Crudismo e intestino

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flib
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da flib » mer dic 07, 2011 5:00 pm

Mi spiace per quello che hai subito e che forse poteva essere evitabile adottando uno stile di vita "più naturale".
per quanto riguarda la medicina ufficiale ho letto proprio qualche giorno fa questo articolo, ma se giri per la rete puoi trovare altre informazioni:

http://www.medicinenon.it/errori-in-med ... -evitabili

Ci sono TROPPE morti e/o invalidità a causa delle cure mediche, quindi io diffido. Non ho ancora visto nessuno "guarire" dopo un trattamento medico. Io stesso ho sofferto per anni di fari problemi e mi hanno imbottito di farmaci di ogni tipo. Qualche volta i sintomi sparivano, ma dopo un tempo più o meno lungo tornavano. Questo fino a quando ho scoperto quali fossero le cause principali delle malattie: l'alimentazione e lo stile di vita.

Latifa
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da Latifa » mer dic 07, 2011 6:02 pm

Dai l'importante per me è avere un dibattito costruttivo. E' evidente che bazzico su questo forum per capire e conoscere. Poi ho espresso un'opinione che è mia non la voglio imporre!!!! Ciauuu :D

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flib
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da flib » mer dic 07, 2011 6:25 pm

Latifa ha scritto:Dai l'importante per me è avere un dibattito costruttivo. E' evidente che bazzico su questo forum per capire e conoscere. Poi ho espresso un'opinione che è mia non la voglio imporre!!!! Ciauuu :D
Certamente! Infatti io sto cercando di essere costruttivo. Quando ho il tempo di scrivere cerco di far conoscere alle persone le cose che ho scoperto e che mi hanno permesso di "rinascere" risolvendo vari problemi, o malattie se vogliamo chiamarle così.
Da tre anni non prendo più alcuna medicina. :) Resta ancora qualche piccolo disturbo non ancora risolto completamente, ma bisogna avere pazienza perchè non si può risolvere in un paio di anni i problemi che sono stati generati da decenni (ho 43 anni) di alimentazione e stile di vita errati. :)

Se hai voglia di approfondire ti consiglio questo testo:
Arnold Ehret - Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco

Poi ognuno resta libero di fare le proprie scelte, ma farle con le informazioni corrette in mano è meglio :wink:

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marco urbisci
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da marco urbisci » mer dic 14, 2011 3:04 pm

Ciao (Swami863) Ale… ho letto quello che dici e aggiungo anche io la mia opinione a quella degli altri, nella speranza che possa esserti utile. Innanzitutto, come dici tu, anni di stitichezza e lassativi non si cancellano in un giorno, così come sono d’accordo con te anche quando dici che “per stare bene il nostro corpo non deve essere invaso da troppe pratiche”. Una cosa su cui concordano più o meno tutti è che per risolvere il problema della stitichezza la dieta debba contenere in abbondanza fibre e acqua. Ora, sicuramente, un’alimentazione come quella che stai seguendo le contiene, però ti vorrei suggerire di prendere in considerazione anche la differenza tra fibre solubili e insolubili, per cui ti riporto il capitolo del mio libro, che ne parla, qui di seguito.

FIBRE ALIMENTARI (tratto da “DEA – Dieta Energia Alta)

Parliamo di fibre. La fibra alimentare (o fibra dietetica) è l'insieme di quei carboidrati complessi e di altre sostanze non immediatamente digeribili dall'uomo e perciò non assimilate dal nostro organismo.

La maggior parte dei cibi cotti che si consumano abitualmente nella dieta occidentale standard è priva di fibra, sia che si tratti di cereali raffinati e loro derivati, sia che si tratti di cibi di origine animale (i cibi di origine animale non hanno fibra!).

Da anni, ormai, si leggono sempre più frequentemente i consigli di dietologi e autorità sanitarie che consigliano l’introduzione di fibra nella nostra alimentazione giornaliera, sia per fornire il senso di sazietà, in modo da non mangiare oltre il necessario, sia, soprattutto, per favorire i movimenti peristaltici e l’evacuazione. E questo per far sì che il transito intestinale del cibo sia il più veloce possibile e che quindi diminuisca il tempo di ristagno dei vari alimenti nell’intestino, fattore che comporta lo sviluppo di prodotti tossici e di relative gravi patologie, come disturbi della funzionalità intestinale (stipsi, diverticolite).

“Un alimentazione ricca di cibo vegetale (e perciò di fibra) è inversamente collegata all’incidenza della malattia cardiovascolare, del tumore al colon e del diabete. Poiché un aumento del consumo di fibra alimentare è quasi invariabilmente associato a un cambiamento di altri costituenti della dieta, è difficile stabilire una chiara relazione esclusivamente con la fibra. Un meccanismo plausibile per l’effetto anti-cancerogeno è un rapido passaggio della massa di cibo attraverso il colon, di modo che viene ridotta la possibilità che i potenziali agenti cancerogeni abbiano l’opportunità di interagire con la mucosa superficiale. Inoltre, l’aumento di massa fecale morbida può diluire gli agenti cancerogeni.” (Dati dal National Research Council, 1989.) (33)
Così molte persone, tra cui anche il sottoscritto fino a un anno fa, si preoccupano di consumare cereali integrali in modo da avere abbastanza fibra nella loro dieta, al fine di godere di una migliore digestione e, più in generale, di una migliore salute.

Ma non tutti i tipi di fibra ottemperano alla stessa funzione.

Una più accurata definizione di “fibra” viene operata dai vari autori dell’Igiene Naturale. Essi distinguono, infatti, due tipi diversi di fibra, e questa distinzione è fondamentale per capire poi perché vi sono alcuni tipi di cibo che sono più digeribili, e quindi consigliati, e viceversa perché ve ne sono altri che sono vivamente sconsigliati.

La distinzione, quindi, è fra fibre solubili e fibre insolubili.

1. Fibre solubili. Si trovano principalmente nella frutta e, in una certa misura, nelle verdure a foglia tenera. Sono fibre morbide e solubili in acqua, cosicché esse assorbono acqua e aiutano a mantenere voluminose e morbidi le feci. Funzionano come un gel colloso che aiuta tutte le sostanze a muoversi lungo l’intestino. Le due fibre solubili più comuni sono la pectina e la gomma di guar (entrambe si trovano nella frutta), che rallentano l’assorbimento nel sangue degli zuccheri provenienti dall’intestino, in modo da prevenire bruschi innalzamenti della glicemia. È interessante, a tal proposito, rilevare la contraddizione per cui nonostante queste fibre vengano consigliate per il trattamento del diabete dal mondo medico, accade che taluni medici insistano sul fatto che i diabetici non debbano mangiare la frutta.

2. Fibre insolubili. Appartengono a questa categoria la cellulosa e altre fibre difficili da digerire, o del tutto indigeribili. Si trovano nelle crocifere, quali broccoli, cavolfiori, cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolini di Bruxelles, così come nei tuberi e nelle radici (patate, carote, rape, barbabietole, ecc.) e, in maggior misura, nei cereali integrali (crudi, cotti o germogliati).

Il problema è che esse sono estremamente dure e il nostro sistema digestivo non può demolirle e quindi deve eliminarle. Ma esse, a differenza delle fibre solubili, non assorbono acqua, per cui i loro bordi e le loro punte sono rigidi e affilati e per questo motivo grattano e scalfiscono la delicata mucosa digestiva, al loro passaggio, irritandolo e lacerandolo.

In risposta a questa aggressione, la mucosa intestinale si ispessisce al fine di proteggersi, il che rende le fibre meno irritanti ma riduce la capacità dell’organismo di assorbire le sostanze nutritive.

Ed è proprio l’irritazione degli intestini e del colon che dà alla “fibra di crusca” la fama di “scopa intestinale”, nel senso che essa facilita l’eliminazione della massa fecale.

D’altro canto, la vera ragione di questa azione sembra consistere nel fatto che poiché il corpo avverte l’effetto irritante di tale sostanza, cerca di espellerla il più rapidamente possibile, insieme a qualsiasi altra cosa si trovi contemporaneamente nel colon.

Se si consuma, infatti, fibra di crusca per facilitare l’evacuazione, si noterà che, dopo un po’ di tempo che se ne fa uso, occorre aumentarne le dosi per ottenere lo stesso effetto, perché quelle precedenti non sono più sufficienti. Questo accade perché più fibra si consuma, più il corpo per proteggersi ispessisce la mucosa intestinale, quindi più fibra occorrerà per ottenere l’effetto desiderato, e via di seguito in un circolo vizioso che porta a: riduzione dell’assorbimento e dell’assimilazione delle varie sostanze nutritive, formazione di tessuto cicatriziale, sviluppo di aderenze, sindrome del colon irritabile, colite ulcerosa e altre malattie che sono spesso il risultato di un consumo insufficiente di fibra, o di un consumo eccessivo di fibra troppo dura.

È “curioso” osservare che nella produzione della farina raffinata, la crusca viene separata per poi essere venduta ad un prezzo notevolmente maggiorato come prodotto per la salute.

Sicuramente siamo in grado di cibarci di alimenti che contengono cellulosa e altre fibre dure, insolubili, ma con un sovraccarico di lavoro per gli organi della digestione e dell’eliminazione.

Se vogliamo godere di ottima salute, sarebbe indubbiamente consigliabile il consumo di cibi che non complichino o compromettano la digestione e il processo di assimilazione, poiché l’obbiettivo è quello di ricavare il massimo dei benefici, dal processo di nutrizione, minimizzando i danni e ottenendo la giusta quantità dei nutrienti.

Le fibre indigeribili dei cibi vegetali a tessuto duro sono difficili da digerire rispetto alle fibre solubili, morbide, che si trovano nella frutta e nei vegetali a foglia tenera e che sono necessarie per un’ottima funzione digestiva e di evacuazione.
(Fine dell'inserto)
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Tornando a noi, per quanto riguarda l’acqua, se segui una dieta in cui mangi frutta fino a sera, e poi mangi verdura cruda e cotta, questo non dovrebbe costituire un problema, nel senso che ne dovresti avere assunta già a sufficienza con il cibo. C’è però una cosa che sarebbe interessante verificare: quanta frutta mangi, visto che dici che non sei una mangiona? Cioè, le “fibre solubili”, quelle che facilitano l’evacuazione, sono contenute sì nella frutta, ma non vorrei che tu mangiassi poca frutta, in generale. Ti consiglierei, anche solo per un giorno, di provare a immettere i dati di quello che mangi nella tabella che ti puoi scaricare a http://www.dietaenergiaalta.com, per vedere se assumi abbastanza calorie. (Prima però dovresti leggere l'argomento “ Vegano e/o crudista? Ecco un TEST che può cambiare la vita!” , che puoi trovare qui sul forum a viewtopic.php?f=28&t=40401)

In altre parole potrebbe essere che non si formi una massa fecale abbastanza voluminosa per garantirti un’evacuazione giornaliera. (Sono tutti tentativi.) Poi, come hai detto tu, mangiando tutto crudo (o quasi) hai notato che le cose vanno un po’ meglio: credo che questa sia una strada da seguire, però ti consiglierei prevalentemente verdure a foglia tenera e i frutti-ortaggio (pomodori, zucchine, peperoni, cetrioli) e sedano, da mangiare crudi, mentre come verdure cotte puoi mangiarle tutte. In effetti, broccoli e cavolfiori, essendo più amidacei, provocano facilmente fermentazione, quindi non te li consiglieri crudi. Come frutta, in questo periodo, ti consiglierei i cachi, da mangiare in grande abbondanza.

