fatta adesso, non riuscirei a mangiare i piatti vegetariani che utilizzano anche latte, formaggi e uova, perché mi provocano un forte senso di disgusto e mi trovo nell’impossibilità di assaggiarli. Probabilmente sarà anche una questione mentale, magari di rigidità, ma per me, credimi, è davvero insormontabile. Spero non mi accada la stessa cosa anche per la cucina vegana. Prima dell’influenza, su questo fronte ero tranquilla, perché ero riuscita a gestire gli sgarri vegan natalizi con facilità, trovando tutto buono, ma ora ho dei seri dubbi che non sarà più così, visto che,in questo periodo, non tollero niente che sia anche solo vagamente salato. Quest’influenza, che mi ha colpita da circa un mese, mi ha completamente sballata e non solo a livello del gusto. Sto faticando parecchio a venirne fuori e persiste un grande senso di spossatezza, un po’ come mi era successo al termine del digiuno di 15 giorni. Ieri sera, per l’ennesima volta, stavo di nuovo considerando di andare dal medico per quel peso ai polmoni che mi limita il respiro che ancora mi prende abbastanza frequentemente e che più di una volta ha destato in me la paura di aver contratto una forma, magari anche solo leggera, di polmonite senza febbre. Ma stamattina sto meglio e di nuovo rimando, anche perchè sicuramente mi manderebbe a fare una lastra oltre a prescrivermi antibiotici.
Se veramente fossero stati gli sgarri natalizi a determinare questa davvero terribile influenza, ammesso che io ancora riesca a sgarrare, ne avrei comunque molta paura e andrebbe a finire che sarei “costretta” a diventare a tutti i costi virtuosa. Spero davvero non sia così e che ancora mi possa abbuffare di tarassaco, come ho sempre fatto. Insomma, che mi piaccia ancora, soprattutto senza olio, ingentilito da qualche fiorellino primaverile, come primule e viole, come ho sempre fatto negli ultimi anni, per celebrare la primavera.
Un caro saluto, Mita.

arbor
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da arbor » mer feb 06, 2013 9:03 am

Secondo me, Mita, "ci fai". Ma come, sei preoccupata di provare disgusto per sale, peperoncino, in modo analogo a quanto ti successe a suo tempo per uova e formaggi? Perchè, non eri forse contenta di provare disgusto per i cibi di origine animale? Ed ora invece dici di essere preoccupata di doverti vedere costretta ad essere virtuosa: a parte il fatto che non sarebbe una costrizione visto il tuo naturale disgusto persino per la cucina vegana (suppongo ti riferisca ai cereali/legumi/dolcetti vari), credo che dovresti al contrario essere finalmente felice di avere questa fantastica opportunità di nutrirti nell'unico modo (la dieta DEA) che il tuo organismo gradisce. E se l'elasticità si chiama sgarri a ripetizione, con le conseguenze che hai potuto registrare sulla tua pelle con la tua recente e davvero terribile influenza, beh! ben venga la rigidità, purchè virtuosa. E vedrai che i tuoi amici capiranno le tue scelte, e chi non le capirà, che vada all'inferno.
Ma sono convinto che le tue lamentazioni erano studiate: in realtà sotto sotto sei contenta. In realtà sono convinto che tu stia finalmente uscendo dal tunnel della tua recente crisi, senza bisogno di essere stata malconsigliata da qualche medico più o meno amico, forse con tempi un pò troppo lenti per i tuoi gusti, ti capisco benissimo, ma che alla fine si dimostreranno quelli giusti; e presto potrai godere dei frutti di tutte queste profonde pulizie del nuovo anno. Per tua informazione, anche per me è stato così: dopo la mia piccola influenza (certo su scala di potenza notevolmente inferiore rispetto alla tua) sono arrivati benefici a raffica, anche nel settore intestinale, mio tallone d'Achille.
Un abbraccio, Arbor

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