Democrazia e sobrietà, nonviolenza e solidarietà

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Gianluca Ricciato
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Democrazia e sobrietà, nonviolenza e solidarietà

Messaggio da Gianluca Ricciato » dom ago 21, 2011 12:06 pm

Democrazia e sobrietà, nonviolenza e solidarietà

http://www.consumietici.it

Si continua a parlare di Crescita, di Sviluppo, di Prodotto Interno Lordo...

Le ricette che si propongono sono sempre le stesse: tagli ai servizi sociali, al welfare, all'istruzione, all'educazione, alla cultura.

Eppure le banche sono piene di liquidità: negli Stati Uniti ormai si applicano tassi negativi sui depositi bancari.

Non mancano segnali “inquietanti” come la diminuzione dell'attitudine al consumo, generato da alcuni fattori: alla semplice mancanza di reddito, si è aggiunta la paura e l'insicurezza per il futuro che porta all'accumulo e al disinvestimento, e ora anche la ricerca di valori alternativi e antagonisti al consumo come modus vivendi.

Il cocktail è esplosivo. Supermercati vuoti di gente e quindi pieni di merci; conti correnti vuoti e indebitati e altri pieni di soldi non utilizzati; città piene di case vuote, strade vuote per la paura eppure piene di gente disperata: prima o poi i vuoti saranno riempiti.

Quand'è che si comincerà a ragionare sul fatto che... c'è qualcosa che non va?

Che la crescita, lo sviluppo, il consumo... non sono leggi naturali e neppure divine?

Che sono “solo” frutto dello sfruttamento perpetrato dall'uomo sulla natura e sull'uomo stesso oramai giunte al limite? Che qualche centinaio di anni di modello ideologico-economico e qualche dozzina di anni di turbo capitalismo finanziario non hanno trasformato la Terra in un Paradiso ma in un Inferno terrestre?

In questo agosto 2011, la tempesta azionaria che sta spazzando le borse, i mercati e, apparentemente, la vita del mondo occidentale, finisce per nascondere altri accadimenti che hanno generato e stanno generando ansia e preoccupazione, dolore e terrore per l’umanità.

La primavera delle popolazioni arabe non è affatto fiorita.
In Tunisia come in Egitto il carico di aspettative e speranze non ha ancora avviato democrazia e stabilità. Altrove la resistenza di regimi dittatoriali al cambiamento hanno generato vere e proprie guerre (Libia), repressioni sanguinose e massacri di civili (Siria, Yemen del Sud). Incomprensibile l'atteggiamento delle potenze occidentali: ultrainterventiste nei confronti di Gheddafi, latitanti e ignave nei confronti di Assad e altri. Intanto all'eliminazione fisica di Osama Bin Laden, nemico numero 1 dell'Occidente, non è seguita alcuna soluzione della guerra in Afghanistan, perdura l'instabilità in Iraq, aumentano le tensioni e gli attentati in Pakistan.

Gli “indignados”.
Dalla Spagna alla Grecia, ora persino in Israele nasce questo movimento prevalentemente giovanile, ma con un vasto e crescente consenso in tutta la popolazione di questi paesi, che ha come caratteristica – lo dice il nome stesso – l'indignazione nei confronti della classe politica ed economica per l'assenza di prospettive e di futuro, per la mancanza di reddito.

La carestia e la siccità nel corno d'Africa.
11 milioni di persone in fuga dalla siccità e dalla fame. Dalla Somalia il fenomeno si allarga e estende a Etiopia, Eritrea, Sudan, Kenya fino alla Tanzania. 11 milioni di persone stremate anche dalle guerre fra bande e da quelle economiche mondiali per il controllo dei prodotti alimentari. Una situazione aggravata anche dall’assenza totale della cooperazione internazionale, con le ong sempre più sole e senza fondi, a partire da quelle italiane.

La strage di Oslo.
Un pazzo, imbevuto della summa più becera dei luoghi e delle parole d'ordine comuni alle destre xenofobe, fasciste e razziste di tutta Europa, con logica e preparazione militare, ha prima devastato con una bomba il centro della città e poi è andato a uccidere settanta ragazzi e ragazze che avevano una unica colpa: quella di ritrovarsi per tentare di costruire un mondo migliore.

I No Tav in Val di Susa.
In Piemonte un movimento di uomini, donne, bambini, sindaci tenta di difendere la propria terra, la valle. Cocciuti, ostinati, preparati. Prendendo le distanze dai violenti, ma ribadendo l'assoluta contrarietà a un'opera che porterà distruzione del paesaggio, inquinamento e nessuno sviluppo. Tutto per qualche miliardo di euro di contributi: gli stessi che vediamo ora bruciarsi a dozzine nelle borse ogni giorno.

La rivolta dei giovani delle periferie inglesi.
L'indignazione dei giovani londinesi non c'è neanche stata: è diventata subito rivolta e saccheggio. Decine di anni di tagli al welfare hanno ucciso la capacità di indignarsi. E' bastata una scintilla e l'incendio dai quartieri periferici di Londra si è esteso a tutte le grandi città inglesi.

Pure in Italia.
Il risveglio sociale e culturale evidenziatosi prima con le elezioni amministrative e poi diventato maggioranza assoluta con i referendum contro la privatizzazione dell'acqua, il nucleare e le leggi ad personam, rischia di essere spazzato via in qualche giorno dalla classe politica che ci governa, totalmente incapace di governare eppure abbarbicata alle proprie poltrone, ai propri affari. Totalmente in balia delle speculazioni finanziarie.

Questo è il quadro che abbiamo davanti. Questo è il contesto in cui si muovono gli speculatori che giocano in borsa; che uccidono economie e democrazie.

Forse a ben vedere questi giochi di borsa non sono del tutto estranei a questa situazione: forse non solo speculano sopra le crisi, ma le creano. Una sorta di estrema destra razzista fondamentalista, xenofoba e razzista che si prende il potere, anche economico.

La strada è evidentissima: sarà durissima, ma inevitabile e giusta.

Occorre studiare, prepararci ed educarci al de-sviluppo e alla de-crescita.

Occorrerà farlo non con meno, ma con più diritti e legalità

Con consapevolezza e con sobrietà e sempre più con nonviolenza, rispetto e dignità.

Questa è la lezione che ci arriva dai ragazzi e dalle ragazze delle piazze arabe e europee, dagli “indignados” e dai tanti che hanno perso la capacità di indignarsi, dalla gente della Val di Susa.

Occorre reagire con più democrazia e più solidarietà.

Michele Papagna - presidente AceA onlus, consumi etici e stili di vita solidali - direttore responsabile agenziastampa

http://www.consumietici.it

Milano, 13 agosto 2011

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