Adesso aggiungo anche un po’ di altri consigli, tratti da vari testi che non sto a citare per non diventare prolisso.

1. Provare a eliminare gli oli (se ne fai uso). C’è chi sostiene che questi possano formare “macchie” d’olio, appunto, che bloccano la digestione e creano problemi di stitichezza.
2. Fare esercizio fisico quotidiano, che è fondamentale per combattere i problemi di stitichezza, perché fa muovere più rapidamente il cibo attraverso il canale alimentare.
3. Andare a passeggio.
4. Andare sempre in bagno quando la natura lo richiede e non solo quando le circostanze sociali lo consentono: ignorare lo stimolo alla defecazione può portare gradualmente alla stitichezza. Il momento più naturale per andare in bagno è dopo mangiato, quindi si potrebbe scegliere un pasto qualsiasi e ogni giorno, dopo quel pasto, andare in bagno per 10 minuti. Con un po’ di allenamento l’intestino si riabituerà a muoversi secondo natura.
5. Fare attenzione allo stress, che provoca un blocco intestinale. Sicuramente l’abitudine a rilassarsi eseguendo esercizi di respirazione può solo giovare al problema.
6. Attenzione ai lassativi (beh, questo l’hai già capito), perché l’intestino si abituerà alla loro azione e la stitichezza peggiorerà.
7. Per quanto riguarda i clisteri: vanno benissimo se se ne fa un uso occasionale, ma se usati di frequente, si rischia di impigrire l’intestino, cioè di ritrovarsi peggio di prima.
8. Attenzione ai medicinali: essi, insieme a supplementi di calcio, diuretici, sedativi, antidepressivi, ecc. provocano o peggiorano la stitichezza.
9. Evitare i cibi che provocano fermentazione, quindi tutti quelli contenenti fibre insolubili, ma anche le scorrette combinazioni alimentari (immagino che tu lo sappia benissimo…. MAI MANGIARE LA FRUTTA DOPO PASTO, ma attenzione anche a mangiarla se lo stomaco non si è svuotato dal pasto precedente, perché altrimenti fermenta facilmente). Attenzione anche alla frutta secca e ai semi oleosi, che a causa dell’alto contenuto di zuccheri (i primi) e della loro laboriosa digeribilità (i secondi) tendono a fermentare facilmente, soprattutto se abbinati con altri cibi (qui il discorso sarebbe più lungo!).
10. Non tentare di forzare l’evacuazione: si rischia di procurarsi emorroidi e ragadi anali.

Spero di esserti stato utile e … come già hai capito, se il problema sussiste da tanti anni, magari ci vorrà un po’ di tempo prima di risolvere la situazione, ma la strada dell’alimentazione a base di frutta e verdura cruda, matura, fresca, integra… penso che sia la migliore sia per questo che per tutti i problemi. Per quello che mi riguarda si è rivelata eccezionale!

Ciao :D
Marco Urbisci

Vogliadiprimavera
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da Vogliadiprimavera » mer gen 18, 2012 2:58 pm

Ciao a tutti, seguo il forum da un paio di settimane ma solo adesso mi sono iscritta ( se devo presentarmi in un apposito topic potresti indicarmelo per cortesia? ).

Mi chiamo Antonella e ho 21 anni.

Sono arrivata qui in realtà per caso, mentre ero alla ricerca di informazioni sui carboidrati raffinati e mi ci sono fermata perchè vi ho trovato delle informazioni molto interessanti.

Sto cercando di imparare ad alimentarmi in modo sano e naturale per una questione ideologica, per svariati problemi di salute che ho nonostante la mia giovane età e soprattutto per rispetto verso il mio organismo, che ancora mi sembra assurdo aver nutrito in modo malsano nonostante tutte le attenzioni che ho sempre avuto in merito.
Avendo solo vent'anni credo di essere ancora in tempo a rispramiarmi una vita di ulteriori malesseri fisici o per lo meno lo spero.

Non sono sicura di voler diventare crudista, però leggere dei miglioramenti delle condizioni di salute di tanti di voi dopo la conversione al crudismo sicuramente mi sprona a modificare la mia dieta impostandola sull'assunzione di frutta e verdura, non più su quellla dei carboidrati complessi come ho sempre fatto.

Da circa una settimana ho incrementato l'assunzione di frutta e verdura e ridotto quella di carboidrati e proteine ( sia animali che vegetali ). La frutta la mangio lontano dai pasti o circa 1 ora prima di essi. La verdura la prediligo cruda e se riesco la consumo prima della porzione di carboidrati o proteine. Quando possibile scelgo carboidrati integrali. Ho sempre bevuto anche più di 2 litri di acqua naturale a basso residuo fisso ogni giorno, quindi direi che su questo punto ci sono.
Al momento mi sono affidata alle combinazioni alimentari di Renè Andreani.

In questa settimana di prova però ho già avuto un primo spiacevole problema. Premetto che soffro da quasi 2 anni di sondrome del colon irritabile e quasi ogni giorno ho problemi di meteorismo e flatulenza, ma già dal 3° giorno di modifica della dieta i mie dolori intestinali sono notevolmente peggiorati. La sensazione che ho è diversa da quella che solitamente mi dà la mia sindrome, che è di "blocco"; la sensazione che ho ora è più simile a quella che si ha in caso di dissenteria. Le evacuazioni sono ancora più o meno le stesse, è cambiata però la consistenza delle feci (sono meno solide).

Non è bello parlare di disturbi intestinali al primo post...però effettivamente è questo il mio problema :(

Se avete dei consigli sono ben accetti e vi ringrazio per aver dedicato del tempo a leggere il mio post.

Buona giornata!

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pervinca89
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da pervinca89 » ven gen 20, 2012 9:25 am

prova ad bere qualche tisana depurativa. questo per il colon irritabile.
e ad assumere del carbone vegetale per quanto riguarda il resto.
:wink:

dianaest
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da dianaest » ven gen 20, 2012 2:54 pm

benarrivata in ogni caso. Il crudismo si può iniziare anche solo lentamente, vedrai che è un viaggio emozionante, strano a dirsi. La prima volta che ho letto questo forum sono rimasta scioccata. Arrivavo da un'alimentazione onnivora non molto virtuosa e cercavo di capire come davvero era meglio mangiare. Rimasi scioccata :D , ma poi approfondendo e leggendo mi aveva incuriosito e convinto. Se penso che prima non mangiavo frutta e ora vivo di quello, mi stupisco ancora! :mrgreen:

per i disturbi intestinali non so cosa consigliare, non sono molto esperta, ma in bocca al lupo, in ogni caso mangiare meglio di prima fa stare bene!!

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marco urbisci
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da marco urbisci » ven gen 20, 2012 6:14 pm

Cara Antonella… benvenuta! Ho letto quanto scrivi e… in effetti ci sono tante variabili da prendere in considerazione, anche nell'adottare solo parzialmente un regime crudista. Innanzitutto parli di proteine sia animali che vegetali (che assumi): ebbene, quelle animali sono solitamente di difficile digestione e ricche di grassi saturi, nonché prive di fibra, il che comporta un lungo transito intestinale con putrefazione e sviluppo di gas. Il fatto che poi contengano grassi assieme a proteine rende la loro digestione lunga e laboriosa. Anche i carboidrati complessi hanno una digestione lunga e laboriosa.

Questa premessa è per spiegare che anche se uno segue la teoria delle combinazioni alimentari (non conosco, in effetti, quella che hai citato), quello che otterrà è un beneficio parziale. Il problema è che quando uno passa ad un regime in cui incrementa frutta e verdura cruda, può incorrere in alcuni inconvenienti, tipo quello da te citato, e questo sia per il fatto che già stai assumendo troppe fibre (insolubili, e quindi irritanti dell'intestino) dei cereali integrali, e sia perché unendo quelle dei cereali a quelle della frutta e verdura (e anche la verdura, a seconda del tipo, ha fibre insolubili che possono essere irritanti), il risultato è … aumento della fermentazione intestinale (la frutta, invece, ha fibre solubili, così come le verdure a foglia tenera, come le insalate).

Vi è poi il problema che, essendo, come dicevo prima, sia le proteine animali che i carboidrati complessi, di difficile e lunga digestione, anche se pensi di mangiare la frutta lontano dai pasti, in realtà lo stomaco è ancora impegnato nella digestione del pranzo precedente, e quindi la frutta ingerita, arrivata per ultima, dovrà aspettare il suo turno per essere digerita. Risultato: ancora una volta… fermentazione.

Infatti la frutta e la verdura cruda fermentano molto facilmente e quindi bisognerebbe mangiarle possibilmente a colazione e a pranzo, perché così facendo avresti lasciato ALMENO la notte di tempo per digerire proteine animali e carboidrati della sera precedente. In effetti si possono commettere tanti errori anche aumentando il consumo di frutta e verdura. Infatti se non si riduce drasticamente il consumo di grassi (di qualsiasi origine, animale o vegetale, cotti o crudi, a prescindere che quelli vegetali crudi sono meglio), si può incorrere anche in problemi legati alla glicemia, col rischio di contrarre anche il diabete, perché i grassi presenti nel sangue non permettono il veloce smaltimento degli zuccheri della frutta, che quindi provocano un innalzamento della glicemia e una conseguente eccessiva risposta insulinica.

Questa situazione, protratta nel tempo, può portare ad esaurimento del pancreas, dapprima, e poi anche delle surrenali, con una serie di patologie lievi o gravi, quali: deficienze nutrizionali, brusche cadute di energia, squilibri ormonali, voglie improvvise e intense di cibo, bruschi cambiamenti di umore, diabete, mancanza di motivazione, necessità di stimolanti (caffè, the, dolci, cioccolato, alcol, ecc.), eccessivo bisogno di sonno, ecc. D'altra parte i carboidrati complessi, se in eccesso, generano iperglicemia, affaticamento del fegato, sovrappeso, obesità, fermentazioni alcoliche, gas intestinali, pesantezza e lentezza di riflessi.

