Sotto l'arbor

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Luna8
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da Luna8 » gio feb 07, 2013 8:55 am

Ciao Mita,

sì, Mita è un nome anche indiano. Ne ho incontrate due. Non ho chiesto che cosa significa. Certe volte lo trascrivono "Meeta".

L'India è un mio sogno da sempre e mi ci trovo benissimo, come ho potuto verificare per la terza volta. Sono appena tornata e inizio a mettere da parte i soldi per la prossima volta, magari l'anno prossimo. :D Il mio stile di viaggio non è mai "da turista". Certo che mi piace andare in posti belli ma il contatto personale per me è fondamentale. Così ho passato i pochissimi giorni a disposizione (12) a Calcutta e basta. In effetti si trattava in prima linea di un viaggio musicale, sono un'appassionata di musica classica indiana. Tipo Ravi Shankar per fare un esempio, visto che è ben conosciuto. Le persone con cui sono venuta a contatto sono tutti musicisti (e le loro famiglie), parlano tutti l'inglese (oltre al bengalese, l'hindi e magari qualche altra lingua del paese) così ho potuto comunicare facilmente con loro, quasi tutti sono stati in Europa o America e quindi sanno da che mondo provengo. Anch'io ho delle conoscenze di cultura indiana. Prediligo gli indumenti indiani che sono particolarmente adatti al clima e quando sono apparsa in sari erano tutti contenti. :D Mi sono fatta aiutare per metterlo perchè mi manca la pratica. :D

Per quanto rigarda la flessibilità, capisco benissimo quello che vuoi dire. Nemmeno io ho ancora trovato l'atteggiamento giusto. Spesso sono combattuta fra mantenere la DEA e adattarmi alla situazione. Anche perchè uno sgarro mi sballa abbastanza e faccio fatica a ritornare all'80/10/10. Per me personalmente la scelta vegetariana è chiarissima e non toccherei la carne prima di rischiare di morire di fame. Con la DEA invece non sono ancora a questo punto. Ci sono tante tentazioni. Poi col tempo sono diventata più sensibile, soprattutto agli odori di cucina. Mi danno molto fastidio. Questo in famiglia è un problema, mio chiaramente. Cerco di non dargli troppa importanza.

Mi sono ritrovata a dover organizzare il viaggio per tre persone in una settimana, inclusi visti, biglietti ecc. Pur essendo contentissima che il mio sogno si avverasse così improvvisamente, è stato un po' troppo per i miei nervi e penso di aver avuto un esaurimento. Mi ha sorpreso molto la mia reazioe allo stress, dovuto più che altro al dubbio che alla fine tutte le fatiche fossero invano appunto per ragioni di tempo. Pensavo di essere più resistente. In questi giorni il mio apparato digerente è impazzito, in barba alla DEA. A Calcutta, malgrado l'inquinamento dell'aria, e dell'acqua, l'e condizioni igieniche inferiori a quelle consuete, l'alimentazione nettamente diversa, ecc. sono stata benissimo. Ero in un posto che mi piaceva con persone molto gentili e care, siamo stati accolti veramente con amore. Ho avuto dei problemi solo la sera prima del viaggio di ritorno - infatti mi sarebbe piaciuto restare lì ancora per un paio di settimane - e durante il viaggio. Arrivata a casa, di nuovo tutto a posto.
Conclusione: l'aspetto psicologico è sommamente importante. Forse addirittuta più importante dell'alimentazione in sè.

In fondo non importa quello che facciamo ma *come* lo facciamo, il nostro atteggiamento generale, di cui mi capita di non essere sempre consapevole.

Avrei potuto iinsistere di mangiare solo frutta e verdura. Ho deciso di adattarmi con serenità e penso che questa serenità e chiarezza che avevo mi hanno fatto star bene. Se fossi andata con altri crudisti, viaggiando da turista ... sarebbe stata un'altra situazione e avrei fatto un'altra decisione. Se mi fossi fatta dei sensi di colpa, se avessi mangiato pensando che mi stavo facendo del male, certamente sarei stata male.