Ho cercato di farti un sunto ultra concentrato di una miriade di informazioni che ho elencato nel mio libro “DEA (Dieta Energia Alta), la cui lettura ti consiglio vivamente, perché ci sono troppi dati di importanza estrema da conoscere, al fine di evitare inutili errori che potrebbero compromettere i meravigliosi risultati che "La Dieta" che Madre Natura ha previsto per l’uomo, dovrebbe garantire.

Fai benissimo ad avere voglia di documentarti e, oltre al mio libro, ti consiglio anche i libri di Arnold Ehret e “The China Study”, di Colin Campbell.

Un abbraccio :D
Marco Urbisci

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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da Lara.K » ven gen 20, 2012 9:01 pm

Ciao Swami!

Voglio aggiungere un piccolo consiglio in più all'utilissimo decalogo di Marco.
Io l'ho sperimentato su di me e posso assicurarti che non è un dettaglio di poco conto:

non tralasciare la masticazione. Masticare bene il cibo, in particolare se segui una alimentazione a base di frutta e verdura, è fondamentale per evitare il gonfiore ed anche il corretto transito intestinale.

Io personalmente sono abituata a masticare ogni boccone un sacco di volte ed è una abitudine che ho preso proprio perche soffrivo di gonfiore addominale e stitichezza. Facendo così il mio problema si è risolto dopo due tre giorni.

Magari prova a fare attenzione anche a questo aspetto :)

Ti abbraccio!

Vogliadiprimavera
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da Vogliadiprimavera » sab gen 21, 2012 5:35 pm

Grazie di cuore a tutti voi per il benvenuto e per i consigli che mi avete dato! Siete stati gentilissimi :D
pervinca89 ha scritto:prova ad bere qualche tisana depurativa. questo per il colon irritabile.
e ad assumere del carbone vegetale per quanto riguarda il resto.
:wink:
Pervinca per quanto riguarda la tisana depurativa ne hai una in particolare da consigliarmi? Potresti anche spiegarmi in che modo potrebbe aiutarmi nello specifico per il colon irritabile?
Per quanto riguarda il carbone vegetale, in questi 2 anni ho provato di tutto, compreso il carbone, il quale può sembrare assurdo ma mi amplificava il problema.
dianaest ha scritto:benarrivata in ogni caso. Il crudismo si può iniziare anche solo lentamente, vedrai che è un viaggio emozionante, strano a dirsi. La prima volta che ho letto questo forum sono rimasta scioccata. Arrivavo da un'alimentazione onnivora non molto virtuosa e cercavo di capire come davvero era meglio mangiare. Rimasi scioccata :D , ma poi approfondendo e leggendo mi aveva incuriosito e convinto. Se penso che prima non mangiavo frutta e ora vivo di quello, mi stupisco ancora! :mrgreen:

per i disturbi intestinali non so cosa consigliare, non sono molto esperta, ma in bocca al lupo, in ogni caso mangiare meglio di prima fa stare bene!!
Grazie mille Dianaest...e crepi il lupo :D
marco urbisci ha scritto:Cara Antonella… benvenuta! Ho letto quanto scrivi e… in effetti ci sono tante variabili da prendere in considerazione, anche nell'adottare solo parzialmente un regime crudista. Innanzitutto parli di proteine sia animali che vegetali (che assumi): ebbene, quelle animali sono solitamente di difficile digestione e ricche di grassi saturi, nonché prive di fibra, il che comporta un lungo transito intestinale con putrefazione e sviluppo di gas. Il fatto che poi contengano grassi assieme a proteine rende la loro digestione lunga e laboriosa. Anche i carboidrati complessi hanno una digestione lunga e laboriosa.

Questa premessa è per spiegare che anche se uno segue la teoria delle combinazioni alimentari (non conosco, in effetti, quella che hai citato), quello che otterrà è un beneficio parziale. Il problema è che quando uno passa ad un regime in cui incrementa frutta e verdura cruda, può incorrere in alcuni inconvenienti, tipo quello da te citato, e questo sia per il fatto che già stai assumendo troppe fibre (insolubili, e quindi irritanti dell'intestino) dei cereali integrali, e sia perché unendo quelle dei cereali a quelle della frutta e verdura (e anche la verdura, a seconda del tipo, ha fibre insolubili che possono essere irritanti), il risultato è … aumento della fermentazione intestinale (la frutta, invece, ha fibre solubili, così come le verdure a foglia tenera, come le insalate).

Vi è poi il problema che, essendo, come dicevo prima, sia le proteine animali che i carboidrati complessi, di difficile e lunga digestione, anche se pensi di mangiare la frutta lontano dai pasti, in realtà lo stomaco è ancora impegnato nella digestione del pranzo precedente, e quindi la frutta ingerita, arrivata per ultima, dovrà aspettare il suo turno per essere digerita. Risultato: ancora una volta… fermentazione.

Infatti la frutta e la verdura cruda fermentano molto facilmente e quindi bisognerebbe mangiarle possibilmente a colazione e a pranzo, perché così facendo avresti lasciato ALMENO la notte di tempo per digerire proteine animali e carboidrati della sera precedente. In effetti si possono commettere tanti errori anche aumentando il consumo di frutta e verdura. Infatti se non si riduce drasticamente il consumo di grassi (di qualsiasi origine, animale o vegetale, cotti o crudi, a prescindere che quelli vegetali crudi sono meglio), si può incorrere anche in problemi legati alla glicemia, col rischio di contrarre anche il diabete, perché i grassi presenti nel sangue non permettono il veloce smaltimento degli zuccheri della frutta, che quindi provocano un innalzamento della glicemia e una conseguente eccessiva risposta insulinica.

Questa situazione, protratta nel tempo, può portare ad esaurimento del pancreas, dapprima, e poi anche delle surrenali, con una serie di patologie lievi o gravi, quali: deficienze nutrizionali, brusche cadute di energia, squilibri ormonali, voglie improvvise e intense di cibo, bruschi cambiamenti di umore, diabete, mancanza di motivazione, necessità di stimolanti (caffè, the, dolci, cioccolato, alcol, ecc.), eccessivo bisogno di sonno, ecc. D'altra parte i carboidrati complessi, se in eccesso, generano iperglicemia, affaticamento del fegato, sovrappeso, obesità, fermentazioni alcoliche, gas intestinali, pesantezza e lentezza di riflessi.

Ho cercato di farti un sunto ultra concentrato di una miriade di informazioni che ho elencato nel mio libro “DEA (Dieta Energia Alta), la cui lettura ti consiglio vivamente, perché ci sono troppi dati di importanza estrema da conoscere, al fine di evitare inutili errori che potrebbero compromettere i meravigliosi risultati che "La Dieta" che Madre Natura ha previsto per l’uomo, dovrebbe garantire.

Fai benissimo ad avere voglia di documentarti e, oltre al mio libro, ti consiglio anche i libri di Arnold Ehret e “The China Study”, di Colin Campbell.

Un abbraccio :D
Marco Urbisci
Marco non so trovare le parole per ringraziarti della tua premura. Mi hai fornito una risposta molto dettagliata, come d'altronde fai sempre da ciò che avuto modo di leggere nel forum. Sei una persona molto preparata.

Qualche giorno fa ho scaricato la versione riassuntiva del tuo libro che offri sul sito e gli ho dato una veloce lettura, purtroppo non ho ancora avuto modo di leggerla più approfonditamente.

Comincio col dirti che il problema sta migliorando, o per lo meno è ritornato come è sempre stato...alla "normalità" se così la posso definire. In questi giorni però mi sta facendo penare parecchio, ma è probabile che sia dovuto a un certo livello di stress psicologico a cui sono sottoposta. E infatti il colon irritabile ha proprio origini psicosomatiche.

Vorrei specificare che ho si aumentato le dosi di frutta e verdura che assumo durante la giornata ma ho anche ridotto proporzionalmente quelle di carboidrati, proteine e grassi, che anche prima non era eccessivo. Per intenderci mangio carboidrati 1 volta al giorno, o a pranzo o a cena e lo stesso vale per le proteine animali o per i legumi ( al massimo 1 e mezza se a colazione tipo mangio 1 paio di biscotti o uno yogurt magro ). Il tutto non in grandi porzioni ( circa 60g di pasta - 1 piatto non esagerato di legumi - 1 mozzarella - 1 fettina piccola di carne, etc ).
Ai due pasti principali aggiungo la verdura e la frutta la mangio sempre circa un ora prima di pranzo e il pomeriggio per merenda 3 ore dopo i pasti ( a volte a colazione ). In genere prima di mangiarla aspetto che lo stomaco si sia svuotato completamente. Secondo te anche se aspetto lo svuotamento dello stomaco il fatto di aver mangiato carboidrati o proteine nel pasto precedente può darmi problemi? Magari per il fatto che la digestione viene completata nell'intestino?

Da quello che mi hai scritto sembra davvero difficile trovare un compromesso tra il crudismo e un alimentazione di tipo onnivoro...mi fa rattristare questa cosa :( Cosa posso migliorare?

Avrei una domanda alla quale probabilmente troverò risposta leggendo bene il sunto del tuo libro e spulciando nel forum, ma già che ci sono se non ti creo troppo disturbo vorrei portela lo stesso : nell'alimentazione crudista è prevista una piccola quota di proteine? Se si provengono dalla frutta secca e dai semi?
Forse la mia domanda è stupida...ma fa niente, volevo fartela lo stesso.

Grazie ancora per il tempo che mi hai dedicato!

Ti auguro una buona serata

Ps. dimenticavo! non faccio grande uso di condimenti...poco olio e solo extravergine d'oliva, niente burro, niente fritture e niente preparazioni troppo articolate.
Lara.K ha scritto:Ciao Swami!

Voglio aggiungere un piccolo consiglio in più all'utilissimo decalogo di Marco.
Io l'ho sperimentato su di me e posso assicurarti che non è un dettaglio di poco conto:

non tralasciare la masticazione. Masticare bene il cibo, in particolare se segui una alimentazione a base di frutta e verdura, è fondamentale per evitare il gonfiore ed anche il corretto transito intestinale.

Io personalmente sono abituata a masticare ogni boccone un sacco di volte ed è una abitudine che ho preso proprio perche soffrivo di gonfiore addominale e stitichezza. Facendo così il mio problema si è risolto dopo due tre giorni.

Magari prova a fare attenzione anche a questo aspetto :)

Ti abbraccio!

Grazie Lara! In effetti la masticazione è una cosa su cui devo lavorare... Però devo ammettere che ho un pò un blocco....in passato ci lavorai su e ricordo che mi saziavo troppo in fretta. Io già così non mangio molto e sono magrolina :( La tua esperienza a riguardo com'è?



Grazie ancora a tutti!! Un abbraccio anche a voi!!!

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pervinca89
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da pervinca89 » dom gen 22, 2012 10:10 am

penso che potrebbero aiutarti alcune piante come tarassaco foglie e radici, bardana e carciofo.
per me il tuo problema è un eccesso di tossine nell'organismo: depura fegato e reni.
scusate se mi ripeto sempre: hai provato col test per la celiachia?

Vogliadiprimavera
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da Vogliadiprimavera » dom gen 22, 2012 2:11 pm

pervinca89 ha scritto:penso che potrebbero aiutarti alcune piante come tarassaco foglie e radici, bardana e carciofo.
per me il tuo problema è un eccesso di tossine nell'organismo: depura fegato e reni.
scusate se mi ripeto sempre: hai provato col test per la celiachia?
Eventualmente una tisana da supermercato k contiene questi ingredienti potrebbe andare bene?

Si, ho fatto il test x la celiachia ed è risultato negativo... ho fatto tantissime analisi in questi 2 anni.

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marco urbisci
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da marco urbisci » dom gen 22, 2012 6:15 pm

Ciao Antonella (Vogliadiprimavera) sono contento che il tuo problema stia migliorando. D’altro canto, anche se come dici tu le quantità di carboidrati complessi e di proteine animali sono ridotte, il problema nel tuo caso è che… la goccia fa traboccare il vaso. Ossia se nel caso di persone che non abbiano alcun problema, questa tua alimentazione non causerebbe alcun disturbo (non nel breve termine, almeno!), nel tuo caso, tu hai già un intestino irritato, vuoi anche (e sicuramente) a causa di stress… ma non solo! Le proteine animali vanno facilmente in putrefazione nell’intestino, sia perché mancano di fibre, sia perché il nostro intestino è troppo lungo e il nostro acido cloridrico troppo debole (rispetto a quello degli animali carnivori) per digerirle efficacemente. Anche i carboidrati complessi vengono digeriti principalmente nell’intestino, per cui anche se lo stomaco è vuoto dal pranzo precedente (ma non sempre 3 ore sono sufficienti) anch’essi rischiano di fermentare nell’intestino.

Potresti innanzitutto capire se la formazione di gas è imputabile a proteine o carboidrati, semplicemente perché i primi generano gas maleodorante, mentre i secondi no. D’altro canto tutti i cibi che hai elencato (compreso yogurt magro, biscotti, legumi e mozzarella) sono tutti alimenti che per un verso o per l’altro non sono cibi “ottimali” per l'Uomo. A tale proposito ti allego di seguito (con “copia e incolla”) un capitolo del mio libro, così che tu possa disporre di un ulteriore punto di vista.

Il problema di far coesistere una dieta crudista con una onnivora non è di facile soluzione, soprattutto per chi come te ha già dei problemi che io non sottovaluterei. Proprio in questo senso ti inviterei a cominciare a fare degli esperimenti quali indico nel mio libro, tipo colazione di sola frutta (matura, mi raccomando, e masticata molto accuratamente). Più ridurrai i cibi come carboidrati e quelli di origine animale, nonché i legumi, e più i tuoi problemi dovrebbero risolversi. Ma per fare questo è necessario conoscere molti dati che ho raccolto nel mio libro, perché se non conosci bene la teoria potresti incorrere in tanti altri errori.

Un' ultima cosa (sperando di non offenderti)… considera che questo è un forum vegano crudista, il che vuol dire (sicuramente non ci avevi pensato) che oltre ad una questione di salute per gli umani, è il luogo di ritrovo virtuale di chi ha a cuore anche la salute degli animali, di chi li ama e dedica la propria vita (in parte o in toto) alla loro salvaguardia. Quindi (sicuramente, ripeto, non ci avevi pensato, come accadeva anche a me prima di diventare vegano) parlare di mangiare carne e anche formaggi, è un dolore per chi conosce le condizioni crudeli a cui vengono sottoposti gli animali per ottenerne i loro prodotti e le loro carni. Quindi magari in futuro, continuando naturalmente a essere gradita ospite di questo forum, potresti gentilmente avere l’accortezza di evitare di riferirti a pratiche che implichino la sofferenza di coloro che, chi è vegano, considera propri simili.
Per il resto, se proprio vuoi continuare a nutrirti, anche se in parte, di prodotti di origine animale, se vuoi consigli specifici puoi scrivermi privatamente, in modo da non offendere lo spirito di questo bellissimo gruppo di persone che transitano su Promiseland. Ti risponderò senz’altro, nella speranza che anche tu, come tutti noi, prima o poi decida di intraprendere l’alimentazione più sana che esista, sia per noi che per gli animali.
Un abbraccio e … ecco l’estratto dal mio libro. :D

CAPITOLO 3 – QUAL È LA DIETA IDEALE PER L’UOMO? (dal libro DEA - Dieta Energia Alta)

I vari nutrizionisti, eseguendo test, analisi chimiche e ricerche di laboratorio, ci dicono come dovremmo nutrirci: ad esempio quanto calcio dovremmo assumere giornalmente, quali vitamine, quante proteine, omega 3, ecc.. E così le persone più interessate alla propria salute cercano di informarsi e di mettere in pratica quanto leggono, tentando di consumare tutti i cibi consigliati, nelle giuste quantità, non omettendo di assumere i vari supplementi, integratori, polveri, pillole, in modo da essere sicuri di non incorrere in alcuna carenza.

E questo porta all’idea di “dieta equilibrata”… che nessun animale, che si trovi allo stato naturale, segue!

Come si può sapere allora ciò che dovremmo mangiare? Sembra che solo gli esperti di laboratorio possano dircelo. La nutrizione sembra un argomento così complicato… infinite teorie, così contrastanti, infinite conoscenze da acquisire…

Eppure, per gli animali in natura, il fatto di nutrirsi non è per niente complicato!

Essi si cibano di ciò che la Natura ha predisposto per loro, allo stato crudo, non manipolato in alcun modo. Ci sarebbe da chiedersi come mai l’uomo non faccia più altrettanto!

D’altro canto gli antropologi cercano di darci una mano a risolvere la questione formulando ipotesi, basate sulle loro scoperte, riguardo al cibo di cui l’uomo si sarebbe nutrito per milioni di anni prima dell’invenzione del fuoco e della nascita dell’agricoltura, in modo da individuare il nostro regime dietetico originario, quello che Madre Natura avrebbe stabilito per la nostra specie.

Per esempio il grande igienista australiano Ross Horne, nel suo best-seller, “Improving on Pritikin”, cita le conclusioni dell’antropologo Dr. Alan Walker (9), il quale riferisce che alcuni scienziati hanno dimostrato, attraverso l’esame dei denti fossilizzati appartenuti ad esemplari delle prime creature umane e pre-umane, che la nostra linea ancestrale si è evoluta, anatomicamente e fisiologicamente, seguendo una dieta composta principalmente di frutta. E siccome, prosegue Horne, il corpo umano non è cambiato, né in senso anatomico né in quello fisiologico, in tutti i milioni di anni della nostra evoluzione, si può assumere che questa dieta sarebbe ancora oggi la più adatta a noi.

Ma anche nel campo evoluzionistico, come ovunque, vi sono molteplici teorie, talvolta contrastanti, che suggeriscono ovviamente differenti deduzioni.

C’è chi sostiene che l’uomo sia nato onnivoro (cacciatore e raccoglitore dei vari frutti, semi e foglie presenti in natura) e che quindi dovremmo mangiare un po’ di tutto, cioè carne, pesce, latte e formaggi, cereali, legumi, frutta e verdura. Bisognerebbe, in questo caso, tenere comunque presente che latte e derivati, e cereali, sono apparsi solo recentemente nella storia evolutiva dell’uomo, poiché la nascita dell’agricoltura è avvenuta circa 10000 anni fa, e con essa anche l’inizio dell’allevamento di animali e quindi la disponibilità di latte.

C’è invece chi asserisce che l’uomo non si sia cibato di carne in origine, se non in condizioni di emergenza, e che la dieta più appropriata dovrebbe quindi essere quella vegetariana, a base di vegetali (frutta, verdure, legumi, cereali) e prodotti di origine animale, che non ne comportino però l’uccisione (uova, latte e derivati).

C’è chi, sulle stesse basi, sostiene che dovremmo seguire una dieta vegana, che esclude qualsiasi prodotto di origine animale, perciò anche uova, latte e derivati.

Altri ancora dichiarano che la dieta a noi più consona, quella originaria con cui l’uomo si sarebbe evoluto, è quella fruttariana, a base cioè di sola frutta, come descritto precedentemente.

E infine c’è chi sostiene che l’uomo nasce come animale frugivoro, mangiando cioè solo frutta, foglie e semi oleosi (noci, nocciole, mandorle, arachidi, semi di lino, di sesamo, di girasole, di zucca, ecc.) e perciò è a questo regime alimentare che dovremmo attenerci.

Ora, a prescindere dalle varie ipotesi, quando milioni di anni fa i nostri antenati primordiali fecero la loro comparsa sul pianeta, inevitabilmente, come ogni altra specie animale, dovevano essere dotati di un proprio “software” originario di sopravvivenza. Ossia, ogni specie avrà avuto le proprie caratteristiche ben definite, sia anatomiche (riferite quindi alla forma del corpo) che fisiologiche (riferite alla funzione) e comportamentali, così come avrà avuto le proprie specifiche abitudini alimentari. A tutt’oggi sembra che non vi siano stati cambiamenti di rilievo nel tipo di dieta seguita dalle varie specie di animali in natura, uomo escluso: i carnivori continuano a nutrirsi prevalentemente di carne, gli erbivori di erba e piante, i granivori di grani, i frugivori di frutta, bacche e foglie, gli onnivori di carne e vegetali, ecc..

E allora, in quale categoria dovremmo includere l’uomo?

Beh, sicuramente, se osserviamo la situazione attuale, definirlo onnivoro potrebbe sembrare addirittura riduttivo, visto che non vi è nulla che NON(!) mangi, riferito sia a cibi più o meno naturali che ai cosiddetti “cibi spazzatura” (merendine monodose, patatine fritte, gomme da masticare, dessert, hamburger, bibite sintetiche, caramelle, ecc., tutti prodotti ricchi di calorie, conservanti, coloranti e sostanze chimiche).