Un altro aspetto è che non mi va di fare delle decisioni "per l'eternità" [per questo ho rifiutato il matrimonio] e andare in giro con un'etichetta sulla fronte. Le mie decisioni valgono per il momento e in un altro momento posso decidere altrimenti. Certe cose cambiano velocemente, altre invece restano, magari per sempre, ma non mi va di fare nessun giuramento. Questa è la flessibilità. In fondo ogni momento è nuovo.

In questo caso ero in pace con me stessa ed è andata benissimo ma non è sempre così. Anch'io molto spesso sono in dubbio se adattarmi o no e in che misura. Sono insoddisfatta di me stessa. Vorrei che i momenti di chiarezza aumentassero. È un percorso ...

Nemmeno io riesco a toccare la carne per ribrezzo. Penso che sarebbe meglio se non la toccassi per scelta momentanea *senza* ribrezzo. Ma per il momento è così ed è meglio accettarlo senza condannarmi.

Anche a me succede che quando sono malata il senso del gusto è sballato. Secondo me è un segno che è meglio non mangiare perchè il corpo è occupato a far pulizia e non vuole sprecare le forze nella digestione.

Arbor, mi fanno piacere i tuoi progressi.

Un salutone
Luna

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » gio feb 07, 2013 11:45 pm

Caro Arbor,
mi sono divertita a leggere la tua interpretazione della mia situazione. Oltre che acuta, la trovo alquanto singolare. Non escludo possa essere come dici tu, che dall’esterno hai sicuramente una visione più oggettiva della mia, ma se è veramente così io non ne sono, al momento, consapevole.
Ti posso assicurare che non sono mai stata contenta di provare disgusto per i cibi di origine animale, anzi, ritengo che questo sia un mio limite che non riesco a superare e che sovente mi ha posta in situazioni sgradevoli e anche piuttosto imbarazzanti. Lo trovo una costrizione, che arriva dal mio modo di sentire direi un tantino esagerato oltre che irrazionale. Una cosa, insomma, più forte di me che mi ha procurato sofferenza. Preferirei poter avere libertà di scelta ed essere io a decidere se mangiare o no certi alimenti o anche solo toccarli . Invece il disgusto mi costringe in una strada a senso unico, dove è impossibile fare marcia indietro.
Non credo di aver detto di provare disgusto per la cucina vegana. Ho solo espresso la mia paura di non più riuscire a mangiare piatti vegan, se non supero i miei attuali problemi col sale. Insomma, vorrei ancora poter scegliere, come hai fatto tu, di assaggiare le tagliatelle ai funghi e trovarle buonissime, limitandomi a due forchettate in quanto non contemplate dalla DEA, la sola che può garantire la piena salute fisica ad energia alta. In questo periodo, per via del sale che percepisco esageratamente sgradevole, credo che mi sarebbe difficile farlo, ma sinceramente spero di tornare a poterlo fare, così come hai fatto tu. Non è sicuramente mia intenzione sbarrare le porte anche ai cibi vegan e voglio essere libera, quando lo decido io, e quando ritengo che la situazione lo richieda, di concedermi qualche piccolo sgarro vegan, senza che questo pregiudichi troppo la mia salute, come Luna è riuscita a fare in India. Certo, dopo l’esperienza di questa incredibile influenza, che probabilmente gli sgarri natalizi hanno scatenato, ammetto che avrò paura a sgarrare, ma non voglio precludermi questa possibilità che in qualche modo dovrò imparare a gestire, magari digiunando un po’ dopo lo sgarro, come saggiamente ha fatto Runner.
Spero sia vero quello che dici a proposito dell’ imminente uscita dal tunnel della mia attuale crisi. Al momento mi trovo ancora completamente al buio, con la sensazione piuttosto frequente di morire ad ogni sforzo anche insignificante e non vedo che due possibilità. O veramente, insieme all’influenza, ho contratto una subdola polmonite senza febbre, oppure l’influenza è stata accompagnata da altre crisi di eliminazione che non riesco ad inquadrare, visto che ho rivissuto tante sensazioni proprie del digiuno di 15 giorni, quando mi sentivo letteralmente avvelenata da un eccessivo carico di tossine in circolo. Anche allora, come adesso, sovente mi era sembrato di morire. La stessa spossatezza di allora, lo stesso non riuscire a far niente, se non solo trascinarsi dalla sedia alla poltrona e viceversa. Incredibile trovare così faticoso anche solo scrivere un post o lavare e preparare qualche verdura. Persino una telefonata riesce a spossarmi. Sicuramente ti sembrerà che sto esagerando, ma purtroppo è così. Sento che la spina è ancora staccata.
Per quanto riguarda la polmonite razionalmente lo so che non dovrei preoccuparmene, che in fondo non c’è grossa differenza tra influenza e polmonite, che la distinzione tra le due è dovuta alla medicina ufficiale che parla di malattie identificandole in base ai sintomi, mentre, come già sosteneva Tilden (mi sembra di ricordare fosse lui), in realtà esiste un’unica malattia che è la tossiemia e risolvendo la tossiemia si supererebbero entrambe. Però, emotivamente, non posso negare che una diagnosi di polmonite mi spaventerebbe di più di quella di influenza
Mi conforta sapere dei tuoi benefici a raffica seguiti alla tua influenza. Spero qualche beneficio prima o poi arrivi anche a me.
Un abbraccio. Mita