Ma se è vero che l’alimentazione attuale dell’uomo può ritenersi largamente responsabile di innumerevoli malattie (peraltro in costante aumento sia come numero, sia come percentuale di persone colpite e sia nell’abbassamento dell’età in cui tali patologie si manifestano), e che tali malattie non sono riscontrabili negli animali che vivono allo stato naturale, forse si potrebbe ipotizzare che l’uomo si sia allontanato da ciò che la Natura aveva originariamente predisposto come suo “software alimentare originario”. Potrebbe essere che la scoperta del fuoco abbia portato a rendere più appetibili, e quindi a consumare, cibi che non erano destinati all’uomo, o che comunque non lo erano in forma cotta?

Sicuramente nessun animale, allo stato naturale, si è mai cibato di alimenti cotti e tanto meno l’uomo, prima dell’invenzione del fuoco.

È possibile forse che l’abbandono delle zone tropicali in cui la vita dei nostri predecessori ha avuto inizio e che erano abbondanti di frutti e foglie, ci abbia indotto a modificare le nostre abitudini alimentari? Oppure che migrazioni di massa dovute a stravolgimenti naturali quali glaciazioni, interglaciazioni (ritiro dei ghiacciai e avvento di climi più caldi), periodi di forte inaridimento climatico, diluvi, carestie, guerre, ecc., ci abbiano sospinto ad adattarci a condizioni non ideali alla nostra sopravvivenza e a consumare quindi cibi non destinati alla nostra specie, per esempio a nutrirci di cibi cotti, a consumare cereali, ad alimentarci di prodotti tipici dell’allevamento (latte) a inventare nuovi cibi (formaggi e salumi)?

E soprattutto, per tornare al giorno d’oggi, è possibile che la manipolazione dei cibi abbia creato un totale stravolgimento delle nostre esigenze/abitudini alimentari? (Sicuramente risulta difficile immaginare l’uomo primitivo alle prese con pastasciutta, pane, formaggi, salumi, brioche, biscotti, cioccolato, bibite, latte, vino, liquori, sigarette, caffè, droghe, fast food, ecc.!)

Se così fosse, allora si potrebbe provare a “resettare” tutto, cercando di ristabilire il nostro regime dietetico elettivo e con esso, naturalmente, la nostra salute.

Analizziamo le varie possibilità.


SIAMO CARNIVORI?

Gli animali carnivori, in realtà, differiscono da noi sia a livello anatomico sia fisiologico, biochimico e psicologico. Essi infatti, per esempio, “salivano” (l’equivalente della nostra “acquolina in bocca”) alla vista della preda e non si accontentano di mangiarne solo alcuni tagli, per lo più cucinati, come fa l’uomo, ma ne mangiano le carni crude direttamente dalla carcassa, con gusto, leccandone il sangue ancora caldo e gli altri fluidi con piacere, oltre a frantumare e ingerire le piccole ossa e le loro cartilagini.

Al contrario molti di noi amano gli animali e sicuramente non ci viene l’acquolina in bocca all’idea di ammazzare un coniglio a mani nude e affondare i nostri denti dentro le sue carni. Così come penso che la maggior parte di noi inorridisca al pensiero di mangiarne uno appena morto, ancora fresco, crudo e sanguinante, masticandone ossa, cartilagini, visceri, pezzi di grasso, nonché peli e parassiti che inevitabilmente li accompagnano, e tanto meno ami succhiare il loro sangue e sbrodolarsi viso, mani e corpo. Questi comportamenti non fanno parte della nostra natura, non si attagliano ai nostri concetti di gentilezza e compassione. Non esiste nessun modo “umano” di uccidere un’altra creatura, di qualsiasi specie si tratti.
Se vogliamo entrare nel merito delle differenze anatomiche tra noi e gli animali carnivori, tanto per citarne alcune, siamo diversi nel modo di camminare (siamo bipedi e non quadrupedi), non abbiamo la coda, la nostra lingua è liscia e non ruvida, non abbiamo artigli per lacerare la pelle e le carni della preda, bensì pollici opponibili che ci permettono, ad esempio, di raccogliere in pochi istanti frutti a sufficienza per un pasto.

Abbiamo solo un paio di ghiandole mammarie sul petto, a differenza delle molteplici paia sull’addome dei carnivori, dormiamo circa un terzo del ciclo di 24 ore, mentre i carnivori dormono e riposano per 18-20 ore al giorno. La maggior parte dei carnivori può digerire microbi che sarebbero mortali per noi, come quelli che causano botulismo (malattia dovuta a intossicazione alimentare che conduce a paralisi muscolare progressiva).

Noi sudiamo attraverso i pori di tutta la pelle mentre i carnivori solo dalla lingua. I carnivori possono fabbricare la loro vitamina C mentre noi dobbiamo assumerla col cibo. Il nostro movimento laterale della mascella ci permette di frantumare il cibo, caratteristica unica degli animali che si nutrono di cibi vegetali, mentre i carnivori non hanno la masticazione laterale. I molari dei carnivori sono appuntiti e affilati mentre i nostri sono principalmente piatti, per ridurre in poltiglia il cibo.

Tutti gli esemplari di animali che si nutrono di vegetali, compresi gli uomini se sono sani, hanno saliva e urina alcaline, mentre esse sono acide nei carnivori ed inoltre mentre questi ultimi prosperano con una dieta di cibi acidificanti, tale dieta è molto nociva, se non letale, per l’uomo perché lo predispone ad un’ampia gamma di stati patologici.

Il pH dell’acido cloridrico (che permette di digerire le proteine animali) dei carnivori è almeno 10 volte maggiore del nostro ed inoltre i carnivori secernono un enzima chiamato “uricasi” che può degradare l’acido urico derivante dalla digestione della carne mentre noi, non possedendolo, dobbiamo ricorrere a minerali alcalini che ne neutralizzino l’acidità (prevalentemente usiamo il calcio, che viene prelevato dal nostro scheletro).

Come conseguenza si formano i cristalli di acido urico (che sono solo uno dei tanti inconvenienti derivanti dal nutrirsi di carne), che danno origine, o contribuiscono, all’insorgere di gotta (infiammazione molto dolorosa a livello articolare che può evolvere in forme di artrite cronica deformante), artrite, reumatismi e borsiti.

Inoltre, i depositi di cristalli di acido urico possono anche formarsi nei reni, causando calcolosi renale, oppure nel tessuto sottocutaneo, con la formazione di noduli. (L’acido urico viene normalmente filtrato dai reni ed eliminato con l’urina, ma se presente in quantità eccessiva nel sangue, i reni non riescono ad eliminarlo tutto e così si formano dei cristalli aghiformi insolubili – detti anche cristalli di urato - che si depositano nel fluido attorno alle articolazioni, provocandone l’infiammazione).

I nostri enzimi digestivi sono invece attrezzati per la digestione della frutta, grazie alla “ptialina” (o amilasi) contenuta nella saliva. Inoltre, mentre glucosio e fruttosio (gli zuccheri della frutta) forniscono carburante alle nostre cellule senza affaticare il pancreas (a patto di consumare pochi grassi nella dieta, come vedremo più avanti), i carnivori possono contrarre il diabete se la loro dieta è predominata da frutta.

Infine, per tutti coloro che, anche considerate tutte queste differenze anatomiche e fisiologiche, insistessero nel volersi nutrire di carne, vi è un’altra differenza fondamentale di cui tenere conto. Infatti, mentre il nostro tratto intestinale misura all’incirca 12 volte la lunghezza del nostro torso, il che permette l’assorbimento lento di zuccheri ed altri nutrienti contenuti nell’acqua della frutta, quello dei carnivori misura solo 3 volte circa la lunghezza del loro torso e questo per evitare che la carne vada in putrefazione all’interno dell’animale.

E nonostante le secrezioni fortemente acide, degli animali carnivori, per digerire ed assorbire la carne mangiata, nonché la ridotta lunghezza del tubo digerente, le loro feci dimostrano la putrefazione delle proteine e l’irrancidimento dei grassi.

Facile immaginare cosa succede nel nostro intestino, quando ci cibiamo di prodotti animali!
Un’ obiezione può nascere spontanea: “Ma anche se fosse vero che l’uomo non era originariamente carnivoro (o comunque onnivoro), bisogna pur considerare che essendosi nutrito di carne per così tanto tempo, avrà sicuramene sviluppato un adattamento tale per cui la carne deve essere ora parte imprescindibile della sua dieta!”.
A tale proposito cito un’interessante osservazione del Prof. Armando D’Elia (punto di riferimento scientifico e pioniere del vegetarianesimo italiano), che nell’articolo “Fruttariani” (10), asserisce: “Abbiamo prima affermato che l'uomo della foresta, dove aveva vissuto per milioni di anni, dovette passare nella savana. Ora, nella foresta era fruttariano, mentre nella savana, difettando la frutta, dovette divenire carnivoro; forse l'organismo umano, adattandosi alla alimentazione carnea, assunse le caratteristiche anatomiche e fisiologiche tipiche dei carnivori? NO, conservò le caratteristiche del fruttariano. Oggi, infatti, dopo milioni di anni di innaturale alimentazione carnea, le nostre unghie non si sono trasformate in artigli, il nostro intestino non si è accorciato, i nostri canini non si sono allungati trasformandosi in zanne, il nostro succo gastrico non ha aumentato la sua originale e debole acidità tipica dei fruttariani, il fegato non ha esaltato la sua capacità antitossica, ne è scomparsa l'istintiva attrazione esercitata sull'uomo in età infantile dalla frutta e neppure è scomparsa la altrettanto istintiva repulsione esercitata dalla carne sul bambino appena svezzato. Tutti segni, questi, che le proteine eccessive che, assieme ad altre caratteristiche negative, sono presenti nella carne, pur provocando danni enormi, non sono riuscite a modificare la struttura fisiopsichica dell'uomo: ciò dimostra che l'alimentazione carnea è così estranea agli interessi nutrizionali e biologici dell'uomo che questi non riesce ad adattarvisi, pur subendo le pesanti conseguenze di un innaturale carnivorismo per lunghissimo tempo.”

Un’ulteriore riflessione personale: l’uomo è il più intelligente di tutti gli animali e credo che potrebbe sfruttare questo dono per aiutare i suoi simili, umani e non, a vivere al meglio, nella maggiore armonia possibile. Se è vero, come sostengono taluni, che in natura “pesce grande mangia pesce piccolo”, per indicare una legge naturale di sopravvivenza, è anche vero che l’uomo ha sviluppato una consapevolezza maggiore di quella di tutti gli altri animali, che non si trova più in natura e che, salvo casi eccezionali, ha tutte le possibilità per nutrirsi di tutti i cibi che vuole senza dover ricorrere all’uccisione dell’animale.