arbor
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da arbor » ven feb 08, 2013 11:53 am

Direi che in questa fase il problema del disgusto (o qualunque cosa sia) nei confronti del cibo extra DEA è in fondo un problema minore (non ho ben capito se si tratta di una repulsione di tipo fisico oppure se prevale la componente psicologica o emotiva). Con quel che stai passando penso proprio che non ti passi neanche per l’anticamera del cervello di gustarti un piatto di tagliatelle ai funghi.
Piuttosto sono preoccupato per queste tue precarie condizioni, come ti dicevo anche nell’altro mio post. Certo che fa differenza fra una semplice influenza e una polmonite, per il diverso grado di rischio: quando il rischio è molto alto, può ben giustificarsi un intervento medico/farmacologico, vale a dire la scelta del male minore. Anche se io non credo che possa trattarsi di polmonite. In tutti i casi io mi sottoporrei a una visita medica di controllo (anche a domicilio da parte del tuo medico di famiglia), per metterti il cuore in pace: una volta esclusa qualsiasi grave affezione respiratoria, rimani pur sempre libera di non seguire la cura farmacologica prescrittati, questo va da sé.
Un grosso abbraccio, Arbor

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » lun feb 11, 2013 10:58 pm

Ciao Luna,
mi fa piacere che Mita sia un nome indiano. L’anno scorso, quando ero da mia sorella dopo l’incidente, mi chiamava così la mia nipotina che aveva poco più di 2 anni.
Se le cose nella mia vita non prenderanno una piega diversa, il mio sogno dell’India andrà ad unirsi a tutti quelli non realizzati. Però, in un certo senso, pur non avendo mai approfondito le mie superficiali conoscenze della cultura indiana, in India è un po’ come se ci fossi già stata e mi basta questa sensazione ad appagarmi.
Grazie del racconto del tuo recente viaggio all’insegna della musica. Ho gradito molto questa tua condivisione e mi ha emozionato che tu sia riuscita ad indossare il sari, cosa che io non ho mai fatto (e che comunque è meglio che eviti perché certamente evocherei uno spaventapasseri!!!). Mi viene da pensare che il sari agisca come una vera e intensa carezza sulla pelle, fatta di seta e vento.

Fammi capire meglio: in che senso lo sgarro ti sballa per cui fatichi a ritornare alla DEA? Agisce a livello anche fisico o unicamente a livello emozionale o mentale?
Per quanto mi riguarda i miei sballi natalizi hanno agito soprattutto a livello fisico e, con mio profondo stupore, non hanno assolutamente alimentato il mio desiderio di cotto, anche se non posso negare dei aver trovato ancora molto buoni quei sapori, mentre poi, con l’influenza, non mi piacevano più le verdure senza olio, né crude né cotte e, allo stesso tempo, trovavo insopportabile anche un minimo di sale. Ora sto riprendendo piano piano il senso del gusto e comincio ad apprezzare un po’ le verdure, anche scondite. Spero di riuscire ad apprezzare ancora, a livello di sapore, la cucina vegan.
Sicuramente, durante l’influenza, non ho risposto adeguatamente a quanto il mio organismo mi suggeriva: ho solo digiunato il primo giorno. Dopo, nonostante l’inappetenza, ho assunto frutta e verdura, in quantità ridotta rispetto alla DEA, per non aggravare troppo le mie condizioni di sottopeso, gradendo soprattutto arance e patate lesse.
Anch’io riconosco l’importanza dell’aspetto psicologico che talvolta risulta il principale.
Nel periodo molto doloroso per me ed altamente conflittuale in cui non riuscivo a mordere la vita né ad esprimere la mia aggressività che così molto probabilmente si era sfogata verso me stessa e avevo rischiato di perdere tutti i denti (i denti simbolicamente potrebbero rappresentare proprio l’aggressività), ricordo che non riuscivo a digerire più niente, nemmeno l’acqua, che mi restava ore e ore sullo stomaco proprio perché non ero serena ed oltretutto avevo paura di star male.
Ora, con la DEA, pur non avendo ancora assolutamente trovato un mio equilibrio fisico, mi stupisco di come riesca ad agire sul piano psicologico al punto che le mie abbuffate serali a base di cereali, soprattutto dolci, insieme alla dipendenza dal cioccolato, siano solo più un ricordo. E il bello è che non ho dovuto assolutamente lottare e faticare per raggiungere questo risultato: Semplicemente, abolendo la non colazione e riuscendo in tal modo a mangiare la quantità sufficiente di frutta, secondo il consiglio di Marco e Arbor, arrivo al pasto serale piuttosto sazia, al punto che talvolta mi basta anche solo un minimo di verdura cruda per appagarmi. Potrei eliminare facilmente anche la piccola quantità di verdura cotta che mi concedo quasi per una questione di abitudine che probabilmente non sono ancora pronta a lasciare, nella speranza pure di recuperare un po’ di peso.

Anche per me gli odori di cucina mi creano problemi, mi investono, come se mi sporcassero. Al Famila, che qui hanno aperto da poco, all’inizio, appena entravo, mi sentivo aggredita dal forte odore della gastronomia e l’istinto era quello di uscire. Ora mi sono un po’ abituata e non lo sento più così forte., ma mi dà fastidio quando alla cassa qualcuno davanti a me ha posato sul nastro pacchetti di carne o formaggio. E’ un po’ come se quei cibi emanassero vibrazioni particolari in grado di contaminare i miei acquisi, sistemati lì vicino. So che in questo sono piuttosto esagerata, quasi sicuramente patologica, ma mi devo far violenza per far finta di niente. Dentro mi sento molto disturbata. La cosa che spero di non dover fare mai più è comunque entrare in una macelleria.. Dopo circa 20 anni in cui non mi accadeva, avevo dovuto andarci 3 anni fa, quando avevo vissuto 4 mesi dai miei in seguito ad una brutta caduta di mia madre. Provvedeva alla carne mio padre, mentre io pensavo al resto. Ma un giorno lui non stava bene e avevano necessità di comprarla. Quel ricordo è come un incubo. Appena entrata avevo sentito quell’odore dolciastro e nauseabondo e mi ero messa a respirare solo con la bocca. Avevo come la sensazione di svenire. Il macellaio mi aveva tagliato le fettine e io guardavo da un’altra parte. Poi le ha disposte in una carta oleata e mi ha consegnato l’involucro, chiuso malamente, affinché lo consegnassi alla moglie per pesarlo. So solo che quando mi sono sentita in mano quel pacchetto sanguinolente ho dovuto mordermi la lingua per trattenere l’urlo di orrore che mi saliva dalla pancia. Alla fine la moglie ha infilato il pacchetto in un sacchetto di plastica e mi ha consegnato il resto. Tra le monete ce n’era una sporca di sangue. di cui all’uscita mi sono immediatamente disfatta. E’ stato orribile.
Non so se capita anche ad altri o se sono da ricovero. Anch’io vorrei riuscire a non toccare la carne per una mia scelta momentanea e non per ribrezzo, perché il ribrezzo non lo posso controllare, è coercitivo e mi toglie la libertà.
Spero tu sia riuscita a riprenderti dall’esaurimento e a ritornare alla DEA.
Ti saluto. Mita