Oltretutto, nella grande maggioranza dei casi, aborriamo l’idea di ammazzare personalmente l’animale, così pure come la vista e l’odore del macello e dobbiamo delegare qualcun altro a uccidere in nostra vece, in quanto la maggior parte di noi, se dovesse togliere la vita all’animale in prima persona, dovendo assistere al suo terrore prima della morte, smetterebbe di mangiare la carne all’istante.

Inoltre dobbiamo mimetizzare la carne animale mangiandone solo alcuni “tagli” del muscolo e di alcuni organi, nonché cucinarla e camuffarla con condimenti. Diciamo che il nostro “gustare una bella bistecca” si è fermato, fino ad oggi, al solo piacere sensoriale (ottenuto comunque con cottura e condimenti), senza fino ad ora riflettere su ciò che questo comporta in termini di crudeltà gratuita e disumanità.

Ma questo è l’iter attraverso cui tutti quanti, anche chi come me è diventato vegano, sono passati. Magari non abbiamo mai riflettuto abbastanza su quanto letto finora, magari fino ad oggi non ce la siamo sentita di effettuare il cambiamento di un’abitudine così inveterata, forse non abbiamo avuto la forza di opporci al modo di pensare e di nutrirsi di chi ci sta intorno, non abbiamo avuto il coraggio di erigerci ad esempio e abbiamo preferito seguire la massa.

Oppure abbiamo temuto di incorrere in qualche carenza nutrizionale privandoci di un’alimentazione a base carnea, o di non potere prosperare fisicamente in termini di vigore, salute ed estetica, come ognuno di noi giustamente si augura o, ancora, che diventeremmo anemici se ce ne privassimo, ecc..

Mille possono essere le motivazioni ma… c’è sempre tempo per un cambiamento che, fra le altre cose, non può che giovare enormemente alla nostra salute, fisica, mentale e spirituale.

Una delle principali ragioni addotte, a sostegno della propria scelta, da chi si ciba di carne, è che la carne è la fonte migliore di proteine nobili, di cui abbiamo bisogno per la nostra crescita muscolare.

Ebbene sembra che questa idea, sempre più radicata, secondo cui per costruire i propri muscoli si debba ricorrere a massicce dosi di carni animali, non sia fondata, basti pensare ad esempio alla splendida muscolatura dei cavalli, che si nutrono principalmente di fieno, oppure alla massiccia ed imponente muscolatura dell’elefante (pure erbivoro).

Ogni specie è stata predestinata a prosperare con il proprio tipo di alimentazione specifica, uomo compreso, e a trasformare, tramite il proprio sistema digerente, il suo cibo elettivo nei costituenti di cui ha bisogno.

Così come ad esempio il cane e il gatto possono mangiare i cibi tipici di cui si nutre l’uomo, tipo pasta o pane o biscotti, ecc., ma finiranno inevitabilmente per deteriorare la loro salute e contrarre malattie più o meno gravi, anche l’uomo può sopravvivere nutrendosi di cibi non idonei alla sua specie, ma con le inevitabili conseguenze.

L’analisi comparativa evidenzia che l’uomo ha caratteristiche anatomiche e funzionali completamente diverse dagli animali carnivori. E quindi sembra che la motivazione riguardante le “proteine nobili” sia fuorviante, sia dal punto di vista di una corretta alimentazione, sia perché il fabbisogno proteico dell’uomo non è assolutamente quello che è stato finora astutamente asserito, al fine di convincerlo a consumare prodotti animali, bensì molto inferiore (per questa e tutte le notizie successive riguardanti la carne, si veda il capitolo “Imparando da illustri maestri - T. Colin Campbell”).

In più, oltre ad essere stato provato che l’eccesso di proteine animali è alla base di quasi tutte le malattie odierne, bisogna considerare che la cottura della carne provoca la denaturazione delle proteine, rendendone gli aminoacidi che le costituiscono, parzialmente o totalmente inservibili. Questa è la ragione per cui esse sono riconosciute dal corpo come elementi estranei e quindi vengono isolate ed eliminate, senza essere usate minimamente, a scapito di un superlavoro di fegato e reni che porta a molteplici patologie.

Per di più i grassi presenti nella carne sono senza dubbio i peggiori, ricchi di acidi grassi saturi e, una volta cotti, sono responsabili di malattie degenerative, dall’ipercolesterolemia all’infarto cardiaco, al cancro.

Un altro fatto su cui riflettere è che successivamente all’uccisione dell’animale si manifesta il “rigor mortis”, cioè la rigidità cadaverica, e i muscoli dell’animale si irrigidiscono. Questa è la ragione per cui i macellai devono talvolta aspettare alcuni giorni, se non settimane, per la “frollatura”, cioè l’ammorbidimento progressivo delle carni, che è l’anticamera della putrefazione.

In questa fase si possono formare sostanze tossiche, a cui si aggiungono l’acido lattico, emesso durante l’irrigidimento, e altre tossine prodotte dall’animale per la paura della morte imminente, nonché le sostanze calmanti che gli sono state somministrate per renderlo meno nervoso prima dell’uccisione.

Farmaci, antibiotici (somministrati non solo a titolo antinfettivo, ma anche per aumentare l’assimilazione del foraggio da parte dell’animale e accelerarne la crescita), mangimi chimici, colesterolo causato dallo stile di vita sedentario a cui sono obbligati gli animali di allevamento: sono tutte sostanze che andranno a gravare sul nostro fegato.

Inoltre la carne, essendo priva di fibre come tutti i prodotti animali, necessita di un lungo transito intestinale, che favorisce una lunga permanenza di feci nel colon, con conseguente putrefazione batterica e rischio di cancro. (11)

Ma proseguiamo con la nostra analisi.


SIAMO ERBIVORI?

Gli erbivori si cibano di erba, foglie, gambi e steli: è il loro cibo naturale. Ma noi, diversamente da loro, non abbiamo le “cellulasi” ed altri enzimi per digerire queste piante, per cui, pur cibandocene, esse non possono costituire il nostro cibo primario, perché non possiamo da esse assumere ciò che più ci necessita, vale a dire gli zuccheri semplici, che sono il nostro carburante.

Sebbene le verdure contengano proteine, alcuni acidi grassi essenziali, vitamine, sali minerali e alcuni zuccheri semplici e costituiscano un ottimo supplemento per la nostra dieta, tuttavia esse non possono costituire il nostro cibo principale, anche perché, trattandosi di cibo ipocalorico, per soddisfare il nostro fabbisogno calorico giornaliero dovremmo passare tutto il tempo a mangiare e il dispendio energetico per la loro digestione sarebbe enorme.

Consumate al loro stato naturale, cioè crude, l’uomo può digerire tranquillamente le verdure a foglia tenera (insalata, spinaci, ecc.), mentre per quanto riguarda le crocifere (broccoli, cavoli, cavolfiori, verze, barbabietole), poiché sono vegetali duri, hanno un alto contenuto di fibre insolubili difficili da digerire. Ovviamente non siamo erbivori, anche perché questi ultimi sono dotati di ben 4 stomaci!


E I CIBI A BASE DI AMIDI?

I cibi a base di amidi possono essere suddivisi in 3 categorie: cereali (i semi delle piante), radici e tuberi, legumi.

Cereali: (Grano, riso, avena, segale, orzo, miglio, mais, ecc.). Molti uccelli si nutrono di cereali (la cui coltivazione si è sviluppata su scala più grande soltanto con l’inizio dell’agricoltura, quindi solo da circa 10000 anni nella storia evolutiva dell’uomo) e prendono il nome di granivori.

I cereali allo stato naturale, crudo, non possono essere digeriti dall’uomo e anche cotti richiedono un notevole sforzo digestivo per scomporre i carboidrati complessi in essi contenuti. Diversamente, gli uccelli possiedono un gozzo, ossia una borsa nel loro esofago, dove i grani ingeriti possono germogliare, diventando digeribili.

A causa del loro pesante contenuto amidaceo i cereali allo stato crudo, per esempio i chicchi di grano, ci intaserebbero anche se ne ingerissimo solo uno o due cucchiai, completi di guscio; e anche un cucchiaio di farina cruda di qualsiasi cereale produrrebbe lo stesso effetto, perché è troppo asciutta.

E così, anche se la maggior parte della razza umana attuale consuma cereali e amidi, dovremmo considerare questo cibo come non adatto per la nostra specie.

Infatti, allo stato naturale, non attrae il nostro occhio, non stuzzica il nostro olfatto né eccita il nostro palato, a differenza per esempio della frutta, il che sta a indicare che non eravamo granivori prima dell’uso del fuoco.

Radici e tuberi amidacei: gli animali designati a nutrirsi di tali cibi hanno proboscidi per scavare e dissotterrare, a differenza dell’uomo che, oltre a non essere anatomicamente attrezzato per il compito, non troverebbe sicuramente di suo gusto i cibi che si trovano sotto terra, solo alcuni dei quali possono essere digeriti.

Sebbene rape, patate, barbabietole, carote possano essere mangiate crude, la maggior parte delle volte esse vengono cucinate e se l’uomo si trovasse allo stato naturale, primitivo, senza apparati per la cottura né attrezzi adeguati per dissotterrarle, queste verdure, tra l’altro piene di terra, avrebbero ben poco fascino se comparate alla frutta, in ogni caso più facilmente fruibile.

Legumi: uccelli e maiali si nutrono di legumi, mentre per l’uomo questi, se crudi, non solo non sono gradevoli, ma sono addirittura tossici, a meno che non vengano consumati prima della maturazione, quindi come germogli, ma in ogni caso la loro composizione non sembra essere congeniale all’uomo.

I legumi vengono decantati per il loro alto contenuto proteico ma, come vedremo più avanti, questo non è un vantaggio per l’uomo ed inoltre, parimenti a carne, formaggi e uova, queste proteine sono ricche dell’aminoacido metionina, che contiene quantità eccessive di zolfo, che a sua volta è un minerale acidificante (e l’acidità deve essere neutralizzata dal calcio prelevato dallo scheletro). (12)

Inoltre la grande quantità di carboidrati, sommata all’alta percentuale di proteine (entrambi presenti nei legumi), complica la digestione provocando fermentazione dei primi, con sviluppo di gas, che è un’indicazione che la digestione è stata compromessa.

La mancanza di vitamina C, essenziale per l’uomo, fa di questo alimento un cibo scarsamente nutritivo.

Per riassumere, sembra che i cibi amidacei, di qualunque natura, non siano adatti all’uomo, perché oltre a non essere soddisfacenti da un punto di vista nutrizionale e a non costituire, nel loro stato naturale, fonte di attrazione per i nostri sensi (da un punto di vista visivo, olfattivo e gustativo), noi non abbiamo comunque abbastanza amilasi per digerirli. Infatti, possediamo solamente un po’ di ptialina nella saliva (più che altro sufficiente a digerire piccole quantità di amidi come quelli che si trovano nella frutta non completamente matura) e piccole quantità di amilasi pancreatica, per una limitata digestione degli amidi negli intestini.