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » mar feb 12, 2013 9:10 am

Carissimo Arbor,
innanzitutto una buona notizia!
Ieri mattina, per la prima volta, dopo più di un mese, ho sentito che le forze mi stavano ritornando e per incanto erano sparite le difficoltà respiratorie. Sentivo di essere di nuovo io. Una sensazione davvero meravigliosa. Anche se poi verso sera ho ripreso i problemi respiratori ormai avevo superato la paura visto che la malattia era arrivata comunque ad una svolta perdendo quella sorta quasi di irreversibilità ed immutabilità in cui mi sentivo sprofondata.
Anche oggi non sono di nuovo molto in forma, ma mi sento fiduciosa. Avevi ragione tu. Ora comincio a vedere la luce che mi guiderà fuori dal tunnel. Sono ancora molto stanca, ma è quasi del tutto sparita quella sensazione, troppo frequente, di morire. E pensare che domenica sera, come molte altre volte, avvertendo anche delle fitte dolorose ai polmoni, pensavo seriamente di andare dal medico, come mi avevi suggerito tu, e avevo ormai deciso che ci sarei andata l’indomani, ma ora credo di non averne più bisogno. Sento che è finalmente cominciata per me la convalescenza vera e propria. Ieri sono anche riuscita a togliere un po’ di neve, ma senza esagerare.

Per quanto riguarda il disgusto per il cibo di derivazione animale (quello vegan non mi provoca affatto disgusto, per fortuna) sicuramente la componente fisica è molto forte, visto che non riesco neanche a toccarlo, ma non sono in grado di capire quanto essa sia condizionata dalla componente psicologica ed emotiva. Di sicuro so soltanto che sono presenti tutte e tre.

Grazie ancora per tutti i tuoi consigli, per tutte le premure e le attenzioni che mi hai riservato.
Non sai quanto mi abbiano procurato conforto.
Un forte abbraccio. Mita

arbor
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da arbor » mar feb 12, 2013 9:53 am

Dunque si tratta di una repulsione di origine prevalentemente fisica. Sono sensazioni che ho avuto modo di sperimentare personalmente, nel periodo immediatamente seguente il mio infarto: non solo mi commuovevo fino al pianto di fronte a qualsiasi immagine o storia di sofferenza (anche guardando un filmato alla tv), ma mi prendeva una ripulsione fisica la sola visione (anche in tv) del sangue o comunque di qualsiasi immagine cruenta o violenta (ricordo che non potevo neppure guardare il filmato sull’infarto che nella clinica dove ero ricoverato per la riabilitazione veniva proiettato per i pazienti a scopo istruttivo). Una ripulsione che non avevo mai provato prima d’allora e che poi è via via rientrata nel tempo, mano a mano che mi riprendevo in termini fisici, ritornando pure più coriaceo. Credo che la ragione di queste sensazioni stesse proprio nella mia precaria e fragilissima condizione fisica, che ha tra le altre conseguenze anche quella di aumentare a dismisura la nostra sensibilità nei confronti del dolore e la nostra empatia per qualsiasi forma di sofferenza. Stando a questa lettura, quindi, il tuo disgusto per determinati alimenti, potrebbe avere proprio nella tua gracile condizione fisica, ultimamente accentuata dalla batosta dell’influenza, la sua causa organica reale. Se questo è, una certa presa di distanza da queste fastidiose sensazioni, potrà senz’altro venire in uno col progressivo miglioramento delle tue condizioni di salute.
Miglioramento che si sta finalmente materializzando, anche se con passo lento, considerato il quadro generale di complessiva debolezza da te denunciata. Ma comunque in marcia, dal quale scaturiranno sen’altro molti positivi effetti anche su tanti altri versanti. Sono contento, in particolare, che tu non abbia grossi problemi con la DEA, nella quale hai finalmente individuato e provato il tuo approdo sicuro. D'ora in poi il tuo cammino sarà meno ostico e anzi quasi agevole e piacevole.
Un abbraccio, Arbor