CIBI FERMENTATI

Devo premettere che, come ripeto, questo libro è frutto di un lavoro di ricerca e documentazione effettuato abbastanza recentemente, cioè da quando ho iniziato a seguire la DEA, e che quindi, pur essendo vegetariano da tanti anni, anche io mi sono nutrito comunque di prodotti fermentati, tipo i formaggi, fino a poco più di un anno fa.

Ebbene, la dieta che ho intrapreso mi soddisfa al 100% e non rimpiango nulla dei cibi che ho eliminato, soprattutto alla luce dei vantaggi spettacolari che ho potuto conseguire in termini di energia, benessere, forma fisica e scomparsa di diversi problemi e dolori fisici. Ma, a maggior ragione, dopo essere venuto recentemente a conoscenza delle notizie che sto per riportare, mi considero davvero fortunato per avere intrapreso questa scelta alimentare.

È diventato ormai uso comune consumare sostanze fermentate o altrimenti decomposte derivate dai cereali (superalcolici, birra), dal latte (formaggi), dalla frutta (vino e certi tipi di aceto), dai legumi (in particolare dai fagioli di soia, ad esempio tamari, shoyu, miso e tempeh, o carne di soia) e dalle carni (salami, salsicce).

Vediamo cosa accade ai macronutrienti presenti in tali cibi, una volta fermentati per opera di funghi e batteri.

I carboidrati fermentati producono alcol, acido acetico (aceto), acido lattico, metano e anidride carbonica.

Le proteine decomposte vanno in putrefazione dando luogo, come prodotti terminali, a molteplici sostanze tossiche (tra cui ammoniaca, cadaverina, putrescina, metano, ecc.).

I grassi decomposti diventano rancidi e disgustosi.

Ad esempio il formaggio, che si ottiene facendo putrefare la caseina del latte, rappresenta tutti e tre i tipi di decomposizione in un unico cibo: proteine putrefatte, carboidrati fermentati e grassi irranciditi. Che cosa potranno produrre tutti questi veleni una volta che entrano nel nostro organismo? Disturbi, malattie e debilitazione sono solo una risposta molto parziale; tumori e cancro sono spesso la realtà.

Poiché l’uomo in natura non potrebbe mai consumare prodotti decomposti, senza attrezzature e container adeguati, essi si possono catalogare come innaturali e sicuramente non inclusi tra i cibi destinati alla nostra specie.


LATTE

Una cosa è certa: nessun altro animale in natura beve il latte di un’altra specie, e già questo dovrebbe far riflettere. Gli animali sanno istintivamente che il latte della loro madre è il cibo ideale per supportarli durante la loro crescita, con il perfetto mix di sostanze nutritive.

Come si avrà modo di leggere successivamente, se smettessimo di ingerire latte e derivati la maggior parte di noi guarirebbe da malanni e patologie anche gravi in breve tempo.

Ecco, di seguito, alcuni passi interessanti tratti dal best-seller americano “Fit for life”, di Harvey e Marilyn Diamond: “Gli enzimi necessari per digerire il latte sono la renina e la lattasi. Entrambi scompaiono nella maggioranza degli umani all’età di tre anni. C’è un elemento in tutti i tipi di latte, conosciuto come caseina. La caseina presente nel latte di mucca è trecento volte superiore a quella che si trova nel latte umano. La ragione è che si devono sviluppare ossa enormi. La caseina coagula nello stomaco e forma grossi grumi, duri, densi e difficili da digerire, che sono adatti per l’apparato digestivo di una mucca, fornito di quattro stomaci. Una volta all’interno del sistema umano, questa massa, spessa, bagnata e appiccicosa, pone un tremendo fardello sull’organismo che deve, in qualche modo, sbarazzarsene. In altre parole, un’immensa quantità di energia deve essere spesa per sistemare questo problema. Sfortunatamente, parte di questa sostanza appiccicosa si indurisce e aderisce al rivestimento dell’intestino e impedisce l’assorbimento dei nutrienti nel corpo. Risultato: letargia. Inoltre, i sottoprodotti della digestione del latte lasciano una gran quantità di muco tossico nel corpo. Esso è molto acidificante e parte di questo viene immagazzinato nel corpo fino a che il corpo stesso potrà sbarazzarsene, più avanti nel tempo. La prossima volta che stai per spolverare casa tua, prova a versare della colla sopra ogni cosa e poi guarda quanto è facile pulire. I prodotti caseari producono lo stesso effetto all’interno del tuo organismo. Questo si traduce in un aumento di peso corporeo, invece che in una perdita. La caseina, a proposito, è la base di una delle più forti colle usate in falegnameria.”

Diamond prosegue avvertendo che la pratica assai diffusa di somministrare antibiotici al bestiame per velocizzarne la crescita crea batteri potenzialmente mortali che possono infettare gli umani. E, ancora, riporta che il muco che si forma riveste tutte le mucose, cosicché la traspirazione di tutto diventa estremamente lenta e stagnante e l’energia vitale viene ad essere dissipata. “Avete mai parlato a persone che più o meno ogni dieci parole emettono una sorta di suono gutturale mentre cercano di liberare muco da dietro il loro naso? … La prossima volta che incontrate una persona del genere, indagate sulla quantità di prodotti caseari che essa consuma. Le probabilità che tale persona risponda ‘raramente’ o ‘mai’ sono molto scarse.” (13)


SEMI OLEOSI E ALTRI CIBI VEGETALI GRASSI

Per quanto riguarda i semi oleosi (noci, nocciole, mandorle, noci del Brasile, pistacchi, anacardi, semi di lino, di girasole, di sesamo, di zucca, ecc.) vale sempre il discorso per cui solo mangiandoli allo stato crudo possiamo ricavarne il massimo beneficio, in quanto i grassi e le proteine, contenute in eccesso in questi cibi, se riscaldati diventano cancerogeni. Il problema è che noci e semi non vengono in realtà quasi mai consumati crudi, perché per evitare che ammuffiscano vengono disidratati al forno a “basse” temperature spesso per giorni, in modo che si possano conservare a lungo.

Si tratta comunque di cibi che, sia crudi che disidratati o riscaldati, sono difficilmente digeribili per il loro altissimo contenuto di grassi, e che possono rimanere nell’intestino tenue per ore prima che la vescicola biliare secerna la bile con cui emulsionarli (scomporli).

Diverso è il discorso per i frutti grassi, come l’avocado e le olive, per esempio, che quando sono maturi sono ricchi in grassi facilmente digeribili, mentre la polpa del cocco lo è quando si trova nel suo stato gelatinoso, ma quando è matura e indurita è quasi impossibile da digerire.

Foglie verdi e altri vegetali, se freschi e crudi contengono una modesta percentuale di acidi grassi utilizzabili, mentre le crocifere (cavoli, broccoli, barbabietole, ecc.) contengono composti sulfurei indesiderabili.

E quindi i grassi non rientrano tra i cibi della nostra specie se non, occasionalmente e come complemento, una manciata di noci o altri semi oleosi, oppure un po’ di olive, o un po’ di avocado (non più di mezzo al giorno se non si consumano altri grassi).

In realtà il nostro cibo elettivo è rappresentato dai carboidrati semplici.


SIAMO ONNIVORI?

“Attualmente sì!”, è la risposta, a cui segue la domanda: “Ma lo saremmo anche, alla luce di quanto asserito finora, se ci trovassimo in natura, senza forni e fornelli, attrezzi vari, frigoriferi e container, tecnologia, condimenti, eccitanti del gusto, spezie e aromi, che camuffano la natura effettiva dei cibi?” Oppure dovremmo forse accontentarci di mangiare i cibi di stagione, allo stato crudo, in base a quanto essi allettano i nostri sensi (vista, olfatto e gusto)?

Allora ci ritroveremmo ben presto a perdere la nostra “natura onnivora” (insieme a chissà quali e quante malattie degenerative dovute agli errori alimentari) e ci riscopriremmo a gustare sempre più… la dolce, succosa, fresca e matura frutta!

È vero, si potrebbe obiettare, che vivere “in natura”, come spesso citato nel presente testo, potrebbe voler dire soffrire la fame durante l’inverno e i mesi freddi, per penuria di cibo, oppure ritrovarsi a morire di fame perché magari il maltempo o altre cause naturali hanno distrutto i raccolti, oppure perché si vive in aree geografiche dove la natura è scarsa di cibo.

È vero che anche gli animali si possono ritrovare a patire la fame, che alcuni muoiono, che altri vanno in letargo, che alcuni attaccano addirittura l’uomo, nella disperata ricerca di cibo.

È tutto vero. Quindi colgo l’occasione per specificare che, in questo caso, non si tratta di voler asserire una teoria forzandone la correttezza a tutti i costi. Diciamo che innumerevoli sono comunque, da sempre, gli ostacoli che si frappongono tra noi (e, più in generale, tutti gli animali) e la nostra/loro sopravvivenza. E diciamo anche che l’uomo, essendo il più intelligente tra le varie creature, è quello che si è garantito, almeno teoricamente, le maggiori probabilità di sopravvivenza.

Ma, come ribadisco, solo teoricamente. Perché se è vero che è riuscito a sopravvivere in condizioni proibitive nel corso della sua storia, grazie alla coltivazione dei cereali e all’immagazzinamento di varie forme di cibo, è anche vero che le statistiche attuali parlano chiaro: l’alimentazione standard dell’uomo occidentale lo sta decimando con malattie, invecchiamento e morti premature.

Così, quando mi riferisco agli animali, o all’uomo, “in natura”, il senso di tale affermazione dovrebbe essere interpretato come la condizione ideale in cui l’uomo possa cibarsi di ciò che la natura ha predisposto originariamente come suo cibo ideale, quando, all’alba della nascita della nostra specie, egli abitava nelle zone tropicali o subtropicali, ricche di vegetazione, frutta, germogli, foglie e semi.

Ecco, allora, che parlare di alimentazione ideale significa cercare di capire che il nostro sistema digerente non è cambiato e che quindi non è predisposto a digerire indenne cibi che, seppure gli hanno garantito la sopravvivenza in condizioni di emergenza, non lo hanno fatto, e non lo fanno, senza averlo penalizzato gravemente.

E così, come tutti gli animali che vivono in prossimità dell’uomo possono essere facilmente indotti ad assumere alimenti non consoni alla loro specie, ma graditi al loro palato, che causeranno però patologie più o meno gravi anche ad essi, lo stesso destino non viene evitato alla nostra specie.