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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » mer feb 13, 2013 12:27 am

Lo voglio sperare.
Grazie della tua condivisione, Arbor.
Ciao. Mita

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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da arbor » mer feb 13, 2013 10:39 am

Aspettiamo con fiducia che tu ci informi sui tuoi progressi, sulla tua definitiva uscita dal tunnel dell'influenza e dal rischio polmonite, sulla ripresa di buonumore e di fiducia in te stessa. Tra poco il tempo meteorologico dovrebbe darci una mano a tutti e a te in particolare, dopo l'ultima nevicata che speriamo sia davvero l'ultima, e il probabile ritorno a temperature più miti, che ci consentano di fare compagnia alle lucertole durante il nostro pranzo all'aperto. Son sicuro che ti aspetta un programma ricco di sfide e di soddisfazioni, sul piano dietetico, dell'esercizio fisico, della respirazione e della meditazione, dei bagni di luce e di sole oltre che sul piano pratico organizzativo del tuo menage.
Un abbraccio, Arbor

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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » mer feb 13, 2013 11:18 pm

Grazie, Arbor!
Sei davvero molto caro.
Sicuramente vi terrò informati.
Un abbraccio anche a te. Mita

Luna8
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da Luna8 » gio feb 14, 2013 9:22 am

Ciao Mita,

grazie per la tua replica, mi ha fatto piacere!

Anche a me l'India sembrava molto lontana, un sogno che non si realizza, invece ci sono andata la terza volta, ogni volta trascinata dal mio compagno che ogni tanto si permette delle pazzie e probabilmente non crede che ci siano dei sogni non realizzabili. :D :D :D Il prossimo sogno è di andarci senza il mio compagno per poter impostare il viaggio su aspetti che non gli interessano e vorrei esplorare, come lo yoga e la meditazione. Sono cose che già conosco ma vorrei viverle intensamente in India, dove è nato lo yoga per intenderci.

Bellissima la tua impressione sul sari, e confermo, è proprio così. :D

Per quanto riguarda gli sgarri, mi sballano in modo fisico ed emozionale. Mi sento in squilibrio, ho tanta voglia di cose cotte e grasse e di abbuffarmi e ci metto 3 giorni a rimettermi in sesto. Sto esplorando se si tratta di un aspetto psicologico più che fisico-emozionale.

Il racconto della tua esperienza in macelleria mi ha fatto venire la nausea solo a leggerlo. Non so cos'avrei fatto nei tuoi panni. Probabilmente per primo avrei provato a proporre delle alternative vegetariane. Se fossi stata in vena di esaudire il loro desiderio di carne a scapito della mia coscienza, probabilmente avrei preso qualcosa di surgelato o almeno propriamente impacchettato nel supermercato, un compromesso a cui sono disposta solo di fronte a persone speciali e in occasioni moooolto rare. Non credo che sarei andata in macelleria perchè mi fa veramente schifo.

Mi fa piacere che il tuo stato di salute stia migliorando. Vai avanti così!

Un salutone
Luna

mita
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da mita » dom feb 17, 2013 12:23 am