Mi viene in mente, a tale proposito, come durante un viaggio compiuto anni fa in Egitto, venisse raccomandato a tutti i turisti di non dare pane da mangiare ai pesci del Mar Rosso. Questo perché essi lo avrebbero mangiato con gusto… fino a morirne!
“L’occasione fa l’uomo ladro!”, recita il proverbio. Parlando di alimentazione, l’occasione e la necessità inducono l’uomo, e i vari animali, a nutrirsi dei cibi sbagliati, fino a morirne!


SIAMO FRUGIVORI?

Sì, siamo frugivori! (Sono frugivori gli animali che si nutrono principalmente di frutta, con l’aggiunta di tenere foglie verdi, inclusi anche i frutti non dolci come pomodori, cetrioli, peperoni, zucchine, zucche, ecc., e i semi oleosi.) Questa la risposta su cui concordano i diversi autori igienisti a cui mi sono riferito per l’elaborazione di questo libro. O, almeno, frugivori saremmo se ci trovassimo in natura con le sole nostre forze, così come i nostri predecessori ancestrali si trovarono nella notte dei tempi.

E questo a sottolineare che, teorie nutrizionistiche e mode alimentari a parte, questo fu con tutta probabilità il cibo grazie al quale la nostra specie si è evoluta durante tutta la sua storia, fino a prima dell’invenzione del fuoco e, successivamente, alla comparsa dell’agricoltura e dell’allevamento.

Questo, dunque, è il cibo espressamente ideato da Madre Natura per noi, con il quale sopravvivere e prosperare. Certo, come ripeto, possiamo arrangiarci a mangiare qualsiasi cosa, è nella natura animale la capacità di adattarsi per sopravvivere, ma a quale prezzo?

Se davvero ci fossimo adattati ad essere onnivori (intendendo qui, per “adattamento”, il cambiamento delle nostre caratteristiche anatomiche e funzionali per adeguarsi a nuove condizioni di vita richieste dall’ambiente), allora anche i nostri organi, nel corso di tutto questo tempo, avrebbero dovuto modificarsi, per lo meno per agevolare la digestione.
Quindi il nostro intestino dovrebbe essere molto corto per ridurre i tempi di transito della carne, come avviene nei carnivori, ma è rimasto lungo. E la nostra secrezione gastrica dovrebbe essere estremamene più acida, per meglio digerire i cibi carnei, ma è rimasta uguale, così come continuiamo ad avere un solo stomaco e non quattro, come gli erbivori e non ci è ancora spuntato alcun gozzo per predigerire i semi, come gli uccelli, segno che i cereali non sono adatti a noi.

Nulla sembra essere cambiato né a livello anatomico, né fisiologico, né chimico, né psicologico e noi continuiamo a differire, come abbiamo visto, dagli animali delle altre specie.

L’unica cosa che è cambiata è che siamo una razza sempre più debole e sempre più ammalata, segno di una degenerazione progressiva e anche se l’età media è aumentata, lo è per le migliori condizioni igieniche e qualità di vita, per il progresso della medicina, ecc., ma se ci guardiamo intorno ad osservare tutte le malattie di cui soffrono le persone da una certa età in poi, soprattutto le ultime generazioni, dovremmo prendere coscienza che qualcosa non va.

Ebbene un conto è sopravvivere, un altro conto, completamente diverso, è fiorire, prosperare, vivere al pieno delle proprie possibilità, senza malattie, col massimo dell’energia.

Sì, è vero che anche fumando, bevendo alcolici, assumendo droghe, prendendo medicinali, facendo uso di tutte le sostanze stimolanti per arrivare alla fine della giornata (caffè, cioccolato, carne, bevande eccitanti, alcol, ecc.), si può sopravvivere, ma non vivere al meglio, come è nostro diritto.

Ma torniamo al nostro cibo elettivo: ebbene la frutta è, fra tutti i cibi, quello che più si approssima a soddisfare tutte le nostre necessità, così come la carne lo è per i carnivori.

Quando la frutta è matura, grazie ai propri enzimi, converte i propri carboidrati in glucosio e fruttosio, zuccheri semplici che possiamo usare senza ulteriore digestione; le sue proteine vengono convertite in aminoacidi e i suoi grassi in acidi grassi e glicerolo. E così tutto quello che ci resta da fare è… gustarne la bontà!

Per quanto riguarda la verdura, la ragione per cui è meglio nutrirsi di quella a foglie (lattuga, radicchio, scarola, rucola, spinaci, ecc.) e non di crocifere (broccoli, cavoli, barbabietole, ecc.), né tantomeno di quella più fibrosa (carote, finocchi, ecc.) è che mentre la prima contiene fibra solubile, come quella presente nella frutta, le altre contengono cellulosa e altre fibre difficilmente digeribili o del tutto indigeribili. E queste ultime sono talmente dure da graffiare la nostra mucosa digestiva quando passano per essere eliminate, anche se in minor misura di quanto avvenga per le fibre dei cereali.


I VANTAGGI DELLA DEA (Dieta Energia Alta)

Per terminare questo capitolo, ecco un elenco delle qualità della DEA (Dieta Energia Alta), a base di frutta e verdura allo stato naturale, quindi integra, fresca, cruda, matura, possibilmente biologica, con l’aggiunta opzionale di una minima quantità di semi.

Innanzitutto essa fornisce tutti i macronutrienti di cui il corpo ha bisogno, nella giusta proporzione, quindi la giusta quantità di carboidrati, proteine e grassi.

I carboidrati si trovano nella forma più digeribile possibile, poiché si tratta di carboidrati semplici, glucosio e fruttosio, e quindi vengono assorbiti in alcuni casi praticamente senza bisogno di digestione, mentre in altri casi la digestione richiesta è minima.

Essi entrano velocemente nel flusso sanguigno e altrettanto velocemente ne escono, per essere trasportati alle cellule e fornirci energia senza sottrarne, come invece avviene nel caso dei carboidrati complessi. Questi ultimi, infatti, comportano una digestione lunga e laboriosa e, inoltre, vengono quasi sempre accompagnati da grassi, zuccheri, sale o altro, come condimento, il che comporta un ulteriore aggravio del processo digestivo.

Le proteine contenute in frutta e verdura, in percentuale moderata (quella prevista da Madre Natura), non vengono denaturate dalla cottura, così come avviene per tutti i classici cibi proteici (carne, salumi, legumi, uova, latte e formaggi – che sono sottoposti a pastorizzazione) e quindi possono essere utilizzate appieno dal nostro organismo. Inoltre esse non danno origine ai fenomeni putrefattivi tipici che derivano dalla loro scarsa digeribilità, con conseguenti feci maleodoranti, così come non producono acidificazione del sangue che, quando si verifica, deve essere tamponata sottraendo calcio a scheletro e denti, con possibili patologie quali osteoporosi, carie dentaria, artrite, reumatismi, ecc..

I grassi, presenti nella giusta proporzione, non sono sottoposti a cottura con conseguente sviluppo di legami molecolari inscindibili, che li trasformano in sostanze cancerogene.

La DEA fornisce il massimo nutrimento con una minima formazione di tossine e di sostanze estranee che si insinuano nei tessuti.

La frutta è facilmente digeribile, facilmente reperibile e facilmente preparabile.

La frutta soddisfa l’appetito, non appena una quantità sufficiente è stata assunta: ecco perché i fruttariani sono sempre magri.

Fornisce grande energia e molto velocemente (infatti è il cibo tipico degli atleti prima e durante le competizioni), producendo solo anidride carbonica e acqua come prodotti di rifiuto, che sono completamente atossici.

La DEA instaura un ambiente alcalino del sangue e favorisce la presenza di flora batterica nelle feci.

Non vi è costipazione né autointossicazione e il corpo si disintossica da solo.

Il sangue è pulito e la sua bassa viscosità garantisce una buona circolazione con una bassa pressione sanguigna.

Garantisce il minimo logorio e affaticamento degli organi.

Il fatto che la sola frutta possa sostenere da sola la nostra salute e il nostro vigore, anche senza bere acqua, indica che essa provvede veramente alle basi della dieta naturale per l’uomo. (14)

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pervinca89
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da pervinca89 » lun gen 23, 2012 4:52 pm

ancora meglio è se ti fai consigliare dal tuo erborista.
chiedigli una semplice tisana disintossicante :)
oppure ti fai dare il taglio tisana delle erbe che ti ho detto prima :)

Vogliadiprimavera
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Re: Crudismo e intestino

Messaggio da Vogliadiprimavera » gio gen 26, 2012 6:44 pm

marco urbisci ha scritto:Un' ultima cosa (sperando di non offenderti)… considera che questo è un forum vegano crudista, il che vuol dire (sicuramente non ci avevi pensato) che oltre ad una questione di salute per gli umani, è il luogo di ritrovo virtuale di chi ha a cuore anche la salute degli animali, di chi li ama e dedica la propria vita (in parte o in toto) alla loro salvaguardia. Quindi (sicuramente, ripeto, non ci avevi pensato, come accadeva anche a me prima di diventare vegano) parlare di mangiare carne e anche formaggi, è un dolore per chi conosce le condizioni crudeli a cui vengono sottoposti gli animali per ottenerne i loro prodotti e le loro carni. Quindi magari in futuro, continuando naturalmente a essere gradita ospite di questo forum, potresti gentilmente avere l’accortezza di evitare di riferirti a pratiche che implichino la sofferenza di coloro che, chi è vegano, considera propri simili.
Per il resto, se proprio vuoi continuare a nutrirti, anche se in parte, di prodotti di origine animale, se vuoi consigli specifici puoi scrivermi privatamente, in modo da non offendere lo spirito di questo bellissimo gruppo di persone che transitano su Promiseland. Ti risponderò senz’altro, nella speranza che anche tu, come tutti noi, prima o poi decida di intraprendere l’alimentazione più sana che esista, sia per noi che per gli animali.
Un abbraccio e … ecco l’estratto dal mio libro. :D
Marco assolutamente non mi sono offesa, anzi, ti ringrazio per avermelo ricordato. Sono stata indelicata senza volerlo e chiedo scusa di cuore se ho urtato la sensibilità di qualcuno...non volevo, davvero. :( Starò più attenta e magari ti scrivo in privato.
Grazie mille per l'estratto...credo proprio che comprerò il tuo libro.
Anche se x il momento mi sa che è meglio se allontano l'idea del crudismo o di un compromesso onnivoro-crudista...mi trovo in un bruttissimo momento e non riesco a trovare la forza...
pervinca89 ha scritto:ancora meglio è se ti fai consigliare dal tuo erborista.
chiedigli una semplice tisana disintossicante :)
oppure ti fai dare il taglio tisana delle erbe che ti ho detto prima :)
Grazie mille...vedrò di procurarla :wink:

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