Ciao Luna,
che bello un compagno come il tuo che si permette di concedersi delle pazzie e che pensa non esistano sogni irrealizzabili!
Quasi sicuramente nella vita i limiti che abbiamo sono quelli che ci poniamo, anche se sovente questo avviene senza che ce ne rendiamo conto, intrappolati nella nostra bolla di sofferenza con cui siamo completamente identificati da non riuscire a vedere al di là.
Se non andrò in India la responsabilità sarà soltanto mia, anche se ancora vorrei scaricarla sulle circostanze, che comunque hanno anche il loro peso, ma che bisogna riuscire a dominare e risultarne più forti, come ci ha dimostrato recentemente Marco. La sua è stata per me un’importante lezione di vita, che mi ha indotta a riflettere e a rivedere determinati aspetti della mia esistenza che da tanto tempo continuo a rimestare come una polenta appiccicosa, nel tentativo almeno che non si attacchi alla pentola. A volte, invece, è necessario lasciarla attaccare in modo che si bruci e poi buttarla via e non pensarci più, senza rimuginare. Avere il coraggio di voltare pagina senza rimpianti, conservando solo gli aspetti positivi, che sempre ci sono, anche nelle situazioni più dolorose. In definitiva, come dice Marco, liberarsi dal vecchio per lasciare spazio a qualcosa di nuovo.
Tornando all’India, quando ci andrai da sola pensi di fare riferimento a qualche ashram?
A me non dispiacerebbe fare una capatina a Poona, dal momento che continuo a trovare sempre molto intense ed emozionanti le trascrizioni dei discorsi di Osho.
Che tipo di yoga e di meditazione conosci e/o pratichi?
Tra l’altro mi hanno detto che, se si compra una casa in India, se poi, per qualche ragione non la si abita, nel periodo in cui la si abbandona si è tenuti a lasciarla a disposizione della popolazione locale che si trova senza casa: Ne sai qualcosa?

Per quanto riguarda la carne e la macelleria, la tua risposta in un certo senso mi conforta perché per me è importante sapere di non essere la sola a provare una repulsione così forte. Pensa che in famiglia, ma anche tra certi amici, per questi motivi sono vista sicuramente come esagerata, se non addirittura un po’ fuori di testa. Sarebbe interessante condurre un sondaggio in proposito tra vegancrudisti. Sarò grata a chi vorrà lasciare un commento al riguardo.
Un saluto. Mita

Luna8
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Re: Sotto l'arbor

Messaggio da Luna8 » lun feb 18, 2013 8:23 am

Ciao Mita!

Bello il tuo esempio della polenta. Anch'io ho i miei calderoni di polenta sul fuoco che continuo a rimestare e non sono mai pronti ... Altre cose invece stanno maturando e ad un certo punto sono pronte per essere consumate. E alcune bruciano e così finalmente riesco a buttarle via ... :D

Mi piacerebbe fare un'esperienza di ashram ma non so ancora dove andare. Ho parlato con una persona che ne ha visitate parecchie, forse me ne potrà consigliare una o aiutarmi a scegliere. Per il momento ascolto volentieri le esperienze degli altri che ci sono stati e lascio maturare ... A Calcutta ne ho visitata una vicina alla casa dove abitavamo ma c'era scritto tutto in bengali e non è venuto nessuno a parlare con me e non ho capito come funziona.

Di Osho non ho ancora letto quasi niente. Conosco Paramahansa Yogananda e Krishnamurti e ho letto anche altre cose. Mi piace la filosofia indiana. Conosco hatha yoga e kriya yoga. Ma per me lo yoga è uno stile di vita, diciamo che i diversi tipi di yoga li vedo come diversi aspetti che si possono seguire paralleli o anche approfondendone uno. L'importante è l'atteggiamento di fondo. La sola "ginnastica" serve a ben poco.

Non posseggo nessuna casa in India e non ho mai sentito che si debba mettere a disposizione dei bisognosi quando non si abita. Vedendo la gente che abita sul marciapiedi una volta ho chiesto come fanno durante la stagione delle piogge e ho ricevuto la risposta che qualcuno gli offre un riparo. Non so che tipo di riparo e nemmeno come si fanno a "buttare fuori" di nuovo una volta che è tornato il sole. Comunque c'è un senso sociale, aiutano i più poveri, non solo dando l'elemosina, anche per migliorare il karma.

Succede però facilmente che entrino i ladri nelle case vuote o che vengano occupate, mi viene quasi da dire "giustamente". Per questo in genere c'è sempre qualcuno in casa. Le persone che se lo possono permettere hanno delle persone di servizio che ci resta mentre loro sono fuori. È anche molto importante avere buoni rapporti con i vicini per aiutarsi reciprocamente.

un salutone
Luna

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